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MessaggioTitolo: truck ferrari   truck ferrari Icon_minitimeLun Set 16, 2019 12:14 pm

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Iveco Hi-Way Scuderia Ferrari Formula One
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Maranello Motorsport, il principale team di corse Ferrari GT in Australia, utilizza uno Stralis ATi personalizzato di IVECO Trucks Australia Limited come cavallo di battaglia per il trasporto di auto, pezzi di ricambio e attrezzature in tutto il paese.
 
Competendo nella più importante serie di auto sportive di produzione australiana da oltre 15 anni e vincendo numerosi eventi in vetture da corsa Ferrari GT animate, Maranello Motorsport ha sede nel sobborgo interno di Melbourne, Richmond, vendendo, restaurando e assistendo una gamma di modelli Ferrari classici e moderni, così come altri marchi "supercar". Il team di Maranello utilizza un motore primo IVECO Stralis ATi per le sue esigenze di trasporto mentre partecipa a vari eventi di corse GT in Australia.
 
L'amministratore delegato di Maranello Motorsport, Mark Coffey, spiega che le corse sono una parte importante della loro attività con il suo successo in pista che attrae alcuni dei migliori piloti tra cui Alan Simonsen, Peter Edwards e John Bowe per unirsi al team.
 
Secondo Coffey, IVECO e Ferrari hanno una partnership di lunga data in Europa, che è stata estesa in Australia. Descrive la loro Stralis come un camion in stile europeo che chiunque associato alle corse automobilistiche riconoscerebbe.
 
Il team copre oltre 1.000 km ogni mese viaggiando tra la sede di Maranello a Melbourne per sei turni di competizioni GT e 12 giorni di pista ogni anno, con IVECO Stralis che li porta alle gare e agli eventi in modo sicuro e puntuale.
 
Mick Zielinski, direttore vendite di Adtrans Laverton, la concessionaria IVECO che ha fornito il veicolo, ha dichiarato che lo Stralis è stato verniciato di rosso Ferrari e dotato di un "kit aerodinamico" e cerchi in lega speciale.
 
Uno dei numerosi modelli prodotti da IVECO in Europa, lo Stralis ATi viene fornito al mercato australiano dalla sua controllata, IVECO Trucks Australia. La società ha anche uno stabilimento di produzione a Dandenong, Victoria, che produce oltre 600 camion ogni anno, rendendo l'impianto un attore di primo piano nel settore degli autocarri e degli autobus locali.
 
Caratteristiche principali del camion Stralis ATi del team Maranello:
Configurazione della cabina con cuccetta Active Time con cabina ergonomica per ridurre al minimo l'affaticamento del conducente
La cuccetta nella cabina offre un ulteriore alloggio quando necessario
Sedile del conducente sospeso in aria completamente regolabile in cabina
Piantone dello sterzo completamente regolabile controllato premendo un pulsante sul pavimento della cabina
Vani portaoggetti multipli in tutta la cabina
La trasmissione a 12 velocità ZF Eurotronic II aiuta anche a ridurre l'affaticamento del conducente, l'usura della frizione, il consumo di carburante e le emissioni acustiche
Alimentato da un motore Cursor IVECO da 10 litri conforme a Euro 5 con turbocompressore a geometria variabile (VGT) che eroga 450 CV da 1600 a 2000 giri / min
Il motore del cursore utilizza il sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) per ridurre le emissioni di scarico
Motore conforme alle attuali norme sulle emissioni australiane ed europee

Maggiori informazioni su http://www.ferret.com.au/c/iveco-trucks-australia-limited/customised-iveco-stralis-ati-truck-helps-ferrari-gt-racing-team-move-around-australia -n2503218 # w9tD2FBQXGiXsily.99
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MessaggioTitolo: Re: truck ferrari   truck ferrari Icon_minitimeLun Set 16, 2019 12:17 pm

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La Scuderia Ferrari, chiamata dal 2019 Scuderia Ferrari Mission Winnow per motivi di sponsorizzazione,[2] è una squadra corse italiana, sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari.

Fondata da Enzo Ferrari nel 1929, nel corso dei decenni si è imposta come una delle più note e titolate squadre nel panorama dell'automobilismo sportivo mondiale.[3][4] Ha principalmente legato il suo nome al Campionato del Mondo di Formula 1, in cui è presente fin dalla sua istituzione e in cui ha conquistato 15 volte il Titolo Piloti e 16 quello Costruttori (record assoluto di entrambe le categorie).[5] Ha inoltre riportato numerosi successi nelle competizioni per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo come il Campionato del Mondo Sport Prototipi, dove ha vinto 12 Titoli Costruttori, e gare di durata come la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring. Tra i suoi trionfi più prestigiosi annovera vittorie nelle tre maggiori competizioni mondiali su tracciato stradale ovvero la Targa Florio, la Mille Miglia e la Carrera Panamericana.

Dal 1929 al 1937 è stata allestita dalla S.A. Scuderia Ferrari, che correva con automobili fornite in esclusiva da Alfa Romeo, andando così a rappresentare ufficiosamente il reparto corse della casa milanese. Nel 1939, dopo due anni di sospensione dell'attività agonistica, la squadra è rinata, questa volta indipendente, sotto il nome di Auto Avio Costruzioni; dal 1947 ha ripreso la denominazione di Scuderia Ferrari. Nel 1969, insieme a tutte la proprietà del marchio del Cavallino, anche la squadra corse viene acquistata da FIAT. La divisione della Ferrari a cui è delegato l'allestimento della Scuderia è la Gestione Sportiva (GES); il supporto a team e clienti che competono con vetture Ferrari private è delegato invece al dipartimento Ferrari Corse Clienti.

