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| Scasso in agricoltura | |
| | Autore | Messaggio |
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el magutt
Messaggi : 13719 Data di iscrizione : 09.11.13 Età : 67 Località : leno lombardia brescia
| Titolo: Scasso in agricoltura Mar Mar 17, 2020 8:18 pm | |
| Lo scasso in agricoltura è una lavorazione profonda del terreno che ha carattere di straordinarietà in quanto si esegue prima dell'impianto degli arboreti. La profondità della lavorazione è in genere di 80-120 cm, ma eccezionalmente può arrivare fino a 150 cm. Scopi[modifica | modifica wikitesto] Lo scopo dello scasso è quello di creare condizioni di sofficità, anche se temporanea, anche ad una certa profondità, in modo che le radici degli alberi si espandano con facilità. In un terreno non scassato, infatti, le radici si sviluppano più superficialmente e le piante sono più facilmente soggette a fenomeni di sradicamento e più suscettibili alla siccità. Si effettua con una trattrice agricola gommata/cingolata super pesante.
Scasso a buche[modifica | modifica wikitesto] Si esegue praticando delle buche larghe e profonde in corrispondenza dei punti in cui saranno messe a dimora le piante. Questa operazione si eseguiva a mano per l'impianto di arboreti a sesto ampio (es. 10x10 m) per i quali non si riteneva necessaria la lavorazione su tutta la superficie. Attualmente, con la riduzione dei sesti d'impianto, ha perso del tutto importanza ed è adottato solo per la sostituzione di singole piante all'interno di un arboreto o per ridurre i costi d'impianto. Si esegue meccanicamente con una trivella in grado di praticare buche di 80-100 cm di profondità.
Scasso a trincea[modifica | modifica wikitesto] Detto anche scasso a fosse, si esegue praticando una fossa profonda lungo le direttrici dei filari. Pratica non molto diffusa, si esegue tracciando un fosso con un aratro assolcatore (munito di doppio versoio) o con un escavatore a cucchiaio. In generale la trincea ha una profondità di circa un metro e una larghezza di oltre un metro.
Scasso totale[modifica | modifica wikitesto] Detto anche scasso reale o totale, si esegue lavorando tutta la superficie. La lavorazione consiste in un'aratura oppure in una ripuntatura profonda (spesso chiamata rippatura).
Lo scasso eseguito con l'aratro è la pratica adottata per tradizione. La lavorazione si esegue con aratri speciali, trainati, in grado di eseguire lavorazioni a profondità eccezionali. Data l'elevata forza di trazione richiesta, s'impiegano trattori di elevata potenza e aderenza. Allo scopo si prestano meglio i trattori cingolati in quanto i cingoli e l'alto rapporto massa/potenza offrono una migliore aderenza rispetto ai trattori gommati. L'aratro è del tipo trainato, con dispositivo di regolazione della profondità azionato da un martinetto idraulico alimentato dall'impianto idraulico del trattore.
Questo tipo di lavorazione determina un'inversione del profilo del terreno, può anche avere un effetto ammendante quando sono interessati strati di differente tessitura. Offre inoltre il vantaggio di avere un'ottima azione rinettante sulle piante infestanti e può essere sfruttata per l'interramento dei concimi. Gli svantaggi consistono nell'eventuale riporto di terreno sterile in superficie e, soprattutto, nei maggiori costi. Il grado di zollosità è marcato perciò lo scasso richiede lavorazioni complementari che in genere consistono in un'aratura di media profondità e una o due erpicature. La concimazione di fondo si può eseguire in corrispondenza dello scasso, ma è preferibile rimandarla all'aratura complementare in quanto concentra i concimi nello strato maggiormente interessato dalle radici (30-40 cm). La profondità della lavorazione dipende soprattutto dalla tessitura: per evitare l'eventuale formazione di una suola di lavorazione relativamente superficiale, la profondità viene aumentata nei terreni limosi e argillosi.
