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 Mietitrebbiatrice macchina agricola

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el magutt

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MessaggioTitolo: Mietitrebbiatrice macchina agricola   Mietitrebbiatrice macchina agricola Icon_minitimeVen Giu 07, 2019 7:00 pm

La mietitrebbiatrice (nota anche come mietitrebbia o mietibatte) è una macchina agricola in grado di mietere ed allo stesso tempo trebbiare vari tipi di colture principalmente cereali e leguminose secche. L'invenzione della mietitrebbia va fatta risalire ai celti e ai romani (durante il periodo della meccanizzazione dell'agricoltura da parte dell'impero romano e dei celti, come confermato da documenti storici, tra cui Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia[1]). La prima mietitrebbiatrice meccanica a vapore risale al 1812.


Convenzionale[modifica | modifica wikitesto]
La più tradizionale si compone principalmente di tre parti: una testata raccoglitrice anteriore, il battitore, e un duplice sistema di pulizia. La testata raccoglitrice ha lo scopo di realizzare il distacco dei fusti o delle parti utili di questi, ed indirizzare il raccolto verso la parte interna della macchina: ne esistono di diverso tipo e sono sempre intercambiabili, in particolare esistono testate falcianti generiche (adatte a grano, orzo, soia, triticale, colza, fave e altre colture a fusto esile, realizzano il raccolto tagliando lo stelo e convogliando all'interno della macchina quasi tutta la pianta), testate "spannocchiatrici" per il mais (staccano preferenzialmente le sole spighe o "pannocchie", lasciando a terra il fusto della pianta detto stocco), testate taglianti per colture particolari (come per il girasole, munito di stelo tenace e spesso), testate raccoglitrici per colture già mietute ed andanate (adatte alla trebbiatura di colture come il trifoglio o in generale specie erbacee che richiedono un periodo di alcuni giorni di essiccazione spontanea tra il taglio e la trebbiatura). All'interno del corpo macchina il prodotto incontra il battitore, un tamburo rotante munito di rilievi e avvolto in parte da un controbattitore, struttura fissa a sviluppo semicircolare munita di piccoli rilievi e cavità: il principio di funzionamento risiede nella rotazione che causa la frizione del prodotto raccolto tra battitore e controbattitore, con conseguente disgregazione delle parti munite di granella e conseguente separazione di quest'ultima dal resto delle parti vegetali: a valle si determinano quindi due distinti flussi di materiale, uno composto prevalentemente da granella, e l'altro prevalentemente da parti vegetali di scarto. Di seguito si collocano gli apparati di pulizia, distinti per i due flussi: nei modelli convenzionali le parti di scarto sono avviate da apparati scuotipaglia costituiti fondamentalmente da elementi longitudinali di notevole lunghezza a cui è impresso un moto oscillatorio, il cui scopo è di provocare la separazione per gravità della granella residua all'interno degli scarti, i quali vengono progressivamente trasportati all'esterno del corpo macchina dallo stesso movimento oscillatorio, mentre la granella recuperata viene riportata verso il battitore per essere convogliata nel flusso di prevalente granella. Il flusso composto prevalentemente da granella (originato dal battitore ed in parte dal recuperato degli scuotipaglia) è invece avviato ad un apparato di pulizia differente, situato nelle parti basse del corpo macchina, e composto essenzialmente da due sistemi di vagli vibranti, uno passante e uno no, e da un impianto di ventilazione forzata che asporta le parti di scarto più fini (volatili) e contribuisce al funzionamento efficace dei vagli, garantendo la produzione di un flusso di granella pulita che viene avviato al serbatoio solitamente collocato nella parte alta della macchina.

Gran parte degli apparati interni sono regolabili nel loro funzionamento (velocità di rotazione del battitore, distanza e angolatura tra battitore e controbattitore, intensità del vento, velocità di vibrazione dei vagli) e molte parti risultano intercambiabili (controbattitore e vagli) e disponibili in diverse forme e fatture, a seconda della coltura da trebbiare.

Alcune mietitrebbie montano anche apparati aggiuntivi per la disgregazione e lo spargimento degli scarti, il cui funzionamento può comunque essere inibito qualora siano opportuni usi alternativi degli stessi (ad esempio la paglia di grano ed orzo, così come i residui del mais, possono essere usati negli allevamenti per scopi igienici e come giaciglio per gli animali, oltre che in secondo uso come componente dei letami).

