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 autoblindo militare

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MessaggioTitolo: autoblindo militare   autoblindo militare Icon_minitimeMar Set 23, 2014 6:09 pm

L'autoblindo è un veicolo ruotato, protetto da blindatura leggera. Le autoblindo sono i primi veicoli blindati, comparsi sui campi di battaglia, all'inizio del XX secolo. La loro evoluzione è stata limitata dal movimento su ruote che, se da una parte favoriva la loro mobilità su strada, dall'altra le rendeva nettamente inferiori ai carri armati nel movimento su terreno non preparato. Dalla seconda guerra mondiale ad oggi il loro ruolo principale è stato la ricognizione del campo di battaglia.

Ciò che distingue un'autoblindo dagli altri veicoli corazzati è:

movimento su ruote
corazzatura leggera (generalmente limitata alla protezione dai colpi di mitragliatrice)
armamento leggero o assenza di armamento
Origine delle autoblindo[modifica | modifica sorgente]
La prima battaglia in cui la mobilità di uno dei due combattenti ebbe un ruolo determinante sull'esito fu Kadesh (XIII secolo a.C.), in cui i carri da guerra ittiti nella prima fase della battaglia scompaginarono totalmente le fanterie egiziane. Nella seconda metà del XIX secolo Barsanti e Matteucci svilupparono il motore endotermico, che, nel 1886 fu installato su una vettura da Daimler. Fu subito chiaro che questo nuovo mezzo rappresentava un moltiplicatore della mobilità di diversi ordini di grandezza, quindi in diverse nazioni i tecnici cominciarono a svilupparne l'uso per scopi militari. I primi mezzi che usavano ruote e motore endotermico furono quasi subito forniti di una corazzatura che proteggesse l'equipaggio dai colpi di arma leggera (fucile) del nemico, e ben presto furono forniti di mitragliatrici, quindi inizialmente furono dette anche autoblindomitragliatrici[senza fonte], per assicurare una maggiore potenza di fuoco all'equipaggio. Data la tecnologia dell'epoca (inizi del XX secolo) le ruote erano generalmente a raggi con battistrada di gomma piena, senza camera d'aria. Più o meno tutti gli stati tecnologicamente evoluti studiarono questi nuovi veicoli da guerra.


Autoblindo Crossley
Tradizionalmente la prima autoblindo è indicata nel Quadriciclo Simms del 1898, in cui un'unica persona (che, quindi, doveva essere tanto guidatore che mitragliere) viaggiava appunto su un quadriciclo (bicicletta a quattro ruote) motorizzato e fornito di una mitragliatrice Maxim scudata. Non si sa che accoglienza abbia avuto questo veicolo, comunque qualche anno dopo (1902) fu progettato un veicolo con una blindatura globale su cui erano impegnate un certo numero di persone ed armato con tre mitragliatrici, sempre progettato dallo stesso Simms. Nel frattempo, nel corso della Seconda guerra anglo-boera (1900) era stato prodotto, con scarso successo, un veicolo a vapore che trainava un certo numero di carri blindati per il trasporto dei fanti che, più che dell'autoblindo, dovrebbe essere considerato il capostipite dei veicoli trasporto truppe. I primi veicoli che cominciano a somigliare alle autoblindo sono le Charron (Francia, 1904), che, tuttavia, furono rifiutate sia per il costo (45 000 Franchi francesi dell'epoca) sia perché i militari non avevano ben chiari i canoni di impiego tattico di simili veicoli. Nel frattempo veniva sviluppata l'autoblindo Daimler (Austria, 1905), questo veicolo era fornito di una blindatura che proteggeva tutta la carrozzeria e di armamento in torretta ruotante. Inoltre poteva contare, primo veicolo militare con questa caratteristica, della trazione integrale sulle quattro ruote. Il destino della Daimler tuttavia fu segnato da un incidente, quando il nuovo mezzo bellico fu presentato al Kaiser, il guidatore arrivò in presenza della guardia a cavallo schierata dando potenza al motore. Il rumore fece imbizzarrire i cavalli, con la conseguente caduta a terra di diversi ufficiali, fra cui anche l'aiutante di campo del Kaiser. Ovviamente da quel momento fu proibito di parlare di autoblindo nello Stato Maggiore tedesco.

Dopo questi tentativi la prima nazione a interessarsi nuovamente alle autoblindo fu la Francia, dove il colonnello Estienne (omonimo del futuro sostenitore dei carri armati) definì i criteri tattici per l'impiego di questi veicoli, criteri che si rifacevano praticamente a quelli della cavalleria, cioè l'uso per la ricognizione e per la presa di contatto con il nemico. In base alle sue linee guida fu costruita un'autoblindo Gentry, che aveva una velocità massima di 70 km/h ed era armata con una mitragliatrice incavalcabile su due supporti, uno in caccia ed uno in ritirata. Nel corso delle manovre dell'esercito francese effettuate nel 1907, questa autoblindo fu usata in cooperazione con la cavalleria, mostrando così le sue notevoli potenzialità. I buoni risultati di queste manovre indussero i responsabili dell'esercito a produrne una serie di 12 esemplari, da utilizzare in Marocco.

Tuttavia il primo impiego effettivo in guerra dell'autoblindo avvenne nella Guerra italo-turca (1910-1912), dove gli italiani usarono due autoblindo nel deserto libico, una su telaio Fiat 15 ed una su telaio Isotta Fraschini. I risultati, sebbene validi dal punto di vista tattico, mostrarono tuttavia che l'affidabilità di questi veicoli era ancora troppo limitata.

La prima guerra mondiale[modifica | modifica sorgente]
All'inizio della prima guerra mondiale nessuno degli eserciti coinvolti aveva reparti organici di autoblindo, ma praticamente fin dall'inizio il Belgio utilizzò vetture Minerva blindate e fornite di una mitragliatrice brandeggiabile per 360° per contrastare la cavalleria tedesca.


Lancia 1Z con due torrette sovrapposte armate
I primi ad organizzare le loro autoblindo in reparti organici furono gli inglesi, che il 14 ottobre 1914 crearono la Royal Navy Armoured Car Division (Divisione di autoblindo della Regia Marina), questa divisione era (sulla carta) su un comando e 15 squadrons (squadroni) di autoblindo, ognuno su 3 sezioni e con 4 autoblindo per sezione (quindi, teoricamente, avrebbe dovuto avere 180 autoblindo). Questa forza sulla carta, in realtà non aveva una corrispondenza sul campo, in quanto il primo squadrone fu disponibile solo a dicembre, ed a fine gennaio ne erano stati completati solo 8, che, tuttavia, non erano operativi per la mancanza di armi da fornire in dotazione agli autoveicoli.

