Telescopici, puntare in alto è il loro mestiere
Cresce in ambito agricolo l'interesse per i sollevatori telescopici capaci di portare ad un livello elevato non solo i materiali, ma anche le performance e il comfort
Se in passato i trattori sono stati protagonisti della scena agricola, oggi devono dividere il palco con i sollevatori telescopici, mossi da motori a combustione interna e muniti di bracci a sviluppo telescopico per il sollevamento e la movimentazione di carichi (confezionati e non).
Ogni braccio, inclinabile tramite martinetti idraulici, è composto da parti di sezione scatolare fisse e mobili oltre che da una testa con un attacco rapido articolabile idraulicamente per il supporto delle attrezzature di lavoro intercambiabili.
Mutuati dal settore edile e sempre più usati in ambito agricolo, i sollevatori affrontano terreni dissestati e spazi ristretti grazie all'ottimo rapporto tra ingombro, portata e altezza di sollevamento e al raggio di sterzatura ridotto. Buona parte del merito va alle quattro ruote motrici che possono sterzare in modo concentrico (sterzatura con ruote concentriche) o parallelo per lo spostamento in diagonale (sterzatura a granchio).
Uno sguardo al mercato
Favorite dall'aumento delle dimensioni delle aziende agricole e dallo sviluppo degli impianti a biogas, le vendite globali di telescopici nel 2018 sono cresciute del 12.5% rispetto al 2017 a fronte di 16mila mezzi venduti molti dei quali in Europa e Stati Uniti. Il vento non ha però soffiato a favore in Italia, dove il comparto dei movimentatori - nonostante i dati incoraggianti del primo trimestre - ha chiuso l'anno con un meno 15.6% in ragione di 722 unità immatricolate.
In calo anche nel 2017 (- 4%), nel 2018 le immatricolazioni di sollevatori sono diminuite in tutte le regioni italiane eccetto Toscana e Veneto, che hanno registrato rispettivamente un +15.4% (in virtù di 15 macchine) e un +7.3% (a fronte di 132 unità). Malgrado la flessione, Lombardia ed Emilia-Romagna - con 193 e 150 macchinari immatricolati - restano le regioni più ricettive all'acquisto di telescopici.
In ogni caso, rimangono più che soddisfacenti i risultati degli ultimi due anni a livello globale per alcuni dei principali brand produttori di mezzi per il material handling. Tra queste, l'italiana Merlo, forte di un incremento del 15.1% delle vendite nel 2017, la britannica JCB che vanta un turnover 2017 pari a 3.35 miliardi di sterline (in crescita del 28% circa sul 2016) e la francese Manitou, il cui fatturato 2018 è pari a 1.9 miliardi di euro (in aumento del 18.4% rispetto all'anno precedente).
Telescopici alla conquista del mondo agricolo
Sorprendenti per la capacità e l'altezza di sollevamento, i moderni telescopici si propongono al mondo agricolo come macchinari versatili ed efficienti, valida alternativa ai trattori utility con caricatori frontali, utili per movimentare materiale sfuso o imballato e gestire le operazioni logistiche in azienda o in campo.
Anni di sviluppo e ricerca, hanno portato all'incremento della polivalenza, della capacità, della sicurezza operativa, nonché del comfort di guida.
Pietre miliari nell'evoluzione dei telehandler sono state l'omologazione come trattrici agricole per il traino di rimorchi su strada, il montaggio di impianti idraulici ad alta portata per l'uso di diverse attrezzature (benne, forche, pale, ecc.) e l'implementazione del controllo attivo del carico per la gestione ottimale dei movimenti dei bracci.
New Holland TH 7.37 Elite al lavoro
Oggi i sollevatori telescopici agricoli - generalmente caratterizzati da un carico massimo di 3-5mila chilogrammi e da un'altezza di sollevamento pari a 6-10 metri - sono proposti da aziende specializzate nella realizzazione di macchinari per il settore costruzioni e dalle case leader nella produzione di trattori. Alcune di queste - in primis New Holland - che puntano all'offerta full line, hanno introdotto serie di telescopici complete e performanti.
