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 Trasporto intermodale

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el magutt

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MessaggioTitolo: Trasporto intermodale   Trasporto intermodale Icon_minitimeMer Ago 13, 2014 5:24 pm

Il trasporto intermodale è una tipologia di trasporto, effettuato utilizzando unità di carico atte a poter essere utilizzate da diversi modi di trasporto.
Trasporto intermodale merci[modifica | modifica sorgente]
Caratteristica di questo tipo di trasporto è che la merce viene sistemata presso la fabbrica o presso il magazzino di uno spedizioniere in uno specifico contenitore (container) o meglio Unità di Trasporto Intermodale (UTI), da dove non viene mossa fino al raggiungimento della destinazione finale. Questa mancanza di manipolazioni intermedie garantisce evidentemente un minor rischio di danneggiamento del contenuto, un minor costo di trasbordo tra mezzi di tipo diverso e garantisce spesso anche una maggiore velocità nell'effettuare il trasporto.

Dopo che l'aumento del traffico internazionale di merci aveva creato la necessità di una soluzione di questo tipo, si è cercato di trovare un modo per standardizzare il più possibile questo tipo di trasporto, arrivando a dei primi accordi internazionali negli anni cinquanta.



Trasbordo di semirimorchi tra diversi mezzi di trasporto
L'ottimizzazione del trasporto è partito dalla base e si può far risalire, come primo passo, all'inizio dell'uso abituale del pallet, per proseguire poi con l'invenzione del container che ha rivoluzionato le tecniche di trasporto sulle lunghissime distanze, specialmente di quelle che prevedevano, oltre ad una parte di trasporto terrestre una parte di trasporto via nave.

Oggi il trasporto intermodale (detto anche combinato quando coinvolge solamente due modi, come per esempio strada e rotaia) si svolge principalmente in 2 modi, in un primo caso con l'ausilio del container che viene agganciato di volta in volta, con l'ausilio di attrezzature specifiche (gru, Straddle Carrier e carriponte), secondo la necessità, su un autocarro speciale, su un vagone ferroviario o sul ponte di una nave. Il secondo caso, utilizzato perlopiù sulle medie distanze, prevede il carico della merce su un semirimorchio stradale, il trasferimento dello stesso ad una vicina stazione ferroviaria, il successivo trasferimento a mezzo treno sino ad una stazione prossima alla località di destinazione ed infine l'ultimo tratto, per effettuare la consegna delle merci, nuovamente effettuato su strada.

Una modalità di trasporto intermodale che coinvolge gli autoveicoli stradali è il "traffico accompagnato". In questo caso, non viaggia solamente l'UTI (ossia il container, la cassa mobile o il semirimorchio), ma l'intero automezzo, con autista ospitato in vagone letto. Per tale motivo, il combinato strada-rotaia prende anche il nome di "autostrada viaggiante" (in Svizzera "Rola", abbreviazione di Rollende Autobahn). Il carico degli autoarticolati su carri ferroviari è generalmente assiale; tuttavia quello laterale, “a spighe”, introdotto in Francia dal sistema Modalhor richiede tempi più ridotti. Benché i volumi di traffico dell’”autostrada viaggiante” costituiscano una quota minoritaria del trasporto combinato, negli ultimi dieci anni sono stati in aumento anche in alcune tratte alpine italiane. Infatti, secondo Alpinfo, nel 2010 il volume è stato al Sempione di 1 milione e 600.000 tonn. e al Brennero di 5 milioni e 400.000 (limitato a 500.000 tonn. il traffico al Fréjus).[1] RAlpin, celebrando il 10º anno di attività (2001-2011), ricorda che oltre 700.000 autocarri hanno coperto la tratta tra Friburgo in Brisgovia e Novara.[2] Il principale beneficio che le aziende autotrasportistiche possono trarre dall’“autostrada viaggiante”, in termini di tempi di viaggio e quindi di utilizzo dei mezzi, deriva dalla possibilità di prosecuzione del viaggio nei tempi obbligati di riposo dell’autista; inoltre il servizio si rivolge anche a mezzi non attrezzati per le operazioni di carico e scarico dell’UTI del trasporto non accompagnato; infine è reso economicamente vantaggioso dalle sovvenzioni offerte da paesi che intendono limitare il transito di veicoli pesanti come Svizzera e Austria (e anche Italia-Francia relativamente al valico del Fréjus). Senza sovvenzioni, il trasporto combinato sarebbe infatti poco conveniente per gli operatori in tratte le cui forti pendenze limitano la lunghezza dei convogli. Hupac, azienda leader nel trasporto combinato attraverso le Alpi svizzere e in Europa, sostiene che gli standard ottimali siano quelli di convogli lunghi 750 m., con profilo di quattro m., e di tragitti con pendenza massima del 12‰. Nell’assemblea annuale 2012, la dirigenza della società svizzera ha sostenuto in riferimento a dette esigenze che "In tutti i Paesi europei che hanno efficienti corridoi per il traffico merci, il trasporto intermodale viaggia senza sovvenzioni".[3]