Lo scasso eseguito con la rippatura si esegue con scarificatori pesanti, detti ripper, in grado di raggiungere profondità rilevanti. Il ripper, composto di 1-4 organi discissori, è portato da un trattore dotato di adeguata potenza e aderenza oppure da una macchina per movimento terra. Questo tipo di lavorazione non altera il profilo del terreno ma si limita a interrompere la sua continuità con una serie di tagli paralleli. Per una maggiore efficacia della lavorazione è preferibile l'esecuzione di due passaggi in direzioni perpendicolari. A parità di profondità la rippatura richiede forze di trazione inferiori. Rispetto all'aratura ha lo svantaggio di non poter essere sfruttato per l'interramento di ammendanti e concimi e ha, inoltre, un effetto rinettante di minore entità. La lavorazione potrebbe essere seguita da una semplice erpicatura, ma si rivela necessaria anche una successiva aratura di media profondità allo scopo d'interrare i fertilizzanti apportati con la concimazione di fondo.
Epoca di esecuzione[modifica | modifica wikitesto] Lo scasso si pratica dopo le operazioni preliminari (decespugliamento o disboscamento, spianamento della superficie, spietramento) e prima delle lavorazioni complementari. Il periodo migliore per l'esecuzione è l'estate perché in questa stagione il terreno è allo stato coesivo e i rischi di danneggiamento della struttura, dovuti per lo più alla costipazione con mezzi particolarmente pesanti, sono minimi. | |
| | | el magutt
Messaggi : 13719 Data di iscrizione : 09.11.13 Età : 67 Località : leno lombardia brescia
| Titolo: Re: Scasso in agricoltura Gio Mag 06, 2021 8:18 pm | |
| Lo scasso in agricoltura è una lavorazione profonda del terreno che ha carattere di straordinarietà in quanto si esegue prima dell'impianto degli arboreti. La profondità della lavorazione è in genere di 80-120 cm, ma eccezionalmente può arrivare fino a 150 cm. Esattamente di cosa parliamo quando in agricoltura si parla di scasso? Facendo debito riferimento alle normative agricole, per scasso si intende la profonda lavorazione del terreno che solitamente precede una eventuale semina di materiale organico di vario tipo. Lo scasso solitamente raggiunge i 100/150 cm di profondità, così da permettere alle radici delle piante di penetrare più a fondo nel terreno sottostante, diventando così più forti e più resistenti. COME SI EFFETTUA UNO SCASSO? Esistono vari tipi di scasso, il più comune è quello a buche, che viene eseguito con una trivella al fine di creare vari dislivelli nel terreno per arrivare alla profondità desiderata. Lo scasso a fosse invece si crea mediante l’utilizzo di una macchina che dà vita ad un profondo solco lungo i filari, in cui poi troveranno spazio i futuri semi e i germogli delle piante. Lo scasso andante infine – il più usato fin dai tempi antichi – prevede la lavorazione di tutta la superficie mediante aratro meccanico o disossatore del terreno, creando un dislivello continuo nel terreno per prepararlo alla semina. Quest’ultimo tipo di scasso può portare vantaggi profondi al terreno, dato che ne coinvolge diversi strati, rimestandolo a dovere e portando in superficie elementi più profondi, e può anche avere una funzione umettante e rinvigorente, bagnando la terra secca nello strato superiore. Ci sono però anche degli svantaggi: come il rischio di portare a galla materiale sterile dal sottosuolo, ma anche la possibilità di lavorazioni molto profonde e costose, qualora avessimo di fronte un terreno a zollosità molto densa. ALTRI TIPI DI SCASSO Esiste poi un altro tipo di lavorazione che rientra nella categoria dello scasso: stiamo parlando della rippatura. Questa pratica si esegue con pesanti trattori ai quali vengono collegati macchinari, detti appunto ripper. Non smuovono profondamente il terreno, ma si limitano a rimestarlo in superficie, creando comunque una zona fertile in cui successivamente andare a seminare. La rippatura ha come enorme vantaggio quello di richiedere