Dalla sua entrata in guerra, nel 1915, l'Italia mise in campo 150 autoblindomitragliatrici Ansaldo-Lancia 1Z, assegnate in Squadriglie alle Divisioni di cavalleria, che furono ambiamente utilizzate in varie battaglie, quali mezzi di copertura e sfondamento dei reticolati, durante gli assalti.

Ben presto fu chiaro che le autoblindo, nella guerra di trincea, non potevano avere un impiego significativo, in quanto le basse potenze dei motori e le gommature dell'epoca non permettevano a tali veicoli un movimento ottimane sul terreno sconvolto dal tiro di artiglieria che si trovava nella terra di nessuno fra le trincee. Per risolvere questo problema si iniziò lo studio del carro armato.

Per questi motivi le autoblindo furono usate estensivamente solo sul fronte del Medio Oriente

Le autoblindo in Vicino Oriente[modifica | modifica sorgente]
Le autoblindo sul fronte del Vicino Oriente operarono contro l'Impero ottomano organizzate in Light Armoured Motor Batteries (batterie blindate leggere motorizzate), quindi sotto il controllo dell'esercito sui vari fronti di guerra di quel teatro, praticamente in Egitto (sotto controllo britannico fin dall'inizio del conflitto), in Siria, in Mesopotamia, in Palestina ed in Persia (alleato della Gran Bretagna). Un uso particolare ne fu fatto nella Penisola araba, dove, a partire dalla conquista di Aqaba (6 luglio 1917), una sezione di autoblindo cooperò con le truppe irregolari arabe controllate dal colonnello T.E. Lawrence nelle azioni di guerriglia contro l'esercito turco.

Nello stesso teatro operativo le autoblindo furono utilizzate proficuamente dall'esercito britannico nel corso della Rivolta dei Senussi, che aveva il suo centro nell'oasi di Giarabub (nella Libia italiana) per rioccupare l'oasi di Siwa (esattamente di fronte a Giarabub, ma dall'altra parte del confine egiziano).

L'impiego fra le due guerre mondiali[modifica | modifica sorgente]
Nel periodo intercorrente fra le due guerre mondiali le autoblindo furono spesso impiegate per mantenere l'ordine pubblico, in particolare in Germania, contro i movimenti operai e in Irlanda in occasione delle sollevazioni che portarono alla Pasqua di sangue (Bloody Easter).

A fianco a questi impieghi le dottrine per l'impiego bellico delle autoblindo non ebbero uno sviluppo dottrinario significativo, dato che la maggiore attenzione dei teorici era rivolta all'impiego dei carri armati. In pratica si riteneva che i compiti di esplorazione e presa di contatto col nemico potessero essere effettuati meglio con l'utilizzo dei carri leggeri. Tuttavia, soprattutto considerando il maggiore costo e la minore affidabilità di un carro leggero rispetto a un'autoblindo, lo sviluppo di questi veicoli non si arrestò.

In particolare in Germania a partire dal 1931 furono sviluppati modelli di autoblindo a 4 ed a 6 ruote. Le prime, generalmente armate con fuciloni anticarro da 28 mm o con il 2 cm KwK 30 da 20 mm in torretta, rappresentavano i modelli meno costosi e più agili, capaci di velocità fino a 80 km/h. Le seconde, che derivavano dai camion militari 6x4, avevano praticamente lo stesso armamento e furono i primi modelli ad essere costruiti e provati nelle manovre del 1932. Indipendentemente dal tipo di autoblindo (4 o 6 ruote) a fianco dei veicoli armati furono sempre previsti veicoli con apparati radio ad elevata potenza per poter tenere i contatti con i comandi nel corso delle attività di esplorazione.

In Gran Bretagna vennero invece sviluppate le Lanchester 6x4.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica sorgente]
Nel corso della seconda guerra mondiale le autoblindo di svilupparono su due linee di concezione diversa. La prima (molto vicina alla linea di sviluppo dei carri leggeri) prevedeva che le autoblindo dovessero avere compiti essenzialmente di impegno in primo scaglione delle forze nemiche, quindi un'autoblindo doveva essere in grado di impegnare forze analoghe e di tenere il possesso del campo di battaglia fino all'arrivo delle forze da combattimento (carri armati). In base a questa teoria di impiego le caratteristiche principali delle autoblindo dovevano essere (nell'ordine) armamento e protezione. La seconda linea invece considerava le autoblindo come veicoli unicamente da ricognizione, quindi non destinate ad impegnare forze nemiche, ma, anzi, a sottrarsi per quanto possibile al combattimento, lasciando ai veicoli di scorta il compito di impegnare il nemico. Questo imponeva per le autoblindo lo sviluppo soprattutto della mobilità, ma soprattutto imponeva che le autoblindo, in presenza di reazione nemica, operassero in distaccamenti in cui fossero presenti anche veicoli con armamento pesante.

La prima linea di pensiero fu seguita soprattutto dai britannici, che, già dal 1941, installarono sulle loro autoblindo il 2 pdr (40 mm) ed, alla fine della guerra, arrivarono ad installare il cannone statunitense 75 mm M3, uguale a quello installato inizialmente sui carri Sherman. Invece gli statunitensi installarono sulle loro autoblindo solo il cannone da 37 mm M2, installato sugli Stuart e sui Lee. I tedeschi per tutta la prima parte della guerra installarono sulle loro autoblindo principalmente il cannone-mitragliatrice da 20 mm, tuttavia, una volta constatato che sul fronte orientale erano contrastati dai carri sovietici, installarono sulle loro autoblindo Puma il 50 mm lungo.

In genere le autoblindo erano supportate da carri leggeri o da cacciacarri per poter impegnare forze corazzate nemiche che fossero intervenute a contrastarle. Sul fronte orientale i sovietici utilizzarono un numero limitato di autoblindo, dato che le loro priorità erano per la produzione di carri. Per questo motivo i mezzi più usati per la ricognizione erano carri leggeri (T-50, T-70) o carri T-34. Le autoblindo sovietiche furono principalmente le BA-10 e BA-20, mentre la BA-6 e la BA-32 furono utilizzate nei primi mesi di guerra e la BA-64 fu utilizzata a partire dal 1942.