Si parla di "autostrade del mare" nel caso del combinato strada-nave. In Italia, ad esempio, si è sviluppato un traffico accompagnato su nave tra la Campania e la Sicilia, per evitare ai camion la lunga percorrenza dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria ed il traghettamento dello Stretto di Messina.

Il trasporto combinato può essere "codificato", a condizione che: linea da percorrere+UTI+carro ferroviario siano marcati con pitogramma (C/P/S...), questo abbatte ulteriormente le tempistiche.



Esempio di trasporto intermodale
Una categoria del trasporto che, seppur in maniera anomala dato che le merci vengono manipolate durante il trasporto, può essere considerata intermodale è quella degli air courier. Queste società si sono specializzate nel trasferimento di piccole merci e soprattutto di plichi di corrispondenza, sia in Italia che nel resto del Mondo, puntando soprattutto sulla velocità e sulla precisione nelle consegne. Per poter garantire un servizio di questo tipo esse operano con il prelievo presso il Mittente con un piccolo autocarro, un consolidamento presso un aeroporto da dove la merce viaggia via aereo sino all'aeroporto di destino con la successiva consegna al destinatario nuovamente con piccoli autocarri.

La necessità di un trasporto intermodale passeggeri urbano nasce dalle problematiche conseguenti all'invasività che un sistema di spostamento basato solo sull'automobile comporta nei confronti della vita urbana: incidentalità, insicurezza, scarsa accessibilità ai servizi per chiunque non sia in grado di utilizzare un'auto, inquinamento, impoverimento delle relazioni informali[Falso. Al di là dei giudizi di parte, il fenomeno si manifestava ben prima della comparsa dell'automobile].



Treno suburbano (Copenhagen)
Caratteristica principale di un sistema intermodale di trasporto urbano è quello della continuità tra le diverse modalità di trasporto[4]:

i vari servizi di trasporto pubblico locale devono prevedere[in base a cosa?] integrazioni di tariffe, di orari e di fermate, in modo da poter garantire trasbordi veloci e da eliminare la necessità di più biglietti per un unico spostamento;
i servizi di mobilità urbana devono poi essere facilmente accessibili anche ai pedoni[tautologico] e ai ciclisti[fonte?] con la messa in opera di adeguati spazi a loro riservati sui quali possano spostarsi in sicurezza;
un elemento di intermodalità fortemente in crescita[fonte?] è il cosiddetto "treno+bici" nelle grandi aree metropolitane, cioè la possibilità di carico in vagoni[non chiaro] appositi o più frequentemente in spazi multifunzionali di tutti o di alcuni vagoni[non chiaro] del convoglio. Si va in tal modo a sottrarre il maggiore svantaggio[fonte?] del trasporto pubblico rispetto all'auto: i percorsi "da porta a porta". La bicicletta consente infatti di effettuare il primo tratto, da casa alla stazione o fermata, dove avviene il carico sul treno, e l'ultimo, fino a destinazione (es. lavoro, scuola ecc.). La stessa prassi è in ampia diffusione, oltre che sui treni, anche su tutti i mezzi su ferro (metropolitane e tram) ed in molti casi su battelli, funicolari e bus.
il bike sharing deve venire integrato alle reti di trasporto pubblico[chi ha stabilito tale norma?] per poter garantire la copertura di quello che viene chiamato ultimo chilometro[da chi?], cioè il tratto di strada che separa la fermata dalla destinazione finale dell'utente;
il car sharing può integrare un sistema di trasporto intermodale con parcheggi dedicati posti in prossimità delle fermate di trasporto pubblico.
Note
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