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 motrici e trattori zavorrati per traino veicoli pesanti in avaria e trasporti eccezionali & speciali

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el magutt

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MessaggioTitolo: motrici e trattori zavorrati per traino veicoli pesanti in avaria e trasporti eccezionali & speciali   motrici e trattori zavorrati per traino veicoli pesanti in avaria e trasporti eccezionali & speciali Icon_minitimeVen Lug 25, 2014 5:46 pm

sono tutti quei veicoli appesantiti per aumentarne la stabilita e ripartire meglio le masse ed avere maggiore aderenza dei pneumatici in fase di partenza e nella frenatura x evitare che slittino le ruote motrici ed avere la giusta coppia.
si tratta di trattori stradali perlopiù a 2 assi, che vengono equipaggiati con una zavorra, un verricello,
campana di tiro anteriore e posteriore. la capacità di traino credo sia sulle 80ton.
dietro la cabina sono i radiatori di raffreddamento del motore che su alcuni trattori viene maggiorato per via delle elevate temperature che si raggiungono trainando molto peso a velocità molto basse,ma sopratutto c'è un radiatore più grande che serve a raffreddare l'olio dell'intarder,cioè il freno elettropneumatico
lo scambiatore di calore dell'olio serve per il raffreddamenteo del rallentatore
idraulico. questo rallentatore è montato appositamente per questi mezzi, non fa parte della dotazione di serie dei trattori strali. rallentatori sono potenziati per i pesi che devono trainare,e quindi frenare. altra caratteristica è la presenza della campana anteriore,utile per formare un convoglio di 2 motrici, oppure una motrice in traino e una in spinta.,

E' molto importante avere un trattore o una macchina operatrice del giusto peso, in relazione alla lavorazione e alle condizioni di lavoro, mi spiego meglio, avere un trattore che pesa tanto (e quindi che compatta molto il terreno) durante lavori che non implicano grossi sforzi e problemi di aderenza (sia per il fondo del terreno che per le atrezzature leggere) è inutile, inquanto i consumi di gasolio e di gomme aumentano,

