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  BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì

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MessaggioTitolo: BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì    BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì Icon_minitimeSab Lug 08, 2023 9:23 am

La storia della Bartoletti ha inizio nel 1873, nella piccola frazione di Carpinello, a pochi chilometri da Forlì dove Ermenegildo Bartoletti, il futuro "patriarca" di questa famiglia di imprenditori, gestiva una bottega di fabbro, per la costruzione di calessi, carrozze e carri agricoli.
Il personale della piccola azienda artigiana era formato allora in prevalenza da familiari. Fu solo al ritorno dei tre figli Nino, Alberto e Gino, dalla I Guerra Mondiale, in cui avevano operato nella "sezione automobilistica", apprendendo nuove tecnologie meccaniche e di trasporto, che la piccola bottega intraprese la strada della crescita graduate e costante.
Ancora nel 1921 gli operai erano solo 8, ma l'affermarsi impetuoso dell'auto e delI'autocarro, fa sì che I'azienda orienti la sua lavorazione alla costruzione di rimorchi.
Qualche anno più tardi, nel 1929, si costituisce la Ditta E. Bartoletti e Figli e, nel 1932, il padre Ermenegildo si ritira dall'attività. Nello stesso anno viene realizzato il brevetto del rimorchio a tre assi "a volta corretta", che permette al rimorchio stesso di seguire perfettamente le tracce dell'autocarro. Tale brevetto ebbe grande successo: la Ditta partecipò infatti alla I Esposizione del Vittoriale, a Bologna e la sua produzione meritò una medaglia d'oro.
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Altri successi furono riscossi in occasione di altre mostre a Milano, Torino, Padova, Verona e Bari. Da questa brillante innovazione tecnica presero avvio l'ascesa e la fortuna dell'azienda, che, a varie riprese, venne gradualmente ampliata, sotto la spinta di Nino Bartoletti, vero animatore dell'impresa.
Divenuti ormai modesti i locali di Carpinello, anche se più volte estesi, la Ditta si trasferì a Forlì. Il 25 luglio 1939, vicino alla Stazione Ferroviaria, alla presenza di Benito Mussolini, allora Capo del Governo, venne inaugurato il nuovo stabilimento, con un fronte di 400 m, parallelo alla linea ferroviaria Bologna-Forlì-Ancona, su un'area di circa 10.000 m2, di cui 45.000 coperti ad uso di officina ed Uffici.
L' azienda, ormai divenuta una vera industria raggiunse rapidamente i 300 operai e, nel 1940, fu dichiarata "stabilimento ausiliario". A quell'epoca, occupava 500 dipendenti, che lavoravano prevalentemente alla fabbricazione di rimorchi a due assi "a volta corretta", per il trasporto di carri armati e alla costruzione di carrozzerie per conto dell'amministrazione militare.
Purtroppo però dalla II Guerra Mondiale l'impresa uscì praticamente distrutta: il 19 maggio 1944, alle 9 e 40 del mattino vengono sganciate su di essa 25 bombe da squadriglie di aerei anglo-americani.
La fabbrica venne come colpita a morte, ingentissimi i danni, decine i feriti, ma subito si avviò febbrile l'attività di ricostruzione. La finalità del bombardamento era chiaramente quella di colpire uno dei primi obiettivi a valenza militare della città.


Si doveva infatti impedire l'attività produttiva dell'azienda, ausiliaria alle forze armate e posta in una zona, quella ferroviaria, di sicuro interesse. Ma Nino Bartoletti non si perse d'animo, fece trasportare quello che restava dell'attrezzatura nella vecchia sede di Carpinello e lì riprese, sebbene in modo limitato, l'attività, fino al termine della guerra, quando, senza alcun contributo statale, fece ricostruire I'azienda, in poco più di un anno e la riportò al livello tecnico, produttivo ed organizzativo precedente.
Nel 1946 l'Azienda realizzò con i propri dipendenti un patto di "compartecipazione al 40%", mentre i reinvestimenti aziendali facevano tutti carico alla proprietà. Il testo delI'accordo fu redatto, sotto forma di Statuto, dal notissimo Avv. Bruno Angeletti, già autorevole membro del C.N.L. locale e venne sottoscritto singolarmente da ogni lavoratore dell'Azienda. Quattro anni dopo però le maestranze, attraverso i loro rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione, rigettavano tale accordo, nonostante che esso prevedesse la prospettiva dell'acquisizione della maggioranza societaria da parte dei dipendenti ed anche l'assunzione della direzione generate da parte del "lavoratore azionista".
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Evidentemente i tempi non erano maturi per un accordo di questo tipo, sicuramente all'avanguardia sul piano sociale, politico ed economico. Risultava infatti obiettivamente difficile a quei tempi pensare che una forma di cornpartecipazione come questa, ispirata al pensiero economico di Giuseppe Mazzini, potesse abbracciare utili e perdite, tanto è vero che i più "estremisti" fra i dipendenti, dopo un anno di "non redditività", nel corso di una tumultuosa assemblea, definirono il patto di compartecipazione "un attentato al principio fondamentale da perseguire: la lotta di classe". Ebbe cosi fine un esperimento interessante, dai caratteri sicuramente innovativi e venne istituito un premio di produzione mensile fisso.
Pochi anni più tardi, precisamente il 3 gennaio 1953, la Ditta si costituisce in S.p.A. "E.Bartoletti", mantenendo quella "E." a ricordo del fondatore Ermenegildo.
La sede della Società è posta a Forlì, in Via Leonardo Da Vinci, dove ancora si trova oggi: il capitale sociale ammonta a 114.000.000 lire, mentre la durata viene fissata fino al 1982. "Il capitale risulta suddiviso in 11.400 azioni da £.10.000, ripartite in parti uguali tra Nino, Alberto e Gino Bartoletti, rispettivamente Presidente, Vicepresidente ed Amministratore Delegato della Società. Nello statuto si legge che costituiscono l'oggetto sociale "la fabbricazione, la vendita e la riparazione di rimorchi di qualunque tipo e portata, carrozzerie in genere per autoveicoli ed ogni costruzione in ferro od in legno con riferimento, e non, all'industria automobilistica".La crescita della Società in questi anni prosegue molto spedita: nel 1956 viene aperto un ufficio Commerciale a Milano eppoi un altro a Roma.