La Guerra fredda ed oggi[modifica | modifica sorgente]
Dopo la seconda guerra mondiale l'autoblindo, come tutti i veicoli corazzati, si è evoluta, spesso sostituendo l'armamento di artiglieria con missili e, generalmente, standardizzando una serie di veicoli ruotati con compiti differenti (autoblindo, veicolo trasporto truppe, veicolo comando, etc). Le autoblindo leggere sono tornate alle 4 ruote, tutte motrici, mentre le autoblindo pesanti conservano 6 o 8 ruote, tutte su sospensioni indipendenti e tutte motrici. In genere si tende rendere le autoblindo anfibie senza preparazione. Per i compiti di ricognizione subito dietro al fronte la superiorità dell'autoblindo attualmente è pesantemente minacciata dagli elicotteri che, potendo operare in volo, hanno maggiori possibilità esplorative. I notevoli vantaggi che restano alle autoblindo sono il costo limitato e la necessità di un addestramento meno specifico per il personale che opera con questi mezzi rispetto a quello che opera con elicotteri.
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MessaggioTitolo: mezzo corazzato   autoblindo militare Icon_minitimeMar Set 23, 2014 6:10 pm

Il mezzo corazzato è quel mezzo dotato di corazza, ovvero di blindatura, capace di resistere ad attacchi di media intensità, quali proiettili, mine, razzi, e altro ancora.

Il mezzo corazzato per antonomasia è il carro armato, ma esistono anche ad esempio alcuni veicoli di trasporto truppe dotati di un certo livello di blindatura.

Indice [nascondi]
1 Caratteristiche
1.1 Tipologia di corazza
1.2 Tipologie di mezzi
2 Nomenclatura
3 Voci correlate
4 Altri progetti
5 Collegamenti esterni
Caratteristiche[modifica | modifica sorgente]
Tipologia di corazza[modifica | modifica sorgente]
La corazza è composta da acciaio balistico. Col passare del tempo e con lo sviluppo delle tecnologie belliche, la corazza ha subito numerosi adeguamenti delle sue caratteristiche tecniche, soprattutto con l'aggiunta di nuove stratificazioni. Ad esempio tra due strati di acciaio balistico ne è stato inserito uno di ceramica, atto a respingere il proietto infuocato della carica cava usata dai missili/razzi controcarro.

Esistono anche le corazze reattive, ovvero dotate di cariche esplosive all'esterno dei carri. Queste cariche, una volta colpite, esplodono deviando la forza del missile/razzo usato per perforare la corazza e distruggere il carro.

Tipologie di mezzi[modifica | modifica sorgente]

Due semoventi d'artiglieria francesi Giat 155mm GCT.
I mezzi corazzati si suddividono principalmente in due categorie: da trasporto e da combattimento.

Esistono versioni di mezzi corazzati usati come postazione per il lancio di missili/razzi o come postazione comando/comunicazione. Nati con la prima guerra mondiale, i mezzi corazzati hanno segnato una svolta nella tecnica della guerra del secondo conflitto mondiale. I primi a capire l'importanza della truppe corazzate nel combattimento sono stati i nazisti. La Blitzkrieg, che ha permesso alle Potenze dell'Asse di poter invadere velocemente grandi porzioni di territorio nemico, si basava sull'abbinamento di truppe corazzate, fanteria leggera e aviazione. La superiorità dei carri tedeschi ha tenuto sotto scacco gli Alleati per i primi anni del conflitto.

Tutt'oggi i mezzi corazzati ricoprono un posto fondamentale nell'impiego delle forze armate di tutto il mondo. Numerose sono le tipologie di mezzi corazzati esistenti ad oggi.

Nomenclatura[modifica | modifica sorgente]
Di seguito un elenco di abbreviazioni e nomi di veicoli corazzati

AFV= Armoured Fighting Vehicle, mezzo corazzato da combattimento, termine generale per qualunque mezzo corazzato.
AMV (veicolo)= Armored Modular Vehicle, veicolo corazzato modulare, mezzo corazzato leggero-medio che con minime modifiche può assumere vari ruoli (APC, IFV, carro comando, ambulanza, supporto ravvicinato e altri).
APC= Armoured Personell Carrier, veicolo trasporto truppe (da quattro a dieci), leggermente corazzato è generalmente armato di mitragliatrice, ruotati o cingolati.
ARSV= Armoured Reconnaisance Fighting Vehicle, veicolo da ricognizione corazzato, praticamente un blindato.
ARV= Armoured Recovery Vehicle, veicolo da recupero corazzato, veicolo pesantemente corazzato, cingolato e a volte senza armi, usato per recuperare veicoli danneggiati e sotto il fuoco nemico.
AVLB= Armoured vehicle-Launched Bridge, posa ponti corazzato, carro modificato per la posa di piccoli ponti metallici.
Blindato o Autoblindo= Armoured car, mezzo leggermente corazzato con ruote (da quattro a otto) come parti motrici, sono usati per compiti di ricognizione, o, se opportunamente attrezzati, per usi speciali, possono essere:
leggeri,
medi,
pesanti;
Bulldozer corazzato= bulldozer con blindatura della cabina e delle parti sensisibili del mezzo (quali il motore) e con l'installazione di particolari attrezzature ad uso militare.
Carro armato= Veicolo corazzato per gli usi più vari, può essere:
leggero: compiti di ricognizione,
medio: compiti da ricognizione, supporto, attacco, e altri,
pesanti: compiti di sfondamento.
superpesanti, pochissimi esemplari, sfondamento.
Carro anfibio= autoblindo, APC o carro armato leggero capace di navigare in acque calme.
Carro comando= carro armato, o mezzo ruotato in genere (con o senza arma principale) che viene usato per dirigere operazioni, ha un impianto trasmissione più sviluppato e antenna più lunga.
Carro lanciafiamme= Carro armato di qualunque tipo la cui arma principale o secondaria è un lanciafiamme.
Cruiser Tank= Carro leggero il cui compito era di entrare nelle falle della linea nemica e di creare scompiglio nelle retrovie, operavano indipendentemente.
IFV= Infantry Fighting Vehicle, veicolo da combattimento della fanteria, simile all'APC se non che è armato più pesantemente(cannoncino, razzi), generalmente cingolati.
LAV= Light Armoured Vehicle, veicolo leggero, generalmente per trasporto truppe, ma anche per ricognizioni, comprende APC, IFV, veicoli da ricognizione e blindati.
MBT= Main Battle Tank, carro da uso di prima linea, di peso medio-alto e con arma principale abbastanza potente.
Semicingolato= veicolo con due ruote anteriori e due cingoli al posto delle ruote posteriori, poco o per nulla corazzati, hanno compiti di trasporto o supporto.
SPG= Self-Propelled Gun, cannone montato su scafo corazzato, generalmente in torretta fissa o direttamente nel corpo; può essere:
Artiglieria: grosso calibro a tiro indiretto.
Cacciacarri: Medio a grosso calibro, tiro diretto.
Cannone d'assalto: grosso calibro a tiro diretto, supporto.
Antiaereo: grosso o piccolo calibro, tiro diretto, usabile anche contro fanteria.
Tankette= veicolo "minuscolo" con corazzatura leggera senza torretta, armamento leggero, 1-2 uomini di equipaggio
Veicolo da ricognizione= Veicolo leggero, ruotato, non cingolato, armato generalmente di mitragliatrice, corazzatura leggera, può essere leggero, medio o pesante.
Voci correlate[modifica | modifica sorgente]
Autoblindo
Autocannone
Carro armato
Cacciacarri
Semovente d'artiglieria
Veicolo da combattimento della fanteria
Veicolo semicingolato
Veicolo trasporto truppeautoblindo militare Puma_IVECO_ArmyRecognition_Eurosatory_2006
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MessaggioTitolo: Re: autoblindo militare   autoblindo militare Icon_minitimeMar Set 23, 2014 6:11 pm