invece dobbiamo vedere le zavorre come degli aiuti nel nostro lavoro quando necessitiamo di avere maggior grip sul terreno, una migliore ridistribuzione dei pesi e contrappesi e un migliore scarico della potenza al suolo. Personalmente le uniche lavorazioni in cui aggiungo zavorra al trattore
Ovviamente la scelta della ridristribuzione dei pesi va fatta anche in relazione a dove andremo a lavorare, in pianura non si necessita di grosse zavorrature (apparte in casi limite) mentre per lavorare in collina è sempr
Le migliori condizioni di lavoro sono quelle in cui vengono usate macchine flessibili che permettono di cambiare agevolmente la distribuzione dei pesi, pur sempre rimanendo stabili e sicure. Ovviamente non posso pretendere di usare un trattore super leggero e zavorrarlo con molto peso, pensando di mantenere le caratteristiche intrinseche alla macchina (trazione, coppia, accelerazione, potenza, agilità), il mio consiglio è comunque quello di avere macchine ben piazzate al suolo con gomme adatte ad un basso impatto sul terreno e con la possibilità di essere zavorrate senza
Il cambio di velocità, un costituente fondamentale della
trasmissione degli autoveicoli, consente appunto di variare opportunamente la coppia motrice
erogata dal motore in funzione del tipo di lavorazione richiesta È solitamente del tipo meccanico a coppie di ingranaggi sempre in presa
(solo in alcuni piccoli trattori è ancora del tipo a ingranaggi scorrevoli). La variazione del
rapporto di trasmissione è discontinua; la velocità di avanzamento varia però, all'interno di una singola marcia, in funzione del regime del motore.
La trasmissione, inoltre, deve consentire un facile controllo da parte del guidatore,
mediante dispositivi di inserimento e disinserimento dal motore: nelle trasmissioni
meccaniche; questi dispositivi sono rappresentati dalla frizione. Un’ ulteriore funzione svolta
dalla trasmissione è, infine, quella di costituire, con le sue robuste scatole di ghisa, parte del
telaio portante
In linea molto generale le trasmissioni, in campo trattoristico, sono classificabili in
base alla loro costituzione, in meccaniche (classiche e speciali), idrauliche, miste, o anche in
base al tipo di azionamento in manuali, semiautomatiche (power-shift), automatiche.
Le trasmissioni meccaniche classiche hanno il pregio di un elevato rendimento di
trasmissione. Possono essere di vari tipi:
• cambio base: 12 marce (9 AV + 3 AR) ossia 4 marce base (di cui una
retromarcia) e 3 gamme;
• con inversore: 24 marce (12 AV + 12 AR) ossia 4 marce avanti e 3 gamme
con inversore a monte (tolta la retromarcia, aggiunto l'inversore);
• con inversore e superriduttore: 32 marce (20 AV + 12 AR), rispetto al
precedente sono state aggiunte due gamme (solo avanti) super ridotte.
La velocità massima (30 o 40 km/h) si ottiene:
• modificando il rapporto finale della coppia conica; è un metodo semplice, ma
aumentano leggermente le ridotte;
• aggiungendo una 5a marcia per i 40 km/h; questa soluzione ha un costo
leggermente superiore.
Lo svantaggio della trasmissione meccanica classica è che non consente il cambio di
marcia sotto carico, ma bisogna: premere la frizione, arrestare il trattore, cambiare marcia,
rilasciare la frizione e partire. Questo comporta perdita di tempo e forte sollecitazione della
trasmissione. Riportiamo un esempio di trasmissione meccanica con tutti i rapporti
sincronizzati. In questo caso ci sono 21 marce in avanti e grazie ad un inversore 21 marce
Le trasmissioni meccaniche speciali si basano sull’impiego di riduttori inseribili
sotto carico (RISC), che consentono di cambiare rapporto di trasmissione senza azionare la
frizione principale, ossia senza interrompere la trasmissione del moto dal motore alle ruote.
La possibilità di cambio marcia sotto carico è uno dei requisiti più qualificanti per un trattore.
Infatti il trattore, a differenza di un’automobile, viaggia ad una velocità nettamente inferiore e
inoltre si muove su terreni con portanza nettamente più modesta all’asfalto,spesso accidentati
e fangosi. Quindi durante il cambio marcia, l’interruzione della trasmissione di potenza di
moto tra trattore e ruote, può provocare l’arresto del mezzo dotato di scarsa velocità inerziale.
Il riduttore di una trasmissione inseribile sotto carico può essere costituito:
• da una scatola che contiene due coppie di ingranaggi sempre in presa, e
munita di una frizione supplementare (overdrive). Se quest'ultima è resa
solidale con la scatola, il tutto ruota in presa diretta; se la frizione è staccata, il
moto viene trasmesso attraverso gli ingranaggi con un certo rapporto di
trasmissione;
• da un rotismo epicicloidale. Il riduttore epicicloidale determina un certo
rapporto di trasmissione se la corona è bloccata, mentre se è libera di ruotare
la trasmissione avviene in presa diretta
Le trasmissioni a RISC sono di tre tipi:
• possono consentire la variazione del rapporto di trasmissione all'interno della
stessa marcia (RISC a stadi, o Hi- Lo);
• possono consentire il cambio di marcia all'interno della stessa gamma (RISC a
gamme, o Powershift);
• possono consentire il cambio di marcia anche fra gamme diverse (RISC
completo, o full Powershift).
L'Hi- Lo consente di aumentare o diminuire la velocità di ogni marcia (del 13%-22%
a seconda del costruttore) senza usare la frizione, ma premendo semplicemente un pulsante o
tirando una leva. Alcune ditte forniscono Hi- Lo a tre stadi, ossia 3 velocità all'interno della
stessa marcia. Rispetto alla trasmissione classica, costa leggermente di più e assorbe il 3%
della potenza. In genere viene montato su trattori da 70 a 140 CV. Consiste in un riduttore
(epicicloidale, oppure due coppie di ingranaggi) con frizioni multidisco idrauliche che
consentono la trasmissione alternativamente attraverso il riduttore e in presa diretta. CAPITOLO I
Il RISC a gamme utilizza lo stesso dispositivo su tutte le marce della stessa gamma;
ogni coppia di ingranaggi ha la sua frizione. Il costo è sensibilmente superiore e la perdita di
potenza del 10% circa.
Il RISC completo ha anche frizioni per ciascuna gamma. Ha senso solo su trattori così
potenti da compensare l'abbassamento del rendimento di trasmissione. La gestione è in genere
elettronica.
Le trasmissioni idrauliche sono costituite da un fluido (olio) in moto che trasmette
la potenza meccanica erogata dal motore agli organi operatori e si dividono in idrostatiche e