Nuovi modelli, strabilianti performance
New entry nel segmento è la gamma TH (LM in precedenza) lanciata da New Holland ad Eima 2018. La linea - ora in livrea gialla e con un modello in più - comprende i TH6.32-6.36-7.32-7.37-7.42-9.35 negli allestimenti S, Classic, Plus o Elite, caratterizzati da portate di 3.200-4.200 chilogrammi e altezze di sollevamento di 6.7-9 metri. Le 14 versioni TH sono soluzioni ideali per aziende grandi e piccole, dedite all'allevamento, alle attività miste, al contoterzismo o allo sfruttamento di biomasse.
Proposta da Case IH - rimaniamo in casa CNH - in versione 2019, la serie Farmlift annovera modelli con capacità di carico maggiorate. I Farmilft 633 e 636 sono in grado di sollevare, rispettivamente, fino a 3.300 e 3.600 chilogrammi (100 chili in più rispetto al passato) a 6 metri di altezza, mentre il Farmlift 737 arriva ad alzare 3.700 chilogrammi (200 in più di prima) a 7 metri di altezza. Gli operatori possono così caricare più materiale in ogni singolo ciclo, riducendo i tempi di lavoro e aumentando la produttività.
Altra novità tra i movimentatori telescopici ad alte prestazioni è il MF TH.8043, svelato da Massey Ferguson ad Innovagri 2018. Concepito per gestire in modo ottimale le attività legate alla produzione di biogas, il nuovo top di gamma può portare fino a 4.300 chilogrammi a 7.5 metri di altezza grazie a un braccio riprogettato e ad un inedito impianto idraulico. Impegnati nell'ampliamento del portfolio prodotto anche Merlo, come dimostra il lancio alla scorsa Eima di nuovi modelli Turbofarmer, Multifarmer, Panoramic ad alta capacità e Dieci, forte della presentazione del prototipo Mini Agri 20.4 - capace di sollevare 2mila chilogrammi fino a 4 metri di altezza.
Motori: lo Stage V vale anche per i telehandler
Come molti trattori, pure diversi sollevatori agricoli montano propulsori con potenze comprese tra 75 e 175 cavalli (56 e 130 chilowatt), per i quali la data di applicazione del Regolamento Ue 1628/2016 relativo al nuovo standard di emissioni Stage V è spostata al primo gennaio 2020. Dunque, oggi i motori in questo range di potenza installati sui telescopici possono ancora essere conformi ai precedenti step, mentre quelli con potenze inferiori o superiori devono già rispettare lo Stage V.
Come il propulsore Kubota da 57 cavalli del sollevatore compatto MLT 420-60 H - presentato in anteprima da Manitou al Sima 2019 e in grado di sollevare 2mila chilogrammi ad un'altezza massima di 4.30 metri - emissionato in Stage V così come l'MLT 625 del brand francese caratterizzato da una portata fino a 2.500 chilogrammi per 5.90 metri di altezza.
Diversamente, il Turbofarmer TF65.9 CS di Merlo può contare su 170 cavalli erogati da un motore FPT Nef 45 da 4 cilindri e 4.5 litri Stage IIIB, mentre i Panoramic P72.10 e P120.10 HM arrivano a 101 e 170 cavalli grazie alle inedite motorizzazioni Deutz Stage IV. Conformi a quest'ultimo standard anche i propulsori Deutz montati sui rinnovati telescopici Faresin 7.30 Classic, 8.40 VPSe e 9.70 VPSe.
Merlo Turbofarmer TF65.9 CS al Sima 2019
A fianco dei modelli alimentati con motori endotermici, Faresin ha esposto in occasione delle ultime fiere di settore un innovativo movimentatore telescopico elettrico. Si tratta del 6.26 Full Electric, che - progettato sullo chassis compatto del 6.26 Classic - solleva fino a 2.600 chilogrammi a 5.9 metri di altezza e raggiunge 15 chilometri orari sfruttando un propulsore asincrono indipendente con batteria da 80 Volt al litio-ferro-fosfato. Puntano sull'elettrico anche Manitou e Deutz.
Trasmissioni per tutte le esigenze sui sollevatori
Spesso i telescopici trovano impiego in operazioni dove sono richiesti frequenti cambi di marcia, direzione e nei trasferimenti su strada dove raggiungono velocità di 40 chilometri orari.
