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 Biocarburante dalle tazzine, a Londra i bus vanno a caffè

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el magutt

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MessaggioTitolo: Biocarburante dalle tazzine, a Londra i bus vanno a caffè   Biocarburante dalle tazzine, a Londra i bus vanno a caffè Icon_minitimeGio Nov 30, 2017 11:45 am

Biocarburante dalle tazzine, a Londra i bus vanno a caffè
L’invenzione di una start up: il B20 nasce dai residui della bevanda

La benzina costa troppo? E noi inventiamo gli autobus a caffè: rossi, a due piani, ecologici, instancabili. Non è un’invenzione dei napoletani, che quanto a caffè avrebbero da insegnare a tutto il mondo. Ma la trovata industriale di una start-up di Londra, che ha permesso di accendere ieri i primi motori dei tradizionali «double-decker bus», alimentandoli con carburante che contiene una quota di olio di caffè.

La nonna lo diceva sempre: mai buttare via i fondi della caffettiera, tornano utili per mille e uno usi, dalla maschera di bellezza al fertilizzante naturale per ravvivare le piante decrepite. Qualcuno, nei fondi, ci legge il futuro. I ricercatori britannici, invece, stanno cambiando il presente dei trasporti. Hanno tirato fuori dagli scarti della bevanda più bevuta al mondo, che pure a Londra si consuma assai meno che in Italia, un biometano, il B20, che contiene olio minerale e, per una quota pari al 20%, anche olio di caffè, utilizzato senza necessità di modifiche.

L’invenzione può far viaggiare i mitici «due piani» rossi grazie a una collaborazione tra la Shell e la Bio-Bean, start-up specializzata nello sviluppo di combustibile e carburante derivato dai residui del caffè. I primi bus sono partiti ieri. La Bio-bean ha dichiarato di aver prodotto finora 6 mila litri di olio di caffè, che se mescolati con il diesel per formare il B20, potranno alimentare un autobus di Londra per un anno. L’equivalente in tazzine? 2,55 milioni.

Ancora poche in confronto a quelle sorseggiate dai consumatori di caffè del Regno Unito, che in dodici mesi ne fanno fuori mille volte tanto, 2,5 miliardi. E una bazzecola se paragonate con quelle dell’Italia, la terra dei bar, anche se nel conto del Regno Unito sono inclusi i lunghi caffè consumati nelle grandi catene di fast food. Il paragone con l’Italia lo tira in ballo la stessa ditta di tecnologia biologica, che già sogna una rapida esportazione del progetto verso il Mediterraneo, intravedendo uno sbocco commerciale del biocombustibile. «L’esperimento di Londra è un ottimo esempio di ciò che si può fare quando cominciamo a re-immaginare i rifiuti come una risorsa da sfruttare», dice il

giovane fondatore della Bio-Bean, Arthur Kay. Guarda lontano e aggiunge: «Abbiamo iniziato qui, ma immaginate cosa potremmo fare in un Paese come l’Italia, che consuma più di 39 miliardi di tazzine di caffè l’anno. Ripensando l’approccio ai rifiuti in ottica di economia circolare, possiamo creare città più smart e un futuro migliore».

Ecco cosa significa investire nella ricerca. E chissà se in futuro davvero anche i nostri autobus andranno a caffè. C’è da dire che la Tfl, l’azienda dei trasporti di Londra, ha sempre puntato sui biocarburanti per ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera: molti dei 9500 autobus a due piani della capitale del Regno sono già alimentati con scarti alimentari o grasso della lavorazione della carne. Ma è la prima volta che nella miscela dei motore viene versato olio di caffè.

A conti fatti, i pragmatici britannici scartano mediamente 200.000 tonnellate di fondi l’anno. Conferirli in discarica significa produrre 126.000 tonnellate di Co2. Ma studiato il modo giusto per riutilizzare il rifiuto alimentare, ecco che diventa «biofuel», e non solo: dal caffè Bio-Bean produce anche biocombustibile per riscaldare le case. «Con il supporto di Shell, insieme ad Argent Energy abbiamo trasformato in biodiesel B20 i nostri Coffee Log», cioè il pellet realizzato dagli scarti del caffè. L’azienda li raccoglie dalla grande distribuzione e dalle fabbriche. I residui vengono essiccati e lavorati per l’estrazione dell’olio di caffè. Se il futuro dei trasporti, dunque, parte dalla tazzina, per i caffeinomani che hanno a cuore il futuro del Pianeta, il sapore del caffé ora ha tutto un altro gusto.


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Da ora in poi i double-decker si muoveranno anche grazie a una piccola quantità di biocarburante ricavato dagli scarti di pub e caffetterie: non abbastanza, però, da profumare l'aria

Nelle tazze londinesi finisce più spesso il tè, ma saranno espresso e cappuccini ad alimentare - anche se in minima parte - i più popolari mezzi di trasporto della metropoli: i double-decker, gli autobus a due piani di Londra, saranno da ora in poi spinti anche da biocarburanti ricavati da fondi di caffè.

Da lunedì 20 novembre i 9500 mezzi rossi della città funzionano anche grazie a una piccola parte di carburante sviluppato dagli scarti di caffè delle grandi catene di caffetterie londinesi, aggiunta al mix di diesel e biocombustibile che li fa funzionare.


SOLO L'INIZIO. La Bio-bean, una startup britannica, in collaborazione con la multinazionale del settore petrolifero Royal Dutch Shell, hanno annunciato di aver prodotto a questo scopo circa 6 mila litri di liquido: quanto basta per alimentare un singolo double-decker per un anno. Distribuito su migliaia di autobus è poca cosa: in totale, nel 2015, gli autobus londinesi hanno consumato 240 milioni di litri di diesel.

ESCI E INSPIRA... Date le piccole proporzioni, difficilmente in questa prima fase si registreranno miglioramenti - o un aroma di moka per le strade di Londra. I biocarburanti a base di caffè conservano parte del profumo, ma una volta processati, distillati e mischiati al resto del diesel, l'odore si perde.

TRASPORTI PIÙ "GREEN". L'esperimento fa parte di una serie di progetti per alimentare gli autobus della città con biocombustibili ricavati da vari scarti alimentari (come gli oli esausti). Inoltre, un sesto della flotta di bus della città è spinto da motori ibridi, e 300 autobus a un solo piano dovrebbero presto diventare elettrici o a idrogeno.


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