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 ALBERO CARDANICO di trasmissione

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el magutt

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MessaggioTitolo: ALBERO CARDANICO di trasmissione   ALBERO CARDANICO di trasmissione Icon_minitimeSab Mag 22, 2021 6:42 pm

L’albero cardanico (spesso chiamato “cardano” per semplicità) è uno strumento essenziale per la trasmissione della potenza dal trattore agli attrezzi collegati: che sia un atomizzatore, una pompa, un erpice rotante, piuttosto che un rimorchio trazionato, la potenza viene trasferita per via meccanica: caso a parte alcune attrezzature con potenza limitata, che possono essere azionate da un motore idraulico alimentato dai distributori del trattore.

albero cardanico deve consentire di trasmettere in maniera il più regolare possibile la coppia (e quindi la potenza) dal codolo della pto fino a quello dell’attrezzo, che possono risultare (in alcuni momenti oppure sempre) non allineati.
In realtà un albero con dei giunti di Cardano viene utilizzato pure per trasmettere la potenza all’asse anteriore nella maggior parte dei trattori DT, per collegare motore e cambio in alcuni modelli di trattori, nella maggior parte degli sterzi troviamo un giunto di cardano per trasmettere al potenza dal semiasse anteriore alla ruota (che deve poter sterzare liberamente).

In questo argomento si vorrebbe concentrarsi maggiormente sugli alberi cardanici, che hanno la caratteristica di poter essere smontati facilmente dai codoli del trattore ed attrezzo, per lo sgancio delle attrezzature, per l’utilizzo su altri attrezzi, per la manutenzione, ecc..

Tre alberi cardanici, dall’alto l’albero senza protezioni, l’albero classico (senza accessori) e un albero con doppio giunto (detto omocinetico):



Essenzialmente i codoli sono degli alberini con delle scanalature, che possono essere 6 o 21 (detti anche millerighe) e di dimensioni (diametro, lunghezza, profilo) standardizzati, per avere compatibilità tra costruttori diversi.

Sul codolo è realizzata una sorta di cava circolare che permette di infilare un perno (solitamente a bottone con una molla di ritorno) oppure un vero e proprio bullone (in tal caso rimuovere l’albero cardanico risulta più difficoltoso) che impedisce lo sfilamento degli alberini scanalati.

Attacco per il codolo:


L’albero cardanico è quindi formato da due alberi concentrici, due tubolari che possono scorrere uno sull’altro ma che non possono ruotare uno rispetto all’altro: in questa maniera l’albero può allungarsi oppure accorciarsi, a seconda dell’attrezzo sul quale viene usato, oltre al fatto che per attrezzi portati al sollevatore o in caso di spostamenti la lunghezza può variare.
Alle estremità dell’albero vi sono i giunti di Cardano, formati da due forchette collegate tra loro tramite una crociera rigida e la femmina per l’attacco al codolo scanalato.

Una piccola animazione del funzionamento del giunto di Cardano (cliccando si anima):


Il giunto di Cardano prende il nome dallo studioso Girolamo Cardano, che lo riscoperto nel 1545, anche se le origini risalgono al terzo secolo a.C.
il giunto di Cardano non è omocinetico, cioè la velocità dei due alberi collegata dal giunto non è la stessa: il rapporto tra le loro velocità varia in funzione dell’angolo di rotazione oscillando attorno al rapporto unitario.


disallineamento aumenta l’irregolarità di trasmissione, oltre che le forze laterali scambiate dal giunto.

Grafico dell’andamento del rapporto di velocità tra movente e cedente in funzione dell’angolo di rotazione e parametrico per varie inclinazioni:


L’albero cardanico è solitamente formato da due giunti, quindi si può sfruttare questa caratteristica per smorzare l’irregolarità di trasmissione: se le forchette dei due giunti sono allineate e i due angoli di incidenza (cioè tra pdf ed albero e tra albero ed attrezzo) sono gli stessi (oppure opposti) le due irregolarità si compensano a vicenda, i due profilati hanno un inerzia rotazionale ridotta e quindi non risentono molto dell’irregolarità di trasmissione (l’albero non ruota a velocità uniforme) mentre tra trattore ed attrezzo si ha un funzionamento omocinetico.

Non sempre si riesce ad avere questa condizione di codoli di trattore ed attrezzo allineati, quindi si è studiato un giunto di Cardano in maniera che fosse omocinetico: ponendo in serie due giunti e realizzando un sistema meccanico che faccia in modo che l’angolo dei due giunti sia lo stesso (in modulo) si costruisce un giunto omocinetico e che permette di realizzare angoli doppi a parità di spinte sui componenti.

Giunto omocinetico (sono state tolte le protezioni delle crociere per vedere il meccanismo):



Questo tipo di giunto viene molto utilizzato ad esempio per gli atomizzatori trainati, dove l’albero è praticamente allineato al codolo della pompa, mentre il doppio giunto è in verticale o quasi rispetto al gancio di traino (e quindi centro di rotazione tra atomizzatore e trattore): la trasmissione risulta molto più regolare, si possono ottenere angoli di lavoro maggiore (per dare due numeri indicativi, per funzionamento continuo parliamo di 25° di inclinazione e per funzionamento a tratti fino a 80°), ed il secondo giunto di Cardano, classico, è interposto tra l’albero e la pompa dell’atomizzatore, per ovviare ai piccoli disallineamenti che sono sempre presenti, ma parlando di angoli molto piccoli l’irregolarità che introduce è pienamente accettabile.

In normali condizioni di lavoro, con angoli non eccessivi, si possono accettare irregolarità di funzionamento complessivo di qualche punto percentuale: un’accentuazione delle stesse si ha per angoli di snodo ampi, come ad esempio quando si solleva un attrezzo azionato con la pdf: in tal caso è evidente il fenomeno dell’irregolarità della trasmissione del moto, l’aumento di rumorosità (e di vibrazioni) è evidente, tanto che è consigliato di disattivare la pdf prima di sollevare l’attrezzo.


Manutenzione dell’albero cardanico

Per mantenere sempre in perfetta efficienza l’albero cardanico è importante la manutenzione, non richiede molto tempo ma allunga la vita dell’attrezzo: per la manutenzione ordinaria è sufficiente ingrassare i giunti agli intervalli di lavoro specificati (solitamente ogni otto ore) e ripulire eventuali accumuli di morchia e sporcizia.
Inoltre le plastiche di protezione vanno sostituite se rotte, sia quelle che impediscono di far entrare oggetti tra le crociere di snodo, sia quelle che coprono l’albero e che evitano che oggetti o peggio ancora indumenti possano venire avvolti attorno allo stesso.

Le protezioni di albero ed attrezzo sigillano le crociere dall’ambiente esterno per evitare che oggetti possano entrare in contatto con gli snodi:



Alcuni alberi prevedono pure degli ingrassatori per le protezioni in plastica, per far sì che possano ruotare facilmente rispetto all’albero in acciaio, in quanto le protezioni vanno fissate (con catenelle) al telaio del trattore e dell’attrezzo in maniera che non ruotino assieme all’albero.

