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 OM Camion, storia e origini

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MessaggioTitolo: OM Camion, storia e origini   OM Camion, storia e origini Icon_minitimeLun Feb 28, 2022 8:33 pm

OM Camion, storia e origini

Una grande azienda storica, infatti parliamo delle Officine Meccaniche con sede a Milano e a Brescia, ma che tutti l’abbreviamo in OM che ha contribuito in modo concreto a far grande la nazione grazie alla costruzione di molteplici veicoli. La denominazione in officine Meccaniche è nata intorno agli inizi del 900, quando è stata fondata ma dobbiamo tornare ancora più indietro nel tempo per capire come è nata. Quando immaginiamo i camion OM, solitamente ricordiamo dei veicoli da lavoro vintage che ancora oggi capita di incrociare in strada, ma specialmente ci tornano in mente i bizzarri e simpatici nomi di animali che avevano tali veicoli.

“Quando guardo un camion OM vedo la perfezione”

Le origini delle Officine Meccaniche OM
L’origine dell’ OM risale al lontano 1847, quando a Milano vengono fondate le Officine Meccaniche Grandona da Felice Grandona.

Un’azienda metalmeccanica che si è occupata di produzione di veicoli tranviari trainabili su binari come ad esempio le carrozze ed i tram oltre ad alcuni materiali militari. Felice Grandona, è stato un imprenditore italiano che è riuscito sapientemente a cavalcare l’onda della costruzione delle prime strade ferrate in Italia. Infatti insieme al padre sellaio che aveva una piccola bottega sono riusciti ad ampliare l’azienda di famiglia. Probabilmente è strada decisiva la costruzione della strada ferrata tra Milano e Monza che fu inaugurata nel 1840 e fondamentale per le prime commesse importanti. L’azienda, che è stata ampliata per sopportare la grande richiesta crescente di carri ferroviari e vagoni è nata con 160 operai e già nel 1881 contava circa 300 dipendenti. Alla fine dell’800 le Officine Meccaniche Grandona entrano in crisi dato dall’instabile domanda del mercato che costringe a grossi tagli di personale.

officine meccaniche
Così nel 1899 l’azienda viene posta in liquidazione e viene assorbita da un’altra società metalmeccanica, la Miani e Silvestri nata nel 1890. A Febbraio del 1899 a Milano nasce così la nuova azienda che viene chiamata Società Anonima Officine Meccaniche. La fusione permise di cresce rapidamente l’attività fino ad assorbire nel 1917 la rinomata Brixia-Züst, azienda bresciana fondata nel 1906, nota soprattutto per le grandi dimensioni delle Sue vetture e per l’alta qualità di produzione, ma non solo, infatti si occupavano anche di motori per barche e per aerei, omnibus e vetture da turismo.

“Nel 1899 nasce la Società Anonima Officine Meccaniche OM”

L’acquisizione della Brixia-Züst permise di aggiungere il ramo delle corse automobilistiche che portò a notevoli risultati, specialmente nel periodo tra le 2 grandi guerre, grazie alla produzione di motori brillanti a 4 e 6 cilindri.

superba
OM superba
Ricordiamo la sportiva OM 665 “La Superba”, nota sia per la velocità sia per l’affidabilità, che vinse la prima edizione della Mille Miglia nel 1927 con i primi 3 posti. In quella occasione, il motore a 6 cilindri di 2 litri con 65mm di alesaggio spinse la Torpedo fino a segnare il record di quasi 80 km/h di velocità media, mentre quella massima toccava i 120 km/h, un risultato di tutto rispetto per l’epoca. La OM si cimentò anche in altre gare automobilistiche come la 24 Ore di Le Mans del 1925 dove si classificarono quarto e quinto, al Giro di Sicilia o alle vittorie alla Coppa delle Alpi.