forze di trazione inferiori, non dovendo ovviamente scendere a livelli profondi del terreno, ma mantenendosi nello strato primario. IL PERIODO PIÙ INDICATO PER EFFETTUARE LO SCASSO Il periodo migliore in cui effettuare lo scasso, in qualunque delle forme che abbiamo elencato, è senza dubbio l’estate: considerando infatti che in questo periodo dell’anno il terreno è meno soggetto a congestionamento (derivante dalle piogge e dall'umidità), al contrario di quanto accadrà nelle altre stagioni. NTERVENTI DI SCASSO E ARATURA DEI TERRENI LAVORAZIONE PROFONDA DEI TERRENI: UN'OPERAZIONE CHE FA BENE ALLA TERRA. Lo scasso dei terreni è un’operazione di fondamentale importanza per poter impiantare determinati tipi di colture. Consiste nel rompere la compattezza del terreno, con appositi strumenti di taglio, fino ad una profondità di 100 – 120 cm, il che garantisce al suolo una sofficità ideale alla diffusione delle radici delle piante. Naturalmente, il taglio consente anche ai concimi di raggiungere una profondità più elevata di quanto avviene con la comune aratura. LAVORI AGRICOLI CON MACCHINARI PESANTI La Ditta Lavori Agricoli Conto Terzi Vincenzo Fedele, con sede ad Albano Laziale, in provincia di Roma, è impegnata fin dal 1960 nell’esecuzione di lavori agricoli come: Lo scasso L'aratura La rippatura dei terreni Per eseguire efficaci interventi di rippatura la ditta romana si avvale di un fornito parco mezzi, composto di macchinari Caterpillar D8 e D9, che garantiscono un livello di potenza sufficiente a portare a termine le operazioni di dissodamento anche per terreni dotati di particolari caratteristiche di complessità. SCASSO COMPLETO E MEZZO SCASSO TERRENI Naturalmente, l’impresa è anche in grado di occuparsi di operazioni di mezzo scasso, servendosi a tale scopo di vomeri di opportune dimensioni, ad esempio in grado di operare fino a 60 cm di profondità. L’impresa Vincenzo Fedele è inoltre a disposizione dei clienti per la realizzazione di tutte le operazioni preliminari, come il decespugliamento e il livellamento dei terreni. | |
| | | el magutt
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| Titolo: Re: Scasso in agricoltura Ven Mag 07, 2021 12:50 pm | |
| L’attività di scasso è un’operazione di fondamentale importanza, quindi, per impiantare diversi tipi di colture: consiste nel rompere la compattezza del terreno con appositi mezzi agricoli e strumenti di taglio per diffondere e allestire le radici delle piante. Questa attività, inoltre, permette ai concimi di diffondersi in modo appropriato. Arrivare a smuovere il terreno fino in profondità, permette la radicazione della piante accorciando i tempi per la crescita e lo sviluppo di quest’ultime, perchè il terreno lavorato migliora sia sotto l’aspetto idrico sia come ossigenazione. Altro aspetto da non sottovalutare è quello di favorire un’ottima concimazione del terreno dove andremo a impiantare i nostri arbusti: una corretta analisi preventiva permette di capire le caratteristiche principali del terreno e la presenza in percentuali di elementi nutritivi. Di solito la concimazione più utilizzata è quella che prevede l’utilizzo del letame (sia per i costi sia per gli ottimi risultati, poichè il terreno risulta più soffice e ricco di azoto, fosforo e potassio). Il periodo più adatto per eseguire ogni tipo di scasso è quello estivo perché il terreno è nelle migliori condizioni per evitare diverso problemi di costipazione in seguito al passaggio dei mezzi pesanti utilizzati. Per eseguire efficaci interventi di scasso la nostra Azienda si avvale di un fornito parco mezzi, che garantiscono un livello di potenza sufficiente a portare a termine tutte le operazioni di dissodamento dei terreni, anche quelli più complessi. Lo scasso dei terreni è un’operazione di fondamentale importanza per poter impiantare determinati tipi di colture. Consiste nel rompere la compattezza del terreno, con appositi strumenti di taglio, fino ad una profondità di 100 – 120 cm, il che garantisce al suolo una sofficità ideale alla diffusione delle radici delle piante. Naturalmente, il taglio consente anche ai concimi di raggiungere una profondità più elevata di quanto avviene con la comune aratura. 