Tre alberi cardanici, dall’alto l’albero senza protezioni, l’albero classico (senza accessori) e un albero con doppio giunto (detto omocinetico) con le catenelle montate:



Per l’ingrassaggio alcuni costruttori prevedono dei fori all’interno delle protezioni per potervi infilare l’ingrassatore senza dover rimuovere l’albero, mentre altri alberi prevedono lo smontaggio dai codoli per raggiungere gli ingrassatori.
In particolare gli alberi con giunto omocinetico, che sono quelli che presentano il maggior numero di ingrassatori, spesso necessitano dello smontaggio delle protezioni per riuscire a fare la manutenzione ordinaria: nel tal caso potrebbe essere utile il montaggio di un sistema che “porta all’esterno” l’ingrassatore, per renderlo più facilmente raggiungibile.
L’ingrassatore montato sulla crociera (che lubrifica i contatti con le forchette) può essere interno o esterno: quello interno può essere raggiunto solo attraverso il foro apposito, oppure smontando le protezioni, con albero montato, mentre quello esterno può essere raggiunto agevolmente, ma solo ad albero smontato.

Ingrassatore esterno alla crociera:


Oltre al giunto omocinetico già visto, l’albero cardanico può essere dotato di altri accessori per migliorarne il funzionamento, i più importanti sono:

- Ruota libera, che permette di azionare attrezzi a grande inerzia che non ne sono dotati autonomamente, bisogna fare molta attenzione al verso di montaggio dell’albero, e non sono indicati per alberi che devono trasmettere la coppia in entrambi i sensi (per esempio su rimorchi trazionati);



- Limitatori di coppia: a frizione, a nottolini..



Cosa significano i codici riportati sull’albero cardanico:


L’albero cardanico è un attrezzo importantissimo, che permette di trasferire la potenza dal trattore agli attrezzi, ma spesso non ci si rende conto che attraverso quel pezzettino giallo passa parecchia potenza, se si prova per un attimo a pensare a quanti cavalli ci sono sotto quei pezzi di plastica di si rende conto di quanto pericoloso sia: è importantissimo quindi fare attenzione, mantenerlo sempre in efficienza e operarci solo a pdf disinnestata.


Aggiungo un piccolo video di un test di resistenza a trazione di un giunto cardanico:

Ecco un cardano con due pulsanti:

Due bulloni che lo bloccano dalla parte dell'atrezzo:

Tubolare millerighe:


Il cardano è sprovvisto della sua protezione e relative catenine perchè è stato portato dal fabbro per farlo accorciare in quanto non è possibile farlo in casa come per i cardani normali con un flessibile.
purin - 16 Apr 2013 22:38:45
Oggetto:
Io per millerighe intendevo il codolo, inizialmente era usato per la pdf a 1000 giri, avendo un miglior centraggio, pur potendo trasmettere meno coppia..

Ormai sono abbastanza in disuso, in teoria john deere offre ancora il codolo girevole con entrambe le dentature, altrimenti bisogna smontare la flangia..

Alessio cosa ne pensi del giunto con due pulsanti?


ciao
Alessio - 17 Apr 2013 21:45:17
Oggetto:
purin ha scritto:
Alessio cosa ne pensi del giunto con due pulsanti?


Una sicurezza UTILE in più,ben venga.
purin - 17 Apr 2013 21:56:18
Oggetto:
Non oso immaginare cosa possa fare un albero cardanico che si sgancia..

Ma a dire il vero con quelli normali, io li infilo fino in fondo e poi tiro fino a sentire lo scatto, mai avuto problemi ne sentito di gente che li abbia avuti..

Ma si riesce ad entrare con due mani sotto alle cuffie?

tubi telescopici dovrebbero sempre essere infilati per almeno un terzo della loro lunghezza, per evitare episodi simili e per riuscire a trasmettere la coppia..

Per ogni lavoro ci va l'albero giusto, non quello più sottomano..



ciao
Alessio - 19 Apr 2013 19:18:11
Oggetto:
Io non ho mai visto un cardano sfilato e non ci tengo nemmeno a vederlo!

Ho visto un cardano col tubo "attorcigliato"perchè come dice Purin ci vuole il cardano giusto oltre alla lunghezza ci vuole pure il diametro giusto sennò si "attorciglia"....
Piozzo - 19 Apr 2013 20:39:27
Oggetto:
Effettivamente ci sono visioni decisamente migliori. Non credo fosse stato
colpa dell' albero, semmai una non perfetta sistemazione della pompa che
e' scorsa all' indietro provocandone il danno.

Sulla pressa regolata la prima volta che è stata messa in campo,più toccata....preciso che non faccio tante balle all'anno.

La fresa quando comincia a slittare chiave 19 e si regola man mano in campo...non ho mai avuto problemi...

Rompere un cardano sarebbe il problema minore è che ho già visto l'albero della ventola di uno spandi spezzato del tutto...non credo che con 150 euro l'abbia sistemato e un amico mi ha detto che ha avuto danni anche al trattore usando la fresa senza frizione Shocked
purin - 07 Lug 2013 20:29:03

Oggetto:
Sei-sette anni fa avevo trovato un bell'articolo di tecnica su una rivista di meccanica agricola su un sistema che a loro dire doveva diventare il futuro degli alberi cardanici, vi erano riportate sia le prove al banco (cicli di lavoro per valutare affidabilità ed usura) che poi in campo con il dispositivo montato su un trattore.

in pratica era un sitema aggiuntivo che permetteva di agganciare da solo il cardano al trattore, oltre ad essere un ulteriore dispositivo di sicurezza, putroppo non trovo più la rivista con le prove ed i commenti, ma ho trovato un video, a memoria dovrebbe essere proprio delo stesso costruttore.


in pratica si appoggia il cardano in un supporto, questo lo prende e lo infila sul codolo.

nella prova che avevo visto su questa rivista (che non riesco più a trovare) il codolo maschio aveva una leggera lavorazione per "invitare" l'innesto: le scalanature erano raccordate in cima per facilitare l'accoppiamento e nelle prove al banco era stata valutata anche l'usura di queste per capire se ci fossero problemi nell'uso continuativo e sembrava di no.

a mio parere il problema più grande è che questo sistema semplifica poco il lavoro rispetto a quello che costa, a meno di esigenze particolari forse è meglio spendere prima i soldi in altre cose.

ciao
Alford - 14 Lug 2013 22:47:38
Oggetto:
infatti alla fine fa solo l'operazione del pulsante in modo idraulico... questo sistema dovrebbe essere più sicuro ma al massimo si spegne il trattore e si è sicuri lo stesso
purin - 20 Set 2013 15:32:09
Oggetto:
Come scegliere l'albero cardanico in funzione della potenza da trasmettere


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MessaggioTitolo: ALBERO CARDANICO definizione   ALBERO CARDANICO di trasmissione Icon_minitimeDom Mag 23, 2021 7:54 am

Il trattore è considerato una "centrale mobile di potenza" meccanica, idraulica e, seppur meno frequentemente, anche pneumatica ed elettrica. I mezzi per la trasmissione di potenza sotto forma meccanica sono gli organi di propulsione, per la trazione; il sollevatore idraulico per il sollevamento e la messa in posizione degli attrezzi; la presa di potenza e l'albero cardanico. Quest’ultimo, in particolare, costituito da giunti semplici od omocinetici, da una parte telescopica centrale, e da una protezione antinfortunistica, serve a trasmettere il moto della presa di potenza del trattore agli organi mobili della macchina operatrice. Nonostante la grandissima importanza degli alberi di trasmissione nella moderna meccanizzazione agricola, a questo argomento non è quasi mai stato dato il giusto peso, nonostante il tema si presenti ricco di interesse non solo dal punto di vista tecnico, viste le continue innovazioni che le i costruttori apportano ai loro prodotti, ma anche dal punto di vista della salvaguardia della sicurezza degli operatori.