Questi veicoli militari rappresentano l'insieme dei mezzi terrestri impiegati dagli eserciti di tutto il mondo, dotati di blindatura più o meno pesante, e in grado di compiere operazioni di combattimento, ricognizione e trasporto alla quale uniscono diverse capacità di impiego tattico e strategico offensivo e/o difensivo differente a seconda dell'impiego e del tipo di mezzo.

Il mezzo corazzato per antonomasia è il carro armato, la cui potenza di fuoco è di norma fornita da un cannone di grosso calibro posizionato in una torretta corazzata girevole e da una o più mitragliatrici che forniscono protezione dalla fanteria nemica. La pesante corazzatura e la incredibile mobilità su diversi terreni di questi carri, pesanti anche oltre 60 tonnellate, fanno del carro armato il mezzo principale nelle azioni di combattimento tipiche della guerra moderna, in cui questi veicoli fin dalla loro prima apparsa nei campi di battaglia, hanno assunto primaria importanza tattica su quasi tutti i fronti in cui sono stati, e sono utilizzati.

I primi esempi di mezzi corazzati a motore si ebbero intorno alla fine XIX secolo, quando in Inghilterra nel 1898 venne costruito un primo prototipo di mezzo corazzato, un semplice quadriciclo armato con mitragliatrice Maxim dotata di scudo metallico protettivo. Gli anni a seguire furono un susseguirsi di progetti più o meno fantasiosi di veicoli gommati protetti da una blindatura metallica, ma l'impulso decisivo allo sviluppo di questa nuova arma avvenne durante la Grande Guerra, quando i vari capi di Stato Maggiore dei vari eserciti impegnati in quel logorante conflitto di posizione, richiedettero alle aziende di produrre veicoli immuni alle mitragliatrici e ai piccoli pezzi d'artiglieria per riuscire a superare la "terra di nessuno" e arrivare alle trincee nemiche.

Il primo impiego in massa di carri armati avvenne durante la battaglia della Somme del 1916, ma solo nella seconda guerra mondiale e la tattica della guerra lampo, si ebbe la definitiva consacrazione dell'utilizzo in battaglia dei carri armati e dei veicoli corazzati a supporto della fanteria. La dottrina tattica della "Blietzkrieg" tedesca, divenne la dottrina utilizzata anche dagli eserciti alleati nell'impiego delle loro divisioni corazzate.

Ad oggi, l'evoluzione tecnologica e tattica, unita ai nuovi concetti di guerra asimmetrica e non convenzionale, ha prodotto veicoli sempre più veloci, autonomi e di capacità offensiva sempre maggiore, che oggi sono considerati componenti chiave per gli eserciti e le loro tattiche belliche.

Voce in evidenza
Bundesarchiv Bild 101I-218-0528-06, Russland-Süd (Don, Stalingrad), Panzer III.jpg Il Panzer III, abbreviazione del nome completo Panzerkampfwagen III, il cui numero d'identificazione dell'esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, è stato un carro armato medio della seconda guerra mondiale.
Fu concepito alla luce delle esperienze raccolte con l'impiego dei Panzer I e II e, secondo i piani dello Stato Maggiore tedesco, divenne il principale carro armato delle Panzer-Division creato espressamente per contrastare i veicoli blindati avversari, ruolo che ricoprì con successo dal 1940 al 1942. Tra i meriti del Panzer III, oltre a quello di avere costituito il nucleo centrale della Panzerwaffe, vi fu quello di aver dimostrato, con la versione J, che nel combattimento tra carri era fondamentale disporre di un armamento ad alta velocità iniziale piuttosto che di grande calibro.

Con il proseguire del conflitto, però, il Panzer III fu via via superato dall'introduzione di carri più evoluti e dotati di parametri più consoni alla lotta tra corazzati, fatto che lo fece progressivamente scomparire dalla prima linea.

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Biografia
Bundesarchiv Bild 146-1985-013-07, Erwin Rommel.jpg
Erwin Rommel (Heidenheim, 15 novembre 1891 – Herrlingen, 14 ottobre 1944) è stato un feldmaresciallo tedesco, comandante dell'Afrikakorps durante la seconda guerra mondiale, conosciuto col soprannome de "la volpe del deserto" ("Wüstenfuchs").

Nel 1940 gli venne affidato il comando della 7. Panzer-Division durante l'invasione della Francia. I tedeschi sfondarono nella Francia del nord (il Blitzkrieg o guerra lampo) aggirando la Linea Maginot ed avanzando sino ad arrivare sulla Manica inducendo i francesi ad una ritirata che portò alla loro resa pochi giorni più tardi. Nello specifico la Panzer-Division di Rommel fu la prima divisione tedesca a superare la Mosa presso la diga di Houx e respinse il contrattacco del BEF ad Arras.

Al termine di quell'operazione in Francia, Rommel, che si era distinto per la sua considerevole abilità, venne nominato personalmente da Hitler comandante delle truppe tedesche in Africa. Il Corpo di spedizione tedesco, composto dalla 5ª Leggera (poi rinominata 21. Panzer-Division) e successivamente dalla 15. Panzer-Division, venne inviato in Libia nel febbraio del 1941 in aiuto delle truppe italiane, formando così il celebre Deutsches Afrikakorps. Fu proprio in Africa che Rommel conquistò definitivamente la sua grande fama di comandante e l'appellativo di "volpe del deserto".

