Resilienza: la capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà coltivando le risorse che sono dentro di noi
Resisto dunque sono
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La forza d’animo (che con termine più specifico viene detta “resilienza“), cioè la resistenza alle avversità unita alla capacità di fronteggiare gli avvenimenti e ricostruire positivamente la propria realtà, è una qualità fondamentale e complessa, che va coltivata in noi stessi,
In psicologia il concetto di «resilienza» si applica alle persone capaci di condurre una vita serena, nonostante i colpi del destino o un’infanzia difficile. Gli individui dotati di resilienza non crollano dinanzi a una crisi, ma ne escono arricchiti interiormente. Sono ottimisti e realistici assumono le proprie responsabilità, confidano nelle loro capacità e sanno cercare appoggio quando serve.
Moritz Huber, La Strategia dell’Orso Bianco
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La resilienza è la forza delle persone che, nonostante siano state ferite, si considerano non vittime ma utilizzatori delle proprie risorse e si preparano a recuperare le risorse necessarie per affrontare il futuro con speranza progettuale. La parola resilienza (dal latino resilire, rimbalzare) in fisica indica la proprietà dei materiali di riprendere la forma originaria dopo aver subito un colpo. In sociologia e psicologia evidenzia la capacità umana di superare le difficoltà della vita con elasticità, vitalità, energia, ingegnosità. Resilienza è l’abilità di superare le avversità, di affrontare i fattori di rischio, di rialzarsi dopo una crisi, più forti e più ingegnosi di prima: è l’abilità di superare le ingiustizie della vita senza soccombere.
Il termine “resilienza” in origine proveniva dalla metallurgia: indica, nella tecnologia metallurgica, la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate. Per un metallo la resilienza rappresenta il contrario della fragilità. Così anche in campo psicologico: la persona resiliente è l’opposto di una facilmente vulnerabile. Etimologicamente “resilienza” viene fatta derivare dal latino “resalio”, iterativo di “salio”. Qualcuno propone un collegamento suggestivo tra il significato originario di “resalio”, che connotava anche il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare, e l’attuale utilizzo in campo psicologico: entrambi i termini indicano l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.
Il significato di resilienza
Il termine resilienza deriva dal latino “resalio”, iterativo del verbo “salio”, che in una delle sue accezioni originali indicava l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare.
Tradizionalmente la resilienza è stata legata agli studi di ingegneria, nello specifico alla metallurgia, dove tale termine indica la capacità di un metallo di resistere alle forze impulsive che gli vengono applicate.
Nel recente passato il concetto di resilienza è stato approfondito anche in ambito psicologico. Nello specifico, in psicologia:
a resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare EfficaceMente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti
La forza di volontà è quella che ti permette di perseguire i tuoi obiettivi con costanza e determinazione: è quella spinta che ti fa alzare ogni giorno alle 06:00 del mattino per andare a correre quando ti vuoi rimettere in forma; è quella capacità di dire no a Facebook & Co. quando devi studiare per il tuo prossimo esame universitario. Insomma, la forza di volontà viene prima del raggiungimento dei tuoi obiettivi, anzi ne hai maggior bisogno proprio all’inizio, quando tendi a procrastinare maggiormente.
La resilienza è quella che ti permette di perseguire i tuoi obiettivi nonostante i continui “no”, le sconfitte, e gli inevitabili contrattempi della vita: è quella folle razionalità che ti fa rialzare per la centesima volta, consapevole che prima o poi raggiungerai il tuo obiettivo; è quella capacità di ristrutturare i fallimenti, considerandoli inevitabili tappe verso il successo. Insomma, la resilienza viene durante e dopo i tuoi obiettivi: durante, quando devi attingere a tutte le tue risorse fisiche e mentali per fare quell’ultimo miglio che ti divide dal traguardo, dopo, quando devi affrontare una momentanea sconfitta, dimostrando di essere in grado di risollevarti.
Adesso che abbiamo chiarito la differenza tra resilienza e forza di volontà, che ne dici di vedere qualche tecnica pratica per sviluppare la tua resilienza?
Se continui ad arrenderti alle difficoltà della vita, se ti senti perso nella tempesta della quotidianità, se ogni sconfitta per te è un attentato mortale alla tua autostima, beh… hai bisogno di allenare la tua resilienza.
La tecnica ABCDE
Uno dei paragrafi più interessanti del libro di Trabucchi “Resisto dunque sono” è quello sulla tecnica ABCDE. Questa tecnica è utile per prendere consapevolezza del fatto che il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte ad eventi negativi, non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione di essi.
La frase che ho appena scritto è uno dei cardini della crescita personale. L’essere umano ha un potere inimmaginabile: qualsiasi evento gli accada è lui a scegliere che significato dargli e quindi quale reazione avere.
Siamo talmente abituati a reagire in modo meccanico agli eventi della vita, che abbiamo dimenticato questa nostra straordinaria abilità, essenza della resilienza.
La tecnica ABCDE serve a rammentarci questa abilità. Vediamola nel dettaglio. Le lettere che danno il nome a questa tecnica non sono altro che delle iniziali:
A di Adversity. La prima lettera sta ad indicare le difficoltà che possiamo incontrare nella nostra vita, gli eventi negativi su cui non abbiamo il controllo e che inevitabilmente accadono. Possono includere piccole “tragedie” come un esame andato storto, o difficoltà molto più rilevanti.
B di Beliefs. La seconda lettera sta ad indicare le nostre credenze. L’insieme delle convinzioni che abbiamo maturato nel corso della nostra vita rappresentano il filtro attraverso il quale percepiamo la realtà. La nostra percezione della realtà infatti è sempre soggettiva, così come le nostre reazioni. Per approfondire il tema della convinzioni, ti suggerisco di leggere questo articolo.
C di Consequences. La terza lettera del modello sta ad indicare le nostre reazioni emotive e fisiche agli eventi. Come avrai potuto capire, tali reazioni sono sempre la somma dell’evento e delle nostre credenze.
D di Discussion. Le prime 3 lettere indicano la normale sequenza adottata dalla nostra mente di fronte ad un evento. Con la lettera D entra in gioco la resilienza. Quando siamo in grado di mettere in discussione le nostre reazioni irrazionali, iniziamo a riprendere il controllo della nostra vita.
E di Effects. A differenza delle reazioni (consequences) gli effetti derivano dalla nostra messa in discussione delle nostre credenze. Se spesso sentiamo di non avere il controllo sulle nostre reazioni, gli effetti, in quanto risultato di un processo di rielaborazione della nostra mente, sono pienamente sotto il nostro controllo.
Allenare la nostra resilienza significa dunque porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti della vita: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“, ovvero “Qual è il miglior significato che posso attribuire a quanto sta accadendo?“
Inizialmente questo esercizio può sembrarti la classica minchiata da “pensiero positivo”, ma se opportunamente applicato, ti permetterà di riprendere in mano il timone della tua vita, tirando fuori il meglio da ogni evento e decidendo in prima persona quelle che saranno le tue reazioni.
Spero che questo nuovo concetto della resilienza ti abbia affascinato almeno quanto ha affascinato me. Sinceramente preferisco parlare dei libri che leggo qualche mese dopo averli letti, per assimilarli al meglio e testare sulla mia pelle ciò di cui parlano.