1. Scopi Lo scopo dello scasso è quello di creare condizioni di sofficità, anche se temporanea, anche ad una certa profondità, in modo che le radici degli alberi si espandano con facilità. In un terreno non scassato, infatti, le radici si sviluppano più superficialmente le piante sono più facilmente soggette a fenomeni di sradicamento e più suscettibili alla siccità. Si effettua con una trattrice agricola gommata/cingolata super pesante. 2. Scasso a buche Si esegue praticando delle buche larghe e profonde in corrispondenza dei punti in cui saranno messe a dimora le piante. Questa operazione si eseguiva a mano per limpianto di arboreti a sesto ampio es. 10x10 m per i quali non si riteneva necessaria la lavorazione su tutta la superficie. Attualmente, con la riduzione dei sesti dimpianto, ha perso del tutto importanza ed è adottato solo per la sostituzione di singole piante allinterno di un arboreto o per ridurre i costi dimpianto. Si esegue meccanicamente con una trivella in grado di praticare buche di 80-100 cm di profondità. 3. Scasso a trincea Detto anche scasso a fosse, si esegue praticando una fossa profonda lungo le direttrici dei filari. Pratica non molto diffusa, si esegue tracciando un fosso con un aratro assolcatore munito di doppio versoio o con un escavatore a cucchiaio. In generale la trincea ha una profondità di circa un metro e una larghezza di oltre un metro. 4. Scasso totale Detto anche scasso reale o totale, si esegue lavorando tutta la superficie. La lavorazione consiste in unaratura oppure in una ripuntatura profonda spesso chiamata rippatura. Lo scasso eseguito con laratro è la pratica adottata per tradizione. La lavorazione si esegue con aratri speciali, trainati, in grado di eseguire lavorazioni a profondità eccezionali. Data lelevata forza di trazione richiesta, simpiegano trattori di elevata potenza e aderenza. Allo scopo si prestano meglio i trattori cingolati in quanto i cingoli e lalto rapporto massa/potenza offrono una migliore aderenza rispetto ai trattori gommati. Laratro è del tipo trainato, con dispositivo di regolazione della profondità azionato da un martinetto idraulico alimentato dallimpianto idraulico del trattore. Questo tipo di lavorazione determina uninversione del profilo del terreno, può anche avere un effetto ammendante quando sono interessati strati di differente tessitura. Offre inoltre il vantaggio di avere unottima azione rinettante sulle piante infestanti e può essere sfruttata per linterramento dei concimi. Gli svantaggi consistono nelleventuale riporto di terreno sterile in superficie e, soprattutto, nei maggiori costi. Il grado di zollosità è marcato perciò lo scasso richiede lavorazioni complementari che in genere consistono in unaratura di media profondità e una o due erpicature. La concimazione di fondo si può eseguire in corrispondenza dello scasso, ma è preferibile rimandarla allaratura complementare in quanto concentra i concimi nello strato maggiormente interessato dalle radici 30-40 cm. La profondità della lavorazione dipende soprattutto dalla tessitura: per evitare leventuale formazione di una suola di lavorazione relativamente superficiale, la profondità viene aumentata nei terreni limosi e argillosi. Lo scasso eseguito con la rippatura si esegue con scarificatori pesanti, detti ripper, in grado di raggiungere profondità rilevanti. Il ripper, composto di 1-4 organi discissori, è portato da un trattore dotato di adeguata potenza e aderenza oppure da una macchina per movimento terra. Questo tipo di lavorazione non altera il profilo del terreno ma si limita a interrompere la sua continuità con una serie di tagli paralleli. Per una maggiore efficacia della lavorazione è preferibile lesecuzione di due passaggi in direzioni perpendicolari. A parità di profondità la rippatura richiede forze di trazione inferiori. Rispetto allaratura ha lo svantaggio di non poter essere sfruttato per linterramento di ammendanti e concimi e ha, inoltre, un effetto rinettante di minore entità. La lavorazione potrebbe essere seguita da una semplice erpicatura, ma si rivela necessaria anche una successiva aratura di media profondità allo scopo dinterrare i fertilizzanti apportati con la concimazione di fondo. 