Molti gravi (talvolta mortali) incidenti avvengono proprio perché nell'uso dell'albero cardanico non sempre si osservano scrupolosamente le norme d'utilizzazione e di manutenzione che la ditta costruttrice indica, di solito, molto chiaramente.

2. La trasmissione cardanica - il giunto cardanico

Il giunto cardanico, che prende il nome dal matematico italiano Gerolamo Cardano, vissuto nel XVI secolo, ha trovato soprattutto negli ultimi trenta anni un notevolissimo impiego in agricoltura. Questo organo meccanico permette la trasmissione di movimento e potenza tra alberi ad assi concorrenti, che formano angoli più o meno ampi. Con riferimento alla fig. 1, il giunto cardanico è costituito da una crociera su cui si articolano due forcelle; la crociera permette alle forcelle di ruotare attorno agli assi Y e Z. In agricoltura è necessario che tale rotazione possa raggiungere, ad alberi non rotanti, i 90°.



ALBERO CARDANICO di trasmissione Fig01


1 - Elementi costitutivi di un giunto cardanico.

Lo studio cinematico mostra che per effetto dell'angolo formato dagli assi degli alberi collegati, il rapporto di trasmissione instantaneo (inteso come rapporto delle velocità istantanee delle forcelle condotta e motrice) non si mantiene costante, ma ha un andamento periodico, di tipo sinusoidale. Questo in pratica significa che anche nel caso in cui la velocità della forcella motrice sia uniforme, come quasi sempre avviene nelle applicazioni agricole, la velocità della forcella condotta è variabile istante per istante, quindi ruota di moto accelerato e genera coppie inerziali qualora sia collegata ad una massa volanica, con conseguente insorgere di fenomeni vibrazionai tanto più ampi e pericolosi, quanto maggiore è l'angolo di snodo.

A causa dei limiti illustrati e cioè:

capacità di collegare solo alberi ad assi concorrenti e dotati esclusivamente di spostamenti angolari;

generazione di moto non uniforme per effetto dell'angolo di snodo;

il giunto trova applicazione solo come dispostivo interno alle macchine operatrici dove le suddette condizioni possono essere opportunamente controllate.

2.1 Il doppio giunto cardanico

Per superare tali limiti, si può adottare il doppio giunto cardanico, che è un albero privo di funzione telescopica, cioè risulta di lunghezza fissa. E’ idoneo pertanto alla trasmissione del moto tra assi anche non concorrenti. L’irregolarità di trasmissione è legata agli angoli dei due giunti e si annulla quando gli angoli sono uguali.

3. L’albero cardanico

Per le più generali esigenze del settore agricolo è stato necessario invece fare ricorso all'albero cardanico, che è l'insieme di due giunti semplici collegati da un albero telescopico, secondo l'asse X, in grado di assecondare le variazioni più o meno istantanee di distanza fra trattore e operatrice, che si verificano in fase di manovra, a causa delle l'asperità del terreno, ecc...

L'albero cardanico collega dinamicamente la presa di potenza del trattore con quella della macchina operatrice, sia essa trainata o portata sull’attacco a tre punti. In entrambi i casi, durante il lavoro le due prese di potenza (motrice sul trattore e condotta sull’operatrice) assumono posizioni relative variabili che l'albero cardanico deve avere la capacità di seguire.

A differenza del giunto semplice, l’albero cardanico ha:

la capacità di trasmettere il moto tra alberi i cui assi siano disposti in modo qualsiasi nello spazio, anche se dotati, entro certi limiti, di moto relativo;

la possibilità di ottenere un angolo di lavoro totale tra le forcelle alle sue estremità maggiore di quello di un giunto semplice, in quanto somma degli angoli di lavoro dei due giunti componenti;

la capacità di realizzare una trasmissione omocinetica del moto, data una determinata configurazione degli assi da collegare.

Nel collegamento tra trattrice ed operatrice è sempre necessario ricercare la condizione di omocineticità nella trasmissione di moto, o almeno avvicinarsi ad essa; la trasmissione omocinetica rappresenta la situazione ottimale per il funzionamento regolare, senza urti, martellamenti e vibrazioni, che pregiudicano la durata di tutti gli organi della catena cinematica, macchina agricola compresa. In pratica, però, l’elasticità degli elementi costitutivi dell'albero cardanico, in particolare della parte telescopica, ne permette l'impiego anche in condizioni non strettamente omocinetiche.

La differenza degli angoli di lavoro in entrata ed in uscita deve però essere contenuta entro valori ben precisi, in funzione della velocità di rotazione, (infatti gli effetti inerziali variano con il quadrato della velocità di rotazione) e delle caratteristiche elastiche dell'albero.

3.1 Forcelle

Il principale scopo delle forcelle è quello del contenimento delle deformazioni elastiche sotto carico.

Il loro dimensionamento ha infatti lo scopo di mantenere allineate le sedi dei cuscinetti della crociera, a garanzia di una corretta ripartizione del carico sui corpi volventi, a tutto vantaggio della durata dello snodo. Le forcelle sono realizzate in acciaio stampato e lavorate secondo elevati standard qualitativi. Con le normali forcelle è possibile raggiungere angolazioni dello snodo di 45° per brevi periodi, mentre per un uso continuativo non deve essere superato un angolo di 35°. A riposo, in assenza di rotazione, le forcelle permettono un ripiegamento dello snodo ad angolo retto.

3.2 Crociere

Le dimensioni della crociera sono determinate per ottenere il miglior compromesso tra le caratteristiche dinamiche e di durata dei corpi volventi e la resistenza flessionale dei perni. Entrambi gli aspetti sono importanti, in quanto accanto a condizioni di regime di funzionamento (carico, angolo, velocità), sulle quali si valuta la durata, sussistono situazioni transitorie, come sovraccarichi e urti, che coinvolgono la resistenza. Anche in questo caso, le lavorazioni prevedono strette tolleranze dimensionali ed elevati gradi di finitura.

3.3 Parti telescopiche

Sono costituite solitamente da tubi sagomati o, più raramente e in parte, da alberi scanalati. I tubi sono dimensionati per una coppia torcente massima di sicurezza, spesso sono trattati superficialmente, per minimizzare la spinta telescopica. Con uno speciale trattamento (denominato "Rilsan") il coefficiente di attrito di riduce del 50 % rispetto al contatto tra due normali superfici metalliche.

Se le condizioni di lavoro prevedono un ambiente fortemente abrasivo, il tubo può essere cementato e temprato, per aumentarne la durezza.

I profili più utilizzati sono:

a sezione triangolare (fig. 2a);

ad albero scanalato (fig. 2b);

a sezione quadra e a "limone" (in disuso).