Parallelamente, a partire dal 1925 le officine Meccaniche OM iniziano a produrre anche autobus e camion avvalendosi della licenza dell’azienda di Adolph Saurer, fondata ad Arbon in Svizzera nel 1853, inizialmente specializzata nella costruzione di macchinari tessili ma che nel tempo è diventata nota sia per i motori a gasolio sia per i mezzi di trasporto per uso militare e civile.

Un’altre grande passo di crescita fu segnato quando nel 1927 l’OM aggiunse il ramo della produzione di macchinari agricoli, così acquisì la Carrozzeria di Suzzara di Mantova che fu fondata da Alfredo Casali nel 1878. Infatti già nel 1929 alla Fiera di Verona viene presentato il primo dei trattori OM, chiamato inizialmente Tipo 30 ma sostituito in seguito con T 240, equipaggiato con il rinomato motore testa calda. Questo tipo di propulsore è conosciuto per la sua grande affidabilità e l’economicità nella gestione e venne usato per i veicoli prodotti fino agli anni 30-40 in Italia anche da Pietro orsi e Landini. Si tratta di un motore endotermico ad un solo cilindro che per l’accensione utilizzava la fiamma alimentata da gas o petrolio diretta verso una piastra metallica cocente. Era inoltre dotato di un grosso volano laterale che permetteva di aumentare la compressione del motore durante la fase di avviamento, tramite dei movimenti preparatori.

L’OM entrò nel mercato dei trattori intorno al 1921 collaborando con la MAIS di Suzzara in provincia di Mantova, fino all’avvento della grande depressione del 1929. Intorno al 1931, venne assorbita dalle officine meccaniche OM.

om loghi
Nel 1933 l’OM si trova in grossa difficoltà economica, così viene assorbita dal Gruppo Fiat. Terminerà la produzione di autovetture nel 1939. Con il nuovo assetto aziendale, nel 1937 vengono accorpati gli stabilimenti di Milano e di Brescia e all’interno dell’OM vengono così strutturate 3 divisioni che si occupano di:

Impianti di refrigerazione; motopompe;
Motori marini; trattori, componenti per treni e carrelli elevatori;
Autocarri, autobus e veicoli commerciali;
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale l’azienda entra a pieno regime di produzione con i veicoli legati al mondo ferroviario oltre agli autobus e agli autocarri. I simpatici nomi di animali iniziano a coniare i nuovi modelli di camion a partire dagli anni cinquanta.

Comincia così la serie zoologica degli autocarri OM
Primo fra tutti troviamo il mitico camion OM Leoncino che venne sviluppato per sostituire il LOC, un veicolo che l’azienda aveva in produzione fino dagli anni 30 e che risultava ormai obsoleto e non adatto alle nuove necessità del mercato. Il Leoncino ebbe sin dall’inizio un grosso successo commerciale, che portò notevoli miglioramenti sia a livello estetico sia a livello meccanico/progettuale.


Infatti la cabina di guida, che era stata posizionata sopra il motore, si presentava con una forma tondeggiante che donava un design nuovo e molto moderno per l’epoca. Inoltre aveva una larghezza di circa 2 metri, rendendo lo spazio interno molto spazioso, infatti poteva trasportare fino a 3 persone. Si presentava come un veicolo bello, pratico e leggero, con un peso dalle 2 alle 2,5 tonnellate. In seguito vennero prodotti altri veicoli con nomi di animali.

“Alcuni animali sanno esprimere tutto il carattere dei nostri veicoli”.

Una delle particolarità di questi veicoli della serie zoologica era l’assenza di guarnizioni nel motore, infatti solitamente veniva inserito un filo di lana tra la testa e il monoblocco. Se oggi possediamo un veicolo storico di questo genere, dopo aver spianato la testata possiamo utilizzare come alternativa una moderna guarnizione liquida.