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Sapevi che...
Il Goliath era un piccolo carro armato tedesco, filoguidato privo di equipaggio, concepito per lo sminamento e la demolizione di obbiettivi fissi?...
La serie di veicoli AMTRAC furono un serie di veicoli anfibi progettati per dotare le due forze armate statunitensi di veicoli per l'assalto anfibio, da utilizzare soprattutto nel teatro del Pacifico?...
Il Little Willie può essere considerato il progenitore di tutti i veicoli corazzati da combattimento?...
L'Honest John fu il primo razzo d’artiglieria tattico nucleare statunitense?...
Le Aeroslitte furono un tipo di motoslitta a propulsione ad elica, utilizzate prevalentemente sui fronti russo e russo-finnico della seconda guerra mondiale?...
Il Blindo Lancia IZ fu l'unico di progetto e costruzione interamente italiano schierato durante la prima guerra mondiale?...
...
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MessaggioTitolo: veicolo da combattimento della fanteria   autoblindo militare Icon_minitimeMar Set 23, 2014 6:14 pm

I veicoli da combattimento della fanteria (in inglese Infantry Fighting Vehicle, da cui la sigla IFV) sono i veicoli da cui la fanteria può combattere senza dover scendere a terra. Altre sigle usate per indicare questi veicoli sono:

Armoured Infantry Fighting Vehicle (AIFV)
Veicolo da trasporto e combattimento (VTC)
Veicolo da combattimento corazzato (VCC) (termine usato in Italia per la serie VCC)
Véhicule de Combat d'Infanterie (VCI)
I veicoli da combattimento della fanteria si distinguono dai veicoli trasporto truppe perché i loro scopi fondamentali sono:

permettere al personale a bordo di combattere anche senza scendere a terra;
supportare con il proprio armamento il personale dopo che è sceso a terra.
Questo comporta:

una maggiore vicinanza del mezzo alla linea di fuoco (e di conseguenza la necessità di una maggiore protezione);
la necessità di un armamento che abbia anche funzioni offensive.
Morfologicamente i veicoli da combattimento della fanteria, considerando il maggior peso sia dell'armamento che della protezione nei confronti dei veicoli trasporto truppe, sono cingolati, tuttavia sono stati costruiti anche modelli ruotati.

Indice [nascondi]
1 L'origine
2 Sviluppo dei veicoli da combattimento della fanteria
3 Note
4 Riferimenti
5 Voci correlate
6 Altri progetti
L'origine[modifica | modifica sorgente]

Il vano interno dell'M113
L'origine dei veicoli da combattimento della fanteria segue lo sviluppo dei veicoli trasporto truppe (VTT), iniziata nel corso della seconda guerra mondiale. Già dopo la prima guerra mondiale, con la comparsa del carro armato gli studi sulle metodologia di impiego di questo mezzo portarono, subito dopo la fine della guerra, alla constatazione che i carri non potevano operare isolatamente, ma dovevano agire coordinati con le altre armi, ed in particolare la fanteria. Da questa constatazione nascevano inizialmente i VTT. Nel corso della seconda guerra mondiale furono sviluppati in Germania un veicolo blindato semicingolato per una squadra di fanteria (SdKfz 250) ed uno per il trasporto di 12 uomini equipaggiati (SdKfz 251). Questi due veicoli, sebbene classificati come veicoli trasporto truppe, in realtà erano veicoli da combattimento della fanteria, dato che le truppe presenti a bordo potevano usare le armi individuali e di squadra senza scendere dal veicolo. Analogamente, l'US Army impiegò gli Half-track. Tuttavia, considerando che questi veicoli erano a cielo aperto, quindi non fornivano protezione alle truppe trasportate nei confronti di schegge di artiglieria o di bombe a mano, i successivi veicoli trasporto truppe furono protetti anche superiormente, impedendo quindi alle truppe trasportate di utilizzare il proprio armamento. Unico veicolo sviluppato all'epoca tenendo conto di queste lacune nel campo della protezione delle truppe trasportate, fu il canadese Kangaroo, un VTT corazzato derivato dal carro armato statunitense Sherman che però non vide una larga diffusione neppure nell'esercito canadese: nonostante il miglioramento ottenuto nei confronti dei vari semicingolati tedeschi e statunitensi in termini di protezione e di mobilità (era un mezzo "tutto-cingoli" con protezione completa anche sul cielo del veicolo, oltre che molto spessa) era molto costoso (si trattava pur sempre di un mezzo derivato da un carro armato medio) e la fanteria trasportata, poco numerosa, non poteva utilizzare da bordo il proprio armamento individuale.

L'immediato dopoguerra vide la contrapposizione di due ex-alleati (USA e Urss) attorno ai quali si costituirono due alleanze (Nato e Patto di Varsavia) formate dai vari paesi che a loro erano legati per essere già stati alleati o rispettivamente occupati durante la Seconda Guerra Mondiale: tale caratterizzazione politica diventò la motivazione principale per lo sviluppo dei vari armamenti e delle dottrine militari adottate da parte dei paesi aderenti ai "due blocchi" da allora fino al 1989, compresi i mezzi da combattimento per la fanteria. Così, inizialmente i paesi aderenti al Patto di Varsavia si adeguarono alle consuetudini sovietiche che non prevedevano l'utilizzo di mezzi particolari per la fanteria (eccetto ovviamente i normali autocarri per il trasporto), mentre i paesi aderenti alla NATO si allinearono alle metodologie americane che prevedevano l'utilizzo di half-track per i reparti di fanteria inseriti nelle divisioni corazzate per accompagnare i carri armati.


L'AMX-VCI
Ben presto gli half-track, distribuiti dagli americani a tutti i propri alleati anche a seguito del Piano Marshall, vennero sostituiti da veicoli più adeguati alla guerra di movimento. Subito dopo la guerra ci furono vari tipi di APC, l'M44 (non usato), la M75, e la M59. Dopo, gli statunitensi svilupparono un mezzo relativamente rivoluzionario: l'M113. Questo era completamente cingolato per avere una mobilità paragonabile a quella degli MBT che dovevano accompagnare, a differenza degli half-track, le truppe trasportate erano protette anche dall'alto (se tenevano chiusi i portelloni superiori), era dotato di portellone posteriore per rapidi sbarchi/reimbarchi dei fanti, essendo un mezzo leggero (era realizzato in alluminio, compresa la corazzatura) era anfibio senza preparazione ed infine, essendo anche relativamente economico, poteva essere prodotto in grandi quantità. Tale mezzo costituì la dotazione standard di ogni unità di fanteria meccanizzata di ogni paese aderente alla NATO con due eccezioni: Francia e Germania, le quali svilupparono ciascuna un proprio mezzo specifico.