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Mietitrebbie non convenzionali[modifica | modifica wikitesto]
Le mietitrebbie non convenzionali adottano sistemi di pulizia diversi da quello tradizionale sopra descritto. Generalmente apparati particolari sono implementati ad integrazione o sostituzione degli scuotipaglia. Il sistema di scuotitura non-convenzionale più diffuso è quello a rotori, composto da uno o due rotori sagomati con nervature a spirale disposti longitudinalmente al corpo macchina ed avvolti da uno o due cilindri fissi grigliati nella parte inferiore. Il prodotto entra dalla parte anteriore e sospinto dal moto a spirale si muove verso quella posteriore, la rotazione provoca inoltre l'accelerazione centrifuga del materiale attraversante, che provoca l'allontanamento preferenziale verso il cilindro di contenimento delle parti fini e pesanti quali la granella residua, che viene forzata a roteare sulla superficie interna dei cilindri fino a poter fuoriuscire (verso il basso) quando raggiunge la zona forata degli stessi.

Mietitrebbiatrici autolivellanti[modifica | modifica wikitesto]
I dispositivi di pulizia, in particolare i vagli, hanno un efficace funzionamento finché il corpo macchina si trova a lavorare in piano, il che rende altamente improduttivo e dispendioso (in termini di granella espulsa con lo scarto e di cattiva pulizia della granella convogliata al serbatoio) l'utilizzo di mietitrebbiatrici comuni in territori con rilevanti acclività. Per queste situazioni vengono prodotte e commercializzate particolari mietitrebbiatrici autolivellanti, essenzialmente munite di assale anteriore articolato e orientabile nel piano verticale frontale, di assale posteriore flottante nel piano verticale e regolabile in altezza, e testata di taglio rotante nel piano verticale frontale, tutti attuati automaticamente in modo che il corpo macchina si mantenga sempre in condizioni di piano anche durante l'avanzamento su piani inclinati. Questa soluzione oggi diffusa in tutto il mondo è il frutto di un brevetto italiano di una delle più antiche aziende produttrici di mietitrebbiatrici, l'italiana Laverda SpA, fondata nel 1873 da Pietro Laverda.


Produttori attuali di mietitrebbie[modifica | modifica wikitesto]
AGCO Group
Challenger
Fendt
Gleaner
Laverda
Massey Ferguson
Valtra do Brasil
Same Deutz-Fahr Group
Deutz-Fahr
Claas
Rost Sel Mash (RSM)
Sampo Rosenlew
CNH
New Holland
Case IH
John Deere
Caterpillar
Metalfor-Araus
Vassalli Fabril

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MessaggioTitolo: Trebbiatrice   Mietitrebbiatrice macchina agricola Icon_minitimeVen Giu 07, 2019 7:02 pm

Trebbiatrice

La trebbiatrice è una macchina agricola utilizzata per sgranare i cereali e separarli dalla paglia come nel caso del frumento o del riso; nel caso del mais, la macchina che esegue la separazione dei semi dai tutoli viene detta sgranatrice.

La trebbiatrice in Italia, un tempo detta anche "macchina per battere il grano" appartiene ormai al passato, sostituita dalla mietitrebbia che esegue la trebbiatura contemporaneamente alla mietitura.

In età romana esisteva una tipologia particolare di vanga, chiamata ventilabrum, che serviva a separare il grano dalla pula e il tribolo In seguito venne usata la tarara.

Nel 1733 lo scozzese Michael Menzies costruisce la prima trebbiatrice azionata da una ruota idraulica. Successivamente, si ebbero trebbiatrici movimentate da motori a vapore e poi motori a scoppio, motori che venivano collegati alla trebbiatrice mediante una grossa cinghia per la trasmissione del moto, oppure con un giunto cardanico. Il motore e la trebbiatrice, montata su ruote, venivano spostati nelle diverse località di trebbiatura, solitamente le aie delle cascine, mediante traino da parte di buoi o asini. Nella prima metà del '900 il motore iniziò ad essere costituito da un trattore, che aveva anche la funzione di trainare la trebbiatrice e accessori (pressaforaggi o imballatore) nei suoi spostamenti. Particolarmente indicati a questo compito si rivelarono i trattori a testa calda, in produzione fino alla fine degli anni '50 e ancora in uso fin verso la fine del secolo scorso, anche per il loro basso consumo durante il funzionamento da fermi.




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