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| Massone (architettura) | |
| | Autore | Messaggio |
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el magutt
Messaggi : 13680 Data di iscrizione : 09.11.13 Età : 66 Località : leno lombardia brescia
| Titolo: Massone (architettura) Dom Giu 13, 2021 6:29 pm | |
| Massone (architettura)
Il massone è un tipo di costruzione in terra cruda presente in Italia e diffusa in Abruzzo (con il nome di pinciara) e nelle Marche fino all'inizio degli anni sessanta.
La tecnica consisteva nel pestare un impasto di argilla e paglia fino ad ottenere un amalgama denso e plastico, che poi veniva suddiviso in zolle — i massoni — del peso di 5-10 kilogrammi, modellati in forma grossolanamente cilindrica affusolata alle estremità, dello spessore medio di 15 centimetri e della lunghezza di circa 20-30 centimetri. Il termine deriverebbe dalla somiglianza della lavorazione dell'impasto con quella della massa del pane.[senza fonte] La tecnica di cospargere queste forme di paglia, utile per garantire una maggiore elasticità dell'insieme una volta in opera, non è presente in tutti gli edifici.
Per realizzare la costruzione, i massoni venivano sovrapposti a strati alti da 50 a 70 centimetri e larghi da 40 a 80 centimetri, a formare una struttura muraria monolitica. Ogni strato veniva poi lasciato asciugare per alcuni giorni, durante i quali il muro veniva rifilato rendendolo squadrato.
L'abitazione così costruita, detta pinciara o pingiaja, era il frutto di un lavoro collettivo, venendo costruita dalla famiglia che in seguito l'avrebbe abitata con l'aiuto di tutta la contrada.
Il cantiere vedeva impegnate almeno dieci persone, coordinate da lu mastre (il mastro), che organizzava le varie fasi e prendeva parte all'opera in qualità di esperto. I lavori duravano da marzo fino all'inizio dell'inverno e, quando il tempo non era sufficiente a raggiungere il tetto, riprendevano l'anno successivo. Particolare attenzione veniva posta alla scelta del sito, sia per evitare il problema dell'umidità sia perché era necessario disporre della terra adatta nelle vicinanze, essendo antieconomico trasportare la materia prima da lontano.
Le fondazioni erano poco profonde se non del tutto assenti. Stabilito il perimetro della costruzione, si procedeva scavando l'area per una profondità tra i 50 e i 100 centimetri; la terra veniva poi ricollocata nella buca a strati di 30-40 centimetri, aggiungendovi acqua e paglia e pestandola per farla amalgamare, e poi lasciata asciugare.
Raggiunto il livello del terreno, si iniziavano ad elevare i muri portanti: un'area vicino alla casa veniva zappata, poi pestata con acqua e paglia e fatta asciugare per alcuni giorni. Una volta raggiunta la consistenza voluta, le zolle venivano tagliate e portate in una zona piana, dove le donne le ammassavano con le mani. A questo punto, con una catena umana si portava il materiale fino alla costruzione. Il mastro posava i massoni lungo il perimetro della casa formando uno strato dopo l'altro, con i massoni posati in filari alternati similmente ai mattoni di laterizio, o più raramente disposti a spina di pesce inclinati di 45°. Insieme ai muri portanti venivano realizzati anche i muri divisori. Terminato uno strato, il mastro procedeva a pestarlo con i piedi colmando gli interstizi; poi lo lisciava internamente ed esternamente con la vanga, talvolta rimpastando la terra con dell'acqua. Per costruire ogni strato erano necessarie una o due settimane di lavoro; altre due settimane servivano a farlo asciugare. Durante il tempo necessario all'asciugatura, venivano preparati i massoni per gli strati successivi.
A mano a mano che gli strati venivano sovrapposti, i massoni divenivano più piccoli, accorgimento che consentiva di facilitare il posizionamento in cima alle pareti. I muri realizzati presentano un tipico aspetto rastremato, con uno spessore di circa 80 centimetri alla base per arrivare a 50 centimetri sulla sommità.
Data la natura del materiale, le intersezioni delle pareti rappresentavano i punti più delicati della costruzione; per risolvere il problema, spesso le giunzioni tra le pareti venivano rinforzate con collegamenti orizzontali di rami d'ulivo, annegati all'interno della struttura. Le costruzioni a due piani richiedevano poi la costruzione di una scala. Quando questa andava posta internamente all'edificio, veniva realizzata in legno. Altrimenti, veniva costruita una scala esterna in mattoni cotti, spesso dotata di loggia. Per le case a due piani il solaio veniva realizzato, ad un'altezza di circa 220 centimetri, fissando al muro travi di legno di pioppo, olmo o quercia, poste parallelamente ad un metro di distanza e sormontate da una seconda orditura ortogonale di listelli, più fitta, sopra i quali veniva steso uno strato di canne spalmate di fango ed intrecciate o legate con spago, che fungevano da base d'appoggio al pavimento di mattoni cotti. La medesima tecnica veniva utilizzata per costruire la copertura, con il manto in coppi di laterizio (i penci) poggiati su un impasto di terra molle sopra le canne. Dalla fine degli anni venti, nella tecnica di realizzazione dei solai e del tetto, le canne vennero soppiantate da pianelle in cotto, molto spesso decorate.
