a dolabella, conosciuta anche con il nome di dolabra (di cui dolabella è il diminutivo), era un'arma bianca con manico, usata dai Romani per uso militare, ma più spesso per eseguire i sacrifici. Era tagliente da un lato mentre dall'altra parte presentava una punta ricurva, risultando simile all'incrocio tra un'ascia ed un piccone.
Altre fonti sostengono che non si trattasse di un'arma bensì di uno strumento poco conosciuto che veniva utilizzato per la costruzione degli accampamenti. Il bisogno di disporre sia di un'ascia che di un piccone per la costruzione del castrum, e il poco spazio a disposizione, suggerirono la manifattura di questo strumento che ricorda molto da vicino le moderne pale piegabili in dotazione agli eserciti odierni.
Descrizione
Il Dolabra apparteneva all’equipaggiamento standard dei legionari romani. Non era un’arma, ma serviva esclusivamente come strumento, ad esempio per scavare.
L’ascia è venduta con la tipica protezione in ottone.
Dettagli:
– Lunghezza totale: 77 cm
– Lunghezza lama ascia: 53 cm
– Peso: ca. 2 kg
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Strumento a doppia testa, avente da un lato una lama tagliente e dall’altro una punta, con lungo manico, usato dai Romani come ascia o martello (per spaccare legna e pietra, potare alberi, scavare la terra, ecc.), come arma, e nei sacrifici per immolare gli animali.
Cluden
Clunaculum
Ensis
Gladio (arma)
Falcastro
Il falcastro (dal latino tardo falcastrum, derivato di falx, "falce") o falce a rovescio, utilizzato nell'antichità anche come falce (attrezzo agricolo), era un'arma montata su asta, dotata di punte laterali. Chiamata anche falce rovesciata per la simile forma, il suo principale scopo era l'armamento di particolari carri da guerra detti falcati. Nel medioevo è poi tornata in uso forse per la difesa delle brecce.
Si trattava di un'asta munita all'estremità di un ferro simile alla falce dei contadini. Largamente usata dai romani, l'arma aveva la caratteristica di essere affilata sulla parte convessa invece che su quella concava o su entrambi i lati.[