ALBERO CARDANICO di trasmissione Fig02

ig. 2 - Tubi telescopici a sezione triangolare (a) e ad albero scanalato (b).

Recentemente, alcune ditte leader del settore hanno messo a punto tubi con nuovi profili innovativi, come quello a quattro denti (fig. 3, a sinistra) o esalobato (fig. 3, a destra), che migliorano la durata della trasmissione e riducono gli intervalli di lubrificazione, contenendo ingombri e pesi.

In particolare il principio funzionale che si propongono è quello di far combaciare sottocarico l’intera altezza dei denti, in modo da distribuire le sollecitazioni su ampie superfici di contatto, poiché riducendo le pressioni di contatto significa limitare l’usura delle superfici e minimizzare la forza di scorrimento relativo. I rilievi del profilo sono posizionati in modo da rendere agevole l’infilamento dei tubi secondo l’orietamento prestaibilito, in mod che le forcelle restino in fase, per una corretta trasmissione del moto.


Profili innovativi di tubi telescopici: a quattro denti (a sinistra) ed esalobato (a destra).

4. Configurazioni di collegamento per operatrici portate e trainate

Generalmente, con attrezzo collegato all’attaco a tre punti in lavoro (fig. 4a) si registra una larghezza ridotta dell’albero e angoli di snodo sono pressocchè uguali. Ad attrezzo sollevato (fig. 4b) si ha la massima estensione dell’albero, l'incremento e la diversificazione degli angoli di snodo. Per elevate altezze di sollevamento pertanto può essere necessario interrompere la rotazione.


- Dinamica di movimento dell’albero cardanico in diverse fasi della lavorazione.

Per le macchine trainate, l’albero assume la maggior lunghezza durante il lavoro in linea e si richiude in fase di sterzata. Pertanto, l’angolo di massima sterzata dipende dalla lunghezza della trasmissione chiusa e si ripartisce tra i giunti in relazione alle distanze dal punto di traino, cioè dove l’occhione montato sul timone dell’operatrice si unisce con il perno al gancio di traino del trattore.

Se il punto di traino è equidistante dalle prese del moto (fig. 5a), l’angolo di sterzata è ugualmente ripartito tra i giunti, e la trasmissione è sempre omocinetica. Se invece, come più frequentemente accade, il punto di traino non è equidistante dalle prese del moto (fig. 5b), in fase di sterzata si incrementa prevalentemente l’angolo del giunto più vicino al punto di traino stesso, che quasi sempre è quello del lato trattore. Si genera così irregolarità di trasmissione, con conseguenti vibrazioni e rumore.

Oltre certi limiti, stabiliti da ogni costruttore per i modelli prodotti, tale irregolarità è incompatibile con un funzionamento sicuro, ed è pertanto necessario limitare l’angolo di sterzata o, più convenientemente arrestare il movimento, disinserendo la presa del moto.
In fase di sterzata si incrementa prevalentemente l’angolo del giunto più vicino al punto di traino, che quasi sempre è quello del lato trattore (situazione "b", dove a 1 > a 2). Si genera così irregolarità di trasmissione, con conseguenti vibrazioni e rumore.

5. Il giunto omocinetico

Nella pratica, molte macchine hanno assoluta necessità, sia in fase di lavoro che in fase di manovra, di superare i valori di angoli di trasmissione ammissibili. Sono attuabili allo scopo alcune soluzioni: ad esempio è possibile ogni volta che si deve effettuare una svolta o una manovra, disinserire la presa di potenza, con evidente scomodità da parte del guidatore, perdita di tempo e possibili gravi conseguenze in caso di una eventuale dimenticanza di effettuazione della manovra.

Un'altra possibile soluzione, spazio permettendo, è adottare una catena di trasmissione più complessa, costituita da tre giunti cardanici con un supporto esterno per il giunto intermedio, con evidente aumento del costo globale della trasmissione.

La soluzione più moderna, più efficente, anche dal punto di vista della capacità lavorativa della macchina operatrice, consiste nell'utilizzo di un albero cardanico dotato di giunto omocinetico che, come indica l'etimologia della parola, è in grado di mantenere uguale la velocità in entrata ed in uscita con qualsiasi angolo di snodo.

L'operatore può così continuare il lavoro alle normali condizioni anche nelle manovre e nelle sterzate, con conseguente suo risparmio di tempo, attenzione e fatica.

L'albero cardanico può essere dotato di uno solo (fig. 6a) o di due giunti omocinetici, presenti in quest'ultimo caso ad entrambe le estremità del dispositivo (fig. 6b).

fig06.jpg (41299 bytes)

Fig. 6 - Albero cardanico con un solo (a) o con due (b) giunti omocinetici.

Peraltro, per un funzionamento accettabile della trasmissione, montando un solo giunto omocinetico il giunto semplice su lato opposto deve lavorare allineato, o almeno con un angolo di lavoro non superiore a 15° circa, poichè tutta la trasmissione risente della sua irregolarità. Se questa ulteriore condizione non è soddisfatta si deve necessariamente prevedere la trasmissione con giunti omocinetici ad entrambe le estremità.

L'applicazione più frequente dell'albero cardanico con giunti omocinetici si ha per le macchine trainate con punto di attacco significativamente decentrato rispetto alla presa di potenza del trattore, quali raccoglimballatrice, falciacondizionatrice, atomizzatore, carro autocaricante, carro miscelatore, ecc. (fig. 7).
Esempi di proficui utilizzi dell’albero cardanico omocinetico.

L'albero cardanico omocinetico si presenta come un doppio giunto, quindi con due forcelle di estremità collegate con due crociere ad un corpo centrale. Le forcelle sono vincolate a seguire l'una i movimenti dell'altra da un disco di acciaio libero di muoversi all'interno di una camera ricavata nel corpo centrale (fig. Cool. Il disco mobile mantiene concorrenti gli assi di rotazione per qualsiasi angolo di lavoro.

Il dispositivo è autosupportante e presenta una tipica conformazione a "botte" del corpo centrale. Questa forma non è casuale, ma è opportunamente studiata in modo da permettere, in fase di manovra, un angolo di lavoro massimo di 80°. Oltre tale valore, la forcella tocca il bordo della "botte". Questo contatto costituisce una sorta di "fine corsa", che ha la funzione di avvertire l'utente di non raggiungere nè tantomeno superare questa condizione limite, perché ciò può avere gravi conseguenze sulla struttura degli organi meccanici della trasmissione.

fig08.jpg (44440 bytes)

Fig. 8 - Geometria del giunto omocinetico

Poichè l'albero cardanico omocinetico è utilizzato con profitto quando i due giunti lavorano con angoli molto diversi e quindi con velocità disuguali e quando la trasmissione lavora temporaneamente ad angoli di snodo molto elevati, l'utilità che deriva dal suo impiego è rappresentata da:

miglioramento della prestazione nella trasmissione di potenza;

ampliamento dell'impiego della trasmissione cardanica

Pur rappresentando quindi un costo iniziale più elevato, il giunto omocinetico permette un'economia per l'operatore in quanto il rendimento del lavoro è più elevato.