Gli anni 50
Negli anni 50 il mercato dei trasporti delle merci necessitava anche di veicoli per il sollevamento. Così l’OM a partire dal 1951 entra anche a far parte del mercato dei muletti, producendo inizialmente dei prodotti artigianali che vennero sostituiti da quelli prodotti in serie, realizzati sia con motore termico (diesel e con motore a scoppio a benzina) sia elettrici. Iniziò così la produzione di carrelli elevatori che aumentò in modo significativo dagli anni 70 presso lo stabilimento di Modugno in provincia di Bari.

Gli anni 60
Nel 1967 l’azienda venne inglobata completamente dal Gruppo Fiat Veicoli Industriali mantenendo ancora il marchio. Da questo momento, venne riorganizzato tutto il comparto e i veicoli legati alla serie zoologica vennero ben presto sostituiti dalla serie numerica OM.

Gli anni 70
Nel 1975 ci fu la fusione tramite una holding con a capo l’Iveco che racchiudeva tutti i marchi del gruppo. Il marchio OM venne portato avanti solo dal settore di produzione di carrelli elevatori.

Camion OM i modelli
Loc 1930-1940 circa
Orione 1934 circa – 1955
Ursus 1937-1942
Titano 137 1937-1939
Taurus 340 1939-1950
Super Taurus 1953-1957
Leoncino 1950-1968 circa
Super Orione 1955-1961
Tigrotto 1956/1957-1972
Tigre 1958-1972
Lupetto 1959-1968
Titano 1961-1968
Cerbiatto 1963-1968
Orsetto 1966-1972
Daino 1967-1972
OM serie numerica
LOC OM (musone)
Il modello LOC iniziò ad essere prodotto a partire dagli anni 30 fino agli anni 40 e in seguito fu sostituito dal più moderno Leoncino. Si trattava di un veicolo equipaggiato con un motore OM a 4 cilindri alimentato a benzina. Il motore era in grado di erogare 40 Cv per una velocità massima di 75 km/h.

Orione OM – Super Orione OM
L’Orione fu tra i primi modelli di autocarro pesante che venne utilizzato spesso in versione autobus. Infatti venne utilizzato per esempio come veicolo sperimentale a Roma nel 1934. Era inizialmente equipaggiato con un motore in grado di sviluppare 64 Cv. A partire dal 1946 venne allestito con un motore a 8 cilindri da 10 litri di cilindrata con 130 Cv di potenza. A partire dal 1955 venne sostituito dal più recente Super Orione.

Ursus OM
L’OM Ursus venne prodotto dal 1937 fino al 1942. Si trattava di un autocarro pesante di dimensioni medio-grandi alimentato da un motore ad iniezione. Venni impiegato soprattutto dalle forze militari italiane e da quelle tedesche. Si trattava di un veicolo con la cabina posizionata in modo arretrato rispetto al motore e all’asse anteriore.

Titano 137 OM
Il Titano 137 OM era il veicolo più grande che venne costruito in quel periodo. Era equipaggiato con un grosso motore a 6 cilindri di quasi 12 litri di cilindrata con un cambio a 4 rapporti. Il numero 137 era riferito ai cavalli a vapore che erogava il motore. Visto che fu prodotto per pochissimo tempo, oggi sono molto rari. Era un veicolo grezzo, che poteva raggiungere i 45 km/h e si guidava con un volante piccolo che rendeva la guida difficoltosa.

Taurus e Super Taurus
L’autocarro Taurus era un veicolo di medie dimensioni che venne prodotto a partire dal 1939 fino al 1950 dove venne presentata la versione aggiornata. Era esteticamente quasi identico all’Ursus, la differenza sostanziale era nelle dimensioni, infatti il Taurus era più piccolo. Si trattava di un veicolo con la cabina posizionata in modo arretrato rispetto al motore e all’asse anteriore per i modelli prodotti fino al 1950. In seguito venne ripresentato con lo stesso nome ma in versione aggiornata, con la cabina posizionata sopra il motore e l’asse anteriore. Venne anche equipaggiato con motore a benzina dal 1940 fino al 1944 e utilizzato nella guerra in nord Africa. In Germania veniva utilizzato come veicolo da guerra per il trasporto dei rimorchi ed equipaggiato di mitragliatrici. Dal 1953 in poi venne sostituito dal Super Taurus, che venne prodotto fino al 1957, assemblato con un motore di 5,8 litri in grado di erogare 90 Cv di potenza.