Per gestire al meglio la movimentazione delle balle, le attività di insilamento, il riempimento dei carri miscelatori unifeed, la pulizia degli spazi aziendali, gli interventi di manutenzione e gli spostamenti con la massima agilità, in genere dispongono di trasmissioni a variazione continua o powershift davvero efficienti.
Nuovi tra i modelli con la variazione, il sollevatore heavy duty Manitou MLT 961-145 V+L - visto alla scorsa Eima - e i Turbofarmer TF65.9 CS, Multifarmer MF34.9 CS di Merlo. Il primo utilizza una CVT Vario+, che permette variazioni di velocità da 0 a 40 chilometri orari senza scatola del cambio e assicura grande agilità, i secondi possono contare sulla trasmissione idrostatica di ultima generazione MCVTronic, con cui è possibile variare la velocità senza interruzione di coppia.
Innovative trasmissioni powershift a modulazione elettronica garantiscono cambi più fluidi sui telescopici New Holland TH e Case IH Farmlift. La versione 4x3 dei modelli TH S e Classic migliora la marcia in terza sulle pendenze e quella in seconda per le operazioni di insilamento, mentre la versione 6x3 sui TH Plus ed Elite offre due modalità di cambio di direzione AV/RM e una modalità di cambio marcia automatica per i trasferimenti. Disponibile una modalità automatica di cambio marce e direzione per i TH Elite.
Case IH Farmlift 737 in campo
Ulteriori trasmissioni disponibili sono quelle idrostatiche e a doppia tecnologia. Una trasmissione idrostatica a due velocità con funzione creeper equipaggia i sollevatori Massey Ferguson MF TH, mentre la soluzione ibrida DualTech VT arricchisce i telescopici JCB Agri Pro 531-70, 536-70, 541-70, 536-60 e 535-95. La versione DualTechVT combina la maneggevolezza a basse velocità della trasmissione idrostatica con l'efficienza ad elevate velocità della trasmissione powershift direct drive, migliorando la produttività e riducendo i consumi.
Comfort, sempre al primo posto
Se le prestazioni dei telescopici svettano, il comfort del posto di guida non è da meno. Negli ultimi anni, i costruttori hanno equipaggiato i modelli con cabine più ampie - nonostante il braccio costituisca un impedimento in tal senso - e dotate di sospensioni, joystick e display che riducono l'affaticamento dei conducenti. Particolare l'attenzione prestata all'aumento della visibilità anteriore per un migliore controllo del carico e alla razionalizzazione degli ingombri per perfezionare anche la visuale a terra.
Sia i New Holland TH sia i Case IH Farmlift dispongono di cabine rinnovate e munite di sedile riscaldato a sospensione pneumatica (anche con bracciolo e comandi integrati). I TH Plus vantano il piantone dello sterzo inclinabile e telescopico, il sistema HVAC (attacco rapido idraulico) per il cambio agevole degli attrezzi e le luci posteriori per una migliore visibilità notturna.
Il comfort aumenta anche sui nuovi movimentatori Loadall Serie III 538-60, 532-70, 542-70, 536-95 di JCB e Multifarmer MF34.7, MF34.9 CS di Merlo. Machine of the Year 2019, i Loadall presentano l'inedita cabina Command Plus, più spaziosa, più silenziosa (69 decibel), provvista di un piantone dello sterzo regolabile a spinta e di un pannello in vetro curvo multiraggio in un solo pezzo. La nuova cabina modulare degli MF si distingue per la larghezza utile interna di 1.010 millimetri e la superficie vetrata di 4.3 metri quadrati.
JCB Loadall 542-70 Agri Pro al Sima 2019
Altra novità sviluppata da Merlo per semplificare la vita agli operatori è il joystick che integra i comandi delle funzioni operative con quelli per la gestione della trasmissione dei telescopici. Con due sensori per il rilevamento automatico della mano del conducente, il joystick ospita i comandi proporzionali del braccio e il selettore del senso di marcia.
Per supportare l'operatore nel controllo delle operazioni, Manitou propone il nuovo sistema di visione attiva High View, composto da una videocamera integrata sulla testa del braccio che invia in automatico le immagini al display in cabina quando questo supera una certa angolazione. Disponibile sui modelli MLT Silent Force 840, 1040, 961.