6. Sistemi di fissaggio alle prese del moto

Esistono in commercio parecchi sistemi, tutti però finalizzati ad un unico scopo, quello cioè di fissare in sicurezza le estremità dell’albero cardanico; un eventuale sfilamento con l’albero in rotazione (il cosiddetto "sbandieramento") avrebbe infatti conseguenze gravissime, sia a carico del trattore e dell’operatrice, sia soprattutto a danno dell’operatore.

Di seguito vengono brevemente descritte le soluzioni più comunumente adottate.

6.1 - Attacco rapido a pulsante per prese scanalate

fiss01.jpg (29497 bytes)E’ il tipo di attacco tradizionale, più comune. La manovra di fissaggio si ottiene agendo sul pulsante che si impegna/disimpegna nella gola della presa di moto. Il pulsante è montato in una sede ricavata sul mozzo della forcella e mantenuto in posizione di impegno semplicemente dalla molla di contrasto.

Su alberi cardanici costruiti per potenze di trasmissione elevate, l’attacco è a doppio pulsante. I due dispositivi agiscono su due assi paralleli, diametralmente opposti, e con verso di azionamento l’uno il contrario dell’altro.

Problemi abbastanza comuni di tale tipo di attacco sono il parziale grippaggio del pulsante e/o della molla, con conseguenti difficoltà di attacco, ma soprattutto di stacco, dovuto ad insufficienti ingrassaggi o a lunghi periodi di inattività.



6.2 - Attacco rapido di sicurezza

fiss02.jpg (30691 bytes)E’ costituito dall’attacco rapido a pulsante, integrato da un manicotto di copertura e manovra. I problemi accennati per l’attacco tradizionale sono ovviati rendendo più agevole la manovra del pulsante attraverso una limitata rotazione del manicotto. Il verso di rotazione differenzia il dispositivo lato macchine da quello lato trattore, al fine di garantirne un fissaggio sicuro in fase di lavoro. E’ importante verificare manualmente che il collare (e quindi il pulsante) ritorni completamente nella posizione iniziale dopo il fissaggio sulla presa scanalata.











6.3 - Attacco con bullone conico

fiss03.jpg (6465 bytes)Il serraggio del dado incunea la vite sagomata tra la sua sede sul mozzo e la gola della presa di moto. In tal modo i profili della presa di moto e del mozzo aderiscono creando un bloccaggio fortemente stabile. Sono prescitte adeguate coppie di serraggio, in funzione del siametro della presa scanalata.









7. Dispositivi di sicurezza contro i sovraccarichi

Sono meccanismi in grado di controllare il valore di una o più grandezze del moto, al fine di salvaguardare la macchina operatrice e la trasmissione cardanica e/o rendere più agevoli determinate fasi di lavoro. Ciò permette:

un dimensionamento più razionale ed attento della macchina;

un migliore utilizzo dell’albero cardanico;

un più alto livello di sicurezza dell’applicazione.

Solitamente, i dispositivi di sicurezza si montano sull’albero cardanico tramite una semplice sostituzione di una delle forcelle di estremità, senza che tale intervento alteri la cinematica di funzionamento. I dispositivi di sicurezza risultano regolati per determinati valori nominali di coppia da trasmettere, con una tolleranza relativamente bassa (± 10 %), definiti in base ai valori della coppia di lavoro ed alla resistenza della trasmissione nel suo insieme.

Anche in questo caso, vengono di seguito brevemente descritte le soluzioni più comunumente adottate.

7.1 Ruota libera

fiss04.jpg (18533 bytes)Si tratta di un dispositivo che permette la trasmissione di potenza dal trattore alla macchina operatrice, ma non viceversa. Tale caratteristica, a prima vista superflua, risulta invece importante per il corretto funzionamento di operatrici provviste di forte massa rotante (es. il volano della pressa imballatrice per balle parallelepipede), per impedire che, in caso di malfunzionamento, l’inerzia accumulata dal volano stesso si scarichi per periodi più o meno lunghi sulla presa di potenza del trattore, con pericolo di deformazioni o rotture.

7.2 Limitatore a nottolini

fiss05.jpg (21067 bytes)E’ un limitatore di coppia a camme e nottolini elastici ad effetto radiale. Agisce interrompendo la trasmissione di potenza qualora la coppia trasmessa superi il valore di taratura. All’intervento del limitatore, i nottolini comprimono la molla corrispondente e cambiano rapidamente di sede. Ne consegue un’elevata rumorosità e un riscaldamento per attrito del dispositivo. E’importante pertanto arrestare prontamente il moto, per evitare inutili usure del sistema. Se il sovraccarico viene eliminato, il limitatore si ripristina automaticamente.

7.3 Limitatore a bullone

fiss06.jpg (31950 bytes)L’elemento "attivo" è semplicemente un perno (bullone), soggetto a tranciamento eccentrico qualora la coppia trasmessa superi il valore di riferimento. Agisce interrompendo in modo irreversibile la trasmissione della potenza. Per il ripristino, è assolutamente necessario sostituire la vite tranciata con una di uguale diametro, classe e lunghezza. In un ambito come quello agricolo, ciò può risultare problematico: pertanto non sembra essere un dispositivo particolarmente adatto allo scopo.





7.4 Limitatori a dischi di attrito

fiss07a.jpg (16596 bytes)fiss07b.jpg (15641 bytes)Si tratta di limitatori a frizione. Le rotazioni relative tra le superfici interessate alla frizione limitano il valore della coppia trasmessa. Sono utilizzati sia contro il sovraccarico, sia soprattutto per l’avviamento di operatrici a forte inerzia. Nel tipo illustrato a sinistra, la taratura è regolabile registrando la precompressione delle molle elicoidali. Una variante più sofisticata è costituita dal limitatore a dischi di attrito con molle a tazza (a destra). Anche in questo caso, oltre a funzione di sicurezza contro il sovraccarico, può essere utilizzato per l’avviamento di operatrici a forte inerzia. A differenza del tipo a molle elicoidali, la sua taratura non è modificabile. In compenso, l’impiego di molle del tipo a tazza mantiene costante nel tempo la taratura nonostante il naturale consumo dei dischi di attrito.

8. Importanti regole di uso e manutenzione dell’albero cardanico

E’ della massima importanza verificare per ogni utilizzo che la lunghezza della trasmissione rispetti le condizioni di minimo e massimo allungamento. A tale proposito, le estremità dei tubi telescopici non devono toccare le forcelle interne di ogni giunto e, all’opposto, la sovrapposizione del tubo interno ed esterno non deve mai essere inferiore ad 1/3 della lunghezza in lavoro dei tubi stessi (fig. 9).

fig09.jpg (51154 bytes)Fig. 9 - Corrette lunghezze di lavoro degli alberi cardanici nelle varie situazioni operative.

Un’operazione che preserva l’albero cardanico da danneggiamenti anche molto accentuati è la lubrificazione: bisogna rispettare con scrupolosità le frequenze di ingrassaggio delle varie parti, previste dall’apposito schema, solitamente riportato sia sul libretto di uso e manutenzione, sia su uno specifico adesivo applicato alla protezione in plastica (fig. 10).





fig10.jpg (49319 bytes)

Fig. 10 - Intervalli orari di lubrificazione (ingrassaggio) delle varie parti dell'albero cardanico.