Leoncino OM



Il Leoncino nasce nel 1950 e grazie alle sue innovazioni, sia stilistiche sia tecnologiche entrò subito nella storia, diventando il capostipite della generazione di veicoli prodotti in seguito con il nome di animali, utilizzati principalmente per il trasporto di merci ma non solo. Aveva una massa a pieno carico di 6,5 tonnellate ed essendo molto robusto e versatile si dimostrò all’altezza in tutti i contesti, infatti furono impiegati sia dai WWF in versione autopompa sia dalla sanità con la versione ambulanza. Inoltre furono utilizzati anche come camper, in versione quattro ruote motrici oltre che autobus. Ricordiamo inoltre la versione militare con il nome di CL51OM. Era un veicolo leggero e l’unica mancanza era l’impossibilità a trainare i rimorchi. Era equipaggiato con un motore a 4 cilindri diesel con cilindrate a partire da 3,8 litri fino a 4,5 litri per le ultime versioni. Venne venduto in Italia e Svizzera con il nome Leoncino mentre per il mercato francese venne chiamato 34C. A partire dal 1968 venne sostituito dall’ OM 65.

Tigrotto
Nel 1957 OM mise in produzione l’autocarro Tigrotto, un veicolo di medie dimensioni, molto robusto che con la massa a pieno carico poteva arrivare fino alle 10 tonnellate. Come forma era molto simile al Leoncino ma differiva per le dimensioni maggiorate in lunghezza. Veniva dotato di un motore diesel da 4 cilindri da 4,4 litri con una potenza fino a 85 Cv e cambio a 5 rapporti.

Tigre OM
Il Tigre OM entrò in produzione nel 1957 e vi rimase fino al 1972. Era un camion di dimensioni medie che andò a sostituire il modello Super Taurus e che venne in seguito sostituito dall’ OM 120. Era fornito di un grosso motore da quasi 7 litri di cilindrata ed erogava fino a 105 Cv. La massa a pieno carico oscillata tra 7,5 e 10 tonnellate. Il Tigre è stato il primo veicolo dotato di motore sovralimentato di serie con compressore meccanico.

Lupetto OM
Il Lupetto OM iniziò la produzione nel 1959 e arrivò ad essere prodotto fino al 1968, quando venne sostituito dall’OM 50. Era un camion di medio piccole dimensioni, che si aggiungeva alla serie della zoologia e si andava ad inserire prima del Cerbiatto e dopo il Leoncino che poteva arrivare fino a 5,6 tonnellate come massa a pieno carico. Inizialmente era dotato di un motore diesel da 4,4 litri ad iniezione diretta che riusciva ad erogare fino a 85 Cv e aveva 5 rapporti. In seguito fu sostituito da un 4,6 litri con 92 Cv. Fu utilizzato in larga scala dai vigili del fuoco ma venne usato anche come furgone a negozio.

Titano OM
Il Titano OM venne prodotto a partire dal 1961 e uscì di produzione nel 1968 quando venne sostituito dall’OM 170. Venne realizzato per sostituire l’OM Super Orione, caratterizzato per le sue grosse dimensioni e per le potenti motorizzazioni adottate. Era equipaggiato con un propulsore a 6 cilindri, con 4 o 6 marce, realizzato sia in versione aspirato sia turbo con potenze da 176 fino a 260 Cv. La cabina di guida era molto curata e spaziosa per l’epoca e si poteva anche ordinare una versione 6×4.