In conseguenza a contratti di sponsorizzazione, al nome della squadra può essere affiancato quello di un title partner, ruolo che per la Scuderia Ferrari è storicamente rappresentato fin dagli anni 1970 da Philip Morris International.[6] Nel 2013 è la scuderia motoristica sportiva più ricca tra quelle della Formula 1 e della NASCAR, piazzandosi inoltre al 21º posto nella classifica delle 50 società sportive più ricche del globo, con un valore complessivo stimato in 1,2 miliardi di dollari;[7] i suoi contratti pubblicitari hanno un valore di circa 250 milioni di dollari l'anno.[8]

Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il contesto[modifica | modifica wikitesto]
Nell'autunno 1929 Enzo Ferrari aveva ottenuto una preliminare promessa di partecipazione, dalla Pirelli e dall'Alfa Romeo, a una eventuale squadra corse. L'idea di Ferrari era quella di creare una struttura esterna alle due aziende che le sollevasse dagli oneri e dai costi organizzativi, trasferendoli sui gentleman-driver desiderosi di competere, e sugli organizzatori dei vari circuiti, disposti a pagare sostanziosi ingaggi pur di avere piloti celebri che attirassero il pubblico. Le prime adesioni furono quelle dei fratelli Alfredo e Augusto Caniato, gentleman-driver ferraresi ai quali Enzo Ferrari aveva appena venduto un'Alfa Romeo 6C 1500 Corsa, disposti a sborsare una sostanziosa porzione del capitale necessario.

La fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Ghisilardi Fava, dove fu decisa la fondazione della Scuderia.
L'occasione per completare la cordata di finanziatori si presentò il 12 ottobre, nel corso delle celebrazioni per il record mondiale di velocità conquistato a Cremona da Baconin Borzacchini su Maserati Tipo V4. Per festeggiare il primato della casa felsinea, il podestà Leandro Arpinati e l'Automobile Club avevano organizzata una cena di gala, nella Casa del Fascio di Bologna, alla quale erano invitati piloti, personalità della politica e dello sport, oltre a facoltosi appassionati. Fu al termine di quella cena che a Enzo Ferrari e Alfredo Caniato si aggiunse Mario Tadini, facoltoso pilota bolognese. Caniato e Tadini si assunsero le spese di gestione, e la fondazione della scuderia venne decisa in quella sera.

Per i dettagli dell'accordo fu incaricato l'avvocato Enzo Levi, padre del più noto Arrigo, che riuscì a comporre gli oneri, le esigenze e gli obiettivi delle varie parti in una bozza di atto costituente, poi formalizzato il 16 novembre dal notaio Alberto Della Fontana e omologato dal tribunale di Modena il 29 novembre 1929. Veniva così fondata ufficialmente la Società Anonima Scuderia Ferrari, con sede a Modena in Via Trento e Trieste, per la durata prevista di due anni, dal 16 novembre 1929 al 16 novembre 1931, con il dichiarato scopo di "compera di automobili da corsa di marca Alfa Romeo e partecipazione colle stesse alle Corse incluse nel calendario nazionale sportivo e nel calendario della Associazione Nazionale Automobil Clubs". La neonata squadra automobilistica si legò quindi all'Alfa Romeo, che divenne fornitrice del team modenese, soprattutto perché, così facendo, aveva la possibilità di partecipare a più gare e di aumentare la popolarità del proprio marchio, sopportando minori spese.[9]

Il 15 gennaio 1930 si riunì per la prima volta il consiglio di amministrazione della S.A. Scuderia Ferrari nelle persone di Alfredo Coniato, Enzo Ferrari e Mario Tadini. La riunione ebbe luogo a Bologna in via Montegrappa 6 nei locali dell'Agenzia Alfa Romeo. In tale data la situazione della società era la seguente:

Presidente: Mario Tandini
Consigliere Delegato - Direttore: Enzo Ferrari
Capitale sociale: 200 000 lire
Numero azioni: 200
Azionariato: Alfredo e Augusto Caniato e Mario Tandini (130 azioni per 130 000 lire), Enzo Ferrari (50 azioni per 50 000 lire), S.A. Alfa Romeo (10 azioni per 10 000 lire), Ferruccio Testi (5 azioni per 5 000 lire), S.A. Pirelli (5 azioni per 5 000 lire).
L'esordio

La squadra esordì alla IV Mille Miglia, il 26 marzo 1930, mettendo in campo tre Alfa Romeo 6C 1750 condotte da Luigi Scarfiotti, Eugenio Siena e Mario Tadini, ma nessuno dei tre piloti raggiunse il traguardo. L'anno seguente Enzo Ferrari riuscì a creare la propria squadra corse ufficiale, che comprendeva anche piloti del calibro di Tazio Nuvolari e Luigi Fagioli,[10] e che colse negli anni seguenti importanti risultati, tra cui vittorie alla Targa Florio e alla 24 Ore di Le Mans, esordendo quindi anche nelle competizioni internazionali. Nel 1933, però, l'Alfa Romeo si ritirò dalle competizioni e cedette le sue vetture a Ferrari.[11]

Visti gli ottimi risultati conseguiti dalla S.A. Scuderia Ferrari, l'Alfa Romeo cominciò a pianificare il ritorno ufficiale alle competizioni. Dopo avere raggiunto un accordo con l'Alfa, il 30 dicembre 1937, la S.A. Scuderia Ferrari venne liquidata ed Enzo Ferrari venne assunto come direttore sportivo della neonata Alfa Corse. A causa però di numerosi contrasti e divergenze d'opinione con i vertici dell'azienda, l'avventura durò molto poco e già nel 1939 il Drake ruppe i rapporti con l'Alfa Romeo e fondò a Modena nuovamente una propria impresa, la Auto Avio Costruzioni, che dopo alcuni anni e scaduti i termini del contratto con la casa milanese (che gli impediva di realizzare vetture sportive), subito si dedicò alla creazione di queste ultime.[12] Quattro anni più tardi gli stabilimenti della Auto Avio Costruzioni vennero trasferiti a Maranello.

