Caricatori trainati: l'escavatore in agricoltura
Diffusissimi nelle aziende agricole, i caricatori trainati si possono occupare di diverse operazioni: scavo, carico di materiali sfusi, pulizia di fossi. Composti da tre elementi fondamentali, il telaio, il braccio e l'impianto idraulico, questi mezzi sono dotati di un'ampia gamma di attrezzature per le più diverse necessità, e prevedono dispositivi per garantire che le operazioni si svolgano in condizioni di sicurezza
Quasi ogni azienda agricola ne ha almeno uno nel parco macchine: vecchio o nuovo che sia, l’importante è che sia in grado di scavare, sollevare e muovere. Si tratta dei caricatori trainati, veri e propri mezzi polivalenti, che sono l’equivalente agricolo degli escavatori. Strutturalmente sono costituiti da tre parti principali: il telaio, il braccio e l’impianto idraulico. Il telaio è costruito con robuste putrelle in acciaio, in grado di sopportare sia tutti i carichi gravanti (braccio, zavorre, carico), sia tutti gli sforzi e torsioni a cui viene sottoposto. Il telaio può essere a singolo asse oppure a due assi, uno dei quali rallato per favorire le manovre.Nel primo caso parte del peso viene scaricato sul trattore tramite l’occhione, mentre il rallato non scarica peso, riducendo quindi le masse gravanti e le sollecitazioni al mezzo trainante. Il problema del caricatore rallato è però nelle manovre: come per tutti i rimorchi rallati le retromarce sono più difficoltose rispetto alle configurazioni monoasse. D’altronde la possibilità di ridurre le sollecitazioni e il peso gravante sul trattore permettono di utilizzare mezzi trainanti di dimensioni minori. Alcuni modelli rallati, principalmente di vecchia concezione (ma non mancano nuovi esemplari), sono addirittura dotati di motore autonomo (spesso motori mono o bicilindrici), che ne permettono un utilizzo operativo senza trattore. Quest’ultimo è deputato quindi al solo trasferimento del caricatore. Si tratta di mezzi consigliati quindi per utilizzi principalmente stazionari.Se nei modelli rallati non è necessario aumentare la stabilità, vista la presenza di quattro ruote, i modelli trainati possono agevolmente sfruttare per questo dei piedi d’appoggio. Questi piedi, che vengono montati sul telaio tra le ruote e l’occhione, possono essere a comando manuale a vite o a comando idraulico. Una volta in posizione gli stabilizzatori permettono di alleggerire il carico gravante sul trattore, riducendo le sollecitazioni meccaniche; inoltre aumentano la stabilità laterale del caricatore, che in questo modo scarica i pesi su quattro punti anziché tre (le ruote e l’occhione). I piedi idraulici sono sicuramente molto più comodi, in quanto posso essere azionati direttamente da bordo macchina, senza dover scendere ogni volta. L’operatore è quindi portato ad utilizzarli in qualsiasi circostanza, aumentando le condizioni di sicurezza a bordo macchina.
Il braccioSul telaio viene montato il braccio, la cui piattaforma può ruotare grazie ad una ralla idraulica. L’angolo di rotazione può essere di 360°, di 360° continui (che permette quindi rotazioni continue nello stesso senso), oppure limitata (generalmente a 180° o a poco meno di 360°). Le rotazioni a 360° o ad angoli minori sono spesso comandate tramite un pistone idraulico provvisto di un ingranaggio dritto dentato, che agisce su una ruota dentata; la rotazione a 360° continua viene invece eseguita da un motore idraulico che agisce direttamente sulla ralla.Il braccio, che è la parte effettivamente operativa della macchina, è incernierato sulla piattaforma grazie ad appositi sostegni. In ambito agricolo il braccio è comunemente formato da due parti singole: la prima, che è anche la più grossa, è incernierata ai sostegni con un robusto perno in acciaio bonificato, dotato di un ingrassatore. Un pistone, fissato anch’esso ai sostegni e al braccio, permette di alzare e abbassare il primo settore. Alla cima della prima parte è incernierato il secondo settore, anch’esso movimentato da un pistone. Tutti i fori dove si incernierano le varie parti sono provvisti di boccole ad usura, facilmente sostituibili quando i perni prendono troppo gioco. Al termine del secondo braccio sono collocati uno o più fori, dotati di boccola, nei quali vengono installate le attrezzature finali e i rispettivi pistoni idraulici di comando.Sulla ralla, dalla parte opposta del braccio, viene installata la zavorra: si tratta semplicemente di una grossa cassa in robusta lamiera, che viene riempita con materiale pesante (ghiaia, scarti ferrosi, etc) e che provvede a stabilizzare il mezzo durante il funzionamento.
Modello: C.A.S. 1000
Lunghezza max. braccio (mm): 6000
Altezza max. lavoro (mm): 5200
Profondità max. (mm): 2850
Peso sollevabile a braccio teso (Kg): 1000
Peso caricatore (Kg): 2000
Rotazione continua: 360°
Diametro ralla (mm): 1000
Impianto olio (L): 80
Presa di forza (rpm): 540
Pressione di esercizio (bar): 14