Dall' 1/7/1958, come riporta la certificazione della Camera di Commercio di Forlì, la S.p.A. E.Bartoletti dà inizio all'esercizio di uno stabilimento sito in Forlì, Viale Vittorio Veneto n. 1, per l'industria siderurgica, con annesso reparto fonderia in ghisa, bronzo, rame e Carpentaria metallica. Questo stabilimento, ex "Officine di Forlì", aveva già una sua lunga ed importante storia, in quanto, come ricorda la Monografia Industriale di Forlì del 1926, rappresentava "l'unica industria metallurgica importante nella tratta da Bologna ad Ancona".
Si concretizzava così un'operazione di salvataggio di larga portata, mirata all' "assorbimento" delle problematiche sociali ed economiche delle "Officine di Forlì", colpite da una lunga e grave crisi che aveva comportato centinaia di licenziamenti. Furono il Sindaco ed il Presidente della Cassa dei Risparmi ad intervenire ripetutamente sui Bartoletti per tentare il salvataggio dello stabilimento di Viale Vittorio Veneto, facendo appello al radicamento sul territorio dell'azienda ed all'amore per Forlì della famiglia.
Nella decisione finale, assunta dalla S.p.A. E.Bartoletti prevalsero, ancora una volta, i sentimenti sociali rispetto alle motivazioni economiche e l'operazione si concluse con il salvataggio dell'attività produttiva e di tanti posti di lavoro. L'impresa, dopo l'acquisizione del sopracitato stabilimento, nel 1961, occupa un'area coperta di 30.000 m2 ed una scoperta di 75.000 m2; impiega 900 dipendenti, di cui 75 impiegati, utilizza circa 500 macchine utensili, per circa 2.000 KW di potenza, tra cui spiccano impianti per officina meccanica, carrozzeria, stampaggio, forgiatura, carpenteria leggera e pesante, fonderia ghisa generica e speciale.
Nello stesso anno la produzione ammonta a 1.200 rimorchi, 70 pezzi di carrozzeria normali e speciali, circa 1.500 ton. di ghisa fusa e 1.000 ton. di prodotti di carpenteria.



Ormai da tempo la Società rifornisce una clientela ampia, sia italiana che straniera, nonché Enti Statali, Civili e Militari, come l'Esercito, l' Aviazione, la Marina e diversi Enti Locali e Municipalità.
Nel 1963, si realizza la fusione con la "S.p.A. F.Ili Bartoletti", costituita nel 1958, a Secondigliano (Napoli), il cui capitale ammonta a 102.000.000. In questo stesso anno la Società, nei soli stabilimenti di Forlì, impiega ben 975 dipendenti (75 in più rispetto a due anni prima): fra questi ci sono 88 impiegati (45 tecnici e 43 amministrativi), a cui vanno poi aggiunti 8 dirigenti e 5 ingegneri.
L'attrezzatura produttiva di cui dispone risulta ampia, moderna ed idonea alle numerose attività svolte. Tali mezzi, suddivisi in numerosi reparti (tra i più importanti quelli di fucinatura, stampaggio, montaggio rimorchi, montaggio carrozzerie normali e speciali e fonderia) rendono la Bartoletti particolarmente autosufficiente, se si escludono componenti specifici quali cuscinetti a sfera, molle ed apparecchiature elettriche.
La gamma di produzione dell'epoca è veramente estesa, essa comprende realizzazioni ormai affermate sul mercato ed altre fortemente innovative, come rimorchi e semirimorchi ad uno, due, tre, quattro assi, per usi normali e speciali, civili e militari, carrozzerie per autocarri e veicoli speciali, carrozzerie per trasporto persone (autovetture escluse), cisterne per liquido infiammabile e non, serbatoi per uso industriale, apparecchiature per impianti chimici, pezzi per tubazioni ed acquedotti.