Gestione Sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Mauro Forghieri (destra), a lungo direttore tecnico della scuderia, qui nel 1965 assieme a John Surtees (sinistra) davanti a una Ferrari 158.
I principali ruoli attualmente definiti per la Gestione Sportiva (GES) sono:

Scuderia[13]
Piloti: Sebastian Vettel, Charles Leclerc
Team Principal: Mattia Binotto
Direttore tecnico: Mattia Binotto
Direttore dell'ingegneria: Jock Clear
Direttore sportivo: Diego Ioverno
Direttore ufficio stampa: Silvia Hoffer
Event Manager: Jonathan Giacobazzi
Responsabile logistica: Sergio Bondi
Direttore commerciale: Lucia Pennesi
Direttore Ferrari Corse Clienti e Competizioni GT: Antonello Coletta
Direttore motori ed elettronica: Corrado Iotti
Chief designer: Carica vacante
Direttori aerodinamici: Enrico Cardile, David Sanchez
Collaudatori: Antonio Fuoco, Brendon Hartley, Davide Rigon, Pascal Wehrlein
Direzione tecnica[14]
Responsabile strutture Frontend veicolo: Matteo Parlamento
Deputy Chief designer: Fabio Montecchi
Ingegneria di pista
Ingegneri di pista: Riccardo Adami, Carlo Santi
Responsabile squadra test: Filippo Petrucci
Performance engineer: Edoardo Brosco, Matteo Togninalli, Carlo Santi
Sviluppo e performance gomme: Daniele Giordano
Progettisti ufficio tecnico
Responsabile Tiziano Battistini
Gruppo cambio: Davide Piccinini (responsabile), Francesco Mucci
Gruppo meccanica: Bruno Petrini (responsabile), Oto Tortorella, Giorgio Rossetti, Roberto Casali
Gruppo operazioni veicolo: David Baker (responsabile) Marco Sala, Piero Delorenzi, Giuliano Zini
Gruppo idraulica e raffreddamento: Cristiano Altan (responsabile), Luca Brunatto, Luca Pomicino, Marcello Bianchini
Gruppo compositi: John Lockwood (responsabile)
Ricerca & sviluppo: Nick Collet, Andrea Candelpergher, Marco Civinelli, Scott Vizniowski
Elettronica[14]
Responsabile elettronica: Stefano Lovera
Responsabile test pista: Alessandro Quartieri
Ingegneri di pista: Sandro Selva, Stefano Romeo
Qualità e produzione: Diego Tavani
Responsabile ufficio tecnico: Dennis Virdis
Elettrauto: Francesco Cigarini, Davide Padovani, Stefano Libbra
Montaggio telaio e cambio[14]
Meccanico montaggio cambio: Luciano Prandini, Marco Belli
Ingegnere cambista: Paolo Crespiatico
Meccanico montaggio telaio: Filippo Miliani, Carlo Gruzza, Andrea Genoni, Davide Zigola, Andrea Di Musciano, Emerson Venturelli
Responsabile assemblaggio veicolo e operazioni di pista: Diego Ioverno
Direzione motore[14]
Responsabile Team esterni: Claudio Albertini
Responsabile affidabilità motori: Enrico Gualtieri
Responsabile assemblaggio motore e ERS: Marco Inoretti
Competizioni[modifica | modifica wikitesto]

Michael Schumacher, il pilota più vincente alla guida di una Ferrari e in Formula 1.
La Scuderia Ferrari è stata impegnata in vari tipi di competizioni automobilistiche, in particolar modo in quelle per vetture monoposto, dove svetta il Campionato mondiale di Formula 1, e per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo, la cui massima espressione fino al 1992 è stata il Campionato del mondo sportprototipi. Nei suoi primi anni di vita, inoltre, la Scuderia Ferrari si è impegnata anche nel motociclismo.

La Scuderia Ferrari è l'unica squadra ad aver partecipato a tutte le stagioni di Formula 1 ed è quella che detiene il maggior numero di record, tra cui quindici titoli piloti (il primo conquistato nel 1952 con Alberto Ascari e l'ultimo conseguito nel 2007 con Kimi Räikkönen) e sedici titoli costruttori (il primo nel 1961 e l'ultimo nel 2008). Inoltre è quella che ha messo a segno più successi in un singolo Gran Premio, 237.

Michael Schumacher è stato il pilota più vittorioso alla guida di una Ferrari, avendo collezionato cinque titoli piloti (dal 2000 al 2004) e 72 vittorie (dal 1996 al 2006) nell'arco di 180 gare (record di presenze di un pilota con la Scuderia Ferrari).

Automobilismo[modifica | modifica wikitesto]
Formula 1[modifica | modifica wikitesto]
La Scuderia Ferrari è la squadra automobilistica più vincente della storia della Formula 1, visto che ha conquistato sedici campionati mondiali costruttori di Formula 1, a cui si aggiungono quindici campionati mondiali piloti[15].

Il debutto della Scuderia Ferrari nel Campionato mondiale di Formula 1 risale al 1950 al Gran Premio di Monaco, la seconda prova stagionale, dove giunse seconda grazie ad Alberto Ascari[15]. Nella stessa stagione arrivò seconda anche nel Gran Premio d'Italia, sempre grazie ad Alberto Ascari[15]. La prima pole position e la prima vittoria arrivarono invece l'anno seguente al Gran Premio di Gran Bretagna grazie a José Froilán González[15].


Alberto Ascari
Il primo campionato del mondo piloti conquistato dalla Ferrari (quello costruttori, all'epoca, non esisteva ancora) fu nella stagione 1952, quando Alberto Ascari si laureò campione del mondo su una Ferrari 500 F2[15]. Alberto Ascari replicò la vittoria nel campionato anche nel 1953. Nelle stagioni 1954 e 1955 la Scuderia Ferrari non si ripeté a causa dell'agguerrita concorrenza della Mercedes che conquistò, in entrambi gli anni, il titolo iridato piloti[15]. La Ferrari tornò a conquistare il mondiale piloti nel 1956 grazie alla vittoria di Juan Manuel Fangio su una Lancia D50, vettura venduta al Cavallino dall'omonima casa automobilistica italiana per via del ritiro dalle corse di quest'ultima, che fu causato dalla morte del suo pilota di punta, Alberto Ascari, nel frattempo passato alla Lancia[15]. Il successo nel campionato piloti fu ripetuto nel 1958 grazie a Mike Hawthorn; nella stessa stagione fu istituito il campionato costruttori, che fu però vinto dalla Vanwall.

