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 Perché è meglio scegliere un sollevatore telescopico?

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el magutt

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MessaggioTitolo: Perché è meglio scegliere un sollevatore telescopico?   Perché è meglio scegliere un sollevatore telescopico? Icon_minitimeLun Nov 01, 2021 8:01 pm

Perché è meglio scegliere un sollevatore telescopico?
Dove il telescopico trova una sua giustificazione economica, gli aspetti operativi diventano dominanti e le prestazioni superano di gran lunga quelle del caricatore portato
Sono vari i motivi per cui un telehandler è preferibile al caricatore frontale. Vediamo quali
La rapida diffusione del “telehandler”, rispetto al più comune caricatore frontale, ci deve portare a interrogarci sui motivi di un interesse così ampio.

Alla radice della nostra analisi sta l’eterna rivalità fra la macchina specializzata e quella polivalente, rappresentata dal trattore: questa rimane la soluzione più economica soprattutto nelle piccole aziende, in cui è imperativo aumentare le ore di impiego annuo per diminuire i costi unitari.

Ma dove la macchina specialistica trova una sua giustificazione economica, come può avvenire nelle aziende più strutturate o presso i contoterzisti, gli aspetti operativi diventano dominanti e le prestazioni superano di gran lunga quelle del caricatore portato. Questo avrà di certo il pregio della semplicità, del costo contenuto e, da qualche tempo, della versatilità, potendo adattarsi a qualunque accessorio di presa del carico; ma ha bisogno di spazio per essere impiegato nel modo migliore.


Per esempio, l’impiego principe resta quello della raccolta delle balle in campo e nel trasporto al punto di carico sul veicolo; ma fuori da questi ambiti presenta i limiti imposti dalla geometria. Trovandosi in prossimità delle ruote sterzanti, i bracci sono soggetti a una sensibile traslazione laterale; inoltre, il carico è forzatamente limitato dalla portata dell’assale anteriore. Dove c’è bisogno di muoversi velocemente anche in spazi ristretti, con una traiettoria precisa e senza necessità di correggere la posizione con il traslatore – comodissimo, ma è un movimento in più – bisogna che l’attrezzatura di presa del carico (forca o pinza) si sposti il meno possibile durante la manovra di avvicinamento. Un problema, questo, che è comune ad altre operatrici, come la mietitrebbia, oppure la trincia, la pala o il semplice rasaerba a piatto: se la sterzatura è posteriore, è assai più facile impostare la traiettoria che dovrà assumere la testata di lavoro, in funzione del punto in cui dovrà trovarsi.

Questione di equilibrio
Non vanno inoltre dimenticati gli aspetti legati all’equilibrio della macchina: un problema sentito anche per i caricatori frontali, il cui attacco al trattore è arretrato il più possibile, in modo da portare il baricentro all’interno del perimetro dei punti d’appoggio delle ruote. Nei caricatori telescopici l’attacco è ancora più indietro, per ridurre la necessità di contrappesi che costituirebbero un carico “non pagante”, ma oltremodo costoso in termini di consumo di gasolio e di usura delle gomme.

Tale soluzione costruttiva comporta inevitabilmente lo spostamento laterale della cabina, a fianco del braccio, che tuttavia comporta una minore distanza rispetto al punto di presa del carico e una migliore visibilità. La posizione centrale ha inoltre il vantaggio di ridurre le vibrazioni, cosa molto importante per una macchina dotata di gomme di sezione limitata, con notevole portata e quindi piuttosto rigide; questo è il vero punto debole del telescopico agricolo, che solo di rado richiede l’impiego di stabilizzatori.

Benché il caricatore non si possa considerare un trattore, da cui differisce persino dal punto di vista normativo e di omologazione stradale, spesso viene impiegato in condizioni similari, a cominciare dai trasporti su strada. Il ridotto peso aderente, gli pneumatici di dimensioni inferiori a quelle di una trattrice standard e, soprattutto, la trasmissione idrostatica, non ne fanno il mezzo di trazione ideale, sia in termini di forza di traino sia per quanto riguarda il comfort di marcia.


Perché è meglio scegliere un sollevatore telescopico? 03


Equilibrio e visibilità sono due dei pregi dei sollevatori telescopici
Tuttavia, il telescopico è l’unica macchina specializzata che può fare “anche” da trattrice, nonostante richieda qualche precauzione; oltre ai lavori leggeri in campagna, il suo impiego ideale è nel traino stradale, soprattutto per il trasporto di paglia e foraggi. In queste condizioni il fattore limitante è nelle dimensioni del pianale: con 30 rotoballe il carico utile va da 10 a 15 tonnellate, per 20 t di peso complessivo, un valore alla portata di un buon telescopico omologato per il traino.