5. Epoca di esecuzione Lo scasso si pratica dopo le operazioni preliminari e prima delle lavorazioni complementari. Il periodo migliore per lesecuzione è lestate perché in questa stagione il terreno è allo stato coesivo e i rischi di danneggiamento della struttura, dovuti per lo più alla costipazione con mezzi particolarmente pesanti, sono minimi. Scasso Lo scasso in agricoltura è una lavorazione profonda del terreno che ha carattere di straordinarietà in quanto si esegue prima dellimpianto degli arboreti. La profondità della lavorazione è in genere di 80-120 cm, ma eccezionalmente può arrivare fino a 150 cm. | |
| | | el magutt
Messaggi : 13719 Data di iscrizione : 09.11.13 Età : 67 Località : leno lombardia brescia
| Titolo: Lavorazione del terreno: Profonda o superficiale? Ven Mag 07, 2021 12:50 pm | |
| Il concetto di lavorazione principale rimane ancora fortemente legato all’aratura, per ragioni dovute più alla “cultura”che alla coltura. Non è un semplice gioco di parole: in campagna la tradizione pesa ancora sulle scelte agronomiche, e non solo a causa della difficoltà ad accogliere i cambiamenti. La nostra agricoltura è figlia della rivoluzione verde, quel processo che ha fatto sì che gli italiani possano oggi destinare circa il 15% delle proprie risorse economiche all’alimentazione, meno di un terzo di quanto si spendeva 50 anni fa. Per anni, di pari passo con la diffusione della meccanizzazione, la tecnica agronomica ha spinto sull’incremento della profondità di lavoro, quale strumento per incrementare le rese e, dobbiamo ammetterlo, per vendere più trattori. Non era però un messaggio illusorio: in effetti le rese aumentarono in misura incredibile (da 2 a 4 volte!), ma non solo per questa ragione. Sul processo avevano infatti inciso inmodo determinante il miglioramento genetico, lo sviluppo della difesa fitosanitaria e l’impiego di fertilizzanti di sintesi, oltre a metodi di semina e sistemi di raccolta decisamente più efficaci. Il primo, duro colpo alla teoria delle lavorazioni profonde venne dalla crisi energetica degli anni Settanta, quando il costo del gasolio subì un drammatico incremento: nonostante l’agricoltura europea rimanesse altamente redditizia – per effetto della politica comunitaria e del conseguente sostegno ai prezzi – si cominciò per la prima volta a pensare alle possibili alternative. Nei decenni successivi le cose, in senso economico, sono gradualmente peggiorate, fino all’attuale congiuntura che vede periodiche cadute dei prezzi e la conseguente messa in discussione dei modelli produttivi ritenuti validi nei periodi di abbondanza. Nei momenti peggiori il tema delle lavorazioni diventa particolarmente caldo e trova un numero sempre maggiore di detrattori, convinti che si debbano abbandonare del tutto in favore della semina diretta e dell’adozione del regime sodivo puro, unico strumento per salvare la redditività dell’agricoltura. I principali obiettivi delle lavorazioni Il lettore avrà notato che nella nostra analisi, per quanto rapida e superficiale, non abbiamo parlato di agronomia, ma ci siamo limitati soltanto a citare considerazioni legate soprattutto al risparmio energetico e alla riduzione dei costi diretti. Ma i processi biologici, che stanno alla base dell’agricoltura, non seguono le leggi dell’economia: e se questa, per unanime constatazione degli esperti (specie dopo le ultime crisi), ha confermato di non essere una scienza esatta, figuriamoci quanto può esserlo un’attività soggetta