Dopo qualche stagione di digiuno, il successo tornò nel 1961 con la conquista del mondiale piloti, grazie a Phil Hill, e del mondiale costruttori[15]. Nella stessa stagione morì Wolfgang von Trips in un incidente avvenuto al Gran Premio d'Italia: all'autodromo di Monza persero la vita, oltre al pilota, anche 15 spettatori[16]. Questa sciagura è, a tutt'oggi, il più grave incidente nella storia del Campionato mondiale di Formula 1, ed è stato il primo ad essere trasmesso in televisione. Dopo qualche stagione interlocutoria, dove la Ferrari non riuscì a vincere il titolo iridato, avvenne la conquista, nel 1964, del titolo piloti grazie a John Surtees e di quello costruttori; Surtees è ancora oggi l'unico pilota della storia del motorismo ad aver vinto il titolo iridato sia nel Motomondiale sia in Formula 1[15].


Niki Lauda
Dopo 11 anni di vittorie nei gran premi, che non portarono però alla conquista di nessun titolo mondiale, arrivò il successo, nel 1975, grazie a Niki Lauda, sia nel campionato piloti che in quello costruttori[15]. Il 1976 fu caratterizzato da un evento tragico: lo spaventoso incidente a Niki Lauda sul circuito del Nürburgring[15]. Nello stesso anno la Ferrari vinse il mondiale costruttori ma non quello piloti[15]. La doppietta venne conquistata nel 1977, con la vittoria in entrambi i campionati, con quello piloti che fu ad appannaggio di Niki Lauda[15]. Nel 1979 fu invece la volta di Jody Scheckter, che vinse il mondiale piloti, a cui si aggiunse, per la Ferrari, quello costruttori[15].

Nel 1982 un altro evento luttuoso: la morte di Gilles Villeneuve sul circuito di Zolder[15]. Sempre nello stesso anno avvenne anche lo spaventoso incidente a Didier Pironi, che costò al pilota la fine della carriera[15]. Nel 1982 la Ferrari riuscì comunque a conquistare il mondiale costruttori anche grazie a Patrick Tambay e Mario Andretti, che sostituirono Villeneuve e Pironi[15]. Nel 1983 il titolo costruttori fu di nuovo ad appannaggio della Ferrari[15].

Dopo un digiuno durato quasi vent'anni, la Ferrari tornò a vincere il mondiale costruttori nel 1999 grazie a Michael Schumacher, a Mika Salo (che sostituì il tedesco per 6 gare in seguito all'infortunio subìto a Silverstone), e a Eddie Irvine[15]. Dal 2000, e fino al 2004, il mondiale piloti fu ad appannaggio di Michael Schumacher[15]. Questi titoli iridati furono tutti affiancati anche dalla conquista del mondiale costruttori[15]. Quest'ultimo fu vinto dalla Ferrari anche nel 2007 e nel 2008, mentre nel 2007 Kimi Räikkönen si impose nel campionato piloti[15].

Sport Prototipo e Gran Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Nino Vaccarella a bordo di una 512 S, nel corso della 1000 km del Nürburgring del 1970.
La Scuderia Ferrari primeggiò nel Campionato del Mondo Sport Prototipi fin dalla sua istituzione nel 1953, rivaleggiando con le più grandi case automobilistiche del mondo (celebri furono le "guerre" Cobra-Ferrari e Ferrari-Ford negli anni 1960) e continuò a gareggiare in questa serie fino al 1973. Successivamente, per volere di Enzo Ferrari, si ritirò, per concentrarsi esclusivamente sulla Formula 1.

Tra le sue vittorie, la Ferrari conseguì 12 Campionati del mondo sportprototipi, un record che solo Porsche ha in seguito eguagliato (correndo però fino alla soppressione della serie nel 1992). Inoltre si è aggiudicata nove volte la 24 Ore di Le Mans, con l'ultimo trionfo datato 1965 a opera della 250 LM gestita dal North American Racing Team. Anche in Nord America ha ottenuto numerosi successi in corse importanti come la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring.

La Ferrari è oggi impegnata nel settore delle Gran Turismo con il dipartimento Ferrari Corse Clienti, nato nel 1993 per affiancare l'operato della Scuderia Ferrari con le monoposto. Tale struttura fornisce supporto tramite la divisione Competizioni GT ai team clienti che partecipano ai numerosi Campionati GT presenti a livello globale. Tra questi il più importante è il Campionato del Mondo Endurance FIA, sorto nel 2012 dalla collaborazione tra la FIA e l'ACO a seguito della cancellazione nel 1992 del Campionato del mondo sportprototipi. In tale serie la Ferrari ha ottenuto cinque titoli costruttori GT e tre campionati piloti GT.


Jacky Ickx su una Ferrari 312 PB nel 1973, ultimo anno di partecipazione della scuderia al campionato mondiale sportprototipi
Qui di seguito sono riportati i risultati più prestigiosi messi a segno dalla Scuderia Ferrari o dalle proprie squadre clienti con vetture Sport Prototipo e Gran Turismo:

Campionato del mondo sportprototipi: 12 titoli costruttori (1953, 1954, 1956, 1957, 1958, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1967 e 1972).
Campionato del mondo endurance: 5 titoli costruttori GT (2012, 2013, 2014, 2016 e 2017), 3 piloti GT (2013, 2014 e 2017) e 3 24 Ore di Le Mans GT (2012, 2014 e 2019).
Intercontinental Le Mans Cup: 2 titoli costruttori (GT2 2010 e GTE-PRO 2011) e 1 titolo team GTE Pro (2011).
24 Ore di Le Mans: 9 vittorie assolute (1949, 1954, 1958, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964 e 1965) e 27 di classe (ultima nel 2019).
24 Ore di Daytona: 5 vittorie assolute (1963, 1964, 1967, 1972 e 1998).
12 Ore di Sebring: 12 vittorie assolute (1956, 1958, 1959, 1961, 1962, 1963, 1964, 1970, 1972, 1995, 1997 e 1998).
Targa Florio: 7 vittorie assolute (1948, 1949, 1958, 1961, 1962, 1965 e 1972).
Mille Miglia: 7 vittorie assolute come costruttore (1948, 1949, 1950, 1951, 1952, 1953 e 1957).
Carrera Panamericana: 2 vittorie assolute (1951 e 1954).
FIA GT Championship: 2 titoli team GT1 (2003 e 2004) e 3 piloti GT1 (2003, 2004 e 2005), 3 titoli costruttori GT2 (2006, 2007 e 2009), 5 Team GT2 (2001, 2006, 2007, 2008 e 2009) e 4 piloti GT2 (2001, 2006, 2007 e 2008).
12 Ore di Bathurst: 2 vittorie assolute (2014 e 2017).
ALMS: 1 titolo costruttori GT2 (2007), 2 team GT2 (2006 e 2007) e 1 piloti GT2 (2007).
Petit Le Mans: 1 vittoria assoluta (1998) e 6 nelle classi GT (2008, 2009, 2011 nei raggruppamenti GT e GTE AM, 2012 e 2016).
IMSA SportsCar Championship: 2 titoli costruttori GTD (2015 e 2017), 3 titoli piloti GTD (2015, 2016 e 2017) e 3 titoli team GTD (2015, 2016 e 2017).
NAEC: 1 titolo costruttori GTD (2014), 2 titoli piloti GTD (2014 e 2016) e 1 titolo team GTD (2014).
Grand-Am Rolex Sportscar Series: 2 titoli costruttori GT (2012 e 2013), 2 titoli piloti GT (2012 e 2013) e 2 titoli team GT (2012 e 2013).
IMSA GT Champions: 1 titolo costruttori WSC (1995).
Ferrari Challenge[modifica | modifica wikitesto]

Una Ferrari 458 Italia e due F430 impegnate in una prova del Ferrari Challenge 2011 in Canada
Il Ferrari Challenge è una competizione sportiva monomarca creata nel 1992 per i possessori della 348. Comprende tre campionati ufficiali: negli Stati Uniti, in Italia e in Europa. I concorrenti di ciascuna serie si riuniscono in un evento annuale, le finali mondiali. Dal 2007, il Ferrari Challenge ha utilizzato esclusivamente la F430; tuttavia, è stato possibile utilizzare anche la più moderna versione Challenge della 458 Italia. Dal 2017 la 458 Italia è a sua volta sostituita dalla 488 GTB.

Ci sono tre serie distinte ma nel 2001 il numero di campionati era di cinque, con tre serie in Europa, una negli Stati Uniti, e una in Giappone. Dal 2001, il Ferrari Challenge è gestito dalla Ferrari, con la creazione del Reparto Corse Clienti.

Il Ferrari Challenge ha anche ispirato altre serie nazionali a livello di club campionati che non sono direttamente affiliati con la Ferrari stessa. Il Ferrari Scandinavia Challenge è un campionato non ufficiale con eventi in Finlandia, Svezia e Danimarca. È stato creato nel 2001 e non è esclusiva per le vetture più recenti Challenge. Nel Regno Unito vi è una serie simile non ufficiale che comprende tre campionati per auto vecchie, che è organizzata dal Club Ferrari Owners.

Motociclismo

Motociclismo[modifica | modifica wikitesto]
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Competizioni motociclistiche della Scuderia Ferrari.
La Scuderia Ferrari è stata impegnata anche in competizioni motociclistiche dal 1932 al 1934 con moto di marca Rudge e Norton, conquistando 3 titoli nazionali e 44 vittorie

Scuderia Ferrari Mission Winnow
Scuderia Ferrari Mission Winnow.png
Sede Italia Italia
Maranello
Categorie
Formula 1
Sport Prototipo
Formula Tasman
Dati generali
Anni di attività dal 1929
Fondatore Italia Enzo Ferrari
Direttore Italia Mattia Binotto
Formula 1
Anni partecipazione Dal 1950
Miglior risultato 16 Campionati mondiali costruttori di Formula 1
(1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007, 2008)
15 Campionati mondiali piloti di Formula 1
(1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007)
Gare disputate 984
Vittorie 237[1]
Aggiornamento: Gran Premio d'Italia 2019
Piloti nel 2019
5 Germania Sebastian Vettel
16 Monaco Charles Leclerc
Vettura nel 2019 Ferrari SF90
Sport Prototipo
Anni partecipazione Dal 1953 al 1973
Miglior risultato 12 Campionati del mondo sportprototipi
(1953, 1954, 1956, 1957, 1958, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1967, 1972)
Gare disputate 133
Vittorie 79
Aggiornamento: definitivo
Piloti nel 1973
Belgio Jacky Ickx
Regno Unito Brian Redman
Argentina Carlos Reutemann
Australia Tim Schenken
Italia Arturo Merzario
Brasile Carlos Pace
Vettura nel 1973 Ferrari 312 PB
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MessaggioTitolo: Re: truck ferrari   truck ferrari Icon_minitimeLun Set 16, 2019 12:20 pm

Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari noto come Enzo Ferrari (Modena, 20 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988) è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano, fondatore della omonima casa automobilistica, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò in Formula 1, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori.
La controversia sulla data di nascita[modifica | modifica wikitesto]
Stando a quanto da lui stesso raccontato, Enzo Ferrari sarebbe nato a Modena il 18 febbraio del 1898, ma il padre denunciò la sua nascita all'anagrafe soltanto due giorni dopo, a causa di una fortissima nevicata che bloccò le strade, facendolo dunque risultare come nato il 20 febbraio.[1] La notizia della nevicata però non trova riscontro dalle osservazioni meteorologiche di quel giorno, in cui secondo l'Osservatorio Geofisico dell'Università di Modena e Reggio Emilia si registrò una temperatura minima di -1.8 °C e massima di +10.8 °C, senza alcun fenomeno nevoso in quel giorno e anche nell'intero mese di febbraio.[2] Inoltre, la nascita del piccolo Enzo fu denunciata all'anagrafe dalla levatrice, in quanto il padre era assente, come risulta dall'atto di nascita n.287/1898 del Comune di Modena.[3][4][5] Al riguardo, occorre però aggiungere che la madre di Enzo Ferrari era solita spedire a Maranello, puntualmente ogni 20 febbraio, un telegramma di auguri per il compleanno del figlio.

