l carrello elevatore (colloquialmente chiamato anche muletto) è un mezzo operativo dotato di ruote e azionato da motori elettrici, diesel e a gas, che viene usato per il sollevamento e la movimentazione di merci all'interno dei depositi di logistica o per il carico e scarico di merci dai mezzi di trasporto.
La nascita del carrello elevatore viene fatta risalire agli anni venti grazie all'inventore statunitense Eugene Clark e il nome del marchio ad esso collegato è stato in varie parti del mondo e per lungo tempo un sinonimo di questo mezzo d'opera. La sua diffusione è stata naturalmente collegata direttamente alla diffusione dell'uso del pallet avvenuto alla fine della seconda guerra mondiale. Altrettanto notevoli sono state le evoluzioni nel corso degli anni con l'applicazione delle più moderne tecnologie, sia nel campo delle prestazioni, sia in quello del comfort e dell'ergonomia per i conducenti, sia nel campo della sicurezza.
Sono ad esempio di epoca recente l'applicazione di una cabina di protezione per l'abitacolo del conducente, così come l'abolizione del cambio manuale a favore della trasmissione automatica, l'utilizzazione del servosterzo e le applicazioni dell'elettronica in grado di sovrintendere alle operazioni principali.
Al giorno d'oggi sono attive molte aziende costruttrici di questo tipo di mezzo. Molte sono realtà operanti in ambito locale, mentre sul mercato mondiale anche nel 2010 si è confermato leader il marchio Toyota[1]. In ambito italiano vanno citati i tre marchi storici Fiat-OM, Cesab e Lugli. Oggi sono piuttosto diffusi anche altri carrelli elevatori di fabbricazione europea, come quella tedesca di società come Still, Linde (ora raccolte assieme ad OM all'interno del Gruppo KION) e Jungheinrich, o come quella svedese di società come BT (ora di proprietà Toyota) e Atlet AB (recentemente acquisita da Nissan). Anche Mitsubishi e Caterpillar, consociate nel gruppo MCF (Mitsubishi-Caterpillar Forklift) figurano tra i primi cinque costruttori mondiali.
Nella sua versione base, che può essere a 3 o 4 ruote a seconda dell'utilizzo (3 ruote per le manovre in spazi ristretti, 4 ruote per gli utilizzi più gravosi), è dotato di due bracci anteriori paralleli in metallo (le cosiddette "forche") che gli consente la presa e la movimentazione dei pallet favorendo così un veloce e sicuro movimento di grosse quantità di merci. In commercio ne esistono innumerevoli tipi, differenziati tra loro sia per il tipo di motorizzazione, sia per la capacità di sollevamento in termini di peso ed altezza.
Il propulsore del veicolo, indipendentemente dall'alimentazione e dal tipo è sempre posto sul retro del mezzo, così come l'eventuale batteria, riuscendo in questo modo a bilanciare lo spostamento del baricentro verso l'avantreno causato dal carico sollevato. Nel caso di motori elettrici gran parte del contrappeso necessario viene fornito appunto dall'accumulatore, in altri casi si provvede all'installazione di opportuno carico sul retro del veicolo.
Gli pneumatici, soprattutto negli usi in luoghi chiusi e con terreni perfettamente pianeggianti, sono spesso pieni e sprovvisti di camera d'aria, sia per motivi di consumo più lento, sia per evitare pericoli nel caso di improvvisi scoppi o di eccessiva compressione con i carichi non perfettamente bilanciati.
Schema di un carrello elevatore
Nella sua conformazione tipo il conducente è protetto da una telaio metallico a protezione da carichi eventualmente in caduta dall'alto e dai pericoli causati da un eventuale ribaltamento del mezzo. Per gli usi all'esterno l'abitacolo è spesso chiuso con cristalli per proteggere l'operatore dagli agenti atmosferici. Per ragioni di sicurezza sono solitamente montati sul tetto indicatori lampeggianti di colore arancione, nonché avvisatori acustici che segnalano l'inserimento della retromarcia del mezzo.
I carrelli moderni sono provvisti di variazione automatica della velocità, di conseguenza il movimento viene comandato in assenza del pedale della frizione. Sui carrelli endotermici (Diesel), insieme ad acceleratore e freno è possibile trovare un terzo pedale, posizionato a sinistra del freno, denominato "Incing Control", che agisce sul freno disinserendo al tempo stesso la trasmissione.
Di fronte a sé il manovratore ha una serie di leve che comandano il sollevamento, sempre presente, e le altre eventuali funzioni idrauliche opzionali quali lo spostamento del carico lateralmente (traslazione) o longitudinalmente (brandeggio) e l'allargamento/stringimento delle forche.
Naturalmente nella cabina di guida è presente anche un classico volante che comanda lo sterzo, sempre sulle ruote posteriori mentre quelle anteriori sono fisse, in pratica al contrario di quasi tutti gli altri mezzi di trasporto.
Alcune imprese hanno preferito, sui carrelli a tre ruote, posizionare la trazione sulla ruota posteriore (ad esempio Jungheinrich), creando una serie disponibile a prezzi inferiori.
Nella parte anteriore del mezzo vi è il cosiddetto montante, che ne consente l'operatività e che consiste in una struttura telescopica composta da uno o più colonne inserite una nell'altra ed azionate da martinetti idraulici. I montanti possono essere Simplex (ZT), Simplex G.V.(a Grande Visibiltà) (ZT Hilo), Duplex (Zz), o Triplex (Dz) a seconda del numero di slitte che compongono la struttura telescopica. I montanti duplex e triplex sono definiti GAL, ossia a Grande Alzata Libera, in quanto permette di raggiungere altezze considerevoli nonostante con le forche a terra il montante rimanga molto basso. La visibilità è inoltre eccellente su questo tipo di montanti, in quanto il pistone centrale di sollevamento sale insieme alla prima slitta permettendo così all'operatore di avere una migliore visibilità.
Le caratteristiche di un montante si possono riassumere con 4 dimensioni:
Ingombro minimo (h1) - altezza del montante con forche a terra,
Alzata libera (h2) - corsa di sollevamento lungo la quale l'ingombro minimo non cambia,
Altezza di sollevamento (h3) - altezza delle forche con montante sollevato al massimo,
Ingombro massimo (h4) - altezza del montante con forche sollevate al massimo.Di seguito si riporta la classificazione tradizionale delle tipologie di carrelli elevatori:
Carrello elevatore controbilanciato elettrico o termico (frontale)
Carrello retrattile
Carrello commissionatore
Carrello trilaterale
Carrello quadridirezionale
Carrello laterale
Carrello stoccatore
Negli ultimi dieci anni si è assistito al progressivo decadimento dei carrelli a con motori elettrici a corrente continua (dC), in quanto le polveri create dal consumo delle spazzole, che periodicamente dovevano essere sostituite, tendevano ad intaccare le parti interne del motore. Vengono progressivamente sostituiti dall'apparizione, sui carrelli elevatori di ultima generazione, di motori elettrici trifase con rotore a gabbia di scoiattolo, che non richiedono l'uso delle spazzole, ma richiedono l'uso di un inverter per ottenere l'alimentazione in corrente alternata. Con l'avvento dei sistemi di recupero d'energia si sono ridotti notevolmente i consumi di energia.