9. Sicurezza dell’albero cardanico

Le statistiche antinfortunistiche in agricoltura dimostrano che l’albero cardanico è molto pericoloso, causa di numerosi incidenti con infortuni gravi, a volte anche mortali. Per questo motivo tali dispositivi sono dotati di una serie di accorgimenti per diminuirne la pericolosità.

In particolare, se l'albero cardanico è stato acquistato nuovo in Italia dopo il 1° gennaio 1995, deve essere corredato di libretto di uso e manutenzione in italiano (e non solo nella lingua madre della casa costruttrice), di decalcomanie di sicurezza e deve riportare il marchio CE (fig. 11), che comprova il rispetto delle norme vigenti.

E' importante constatare la presenza delle decalcomanie, comprenderne il significato e adoperarsi affinché esse non vengano danneggiate e/o asportate.

fig11.jpg (47772 bytes)

Fig. 11 - Decalcolmanie presenti sulla protezione dell’albero cardanico.

Le prese scanalate femmina, da fissare al trattore e alla macchina operatrice, devono essere mantenute in buone condizioni, ben ingrassate e non devono essere usurate (slabbrate e deformate) o arrugginite.

I nottolini di bloccaggio (o dispositivi equivalenti) devono essere azionabili con facilità, ben ingrassati; una volta premuti per fissare la presa scanalata, devono poi poter ritornare liberamente e prontamente alla posizione di blocco. In caso di grippaggio, non si deve ricorrere per lo sbloccaggio ad utensili quali martello o mazzuolo, ma preferire sistemi che prevedano un miglioramento della lubrificazione, ad esempio usando liquidi sbloccanti.

Le crociere e i giunti omocinetici devono risultare integri, non arrugginiti o criccati, in grado di raggiungere tutte le posizioni previste senza sforzo; è fondamentale una buona e costante lubrificazione.

Nel caso di presenza di un dispositivo di sicurezza contro i sovraccarichi (frizione a dischi, frizione a nottolini, bullone per rottura a taglio, ecc.) accertarsi che esso sia funzionante e non manomesso in modo tale da comprometterne l'efficienza. In caso di intervento del dispositivo, controllare che successivamente la sua funzionalità rimanga inalterata.

I tubi telescopici devono essere di lunghezza corretta, ben ingrassati, esenti da ammaccature, deformazioni o bave che ne limitino lo scorrimento reciproco.

10. La protezione antinfortunistica dell’albero cardanico

La protezione antinfortunistica è composta da alcune parti (fig. 12), nella gran parte dei casi in plastica (ad alta resistenza contro i raggi UV e relativamente insensibile alle escursioni di temperatura), quali:

i tubi telescopici;

le cuffie (composte da imbuti di base e fasce di estremità);

le ghiere di collegamento (per permettere la rotazione dell’albero rispetto alla protezione);

le catenelle di ritegno, per impedire un eventuale parziale trascinamento in rotazione della protezione rispetto all’albero cardanico, in caso ad esempio di scarsa lubrificazione);

etichette (o decalcomanie) adesive di sicurezza e libretto di uso e manutenzione (fig. 12).

fig12.jpg (50678 bytes)

Fig. 12 - Dotazione di sicurezza di un albero cardanico: parti della protezione antinfortunistica, etichette o decalcomanie di avvertimento e libretto uso e manutenzione.

Le protezioni degli alberi cardanici sono tra i pochissimi dispositivi in ambito agricolo (un altro esempio sono le strutture di protezione contro il ribaltamento dei trattori) soggetti a PROVE DI OMOLOGAZIONE OBBLIGATORIA, da effetturasi necessariamente presso enti ed istituzioni appositamente accreditati allo scopo. Una protezione antinfortunistica per alberi cardanici (così come un telaio o una cabina di sicurezza per trattori) NON PUO’ essere commercializzata se prima non è stata omologata secondo la normativa vigente, la EN 1152).

Sono pertanto previste allo scopo articolate prove, di resistenza e di durata, che vengono eseguite per verificare l’idoneità della protezione a lavorare nelle più comuni situazioni riscontrabili nell’ambito agricolo. In particolare, si tratta di:

10.1 Prove di resistenza

Prova di carico assiale a temperatura ambiente: si applica una forza di 250 N tra la cuffia e il tubo e di 1000 N tra il tubo interno della protezione e l'albero cardanico, in entrambe le direzioni.

Prova di carico radiale a temperatura ambiente: con l'albero cardanico in rotazione a 1000 min-1, si applica un carico di 500 N, tramite un blocchetto parallelepipedo di legno ricoperto di gomma, perpendicolarmente alla protezione, per 1 minuto, sui tubi e sulle cuffie.

Prova di impatto a bassa temperatura: dopo aver raffreddato a -35 °C l'albero cardanico e la protezione, si infliggono 3 urti, con energia d’impatto di 98,1 J, sulla cuffia, sulla mezzeria di uno dei due tubi e nel punto mediano della sovrapposizione dei due tubi.

Prova di carico assiale a bassa temperatura: dopo aver raffreddato a -35 °C l'albero cardanico e la protezione, si applica una forza assiale tra il tubo della protezione e l'albero cardanico. La protezione deve resistere ad una forza minima di 2,5 kN se il diametro interno del tubo esterno della protezione è minore o uguale a 80 mm e di 3,5 kN se il diametro interno del tubo esterno è superiore a 80 mm.

Prova del dispositivo di ritegno (catenella) a temperatura ambiente: si applica una forza, sia tangenzialmente che radialmente, di 400 N ad ogni catenella montata.

Le prove di resistenza sono superate positivamente se la protezione non evidenzia fratture, rotture, distacco o separazione di sue parti.

10.2 Prove di durata

Con l’albero cardanico completo della protezione rotante a 1000 min-1, su un banco prova racchiuso da un opportuno rivestimento, si sottopone il dispositivo alle seguenti 4 fasi:

per 120 ore, e con l’albero cardanico preventivamente bagnato con acqua, operare alternando cicli della durata di 24 ore a 85 °C ± 5 °C e a temperatura ambiente, cominciando con un ciclo a 85°C;

per altre 120 ore, operare a temperatura ambiente in atmosfera contenente 0,5 kg/m³ di una miscela di polvere organica (erba medica essiccata e trinciata) e minerale (concime fosfatico semplice) in parti uguali;

per 2 ore, operare a temperatura ambiente in una soluzione salina nebulizzata (ad una concentrazione di 50 g/l);

per 48 ore, operare a temperatura ambiente.



11. Verifiche e manutenzione della protezione

La protezione deve essere quella originariamente prevista dal costruttore. Qualora risulti danneggiata (come nell’esempio riportato qui sotto), occorre sostituirla con altra originale.

Le cuffie di protezione delle crociere, dei giunti omocinetici e delle eventuali frizioni di sovraccarico devono essere integre. Accertarsi che gli agganci di unione ai tubi telescopici della protezione siano integri ed efficienti.