La Francia, per essere maggiormente autonoma, sviluppo' un mezzo derivandolo dal carro leggero Amx 13 che inizialmente chiamo' AMX-VTT, ancora più economico del M113 ma non anfibio: dotato di due portelli posteriori, inizialmente era equipaggiato con una mitragliatrice brandeggiabile manualmente sul tettuccio del mezzo (come nel caso dell'M113), poi fu dotato di torretta chiusa monoposto (inizialmente sempre con una mitragliatrice) che permetteva al capocarro/mitragliere di rimanere protetto anche utilizzando l'arma e fu ribattezzato AMX-VCI.


Il Schützenpanzer Lang HS.30
La Germania invece, differenziò i mezzi per la fanteria: per le grandi unità prevalentemente di fanteria destinate alla guerra di movimento (fanteria meccanizzata) adottò il solito M113, mentre per i reparti di fanteria inseriti nelle vere e proprie divisioni corazzate (Panzerdivision) sviluppo' un mezzo cingolato maggiormente protetto e dotato di un armamento più pesante: l'HS.30. Tale veicolo non era anfibio, ma questo non era sentito come un handicap: in fondo doveva accompagnare gli MBT e nemmeno loro lo erano. In compenso offriva una protezione maggiore alle truppe trasportate e, soprattutto, era dotato di una torretta monoposto ultracompatta dotata di un cannone automatico Hispano Suiza HS820 da 20 mm che offriva completa protezione al capocarro/mitragliere ed una potenza di fuoco inusitata all'epoca per mezzi del genere. Come nel caso dell'M113 aveva due portelli superiori che, aprendosi, consentivano agli uomini a bordo di sporgere dal mezzo ed utilizzare le armi individuali, mentre l'ingresso e l'uscita dal mezzo non erano particolarmente agevoli per la presenza di un solo portello posteriore di piccole dimensioni, anche perché il motore latero-posteriore non consentiva altra soluzione.

Nel corso della guerra del Vietnam apparve chiaro che le truppe portate sui veicoli trasporto truppe (particolarmente gli M113) erano svantaggiate da due fattori: se tenevano i portelli superiori aperti e sporgevano dal mezzo per utilizzare le armi individuali, perdevano la protezione superiore come ai tempi in cui utilizzavano gli half-track, se chiudevano i portelli superiori, non avevano la possibilità di vedere il campo di battaglia prima dello sbarco dal veicolo. Constatata questa esigenza tattica fu proposta una serie di studi per permettere alla fanteria di operare direttamente dal veicolo, quindi, all'atto dello sbarco, che resta comunque un'azione necessaria per l'occupazione fisica del terreno, avere già una chiara visione tattica del campo di battaglia. In attesa che tali studi esprimessero nuove soluzioni e nuovi mezzi, in alcuni eserciti (come negli Stati Uniti d'America o Israele) si adottarono scudature corazzate a protezione delle mitragliatrici brandeggiabili manualmente utilizzate a bordo dei VTT, eventualmente anche aumentandone il numero.


Il BMP-1
Era chiaramente una soluzione tampone, ma sembrava ancora adeguata in attesa di avere, con calma, indicazioni dagli studi che si stavano effettuando, quando accadde all'improvviso un fatto che avrebbe accelerato ogni programma relativo ai mezzi corazzati da trasporto e combattimento per la fanteria: in pochi anni (1970-1971) furono presentati dai sovietici numerosi e nuovi mezzi per la fanteria assolutamente rivoluzionari, nonché vennero svelati i relativi programmi di riequipaggiamento generale per tutte le unità di fanteria dei paesi legati al blocco sovietico che sarebbero diventate tutte meccanizzate (con veri e propri IFV cingolati) o motorizzate (con analoghi mezzi ruotati).

Questi veicoli, i BMP-1, avevano un cannone da 73 mm e un missile AT-3 Sagger, quindi potevano colpire e distruggere anche un carro armato normale, l'unico punto debole era l'armatura, relativamente sottile, ma comunque questi mezzi furono uno shock per i membri della NATO, che si affrettarono ad introdurre mezzi simili.

Sviluppo dei veicoli da combattimento della fanteria[modifica | modifica sorgente]
Dopo le esperienze vietnamite in Occidente iniziarono gli studi di veicoli in grado non solo di portare le fanterie sui campi di battaglia, ma anche di offrire loro la possibilità di combattere prima di scendere dal veicolo. I primi veicoli da combattimento fanteria furono sviluppati in Germania (prima il HS30 SPz-52 entrato in servizio tra il 1952 ed il 1954, poi il suo sostituto: il Marder, entrato in servizio a partire dal 1974, entrambi cingolati) ed in Francia (per i mezzi cingolati, prima l'AMX-VCI entrato in servizio nel 1954 e poi il suo sostituto, l'AMX-10P a partire dal 1973, mentre per i mezzi ruotati, prima il Panhard M3 su meccanica della blindo AML nei primissimi anni '60 e poi il suo sostituto, il Renault VAB che era anche anfibio, a metà degli anni '70). I veicoli da combattimento della fanteria cingolati avevano naturalmente i vantaggi del movimento su cingoli, quindi maggiore capacità di movimento fuori strada e possibilità di trasportare un carico bellico maggiore, tuttavia i veicoli ruotati avevano costi tanto di acquisto quanto di esercizio notevolmente più bassi, quindi la Francia fu nettamente favorita nelle esportazioni, particolarmente in nazioni come quelle africane in cui i bilanci limitavano notevolmente le possibilità dei governi che così si orientavano ad acquisire VTT ruotati.

Contemporaneamente erano stati effettuati studi sullo stesso problema in Unione Sovietica, e già nel 1970 venne messo in servizio il veicolo BMD, aviotrasportatile, subito seguito dal BMP-1 che ha dato origine ad una serie di veicoli (BMP-2 e BMP-3) validi ancora oggi. Nel campo dei veicoli ruotati furono prodotti i BTR-40 (4x4) entrati in servizio nel 1951 ed i BTR-60 (8x8) (questi ultimi con una buona profilatura balistica della blindatura) entrati in servizio all'inizio degli anni sessanta quasi in contemporanea con i BMD ed i BMP. Al momento della loro apparizione, tutti questi mezzi risultavano quasi rivoluzionari: erano tutti anfibi, tutti permettevano l'utilizzo delle armi individuali da parte dei fanti trasportati rimanendo protetti dalla blindatura dei mezzi utilizzando apposite feritoie ricavate direttamente nel vano trasporto e nella relativa corazzatura, tutti erano dotati di armamenti molto più potenti dei corrispettivi mezzi occidentali per poterli impegnare lasciando ai cannoni dei propri MBT il compito di ingaggiare solo i carri avversari.