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]
Il padre, Alfredo Ferrari, era originario di Carpi (in provincia di Modena), mentre la madre, Adalgisa Bisbini, era nata a Marano sul Panaro (in provincia di Modena). La famiglia viveva in via Paolo Ferrari 85, nella casa adiacente all'officina di carpenteria meccanica fondata da Alfredo, che lavorava per le vicine ferrovie; il complesso abitativo, unitamente a una nuova galleria espositiva, è attualmente sede del museo Enzo Ferrari.

A differenza del fratello maggiore Dino, Enzo aveva un rendimento scolastico piuttosto scarso e allo studio preferiva di gran lunga lavorare nell'officina del padre (ne fu un esempio la partecipazione alla realizzazione della pensilina della stazione di Giulianova nel 1914[6]), che l'avrebbe voluto ingegnere, sognando invece di poter concretare una delle sue passioni adolescenziali. Infatti avrebbe voluto divenire tenore d'operetta o giornalista sportivo o pilota automobilistico. Compì le prime esperienze di guida sulla Diatto di famiglia e il 16 novembre 1914 riuscì a far pubblicare il suo resoconto della partita di calcio Modena-Inter sulla Gazzetta dello Sport.[7]

Nel 1915 il padre morì a causa di una polmonite e, l'anno seguente, morì anche il fratello Dino, partito come volontario allo scoppio della Grande Guerra. In attesa di essere chiamato alle armi, grazie alla sua conoscenza delle macchine utensili l'allora diciottenne Enzo trovò impiego, in qualità di istruttore, presso l'Officina Pompieri di Modena, dove si tenevano corsi per la preparazione di operai da utilizzare nelle industrie ausiliarie. Nel 1917 venne arruolato nel Regio Esercito e assegnato al 3º Reggimento d'artiglieria alpina, ma nello stesso anno fu congedato a causa di una pleurite.[7]

L'attività lavorativa[modifica | modifica wikitesto]
Ripresosi dalla malattia, dopo un lungo ricovero nella sezione "incurabili" del nosocomio bolognese, con una lettera di raccomandazione datagli dal comandante del suo corpo, Enzo Ferrari raggiunse Torino e chiese di essere assunto presso la FIAT, ottenendo un cortese diniego dal direttore del personale Diego Soria.

«Era l'inverno 1918-1919, rigidissimo, lo ricordo con grande pena. Mi ritrovai per strada, i vestiti mi si gelavano addosso. Attraversando il Parco del Valentino, dopo aver spazzato la neve con la mano, mi lasciai cadere su una panchina. Ero solo, mio padre e mio fratello non c'erano più. Lo sconforto mi vinse e piansi.»
(Enzo Ferrari, al rifiuto di assunzione in FIAT[7])
A rincuorarlo e motivarlo a rimanere nel capoluogo piemontese fu l'incontro, avvenuto alla stazione di Porta Nuova, con la diciannovenne sartina Laura Garello, originaria di Racconigi, con la quale si fidanzò.


Enzo Ferrari abbracciato alla moglie Laura Garello
Dopo un breve pellegrinaggio tra le molte aziende metalmeccaniche torinesi, trovò occupazione nella Carrozzeria Giovannoni, specializzata nel recupero di autocarri leggeri del tipo Lancia Zeta-12/15HP o Fiat Brevetti, dismessi dall'uso bellico. Demolite le carrozzerie, gli autotelai venivano ricondizionati e consegnati alla Carrozzeria Italo-Argentina di Milano, che provvedeva a trasformarli in torpedo o coupé de ville di lusso. Compito del giovane Ferrari, oltre al lavoro d'officina, era quello di collaudare gli autotelai ricondizionati e consegnarli alla committente nel capoluogo lombardo. Divenne così un provetto guidatore. La domanda di autotelai recuperati, però, si affievolì in pochi mesi, man mano che le case automobilistiche venivano progressivamente riconvertite alla produzione civile, lasciando intravedere a Ferrari la non lontana disoccupazione.
Fu durante una delle sue trasferte a Milano che, alla fine del 1919, trovò occupazione in una piccola impresa meccanica milanese, la CMN, della quale era socio l'amico Ugo Sivocci, conosciuto casualmente da Ferrari nel Bar Vittorio Emanuele di via Orefici. Sivocci prese a cuore la situazione di quel ragazzo squattrinato, ingaggiandolo come assistente al collaudo. La prima competizione importante cui Ferrari partecipò fu la X Targa Florio, ma con scarso successo. La sua CMN 15/20HP, infatti, fu attorniata da dimostranti durante una manifestazione politica e Ferrari riuscì a raggiungere Palermo solo quando i cronometristi avevano ormai abbandonate le loro postazioni.[8]


Targa Florio 1922, Ferrari 16e (Alfa-Romeo ES).
«Nel 1920 cominciavo soprattutto a far sentire con istintiva prepotenza la mia vocazione di agitatore di uomini e di problemi tecnici. Tengo a dire che, quale fui allora, sono adesso: mai mi sono considerato un progettista, un inventore, bensì soltanto un agitatore.»
(Enzo Ferrari, commentando il proprio ruolo tecnico[9])
Nel 1920 cominciò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per Gentlemen Driver. Normalizzata la sua condizione economica, decise di accasarsi con Laura che sposò a Torino il 28 aprile 1923. Nello stesso anno Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio[10] (Savio è una frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato da Enzo Ferrari, fu in quell'occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l'aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona del Regno d'Italia.[11]


Enzo Ferrari, primo a sinistra, in compagnia di Prospero Gianferrari, Tazio Nuvolari e Achille Varzi, piloti Alfa Romeo (1930 circa)
Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport». Ferrari rimase consigliere delegato della società editrice fino al 1926, anno del suo disimpegno dall'editoria.[12] Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona.[11] Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse, collegata all'Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari.