alle mutevoli condizioni climatiche. In realtà, nessuna tecnica colturale può vantare un’efficacia assoluta, nel senso che non esistono ricette applicabili in modo indiscriminato a tutte le condizioni pedoclimatiche e a tutte le colture. Tralasciando la semina diretta, che richiede di ripensare l’intero piano colturale e lo stesso modello organizzativo aziendale, è opportuno esaminare la funzione delle lavorazioni al terreno e gli effetti che queste determinano sulla fertilità e sulla sua capacità produttiva. Le varie “scuole” agronomiche europee, tuttora sostenute dalla maggioranza della comunità scientifica, concordano sui principali obiettivi delle lavorazioni: – miglioramento dell’areazione del terreno, dovuta alla presenza di vuoti, che favorisce l’ossidazione della sostanza organica e lo sviluppo dei microrganismi; – miglioramento della struttura, attuato in modo da favorire i processi di aggregazione delle particelle terrose; – miglioramento della percolazione delle acque, per evitarne lo scorrimento superficiale; – interramento dei residui colturali per favorirne l’umificazione ed evitare le perdite dovute a una mineralizzazione troppo rapida; – interramento dei fertilizzanti nello strato interessato dall’attività dell’apparato radicale; – riduzione dell’attività della vegetazione spontanea infestante; riduzione dell’attività dei parassiti vegetali e animali. Aratura oltre i 50 cm solo in casi limite Come non esiste una lavorazione in grado di realizzare tutti questi obiettivi senza produrre effetti collaterali più o meno fastidiosi, così non è detto che essi siano ugualmente efficaci nei confronti dell’incremento delle rese unitarie o del miglioramento della qualità dei prodotti. I diversi punti di vista degli agronomi, e le varie teorie che coesistono nel panorama scientifico, riguardano proprio questi aspetti: ogni coltura ha le sue esigenze, in relazione al luogo in cui si sviluppa e ai fattori climatici e pedologici che lo contraddistinguono. In linea generale, tuttavia, anche i sostenitori più entusiasti delle lavorazioni profonde sono ormai concordi nell’affermare che l’aratura oltre i 50 cm di profondità non abbia molto senso, se non come operazione colturale del tutto straordinaria, e solo nei terreni fortemente tenaci o danneggiati da eccessivi costipamenti. D’altronde la maggior parte dell’attuale produzione di aratri non prevede di norma il superamento di tale limite, che può essere raggiunto soltanto con attrezzature specialio di vecchia costruzione, magari azionate da cingolati di tipo convenzionale. In queste situazioni, più che di aratura, intesa come operazione colturale ordinaria, si può parlare di scasso o comunque di interventi di tipo straordinario, aventi lo scopo principale di ripristinare un terreno danneggiato da fattori climatici avversi o da pratiche colturali errate. Di conseguenza il concetto di lavorazione profonda oggi non supera mai i valori indicati, se non con discissori ad ancore diritte o drenatori, impiegati soprattutto per rompere la suola di aratura e facilitare la percolazione profonda delle acque, talvolta muniti di ogiva posteriore per creare una sorta di dreno, la cui durata è direttamente proporzionale alla tenacità del terreno. L’aratura tende sempre di più a essere praticata a due profondità caratteristiche: dai 40 ai 45 cm, e intorno ai 30, con una diminuzione della profondità di lavoro, rispetto al recente passato, di un buon 20%. È tuttavia singolare come la pratica dell’aratura, ancorché svolta a modesta profondità, continui a venire puntualmente applicata anche nelle aree caratterizzate da terreni decisamente sciolti, nei quali si rivela sostanzialmente inutile. I residui colturali possono essere facilmente interrati anche con una semplice estirpatura, a condizione che le ancore siano dotate di espansioni laterali in grado di determinare un certo rimescolamento del terreno e questo non sia troppo umido. In condizioni del genere il