Il tetto era alquanto sporgente, di solito oltre i 50 centimetri, al fine di proteggere i muri in prossimità del terreno. Raramente i muri interni ed esterni venivano intonacati, a causa dell'elevato costo del materiale: a volte, veniva intonacata solo la parete esterna a nord, più esposta alle intemperie; molto più frequentemente, l'uso dell'intonaco era limitato ai contorni di porte e finestre. Per il basamento, veniva realizzata una protezione con mattoni cotti o pietra, sino all'altezza di un metro, intorno a cui veniva predisposto un acciottolato con pendenza sufficiente a smaltire rapidamente l'acqua piovana.
Bibliografia
Costruzioni in terra cruda Case di terra della Fraschetta Adobe (mattone) Mattone di fango Pisé Casa di paglia
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| | | el magutt
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| Titolo: Pisé Dom Giu 13, 2021 6:29 pm | |
| Pisé
La tecnica costruttiva del pisé (o della terra battuta) si basa sulla realizzazione di mura con terra poco umida (per evitare fessurazioni in fase di essiccazione) compattata con appositi strumenti, dentro casseforme lignee di limitata altezza e smontabili, per consentirne lo spostamento. Talvolta la massa di argilla può essere alleggerita con l'aggiunta di paglia tritata ed erba secca. In climi secchi il pisé viene direttamente poggiato sul terreno livellato e pulito. In climi umidi invece si ricorre ad una fondazione in mattoni o pietrame grezzo legato con malta cementizia. Il muro può avere uno spessore variabile ed è realizzato a strati, battendo l'argilla con strumenti in legno dalla testa larga, a punta o a cuneo (o strumenti meccanici moderni), in modo da renderla compatta, dunque meno friabile in superficie e di migliori prestazioni meccaniche. Una volta che la terra si è indurita, si procede al disarmo della cassaforma per riarmarla di fianco mantenendo un poco di contatto con la parte realizzata in precedenza. Questo procedimento si ripete fino a che non si raggiunge l'altezza desiderata | |
| | | el magutt
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| Titolo: Adobe (mattone) Dom Giu 13, 2021 6:31 pm | |
| Adobe (mattone)
L'adobe o adobo[1] (dall'arabo الطوب "cotto"[1]) è l'impasto di argilla, sabbia e paglia essiccata al sole utilizzata da molte popolazioni in ogni epoca per costruire mattoni[2].
La città più antica ad oggi conosciuta, Çatalhöyük, in Anatolia, del VII millennio a.C., aveva case costruite in adobe. In Spagna è caratteristica delle zone secche sud-orientali.
In Italia è caratteristica in Sardegna, dove viene chiamato ladiri, e soprattutto in Sicilia, portato dalle dominazioni Cartaginesi prima e Arabe poi. È molto utilizzata anche nelle regioni semidesertiche dell'Africa e dell'America Centrale.
Particolarmente in Messico le casas de adobe sono tutt'oggi patrimonio di molte famiglie che si tramandano questa tradizione da tempo immemore. Mescolare il pasto seco (erba secca) con il fango permette di creare la giusta consistenza, grande resistenza alle intemperie ed inoltre evita che i blocchi, una volta solidificatisi, tendano a rompersi. In seguito i blocchi vengono fatti aderire tra loro con del fango per innalzare dei muri. Attualmente alcuni architetti continuano ad utilizzare muri di adobe in combinazione con il cemento, colonne e lastre di cemento a causa delle sue caratteristiche.
Si fabbrica con terra argillosa e acqua, usando uno stampo, e si lascia essiccare al sole. Per evitare che si secchi eccessivamente, i mattoni vengono avvolti in un involucro costituito da crine di cavallo. Le dimensioni corrette dei mattoni devono essere tali che il bracciante li possa maneggiare con una sola mano.
L'adobe ha un'importante peculiarità termica che gli permette di mantenere il calore durante l'inverno e rilasciarlo durante l'estate, mantenendo una temperatura fresca in tutte le stagioni. Può sciogliersi con la pioggia, per cui generalmente richiede una manutenzione continua che solitamente si effettua con strati di fango. Non è corretto invece realizzare la protezione con impasto di cemento, dato che lo strato risultante risulta poco permeabile al vapor d'acqua e conserva l'umidità interna, per cui si potrebbe provocare lo sfaldamento dell'adobe dall'interno.
Naturalmente l'adobe è molto economico e permette di fabbricarsi da soli i materiali per costruire la propria casa[3]. Anticamente, nei giorni nei quali non c'erano attività da svolgere nei campi, i lavoratori fabbricavano mattoni di adobe, che poi venivano venduti a chi avesse avuto intenzione di costruirsi una casa.
Attualmente si costruiscono con un maggior controllo della composizione, utilizzando un rapporto del 15% di argilla, 10-30% di limo e 55-75% di sabbia, senza aggiunta di alcun tipo di paglia o altri elementi all'impasto[4].
Etimologia La parola adobe esiste da circa quattromila anni, senza sostanziali variazioni di pronuncia o significato. L'origine si può far risalire all'egiziano medio (ca. 2000 AC) ɟbt, "mattone di fango". Il termine ha seguito l'evoluzione della lingua in tardo egiziano, demotico o "pre-copto" e infine in copto (ca. 600 AC), dove appare come τωωβε tōʾpə. Passa quindi all'arabo الطوب aṭ-ṭawbu o aṭ-ṭūbu, con l'articolo determinativo al-, tuba[5][6], assimilato quindi nello spagnolo medievale come adobe [aˈdobe], probabilmente passando per il mozarabico.
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| Titolo: Tauf Dom Giu 13, 2021 6:35 pm | |
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| Titolo: Re: Massone (architettura) | |
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