Nel caso in cui il bordo della cuffia entri in contatto con qualche parte della macchina operatrice o del trattore durante il lavoro, è molto pericoloso asportare, tagliandola, parte della cuffia.

cuff1.jpg (30844 bytes)Occorre, in questi casi, utilizzare un albero cardanico dotato di protezione che non interferisca con parti della macchina anche alla massima angolazione di lavoro.

I tubi telescopici di protezione dell'albero cardanico devono essere integri, privi di deformazioni, slabbrature, ammaccature, ecc. Qualora uno di questi inconvenienti venga rilevato, bisogna sostituire l'intera protezione. Non utilizzare i tubi telescopici come punto d'appoggio per la salita o la discesa dalla macchina, sia con albero cardanico fermo, sia tanto meno quando è in movimento (fig. 13).

Le protezioni sono generalmente costituite da materiale plastico, soggetto come tale ad invecchiamento e degrado dovuto alle radiazioni solari.

Cambiamenti di colore (imbrunimenti se la protezione è gialla, fig. 14) o comparsa di screpolature, crepe o forature non dovute ad interventi esterni, indicano che la protezione ha perso le originali caratteristiche di sicurezza; è necessario pertanto provvedere immediatamente alla sua sostituzione, con un ricambio originale.

cuff2.jpg (32599 bytes)Secondo le norme specifiche, le due (o più) parti di cui è costituita la protezione non devono ruotare unitamente dell'albero cardanico. Allo scopo occorre sempre fissare le apposite catenelle a parti fisse del trattore e della macchina operatrice. Non è permesso usare le catenelle per scopi differenti, per esempio per sollevare l'albero cardanico o per assicurarlo alla macchina operatrice quando non è collegato al trattore. A tale proposito, sulla macchina operatrice stessa deve esistere un dispositivo di appoggio dell'albero cardanico, che non preveda assolutamente l'uso delle catenelle.

La protezione avvolge l'albero cardanico e appoggia su di esso tramite appositi cuscinetti, solitamente costruiti anch'essi con materiale plastico o nylon. I cuscinetti devono risultare integri, funzionanti, ben ingrassati.

Occorre verificare periodicamente che l'albero cardanico possa ruotare e scorrere in senso longitudinale senza eccessivo sforzo all'interno della protezione.

fig13.jpg (34878 bytes)fig14.jpg (32742 bytes)Fig. 13 (a sin.) - Non è permesso utilizzare a protezione come punto d’appoggio.



Fig. 14 (a destra) - Se la protezione presenta imbrunimenti e screpolature dovute ad invecchiamento, deve essere prontamente sostituita.





Un’indagine realizzata solo 2 anni fa rivela l’evidenziarsi di diffuse inadempienze, sia da parte dei costruttori che degli utilizzatori.

Il libretto uso e manutenzione risultava mancante, in media, in 3 casi su 4 : tale mancanza è da considerarsi grave, poiché non è possibile accertare in tal modo i corretti intervalli di ingrassaggio e le altre operazioni specifiche da effettuare in caso di alberi omocinetici e/o con dispositivi limitatori di coppia.

Prese scanalate, nottolini di bloccaggio, crociere e giunti omocinetici sono stati trovati relativamente efficienti: tutto ciò è abbastanza ovvio, poiché se l'albero cardanico in sé non è in efficienza nelle parti citate, non può essere utilizzato. L'utilizzatore è pertanto costretto ad effettuare quel minimo di manutenzione che risulta necessaria. Sono state però censite alcune situazioni non conformi alla sicurezza, come prese scanalate e nottolini di bloccaggio molto usurati, manomissione del limitatore del momento torcente, anche tale da annullare la funzione di sicurezza che tale dispositivo assicura.

La protezione ha evidenziato parimenti una situazione molto grave: sugli alberi cardanici censiti non esisteva protezione, nel senso che si era completamente deteriorata e di conseguenza era stata tolta, in più di 1 caso su 5 ! Per le cuffie, si è configurata, se possibile, una condizione ancora più grave: sui dispositivi più vecchi, ben 6 esemplari su 7 non presentavano cuffie in ordine, con diffuse situazioni di totale assenza (fig. 15).

I tubi, le catenelle e i cuscinetti delle protezioni seguono il medesimo destino.

Le decalcomanie di avvertimento e di segnalazione del pericolo, infine, erano deteriorate o mancanti sull'85 % circa degli alberi cardanici, evidenziando pertanto una loro totale inadeguatezza, che dovrebbe far riflettere a fondo i costruttori nel trovare valide e durature alternative.

fig15.jpg (18903 bytes)

Fig. 15 - Alcuni eloquenti esempi di cuffie (e controcuffie, a destra) gravemente danneggiate.

In generale, quindi, tutte le parti della protezione dell'albero cardanico sono risultate insufficienti, non affidabili e di durata limitata. Pertanto, così com'è attualmente la protezione è assolutamente inadeguata. Il progresso tecnico non ha ancora trovato delle soluzioni che premettano di elevare il livello di sicurezza nell'uso di queste trasmissioni cardaniche. Alcuni tentativi in tal senso sono in corso in vari paesi (Inghilterra, Germania) utilizzando protezioni conformate in maniera diversa, e costruite con materiale teoricamente più durevole, come gomma o, addirittura, acciaio.

In Italia, da parte di un costruttore leader del settore, è stato affrontato anche il problema delle cosiddette controcuffie, cioè di quel naturale completamento della protezione dell’albero cardanico, da applicare alle prese del moto, e quindi sul trattore e sull’operatrice, per ottenere un isolamento completo della trasmissione meccanica.

La Direttiva Macchine (CEE 89/392) e la prEN 1553 prescrivono in specifico che la presa di moto condotta della macchina operatrice (ma anche quella motrice sul trattore) siano protette da almeno una sovrapposizione di 50 mm tra cuffie dell’albero e relative controcuffie. E’ importante che le controcuffie siano dimensionate anche per il montaggio dei vari dispositivi limitatori del momento torcente e che permettano un adeguato fissaggio e una libera articolazione della trasmissione cardanica.

Nel caso specifico, le controcuffie sono sostenute da un fondello in metallo, dotato di asole per il fissaggio alla macchina. La fascia di protezione di forma cilindrica viene fissata al fondello mediante due chiusure a leva, facilitando così le operazioni di manutenzione. Un’apposita catenella mantiene comunque collegata la fascia al fondello (fig. 16).

fig16.jpg (21487 bytes)

Fig. 16 - Nuovo modello di controcuffia, per realizzare una completa protezione tra albero cardanico e prese del moto.






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MessaggioTitolo: Re: ALBERO CARDANICO di trasmissione   ALBERO CARDANICO di trasmissione Icon_minitimeDom Mag 23, 2021 7:56 am

l giunto cardanico: le tipologie e a cosa serve
Meccanica
Il giunto Cardanico è, nel settore delle macchine agricole, il più ordinario sistema attraverso il quale si trasmette il moto rotatorio dal trattore alle sue appendici. Questo meccanismo, oggi dato per scontato, è comparso nelle sue prime versioni fin dal 3° secolo avanti Cristo (veniva usato nelle catapulte come sistema di puntamento) ed oggi è un’efficiente soluzione nella trasmissione di energia cinetica, pur avendo subito nei secoli pochi cambiamenti tecnici se si tralascia la scelta dei materiali.