idrodinamiche a seconda che la potenza idraulica sia trasferita sotto forma di elevata
pressione o elevata velocità. Le trasmissioni idrostatiche sono costituite, in linea generale, da
una pompa, da un circuito idraulico e da motori o attuatori idraulici. Le trasmissioni
idrostatiche possono essere impiegate, non solo per la trasmissione alle ruote motrici, ma
anche per tutti i servomeccanismi idraulici presenti (comando della frizione, dei freni, dello
sterzo) . Il vantaggio delle trasmissioni idrostatiche è di essere flessibili e di poco ingombro,
con lo svantaggio di rendimenti di trasmissione più bassi rispetto a quelle meccaniche. Letrasmissioni idrodinamiche sono rappresentate da due sistemi caratteristici: il giunto idraulico
(detto anche frizione idraulica) e il convertitore idraulico di coppia
In molti casi si realizzano trasmissioni miste, idrostatiche e meccaniche, per
consentire soprattutto un controllo continuo della velocità di avanzamento ed una maggiore
facilità e semplicità di guida (
Su alcuni trattori agricoli, per la verità poco diffusi, si adoperano al contrario
trasmissioni miste basate su giunto o convertitore idraulico di coppia e cambio meccanico a
valle, con la possibilità di un apposito comando (kick down) per escludere la trasmissione
idraulica quando non più vantaggiosa e realizzare una trasmissione completamente
meccanica.
Dal punto di vista del tipo di azionamento le trasmissioni, come scritto, possono
essere classificate in manuali, semiautomatiche e automatiche.
Le trasmissioni manuali sono rappresentate dai sistemi tradizionali frizione e
cambio meccanico a gradini (Figura I.25). Nei trattori agricoli in linea generale sono presenti
due o più cambi in cascata. Per consentire il cambio marce esistono quindi diverse leve: una
per il cambio marce, le altre per il cambio gamme. Sempre in generale solo il cambio marce è
sincronizzato; per cambiare gamma occorre arrestare il trattore. Anche la retromarcia può non
essere sincronizzata. Nelle produzioni più recenti e nella fascia di potenza medio-alta sono
diffuse le realizzazioni di cambi completamente sincronizzati (anche nel cambio gamma), con
inversore sincronizzato: le retromarce sono tante quante le marce avanti, sono completamente
sincronizzate e l’inversore può essere inserito in moto senza arrestare il trattore.
Le trasmissioni semiautomatiche consentono il cambio sotto carico, cioè senza
abbassare il pedale della frizione. L’operatore così può chiamare una o più marce agendo
soltanto su un’apposita leva o schiacciando un pulsante, ma senza intervenire sulla frizione. Il
cambio richiesto avviene con un servomeccanismo che comanda delle frizioni idrauliche a
innesto-disinnesto graduale: il tempo richiesto è di frazioni di secondo e praticamente non c’è
interruzione del flusso di potenza nella trasmissione. Per i trattori agricoli tali cambi
semiautomatici vanno sotto il nome tradizionale di power shift. Le prime realizzazioni sono
degli anni ’50 con power shift elementari: un riduttore inseribile o disinseribile sottocarico
con possibilità di due rapporti power shift. Attualmente nella fascia di potenza medio-alta
sono sempre più diffusi power shift a gamme: tutte le marce (3-4) sono comandabili sotto
carico a parità di gamma, compreso l’inversore (power reverse). Mentre solo per le alte
potenze sono offerti dei power shift totali: trasmissione totalmente semiautomatica, anche
nell’inversione del senso di marcia.
Si è detto che la trasmissione nei trattori ha come ulteriore compito fondamentale
quello di trasmettere la potenza alla presa di potenza (Figura I.26): tale elemento consente di
mettere in moto macchine operatrici che necessitano di alimentazione esterna che in questo
caso è fornita dal trattore. Il collegamento tra la presa di potenza e attrezzo avviene mediante
un albero con doppio giunto cardanico per consentire un eventuale disallineamento relativo.
C’è quindi un albero scanalato che fuoriesce dal trattore e un albero collegato alla macchina
operatrice. L’albero della presa di potenza è di solito interno a quello primario del cambio e
deriva il moto direttamente dall’albero motore (Figura I.26). La velocità di rotazione prevista
da normative internazionali è:
• 540 giri/min (caso di più frequente utilizzazi
• 1000 giri/min (permette di ridurre la coppia e quindi le sollecitazioni agenti
sulla presa di potenza; utile per la trasmissione di potenze elevate).
Poiché il regime delle presa di potenza è proporzionale a quello del motore (a meno
di un certo rapporto di trasmissione), il regime nominale si ottiene solo per un determinato
regime del motore, pari solitamente a circa il 90 % del massimo. Ciò consente:
• di trasmettere attraverso la presa di potenza quasi tutta la potenza del motore;
• di sfruttare l'elasticità del motore (percentuale della coppia massima
sfruttabile senza cambiare marcia).
Nel caso di operatrici richiedenti una coppia motrice bassa (irroratrici,
spandiconcime, seminatrici ecc.), ciò comporta però un elevato consumo specifico. Alcune
trattrici hanno la possibilità di far funzionare la presa di potenza a 750 giri/min: ciò consente
di azionare un'operatrice, predisposta per la presa di potenza a 540 giri/min, ad un regime del
motore pari a circa il 70 % del massimo, con un migliore rendimento. È per questo motivo che
tale presa di potenza è chiamata presa economica.
Se invece la presa di potenza deriva il moto a valle del cambio, il suo regime è
proporzionale a quello delle ruote (presa di potenza sincronizzata col cambio). E' utile solo in
casi limitati (il caso tipico è quello dell'azionamento di un rimorchio ad assale motore).
La presa di potenza è attualmente totalmente indipendente: esistono cioè due frizioni,
spesso montate sulla stessa scatola, del cambio e della presa di potenza con due comandi
distinti, rispettivamente a pedale e a leva. Tale tipo di presa consente di arrestare il trattore
senza fermare la presa stessa o viceversa consente di bloccare la presa senza arrestare il
trattore. Il collegamento della presa di potenza avviene attraverso profili scanalati le cui
dimensioni (
Figura I.28) sono Il verso di rotazione della presa di potenza è orario per un osservatore che si trova
davanti all’attacco. I terminali di attacco sono standardizzati anche come posizione rispetto ai

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