Se un M113 era protetto lateralmente e posteriormente dai colpi delle armi individuali e poteva resistere frontalmente ai colpi di una mitragliatrice da 12,7 mm, poco poteva fare per resistere ai colpi del cannone da 73 mm di un BMD o di un BMP-1 o a quelli della mitragliera da 14,5 mm di un BTR-60. Se non bastava, il BMP-1 era dotato anche di un lanciatore di missili controcarro filoguidati: oltre ad essere un pericolo mortale per ogni VTT occidentale, un BMP poteva teoricamente essere anche un discreto caccia-carri oltre a poter ben supportare gli MBT nel sopprimere eventuali postazioni controcarro avversarie gestite dalla fanteria nemica appiedata, postazioni che risultavano estremamente vulnerabili ai colpi ad alto esplosivo sparati dal cannone da 73 mm. Al contrario, non si era certi dell'efficacia dei colpi da 12,7 mm delle mitragliatrici Browning M2HB che normalmente costituivano l'armamento d'appoggio dei VTT occidentali contro i nuovi mezzi corazzati da fanteria in fase di distribuzione tra le file sovietiche.

In ambito NATO, fu tale la preoccupazione generata dalla distribuzione dei nuovi materiali sovietici, che vennero accelerati tutti i programmi relativi ai nuovi VTT/IFV che da tempo erano in corso ma che non avevano mai ricevuto una particolare priorità. In Germania si decisero subito ad adottare il Marder nel 1974 quale sostituto degli HS30: come il mezzo precedente non era anfibio e questo agevolo' l'adozione del veicolo che era ancora più pesante e protetto, dotato finalmente di motore anteriore, si migliorava la protezione anteriore e si aveva finalmente l'accesso al vano posteriore di carico tramite una rampa di grandi dimensioni (come nell'M113) che agevolava e velocizzava l'entrata/uscita della fanteria trasportata, la torretta era sempre dotata di un'arma da 20 mm, ma era un cannone automatico Rheinmatall Rh202 più moderno, con cadenza di tiro maggiore e sistemi di puntamento moderni. Inoltre la torretta era biposto e prevedeva un cannoniere ed un capocarro, con la possibilità di ripartire i compiti ed avere una migliore consapevolezza del campo di battaglia. Il vano di carico era dotato di blindosfere corazzate che permettevano l'uso delle armi individuali da parte dei fanti trasportati in completa sicurezza, protetti sia dalle schegge e dai colpi di armi fino al cal. 12,7 mm sia da eventuali agenti NBC. Anche in Francia venne adottato l'AMX-10P nel 1973 con soluzioni analoghe a quelle del Marder tedesco, anche se il mezzo francese era più leggero e meno protetto, guadagnando per questo la capacità anfibia.

Negli Stati Uniti lo studio dei veicoli da combattimento della fanteria, effettuato in parallelo allo studio del MBT con cui doveva cooperare fin dagli anni settanta, ha prodotto nel 1981 i veicoli M2 Bradley e M3 Bradley. Questi mezzi, che si differenziano solo in particolari dovuti al fatto che il primo è impiegato dalle unità di fanteria mentre il secondo da quelle di cavalleria, del costo di circa 500.000 $ (1980)[1], cioè prossimo a quello di un carro armato dell'epoca, rappresentano i mezzi tecnologicamente più avanzati nel campo.

Anche gli altri eserciti occidentali hanno sviluppato i propri IFV cingolati quali componenti principali integrati nelle proprie forze corazzate: gli Inglesi hanno sviluppato, prodotto ed adottato il Warrior, gli Italiani il VCC-80 Dardo, gli svedesi il CV-90. La tendenza attuale, con la fine del rischio di una guerra fra grandi potenze, vede soprattutto lo sviluppo di IFV ruotati ritenuti più adatti all'impiego in scontri asimmetrici (vedi l'italiano Freccia). I sudafricani hanno sempre preferito i mezzi ruotati a quelli cingolati, data la vastità dei territori (peraltro quasi pianeggianti e quasi privi di corsi d'acqua che possano ostacolare le manovre) nei quali operano: un mezzo ruotato ha normalmente maggiore autonomia dati i consumi inferiori rispetto ad un veicolo cingolato oltre ad una velocità superiore in terreni di quel tipo. Molti studi relativi agli IFV sono rimasti fermi a partire dagli ultimi anni del XX secolo, dato il costo elevato di simili veicoli, a favore di più semplici VTT, soprattutto ruotati, anche se non mancano le eccezioni (vedi il programma tedesco per la sostituzione del Marder con il Puma).

Altra tendenza è quella di aggiornare gli IFV esistenti per adeguarli alle nuove minacce e cercare di contenere i costi (soprattutto se confrontati con quelli relativi allo sviluppo di un mezzo completamente nuovo): sempre più spesso vengono aggiunte blindature aggiuntive di vario tipo per migliorare la protezione del mezzo, anche sacrificando la possibilità d'uso dell'armamento individuale da parte dei soldati trasportati, visto che frequentemente le feritoie all'uopo predisposte vengono coperte da tali corazzature. Anche l'armamento è l'obiettivo di alcuni programmi di aggiornamento che spesso prevedono la sostituzione dell'armamento principale con cannoni di calibro superiore (come il previsto programma di sostituzione del cannone Bushmaster da 25 mm del Bradley con un pezzo da 30 mm)

esempi di IFV moderni e contemporanei
Australia ASLAV
Canada LAV-25
Cina WZ551
Spagna ASCOD
Finlandia Patria AMV
Francia AMX-10P
Francia VBCI
Regno Unito FV 510 Warrior
Germania Marder
Germania PUMA
India Abhay
Israele BVP M80
Italia VCC-80 Dardo
Russia BMP-1
Russia BMP-2
Russia BMP-3
Russia BTR-90
Arabia Saudita Al-Fahd
Svezia CV-90
Ucraina BTR-3
Stati Uniti AIFV o YPR-765
Stati Uniti M2/M3 Bradley
Stati Uniti V-100/300 Commando
Jugoslavia BVP M80

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MessaggioTitolo: veicoli e mezzi anfibi civili e militari   autoblindo militare Icon_minitimeMar Set 23, 2014 6:16 pm

Un veicolo anfibio (o semplicemente anfibio), è un veicolo in grado di viaggiare su terra e sull'acqua. Veicoli anfibi comprendono biciclette, ATV, automobili, autobus, camion, veicoli militari, e hovercraft. Veicoli ad effetto suolo, come l'Ekranoplan, non sono in grado di viaggiare su terreni dissestati, non sono considerati veicoli anfibi.