rivoltamento degli strati non è necessario, in quanto la struttura del terreno è, e rimane, piuttosto uniforme ai vari livelli: l’umificazione della sostanza organica può avvenire regolarmente lungo tutto il profilo del suolo. Guardando alla Tab. 1, possiamo accorgerci a colpo d’occhio che l’aratura superficiale realizza di norma le migliori condizioni agronomiche, anche se la conta delle caselle dei pregi e dei difetti rischia di trarre in inganno: vi sono alcune colture – dette, per l’appunto, da rinnovo – dove un’aratura a 30 cmn on si può considerare sufficiente (come il pomodoro, la patata o la barbabietola), così come vi sono terreni nei quali la creazione del famoso “serbatoio d’acqua” è tuttora necessaria. Con l’esclusione di queste e di poche altre situazioni particolari, però, le considerazioni espresse in tabella rispecchiano effettivamente la realtà, a patto che il confronto venga fatto per lavorazioni omogenee: estirpatura a 25 cm con discissura a profondità doppia, araturaa 30 cm con aratura profonda. Confrontare un dissodamento a mezzo metro con un’aratura leggera non ha molto senso, perché si tratta di due interventi effettivamente molto diversi e non solo nella profondità: il primo non interrerà mai i residui colturali con la stessa efficienza della seconda, che tuttavia avrà effetti sulla regimazione idrica piuttosto modesti, specie nei terreni tenaci o costipati. Stress meccanici diversi per le trattrici Fatte queste premesse, l’esame della tabella può aiutare a riassumere pregi e difetti delle rispettive soluzioni, tenendo conto in particolare degli effetti sui costi di preparazione del letto di semina: la lavorazione leggera lascia una superficie più uniforme, sulla quale si può intervenire con maggiore facilità e con costi decisamente inferiori. Tralasciando l’aspetto economico delle lavorazioni leggere, che ognuno conosce, è opportuno fare qualche breve riflessione sulle diverse condizioni di lavoro a cui si sottopone la trattrice, al diminuire della profondità di lavoro e al corrispondente aumento del numero di corpi operatori. Senza ricorrere a complessi strumenti matematici, dobbiamo immaginare che un trattore in aratura disegna, schematicamente, un triangolo rettangolo. Il lato verticale (più corto) è dato dalla distanza fra il centro dell’asse posteriore e un punto posto sotto di esso, a circa 2/3 della profondità di lavoro; il lato orizzontale collega questo punto con il baricentro dell’aratro in lavoro (posto circa a metà della lunghezza dello stesso ed alla profondità di cui si è detto); l’ipotenusa chiude il triangolo collegando quest’ultimo punto con l’asse posteriore del trattore. Ora, maggiore è la profondità di lavoro, meno sono i corpi dell’aratro; se vogliamo limitarci a un’aratura leggera, ne avremo invece di più, con un aratro molto più lungo e un baricentro più arretrato e superficiale: avremo allora un triangolo rettangolo ancora più schiacciato e allungato. Bene, questi due triangoli rappresentano graficamente il diagramma delle forze a cui è sottoposto l’insieme, con il lato verticale che ci dà la misura delle sollecitazioni a carico del trattore, e soprattutto degli organi di trasmissione e propulsione (cingoli o pneumatici). Se andiamo a confrontare l’angolo di apertura dei due triangoli, ci rendiamo conto che lo stress meccanico che subisce una macchina impegnata in una lavorazione profonda è molto più severo rispetto a una trattrice che esegue un lavoro superficiale, anche solo di pochi centimetri, a parità di sezione lavorata. Proseguendo il ragionamento, è evidente che le massime sollecitazioni si avranno impiegando attrezzi molto corti, come il drenatore a talpa o il ripuntatore ad ancore diritte, che operano a grande profondità: questo spiega i problemi di tenuta degli organi di trasmissione, verificatisi specialmente nei trattori a cingoli in gomma della prima generazione, che non potevano contare sulla deformazione degli pneumatici posteriori.