Sul piano del confort di marcia, bisogna dire che i costruttori hanno lavorato sodo, riducendo considerevolmente il rumore in cabina e, soprattutto, le vibrazioni trasmesse al conducente, grazie a sistemi di sospensione sempre più sofisticati.

Controlli periodici
Il caricatore telescopico, anche quando non dotato di mezzi di aggancio, rientra fra i cosiddetti “apparecchi di sollevamento” ai sensi del testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, approvato con Decreto Legislativo n. 81/2008 e da allora ripetutamente aggiornato. Perché un elevatore a forche non è considerato un mezzo di sollevamento e un telescopico sì, anche se di fatto possono fare lo stesso lavoro? L’obiezione non è priva di significato, se si pensa alla sola funzione di sollevamento sulle forche, tuttavia il telescopico può svolgere lavori diversi da un comune “muletto”: il braccio estensibile può infatti sollevare oggetti ingombranti e pesanti che il semplice carrello elevatore non può alzare, essendo vincolato dalla breve distanza fra il mezzo di presa e l’incastellatura.


Sul piano del confort di marcia, i costruttori hanno lavorato sodo
La possibilità di portare

La possibilità di portare il punto di attacco a distanza dalla macchina, oltre che a una quota adatta, consente infatti la sospensione di un carico che può essere spostato esattamente come se fosse appeso a una gru: è questo il motivo per cui il telescopico è assimilato alle gru ai fini dei periodici controlli di funzionalità e di efficienza, con particolare riguardo ai sistemi di sicurezza.

La notevole distanza a cui può essere sollevato il carico può squilibrare il veicolo, determinandone il rovesciamento: un pericolo assai grave, specialmente per i caricatori privi di piedi stabilizzatori.

Per tutti questi motivi, già dal 2014, l’Inail ha posto fine agli equivoci generati dalla lettura delle varie norme succedutesi nel tempo, emanando uno specifico manuale per i caricatori telescopici, di cui si chiarisce l’appartenenza ai mezzi di sollevamento.

In effetti l’Allegato VII al testo unico lascia pochi dubbi, tanto più che la presenza delle forche consente di attaccare qualunque fune, cinghia o imbracatura per il sollevamento di carichi; poco conta quindi che ci sia un vero e proprio gancio, se in fin dei conti è possibile farne a meno.

Questo per fugare ogni dubbio rispetto al decreto interministeriale del 11 aprile 2011, che tratta dei caricatori telescopici dotati di piattaforma per il sollevamento di persone e di quelli, per l’appunto, dotati di un gancio di sospensione: il fatto che la macchina possa essere impiegata per questo scopo obbliga l’impresa a sottoporla alle verifiche periodiche.

Nonostante siano già trascorsi diversi anni, numerosi caricatori che non sono ancora stati censiti e non sono quindi mai stati sottoposti a verifica periodica. Una convinzione doppiamente pericolosa, perché oltre al rischio di verifiche ispettive (ispettorato del lavoro e Asl), oltre a quelle sul rispetto della condizionalità nelle aziende agricole, le conseguenze di un infortunio sul lavoro si aggravano se non sono state rispettate tutte le regole. L’Inail è un istituto di assicurazione e come tale è tenuto al pagamento dell’indennità; ma se il datore di lavoro è incorso in qualche grave irregolarità, l’Inail può esercitare la rivalsa sull’azienda, chiedendo indietro il capitale corrispondente alla rendita pagata all’infortunato.

Sul piano strettamente tecnico, una macchina a funzionamento idraulico è assai meno soggetta a guasti rispetto a una a fune metallica, che è rimane il principale sistema di funzionamento delle gru: una fune può subire lesioni ai cavi che la compongono, mentre un braccio idraulico è molto più robusto, non avendo componenti esposti. Tuttavia, anche i sistemi idraulici sono soggetti a guasti, assai più subdoli da verificare: se per una fune danneggiata basta l’esame visivo, una valvola difettosa può essere provata solo al banco, con l’aiuto di personale esperto. Un braccio a sfilo può inoltre subire danni da deformazione, responsabili di un rientro irregolare, così come i danni a tubi e raccordi; il notevole contenuto tecnologico di un moderno caricatore telescopico, ormai interamente gestito da microprocessori, richiede una verifica qualificata.


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