Cerbiatto OM
Il Cerbiatto OM venne prodotto a partire dal 1963 fino al 1968 quando venne sostituito dall’ OM 40. Venne considerato il fratello minore del Lupetto infatti era corredato dalla stessa cabina e dallo stesso motore. Si presentava una massa a pieno carico di 4 tonnellate e un motore diesel con potenza di 80 Cv. Aveva una comoda cabina in grado di trasportare fino a 3 occupanti con una velocità massima pari a 90 km/h. Era un camion di piccole dimensioni, che venne usato principalmente per l’uso cittadino, come evidenziato dalla pubblicità dell’epoca. Si inseriva prima del Lupetto e dopo l’Orsetto.

Orsetto OM
L’Orsetto OM era un autocarro che entra in produzione nel 1966 fino al 1972 fino a quando non venne sostituito dall’OM 35. Era il mezzo con le dimensioni più piccole, con una massa a pieno carico di 3,5 tonnellate infatti si poteva addirittura guidare con la patente B. Un’altra particolarità che lo contraddistingueva era la possibilità di ordinarlo anche con “sole” 2 ruote posteriori oltre che gemellato. Montava inizialmente un motore a 4 cilindri alimentato con diesel da 2,7 litri da 64 Cv che venne sostituito dal poco più potente 3,2 litri da 70 Cv.

Daino OM
L’autocarro Daino OM venne prodotto dal 1967 fino al 1972 quando venne rimpiazzato dal modello numerico OM 70. Era molto simile al modello Leoncino, infatti era corredato dalla stessa cabina e dallo stesso motore. La massa a pieno carico arrivava fino a 7 tonnellate e il motore poteva erogare 81 Cv. Si inseriva prima del Leoncino e dopo il Tigrotto.

La serie numerica OM
Le sigle comprendevano ad esempio:

OM 40, OM 50, OM 55, OM 65, OM 70, OM 75, OM 80, OM 90, OM 100, OM 110, OM 120, OM 130, OM 150, OM 160, OM 170, OM 180 e OM 190.

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MessaggioTitolo: Re: OM Camion, storia e origini   OM Camion, storia e origini Icon_minitimeLun Feb 28, 2022 8:38 pm

La storia delle Officine Meccaniche di Milano e Brescia, da tutti conosciute con l’abbreviazione OM, è una di quelle storie che hanno resa grande l’industria italiana. Un’azienda storica, nata alle soglie del Novecento, capace di costruire mezzi che hanno movimentato le merci dell’Italia del boom economico. Oggi ripercorreremo la sua storia, alla scoperta dei mezzi storici e camion d’epoca che, talvolta, è possibile incontrare ancora oggi sulle nostre strade.

OM, le Officine Meccaniche di Milano e Brescia
Il primo nucleo della OM, in realtà, nacque nel 1847. Quell’anno, infatti, Felice Grandona fondò a Milano le Officine Meccaniche Grandona, che si occupavano della costruzione di carrozze e altro materiale ferroviario. La svolta, tuttavia, avvenne nel 1899. Quell’anno, infatti, la Miani e Silvestri di Giovanni Miani, Prospero Venturi e Girolamo Silvestri – anch’essa impegnata nelle costruzioni meccaniche – rilevò l’azienda di Grandona, cambiando contestualmente nome. Nacque così la OM, più precisamente Società Anonima Officine Meccaniche (già Miani Silvetri & C. – A. Grandona, Comi & C, che conosciamo oggi, che si stabilì in via Vittadini a Milano. Nel 1917, la Brixia-Züst, azienda automobilistica bresciana, cedette il proprio stabilimento bresciano. Da qui iniziò la storia dell’azienda.