Tecnica[modifica | modifica sorgente]

Elica di un VAB
A parte le dimensioni dei veicoli, gli stessi possono essere suddivisi in due grandi categorie: su cuscino d’aria (Hovercraft) e non. La seconda categoria, la più grande, nasce dalla volontà di creare veicoli in grado di operare su più terreni e non solo sull’acqua ovvero all-terrain, ghiaccio, neve, fango. Molti esempi si trovano con movimenti cingolati o su ruote o articolati; esiste anche una configurazione non convenzionale "a vite" (screw-propelled vehicle) per terreni fangosi. Quando i veicoli sono più pesanti dell’acqua, quindi non in grado di galleggiare, si applicano galleggianti rigidi o gonfiabili. Per la propulsione in acqua si utilizzano eliche o eliche intubate, oppure si sfrutta la rotazione delle ruote stesse o dei cingoli.[1][2].

Storia[modifica | modifica sorgente]

Alligator boat Bonnechere del 1907
I primi veicoli anfibi vengono fatti risalire a Raimondo di Sangro di Sansevero, ma anche a Sir Samuel Bentham nel 1781. Il primo veicolo anfibio a vapore conosciuto fu l’Orukter Amphibolos, costruito negli Stati Uniti d'America da Oliver Evans nel 1805, al centro di una disputa all’epoca sull’effettivo raggiungimento di tale record.[3] Gail Borden disegnò un veicolo anfibio nel 1849. Dichiarò di aver portato fino a 15 metri dalla costa il mezzo.[4]

Negli anni '70 del XIX secolo, compagnie di trasporto canadesi e statunitensi svilupparono un veicolo anfibio a vapore chiamato "Alligator" che poteva attraversa laghi e fiumi. Il modello di maggior successo fu costruito dalla West and Peacy di Simcoe, Ontario.[5]


Un DUKW convertito ad uso turistico
Fino ai tardi anni '20 del XX secolo, il tentativo di creare veicoli anfibi significò aggiungere ruote allo scafo di una barca o viceversa unire uno scafo ad un telaio automobilistico.[6] Uno dei migliori esempi documentati di veicolo anfibio fu il progetto del 1905 di T. Richmond (Jessup, Iowa). Come il primo veicolo brevettato della storia del 1885 di Karl Benz, fu un triciclo. Un tricilindro a benzina muoveva le ruote posteriori, la singola ruota anteriore faceva da timone in acqua. La propulsione in acqua era data dall'aggiunta di "pinne" alle ruote posteriori. Lo scafo era un tutt'uno con il telaio.[6] Dagli anni '20, diversi veicoli anfibi furono creati per gli usi più disparati. Un disegno completo per un ATV fu fatto da Peter Prell del New Jersey. Nel 1931 testò una versione in scala della sua invenzione.[7]

Con ruote[modifica | modifica sorgente]
ATV[modifica | modifica sorgente]

Land Tamer anfibio 8x8
La maggior parte degli anfibi non hovercraft’’ sono ATV (all-terrain vehicles). Tali veicoli hanno raggiunto la maggior diffusione su negli anni ’60-’70 in nord America. Tipicamente un anfibio ATV (AATV) è piccolo, leggero, con telaio in polimero o fibra di vetro, con sei/otto ruote giranti, con pneumatici a bassa pressione. Senza sospensioni e senza sterzo, la direzione viene data dall’azionamento delle ruote da un solo lato, come i cingolati. Gli stessi pneumatici riescono a fare forza di reazione in acqua per la propulsione.

Automobili[modifica | modifica sorgente]

VW Schwimmwagen nel giugno 1944

Amphicar
Furono sviluppate fin dagli inizi del ‘900, ma solo la seconda guerra mondiale ha stimolato lo sviluppo ulteriore. Due dei più significativi esempi sono: La tedesca Schwimmwagen, una piccola jeep 4x4 disegnata dalla Porsche nel 1942. Il corpo fu progettato da Erwin Komenda, che utilizzò il motore e la trasmissione della Kübelwagen. Gli americani crearono la Willys MB jeep, la Ford GPA o Seep ( Sea jeep). Nel secondo dopoguerra la tedesca Amphi-Ranger, con scafo in lega d’alluminio AlMg2. Solo 100 esemplari furono costruiti. La tedesca Amphicar viene usata ancor oggi in manifestazioni. Con quasi 4.000 esemplari prodotti, è l’unica al mondo ad uso civile ad aver avuto un successo commercial.

Biciclette[modifica | modifica sorgente]

Cyclomer, Parigi 1932
Una bicicletta anfibia è in grado di viaggiare su terra e in acqua. La Saidullah’s Bicycle[8] usa quattro galleggianti gonfiabili e due eliche azionate dai pedali. La Moraga’s Cyclo Amphibious[9] è un triciclo con ruote che azionate in acqua fanno da propulsione.

Autobus[modifica | modifica sorgente]

Bus turistico giapponese
Autobus anfibi sono utilizzati in ambito turistico come attrazione. Un esempio è l’AmphiCoach GTS-1.

Cingolati[modifica | modifica sorgente]
Il ‘’Studebaker Weasel’’ M29 Weasel fu originariamente concepito per la neve, ma con l’aggiunta di gonfiabili sul frontale e sul posteriore può avere capacità anfibie.

Multiunità[modifica | modifica sorgente]

Hagglunds Bv206 US military service come M-973 SUSV (small unit support vehicle)
I multi-unit o all-terrain transport vehicles furono inventati dai britannici nel 1913, e negli anni ’50 più di 40 tipi di tali veicoli erano in produzione. Alta manovrabilità e alta capacità di carico sono caratteristiche basilari; alcuni modelli sono anche anfibi, dando a tali veicoli un vero senso al termine All-terrain. Esempi sono il russo Vityaz, lo svedese Volvo Bv202 e Hagglunds Bv206, il Bronco ATTC di Singapore.

Guado[modifica | modifica sorgente]
Alcuni veicoli sono in grado di guadare corsi d'acqua mediante l'utilizzo di snorkel.

Hovercraft[modifica | modifica sorgente]autoblindo militare Img_4092-300x200
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