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| Titolo: Re: Scasso in agricoltura Ven Mag 07, 2021 12:53 pm | |
| Prima dell’impianto degli arboreti, al fine di creare condizioni di sofficità, anche se temporanea, si procede con lo scasso, che è una lavorazione profonda del terreno. Lo scasso, che di solito raggiunge gli 80/100 cm di profondità, può raggiungere anche i 150 cm. Esso serve a far sì che le radici della pianta si approfondiscano più facilmente, mentre in un terreno non scassato le radici si sviluppano più superficialmente e sono quindi più soggette allo sradicamento e alla siccità. admin 27 Giugno 2013 La lavorazione del terreno Nessun commento Prima dell’impianto degli arboreti, al fine di creare condizioni di sofficità, anche se temporanea, si procede con lo scasso, che è una lavorazione profonda del terreno. Lo scasso, che di solito raggiunge gli 80/100 cm di profondità, può raggiungere anche i 150 cm. Esso serve a far sì che le radici della pianta si approfondiscano più facilmente, mentre in un terreno non scassato le radici si sviluppano più superficialmente e sono quindi più soggette allo sradicamento e alla siccità. foto scasso Lo scasso si esegue per mettere a dimora le piante o per sostituire le singole piante all’interno di un arboreto o per ridurre i costi di impianto. Anticamente veniva usato per gli arboreti a sesto ampio per evitare la lavorazione di tutta la superficie. Vi sono diversi tipi di scasso: lo scasso a buche che si esegue con una trivella per arrivare fino alla profondità desiderata, lo scasso a trincea o scasso a fosse che si esegue praticando una fossa profonda lungo i filari, per questo tipo di lavoro si usa un aratro assolcatore o un escavatore a cucchiaio, in generale la trincea ha una profondità di circa un metro e una larghezza che va oltre il metro. Lo scasso andante invece si esegue lavorando tutta la superficie. La lavorazione consiste in un’aratura o ripuntatura. Questo tipo di lavorazione è quella più adottata nella tradizione. Essa si esegue con un aratro trainato che è in grado di arrivare a grandi profondità. A causa della trazione è necessario usare il trattore cingolato poiché i cingoli hanno un ottimo rapporto massa/potenza. La profondità dell’aratro è regolata da un martinetto idraulico alimentato dall’impianto del trattore. Questo tipo di lavorazione può avere diversi effetti positivi: può migliorare la qualità del suolo perché sono interessati diversi strati del terreno, può avere un’azione rinettante ed può essere utile per l’interramento del concime. In questo ultimo tipo di lavorazione possono però esserci anche degli svantaggi: il primo è il rischio di portare in superficie terreno sterile, il secondo riguarda i costi poiché in caso di zollosità marcata si richiedono lavorazioni complementari come un’aratura di media profondità e una o due erpicature. La concimazione di fondo si può fare in corrispondenza dello scasso ma è più proficuo rimandarla all’aratura complementare per posizionare il concime nello strato maggiormente interessato. La profondità della lavorazione dipende dalla tessitura del terreno, nei terreni limosi e argillosi,per evitare che la lavorazione resti superficiale, è necessario aumentare la profondità. Un altro tipo di scasso è la rippatura, questo tipo di lavorazione che si applica con trattori potenti o con macchine di movimento terra, usa gli scarificatori pesanti, detti appunto ripper. Questo tipo di lavorazione non altera il profilo del terreno ma si limita a romperne la continuità. E’ sempre consigliabile in questo caso l’esecuzione di due passaggi perpendicolari. Rispetto agli altri tipi di scasso la rippatura richiede forze di trazione inferiori, però rispetto all’aratura ha lo svantaggio che non è possibile interrare concimi e l’effetto rinettante è più leggero. Il periodo migliore per effettuare ogni tipo di scasso è l’estate perché il terreno è nelle migliori condizioni per evitare la costipazione in seguito al passaggio dei mezzi particolarmente pesanti. In ogni caso va eseguito dopo le operazioni preliminari e prima dei lavori complementari. LAVORAZIONE PROFONDA DEI TERRENI: UN'OPERAZIONE CHE FA BENE ALLA TERRA. Lo scasso dei terreni è un’operazione di fondamentale importanza per poter impiantare determinati tipi di colture. Consiste nel rompere la compattezza del terreno, con appositi strumenti di taglio, fino ad una profondità di 100 – 120 cm, il che garantisce al suolo una sofficità ideale alla diffusione delle radici delle piante. Naturalmente, il taglio consente anche ai concimi di raggiungere una profondità più elevata di quanto avviene con la comune aratura. LAVORI AGRICOLI CON MACCHINARI PESANTI | |
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