I primi anni: dal materiale ferroviario alle automobili


Agli albori della sua storia, come abbiamo visto, la OM si occupò principalmente di materiale ferroviario. Già con l’acquisizione degli stabilimenti della Züst, però, le cose iniziarono a cambiare. Il ramo automobilistico, infatti, consentì alle Officine Meccaniche di Milano di avviare la costruzione di diversi modelli di automobile. Dapprima dotati di motori a quattro cilindri e, a partire dal 1923, a sei cilindri. Con queste autovetture, l’azienda riuscì a imporsi anche in diverse competizioni sportive: alla Coppa delle Alpi, a Le Mans e persino alla Mille Miglia. Successi che l’azienda seppe capitalizzare con sapienti campagne pubblicitarie, com’era in voga all’epoca. La produzione di trattori OM, tuttavia, era già in corso. Ne furono un esempio L’OM Loc, un piccolo autocarro dotato del caratteristico musone di quegli anni. Per arrivare al suo successo, però, occorrerà attendere ancora qualche anno.

Il successo dei trattori OM: la serie zoologica


Fu a partire dagli anni Trenta, infatti, che l’azienda iniziò a conquistare quote di mercato sempre più importanti nel settore dei mezzi industriali. Nel 1933, la OM entrò a far parte del Gruppo Fiat, cessando di fatto la produzione delle automobili. Nel frattempo, però, la produzione di mezzi industriali proseguì con successo. Secondo alcune fonti, in quegli anni, i trattori OM arrivarono a conquistare fino al 35% del mercato nazionale grazie a mezzi come l’OM Taurus e l’OM Ursus che equipaggiarono il Regio Esercito durante la Seconda Guerra Mondiale.

La svolta vera e propria, però, giunse nel 1950. Quell’anno, infatti, l’azienda presentò l’OM 25. O almeno, questo era il nome del progetto. Il nome commerciale, infatti, divenne OM Leoncino dando vita alla cosiddetta serie zoologica di OM, che avrebbe caratterizzato a lungo la storia dell’azienda. Il Leoncino si presentava con una cabina posta al di sopra del propulsore e, pertanto, era sprovvista del musone che caratterizzava i mezzi pesanti di quegli anni. Dotato di motore dai consumi ridotti, che nell’ultima versione arrivò ad avere una cilindrata di 4.561 cm3 e una potenza di 92 CV, il Leoncino OM si impose immediatamente sul mercato. Non a caso, questo modello fu prodotto fino al 1968, quando venne sostituito dall’OM 65. La sua produzione, pertanto, durò ben trentasette anni: un vero record.

Il Leoncino, però, non fu soltanto questo. Questo mezzo, infatti, fu anche il capostipite della serie zoologica. A esso, nel 1956-’57 fu affiancato l’OM Tigrotto, un autocarro medio-grande, che fu prodotto fino al 1972. Quindi, nel 1959 fu la volta dell’OM Lupetto. Si trattava di un mezzo medio-piccolo, di dimensioni più ridotte dello stesso Leoncino come dimostra la medesima motorizzazione, che però fu spesso adottato dai Vigili del Fuoco. Nel 1966 e nel 1967, poi, furono presentati rispettivamente l’OM Orsetto e l’OM Daino. Il primo rappresentava il mezzo più piccolo della gamma. La sua produzione, comunque, fu piuttosto breve: nel 1972, infatti, fu prodotto l’ultimo esemplare. Il secondo, invece, condivideva la cabina e la motorizzazione del Leoncino ma una portata leggermente superiore. Grazie a questa gamma, l’azienda riuscì ad arrivare a produrre fino a duemila mezzi negli anni Sessanta e fino a settemila mezzi negli anni Settanta.

Dalla Fiat Veicoli Industriali alla Iveco
Nel 1972, la produzione della OM fu definitivamente unificata con quella della Fiat Veicoli Industriali. Fu in questo periodo che, alla serie zoologica fu preferita la serie numerica. Addirittura, per un certo periodo, i veicoli furono prodotti sia sotto il marchio di Fiat, che quello di Unic e Magirus che facevano parte del Gruppo. Anche per questo, nel 1975, si decise di costruire una holding che raccogliesse tutti i marchi: la Iveco. Questa, però, è un’altra storia.



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