Cosa fa
Il principale vantaggio del cardano si presenta nella possibilità di trasmettere il movimento in un asse sfalsato rispetto a quello dal quale origina senza consistenti perdite d’efficienza, caratteristica ideale per le applicazioni nel lavoro agricolo. Ovviamente le sollecitazioni date dal lavoro su piani irregolari e la continua esposizione ai detriti richiede per il settore sistemi di particolare robustezza e affidabilità, ma che al contempo mantengano un basso coefficiente di attrito nelle parti direttamente incaricate alla trasmissione del moto. Altrettanto ovvio, di conseguenza, è che questi sistemi presentino delle differenze di dimensionamento a seconda della potenza della macchina per la quale siano stati progettati.



ALBERO CARDANICO di trasmissione Cardano-Trattore-1024x606

Per quanto riguarda la lunghezza è sempre da considerarsi dall’estremo di un attacco fino all’altro, importante perché il pezzo possa essere montato correttamente e possa essere utilizzato. La lunghezza del pezzo tuttavia non è relazionata alla categoria di appartenenza dello stesso.

Le categorie del giunto cardanico
Gli alberi cardanici per le macchine agricole sono quindi divisi in categorie secondo la potenza del trattore al quale verranno associati, in base al quale varieranno le dimensioni dei componenti e in particolare delle crociere, quelle parti del sistema direttamente incaricate per la trasmissione di moto dal trattore all’albero e ancora alla macchina agricola. Questo perché notoriamente un albero cardanico ad uso agricolo è dotato di cardano (e quindi di crociere) su entrambe le estremità dell’albero così che venga mantenuta l’omocineticità del sistema.

Per questo motivo i primi indicatori per classificare la categoria di un albero cardanico agricolo equivalgono con le dimensioni di cuscinetto e altezza (uguale alla larghezza) della crociera. Le due misure si tengono in considerazione sempre secondo lo stesso standard, per cui l’altezza della crociera si intende sempre misurando dalla faccia di un cuscinetto fino a quella dell’opposto, e il diametro del cuscinetto è da considerarsi ignorando lo spessore del seeger (la guarnizione esterna).

Ottenuti questi dati basterà semplicemente associarli alla tabella qui sotto per dedurre la categoria di appartenenza dell’albero cardanico a voi utile.

Categoria Potenza trasmessa a 540 giri/’ (Cv) Potenza trasmessa a 1000 giri/’ (Cv) Misure del cuscinetto (A) (mm) Misure della crociera (B) (mm)
1 16 25 22 54
2 21 31 23,8 61,2
3 30 47 27 70
4 35 55 27 74,6
5 47 74 30,2 80
6 64 100 30,2 92
7 78 118 35 94
8 95 150 36
106,5
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MessaggioTitolo: Giunto cardanico   ALBERO CARDANICO di trasmissione Icon_minitimeDom Mag 23, 2021 7:57 am

Giunto cardanico

In ingegneria meccanica il giunto cardanico, giunto di Cardano o semplicemente cardano[1] (AFI: /karˈdano/[2]) è un quadrilatero articolato spaziale. Esso permette di trasmettere il moto tra due assi in rotazione i cui prolungamenti sono incidenti in un punto ed è dunque classificabile come un organo di trasmissione.

L'invenzione

Bussola nautica
L'invenzione di questo tipo di giunto risale almeno al III secolo a.C., ad opera di scienziati greci come Filone di Bisanzio, che nella sua opera Belopoiika[3] lo descrive chiaramente (karkesion). Inoltre, già a partire dal IV secolo a.C., con l'invenzione della catapulta, era utilizzato per puntare l'arma. Fu riscoperto nel 1545, dall'opera del matematico italiano Gerolamo Cardano (1501-1576), che ne riportava inizialmente la paternità a Joanello Torriani. Il celebre scienziato italiano si sarebbe ispirato ad una bussola per la navigazione marittima, fissata su due cerchi articolati. Ha descritto l'articolazione che porta il suo nome in un trattato intitolato De subtilitate rerum.

Costruzione
È costituito (oltre che dagli assi tra cui si trasmette il moto, i quali non fanno parte propriamente del giunto) da due coppie rotoidali disposte su uno stesso membro piegato a 90°, ognuna su un lato, collegate ad un asse. Questo elemento centrale, spesso a forma di croce, è detto crociera.

Il rapporto di trasmissione

Velocità relativa dell'albero condotto rispetto a quello motore in funzione dell'angolo tra i due alberi
Il rapporto di trasmissione istantaneo, cioè il rapporto tra le velocità angolari dell'albero motore e dell'albero condotto è dato dalla formula:

{\displaystyle \tau ={\frac {\omega _{2}}{\omega _{1}}}={\frac {\cos \alpha }{1-\mathrm {sen} ^{2}(\alpha )\cos ^{2}(\theta )}}}{\displaystyle \tau ={\frac {\omega _{2}}{\omega _{1}}}={\frac {\cos \alpha }{1-\mathrm {sen} ^{2}(\alpha )\cos ^{2}(\theta )}}}
Dove ω2 e ω1 sono le rispettive velocità angolari dell'albero 2 e dell'albero 1, α è l'angolo di disallineamento dell'asse dell'albero condotto rispetto all'asse dell'albero motore (supplementare dell'angolo compreso tra gli assi dei due alberi) e θ è l'angolo descritto dal lato del membro collegato all'albero 1 durante la rotazione dello stesso albero.

Il giunto cardanico non è omocinetico, ossia la velocità angolare istantanea dell'albero condotto non è costante durante una rotazione completa ma come sopra descritto essa è funzione dell'angolo θ, mentre invece sono uguali le velocità di rotazione medie dei due alberi. Questo causa l'evidente inconveniente di una trasmissione non fluida che nel caso di alti regimi di giri può comportare problemi legati ad esempio alle vibrazioni.

Una trasmissione omocinetica può essere ottenuta utilizzando due giunti cardanici in serie tra loro che abbiano lo stesso α, per collegare quindi due alberi paralleli non incidenti.

Utilizzo

Giunto cardanico

Giunto cardanico utilizzato in agricoltura
Il giunto cardanico è molto utilizzato in meccanica per le sue proprietà, ma anche per la relativa semplicità ed economicità rispetto ad altre tipologie di connessione tra alberi della tipologia suddetta.

In meccanica viene utilizzato generalmente negli alberi dello sterzo e nella trasmissione
Nelle macchine agricole viene utilizzato un albero telescopico con due giunti cardanici per trasmettere il moto rotatorio dalla presa di potenza del trattore agli attrezzi collegati (per esempio fresatrice). È importante sottolineare come l'utilizzo del giunto cardanico sia necessario là dove l'asse che trasmette il moto non sia perfettamente coincidente con l'asse trascinato, o quando quest'ultimo sia suscettibile di disallineamenti anche minimi. Per esempio, il semiasse delle autovetture e l'asse della ruota non sono quasi mai perfettamente coincidenti, per effetto dell'ammortizzamento, per cui si rende necessario l'utilizzo del cardano. E comunque, anche millimetrici spostamenti costanti o alternati tra 2 assi, rende necessario l'uso del giunto cardanico, pena la rottura degli organi.

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