Ferrari convinse il grande progettista Vittorio Jano a lasciare la FIAT e approdare alla Scuderia Ferrari, inseguendo con lui i suoi sogni; allora Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Dino.

La nascita della Ferrari[modifica | modifica wikitesto]
La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò "La Scuderia Ferrari", la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo.


Enzo Ferrari con Ilario Bandini, 1964
La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell'Alfa Romeo nel mondo della F1 (che pur vincendo il mondiale 1951 decise di ritirarsi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l'ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake[13] un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico.

«Quando nel 1951 González su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la "159" e l'intera squadra dell'Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: "Io ho ucciso mia madre".»
(Enzo Ferrari, Ferrari 80, Off. Grafiche Arbe, 1981)
Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l'Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La "Scuderia Ferrari" è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione, e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori.

La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto FIAT abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario.[14]

Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di "ingegnere meccanico", datogli ad honorem nel 1960 dall'Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall'Università di Modena e Reggio Emilia.

Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell'incontro da tempo.[15] Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988 all'età di novant'anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti intimi. Ferrari è stato tumulato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino.

Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Dino Ferrari, primogenito di Enzo.
Sposa Laura Garello (1900-1978), dalla quale avrà il figlio Dino.

In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1944 da Lina Lardi (1911-2006).[16]

Nota poi la relazione con Fiamma Breschi (1934-2015), conosciuta nel 1958 e frequentata fino alla morte.[17]

Ha trascorso una vita riservata e raramente concedeva interviste.

La casa automobilistica[modifica | modifica wikitesto]
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrari.

Enzo Ferrari in una delle rare interviste rilasciate, con alle spalle il cavallino rampante, simbolo della Ferrari.
«Spesso mi chiedono quale sia stata la vittoria più importante di un'autovettura della mia fabbrica e io rispondo sempre così: la vittoria più importante sarà la prossima.»
(Enzo Ferrari[senza fonte])
La Ferrari vendeva vetture sportive per finanziare la partecipazione alla Formula 1 e a eventi come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans (che la Scuderia vinse 9 volte, di cui sei di seguito dal 1960 al 1965).

Negli anni sessanta l'azienda fu trasformata in società per azioni. Nel 1969, a fronte di difficoltà finanziarie, Ferrari fu costretto a cedere una quota della sua impresa alla FIAT (dopo aver rifiutato l'offerta della Ford) che, inizialmente presente come socio paritario, ne assunse in seguito il controllo. Attualmente è posseduta interamente dall'holding Ferrari N.V., in cui la Exor S.p.A. (con il 23,5%) e il figlio Piero (con il 10%) sono i maggiori azionisti.

Carriera agonistica come pilota automobilistico[modifica | modifica wikitesto]
«Volevo essere un grande pilota, e non lo sono stato.»
(Enzo Ferrari, intervistato da Enzo Biagi[18])
Nel 1919, all'età di 21 anni, Enzo Ferrari intraprende una carriera agonistica come pilota automobilistico ufficiale della neonata casa automobilistica CMN-Costruzioni Meccaniche Nazionali che lo vedrà in seguito legato all'Alfa Romeo, per un totale di 41 gare in cui avrà alterna fortuna.

Nel 1924 vince la Coppa Acerbo di cui dirà in seguito: "Tra tutte le gare alle quali ho partecipato, ricordo con particolare soddisfazione la mia vittoria a Pescara nel 1924 con una Alfa Romeo RL. Con questa vettura avevo già vinto a Ravenna sulla pista di Savio e a Rovigo sulla pista del Polesine, ma è stato alla Coppa Acerbo che è iniziata la mia fama come pilota. Fui infatti in grado di battere le Mercedes che arrivavano dal successo alla Targa Florio".[19]

Resterà per sempre un mistero, in quanto Ferrari negli anni seguenti non volle mai sollevare il velo su tale episodio, la sua rinuncia al Gran Premio d'Europa del 1924 a Lione, ufficialmente per motivi di salute, in cui avrebbe dovuto confrontarsi con Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Louis Wagner, gli altri tre piloti che portavano in gara vetture Alfa Romeo ufficiali. Competizione di rilievo internazionale che gli offriva la possibilità di affermarsi definitivamente come pilota automobilistico e certamente la più importante tra quelle a cui ebbe modo di partecipare. Il 18 luglio 1924 partecipa al primo giorno di prove del Gran Premio d'Europa poi rientra in Italia senza disputare la corsa. Al suo rientro alle competizioni, nel 1927, prese parte solo a gare di rilievo locale.

La sua carriera si concluse nel 1931 con l'arrivo del suo primo figlio Dino Ferrari di cui ebbe a dire:

«Quando la vita mi mise di fronte al fatto compiuto, a mio figlio, fui indotto alla meditazione. Mio figlio poteva contare su un modesto benessere, frutto della mia complessa attività. Ma mio figlio aveva il diritto di aspettarsi da me anche altro.[senza fonte]»
Di seguito sono riportate le competizioni automobilistiche in cui Enzo Ferrari ha gareggiato come pilota e i risultati ottenuti:

Data Gara Vettura Classifica
5 ottobre 1919 Parma - Poggio di Berceto CMN 15/20 HP 11° assoluto, 4° di categoria
23 novembre 1919 X Targa Florio CMN 20 HP 9° assoluto
30 maggio 1920 Parma - Poggio di Berceto Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa 3° assoluto, 2° di categoria
13 giugno 1920 Circuito del Mugello Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa ritirato
20 giugno 1920 Coppa della Consuma Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa ritirato
24 ottobre 1920 XI Targa Florio Alfa Romeo 20-40 2° assoluto, 1° di categoria
14 novembre 1920 Chilometro lanciato di Gallarate Alfa Romeo 40-40 HP 4° assoluto, 1° di categoria
8 maggio 1921 Parma - Poggio di Berceto Alfa Romeo 20-30 ES Sport ritirato
29 maggio 1921 XII Targa Florio Alfa Romeo 20-30 ES Sport 5° assoluto, 2° di categoria
24 luglio 1921 Circuito del Mugello Alfa Romeo ES Sport 2° assoluto, 1° di categoria
7-15 agosto 1921 Coppa delle Alpi Alfa Romeo ES Sport 5° assoluto, 2° di categoria
28 agosto 1921 Aosta - Gran San Bernardo Alfa Romeo ? 5° assoluto, 1° di categoria
7 settembre 1921 Chilometro lanciato di Brescia Alfa Romeo 40-40 HP 5° assoluto, 4° di categoria
2 aprile 1922 XIII Targa Florio Alfa Romeo 20-30 ES 16° assoluto, 3° di categoria
11 giugno 1922 Coppa della Consuma Alfa Romeo 20-30 ES 7° assoluto; 4° di categoria
18 giugno 1922 Circuito del Mugello Alfa Romeo 20-30 ES ritirato
30 luglio 1922 Aosta - Gran San Bernardo Steyr ? 8° assoluto, 2° di categoria
22 ottobre 1922 Gran Premio Autunno (a Monza) ? ?
15 aprile 1923 XIV Targa Florio Alfa Romeo RL Targa Florio ritirato
10 giugno 1923 Circuito del Mugello Alfa Romeo RL Targa Florio ritirato
17 giugno 1923 Circuito del Savio Alfa Romeo RL Targa Florio 1° assoluto
5-15 agosto 1923 Coppa delle Alpi Alfa Romeo RL SS 4° assoluto, 1° ex aequo di categoria
16 marzo 1924 Chilometro lanciato di Ginevra Alfa Romeo RL SS 4° assoluto, 1° di categoria
23 marzo 1924 Coppa Verona (Salita delle Torricelle) Alfa Romeo RL SS 2° assoluto
25 maggio 1924 Circuito del Savio Alfa Romeo RL Targa Florio 1° assoluto
1º giugno 1924 Circuito del Polesine Alfa Romeo RL Targa Florio 1° assoluto
13 luglio 1924 I Coppa Acerbo Alfa Romeo RL Targa Florio 1° assoluto
3 agosto 1924 Gran Premio d'Europa (a Lione) Alfa Romeo P2 gara non disputata
nel 1925 e nel 1926 nessuna partecipazione
15 maggio 1927 Circuito di Alessandria Alfa Romeo RL MM 1° assoluto
5 giugno 1927 Circuito di Modena Alfa Romeo 6C 1500 1° assoluto
29 aprile 1928 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1500 1° assoluto
20 maggio 1928 Circuito di Modena Alfa Romeo 6C 1500 SS con compressore Zagato 1° assoluto
3 giugno 1928 Circuito del Mugello Alfa Romeo 6C 1500 SS 3° assoluto
21 aprile 1929 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
2 giugno 1929 Circuito del Pozzo Alfa Romeo 6C 1750 5° assoluto, 5° di categoria
9 giugno 1929 Circuito del Mugello Alfa Romeo 6C 1750 8° assoluto
20 aprile 1930 Circuito di Alessandria Alfa Romeo 6C 1750 GS 3° assoluto, 3° di categoria
10 agosto 1930 Circuito delle Tre Provincie Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
17 agosto 1930 Circuito di Pescara Alfa Romeo 6C 1750 ritirato
14 giugno 1931 Bobbio - Passo del Penice Alfa Romeo 8C 2300 MM 1° assoluto
9 agosto 1931 Circuito delle Tre Provincie Alfa Romeo 8C 2300 MM 2° assoluto
Museo[modifica | modifica wikitesto]
A ridosso della casa natale del Drake è stato inaugurato il 10 marzo 2012 il Museo Enzo Ferrari. Il progetto ha previsto la realizzazione di una struttura di nuova concezione per l'esposizione di autovetture importanti per la carriera del mito e, all'interno dell'officina del padre Alfredo, è stato realizzato un percorso fatto di filmati, immagini e effetti personali che fanno rivivere la vita di Enzo Ferrari.
Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
Molti furono gli appellativi con cui Enzo Ferrari venne denominato sulla stampa e nell'ambiente sportivo, durante la sua lunga carriera, come "Il Cavaliere", "Il Commendatore", "L'Ingegnere", "Il Mago", "Il Patriarca" , "Il Grande Vecchio" o "Il Drake". Quest'ultimo si riferisce al celebre corsaro Francis Drake e venne coniato dagli avversari inglesi nel secondo dopoguerra, con un misto di accusa e di ammirazione, per la dimostrata capacità e determinazione di Ferrari nel perseguire e cogliere risultati sportivi di portata assai superiore alla sua piccola azienda, operando una gestione "dittatoriale" del suo team e, a volte, ponendosi al confine dei limiti imposti dai regolamenti tecnici.[11][24]
Ferrari ebbe anche fama di donnaiolo, pur se assai riservato. Interrogato sul suo rapporto con l'altro sesso rispose: «Ho sempre considerato la donna non un elemento necessario della vita di un uomo, ma la ricompensa del lavoro. Non ho mai anteposto una donna al lavoro. Dopo aver lavorato tutta la giornata, una donna è il premio. Non prima, mai!»
Negli anni '50 ai giornalisti che spesso gli chiedevano se la sua auto personale fosse una Ferrari, il Drake rispondeva: «No, purtroppo non me la posso permettere.»[25]
Venne più volte proposto per il titolo di senatore a vita. La candidatura più pressante venne avanzata congiuntamente sulla stampa da Enzo Biagi e Indro Montanelli che perorarono la causa con alcuni articoli direttamente rivolti al Presidente della Repubblica. La richiesta non venne accolta da Sandro Pertini che affermò:«Uno come Ferrari non ha bisogno del laticlavio».[11]
Scriveva utilizzando una stilografica con inchiostro viola, in ricordo delle copie dei documenti del padre[26].
Fu anche un dirigente del Modena Football Club (Modena Calcio) per un breve periodo negli anni '60, essendo da sempre tifoso dei "Canarini".
Nonostante avesse adottato per la sua scuderia il simbolo del più noto aviatore italiano, Enzo Ferrari non viaggiò mai in aereo.
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