Trattori Ansaldo Fossati
Il complesso industriale ”Gio. Ansaldo & C” viene fondato a Genova nel 1853 per la
costruzione di motori e locomotive.
All’inizio del 1900 l’azienda, che nel frattempo si è allargata al settore cantieristico, inizia un
turbinoso sviluppo che culminerà nel 1918 come il più gran gruppo industriale italiano.
Nel primo dopoguerra, uno degli innumerevoli rami dell’azienda comincia ad occuparsi anche
di agricoltura.
Nel 1920, infatti, troviamo un "motoaratro Ansaldo Patuzzo" con motore da 6 CV e un
"motoaratro per aratura profonda con motore da 16 CV, apparecchio acquistato da Gio.
Ansaldo & C. che ne cura la fabbricazione e la diffusione".
La ditta cercherà in altre occasioni di entrare nel settore agricolo, prima di essere investita da
una crisi finanziaria della quale uscirà mutilata.
L’Ansaldo ritorna a costruire trattori agricoli nel secondo dopoguerra assemblando un
centinaio di esemplari di un cingolato testacalda per conto dell’Italtractor di Voghera.
L’esperienza sui cingolati non manca all’Ansaldo in quanto, a partire dai primi anni Trenta,
nello stabilimento Fossati, inizia a costruire carri armati, dapprima su licenza inglese, poi su
progetti originali italiani.
Curiosa resta la notizia, corredata da una foto in data 12 aprile 1943, secondo la quale,
rifiutando l’esercito un certo numero di carri armati L40, l’azienda li trasforma, adattandoli al
traino di un possente aratro da scasso.
Nel 1946 l’Ansaldo realizza il TCA60, un trattore cingolato che ottiene un buon successo sia
agricolo che movimento terra
Nel 1950 l’azienda assume il nome di “Ansaldo-Fossati” e lancia sul mercato altri due
modelli: il TCA70 e il TCA120.
Bene il primo, male il secondo che viene immediatamente abbandonato (un solo esemplare
iscritto all’Uma), e sostituito con il modello AF8 che rappresenta una delle macchine più
potenti e affidabili della categoria.
Nel 1957 lancia il trattore a ruote FB4r con cambio ZF e motore due tempi diesel con
compressore e cilindri contrapposti, non avendo un grande riscontro, nel 1959 la società viene messa in liquidazione
La Ansaldo Fossati, una ditta genovese il cui nome derivava da quello di Giovanni Ansaldo (uno dei fondatori) e dallo stabilimento metallurgico di Genova Sestri.
La Ansaldo iniziò (1853) con il costruire motori e locomotive, Ampliandosi poi sulla cantieristica ed arrivando nel settore agricolo.
All’inizio della seconda guerra mondiale con l’Ansaldo Patuzzo e con un percorso che sembrava ben delineato e futuribile, ma si interruppe poco dopo per via di una pesante crisi che le fece chiudere i battenti per fallimento sino al 1933 dopo l’intervento dell’IRI (Istituto Ricostruzione Industriale), quando riprese vita ed iniziò a produrre aerei e carri armati, ritornando anche nel settore agricolo ma solo nel secondo dopoguerra con l’assemblaggio di un centinaio di cingolati testacalda della Italtractor di Voghera.
Il primo trattore cingolato Ansaldo arrivò nel 1946, il TCA 60, che poteva essere impiegato sia in agricoltura che per il movimento terra.
Viste le sue indubbie doti di presa su tutti i terreni e senza mai rischiare di impantanarsi, molto affidabile con una manutenzione minima, vide anche la nuova denominazione sociale Ansaldo Fossati presente sulle carrozzerie, Ti suggerisco questo LINK dal sito TRECCANI.it.
Nel 1950 la nuova società propose due nuovi modelli il TCA 70 e il TCA120, dove i numeri indicavano i cavalli e con il secondo prodotto in un solo esemplare e sostituito dal AF8.
Il 70 cavalli con un quattro cilindri in linea da 6.633 cc ad iniezione diretta con un peso complessivo di 625 chilogrammi ed il cambio a cinque rapporti con riduttori a denti diritti, quello che la Alfa Romeo montava sui suoi autocarri il tipo 1624, „Una scelta indovinata“ facendo parte dello stesso gruppo l’IRI e con i ricambi che erano sempre facilmente reperibili, nuovi o quelli usati presi in un qualche sfascio quando si era in un periodo in cui di soldi non è che ce ne fossero poi molti.
Ansaldo Fossati TCA 70, costruito sullo stesso schema dei carri armati.
Con un telaio ed una carrozzeria formati da uno scafo sagomato in lamiera molto spessa, la Ansaldo ci aveva investite parecchie risorse su quei mezzi destinati a lavori pesanti e nella ricostruzione di un paese che stava uscendo da un periodo così nefasto, lo testimoniano anche le indiscusse doti in qualità costruttiva e solidità.
Ansaldo Fossati TCA 70, anche la trasmissione era di derivazione „stradale“ e mal tollerava gli “strappi”.
Cosa che costrinse molti proprietari ad essere più „dolci“ per non rischiare di danneggiarla, specie considerando il fatto che quello scafo non rendesse esattamente facili le manutenzioni straordinarie e o l’accesso ad alcune parti meccaniche.
Ne furono venduti poco più di 2.000 esemplari, quasi equamente divisi fra il settore agricolo e quello del movimento terra.
Venduto anche in Jugoslavia, Argentina, Tunisia, Turchia, eccecce, con un prezzo di listino nel 1953 di 5.900.000 Lire che era comunque inferiore rispetto a quello della maggior parte della concorrenza, unito ad una solidità e caratteristiche con pochi pari.
Molto sfruttato, così tanto che gli esemplari sopravvissuti sono rimasti pochi.
Fra quelli proposti in vendita ne ho trovati la maggior parte in condizioni fra lo scarso e il pessimo, con le quotazioni di quelli messi bene che raggiungono comunque quotazioni molto basse, forse le stesse che hanno convinto molti a non sistemarli.