Tra le produzioni a carattere militare, si possono ricordare i "rimorchi biga" da 1,5 a 8 ton., i rimorchi a due, tre assi, fino a 20 ton. "a cassone" e variamente carrozzati, i carri officina, i carri radar, i carri comando, le autoambulanze, i carri frigorifero e vari tipi di autocisterne.
La clientela della Società risulta molto ampia, non solo a livello nazionale, grazie ad un'adeguata organizzazione di vendita ed assistenza, ma anche all'estero, dove i mercati più importanti sono rappresentati da Svizzera, Austria, Svezia, Iugoslavia, Spagna, Egitto, Etiopia ed Argentina.
Nonostante tale continua ascesa, sia sul mercato nazionale che all'estero, le vicende delta Società rimangono sempre strettamente connesse a quelle della famiglia Bartoletti, i cui membri ne rimangono costantemente alla guida, sempre con grande tenacia, nonostante i diversi eventi luttuosi che, nel tempo, li colpirono. Nei 1967, si spegne il Comm. Alberto Bartoletti, Vicepresidente del Consiglio d'Amministrazione e nel 1970 scompare prematuramente il di lui figlio ingegner Sauro, sino ad allora lungimirante responsabile dei programma di produzione e di qualità di tutta l'azienda. Alla Vicepresidenza, all'interno del Consiglio di Amministrazione, era intanto subentrato un altro figlio del Comm. Alberto Bartoletti, l'ingegner Luciano, il quale mantenne tale carica fino al 1977, anno in cui mori a causa di un male incurabile.



A Luciano Bartoletti l'azienda deve sicuramente un grande tributo: appena laureatosi al Politecnico di Torino, nel 1946, cominciò ad occuparsi della riorganizzazione dell'ufficio tecnico della Società, fino ad assumere la carica già ricoperta dal padre. Successivamente divenne Vicepresidente del Gruppo Rimorchi in seno all'Associazione Nazionale Fabbricanti Italiani di Autoveicoli (ANFIA) ed il 23 giugno del 1976 fu eletto Presidente dell'Associazione degli Industriali della Provincia di Forlì.
Prima del suo immaturo decesso, un altro grave lutto aveva colpito la famiglia e l'impresa: nel 1969 si era spento Nino, Presidente del Consiglio d'Amministrazione, poi sostituito dal fratello Gino.
L'espansione dell'attività produttiva, comunque, non si arresta: la Società, che già nel 1968 aveva nuovamente aumentato il capitale, portandolo da £. 216.000.000, a £. 648.000.000, nel 1980 decreta la proroga della durata fino al 31 dicembre del 2100, essendo in precedenza prevista sino al 1982, e, ad un solo anno di distanza, si approva un nuovo aumento di capitale, sino a £.1.944.000.000

A questi segnali positivi fanno riscontro purtroppo altri lutti: nel corso del 1982, si spengono, infatti, il Presidente della Società, Gino Bartoletti, sostituito poi nella sua carica dalla sorella Wilma, che trascorse tutta la vita nel cuore della sua "fabbrica-famiglia", dedicandovi infinito amore ed ogni risorsa ed il Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione, Alberto Mario Bartoletti, direttore e "animatore" della forza vendita, al quale succede il cugino, rag. Piero Marconi.
Il periodo è comunque contrassegnato da una continua crescita del capitale sociale, portato a £.3.888.000.000 nel corso del mese di aprile e nuovamente aumentato nel dicembre dello stesso anno, fino a £. 8.748.000.000. Nel 1985 Manlio Bartoletti, in precedenza Amministratore Delegato, assume la guida dell'Azienda, come Presidente del Consiglio di Amministrazione, carica che ricopre ancora oggi. Il Consiglio viene poi allargato, nel 1989, da 3 a 5 membri, con la nomina in qualità di Consiglieri, della Dott.ssa Maria Laura Bartoletti e del Dott. Antonio Filippi, marito di Gabriella Bartoletti, sorella di Manlio.


Il periodo che si pone a cavallo tra gli anni '80 e '90 non si presenta facile per la situazione economica generate del nostro Paese e per i segni di crisi che si avvertono anche nei settori in cui operano le più grandi imprese private. Anche la Bartoletti ne risente: il bilancio del 1992 presenta una consistente perdita, interamente coperta utilizzando i fondi a riserva.
Nel 1993 viene cessata l'unità locale sita in Secondigliano, presso Napoli. Tuttavia a tali difficoltà la Società reagisce in maniera decisa: nel luglio del 1993, in collaborazione con l'Associazione degli Industriali, con l'Università di Bologna (Facoltà di Scienze Politiche/sede di Forlì) e con l'Amministrazione Provinciale dà vita ad un progetto di studio e sviluppo di semirimorchi per il trasporto combinato strada-rotaia. Una collaborazione che si trasforma in uno strumento di lavoro concreto, perché nel 1994, anno di crisi economica terribilmente pesante per tutto il Paese, escono dalla Bartoletti i primi prototipi di "bimodale": si tratta di semirimorchi furgonati per il trasporto combinato strada/rotaia di merci o derrate deperibili.
Di grande aiuto alla realizzazione pratica di tali veicoli si rivela anche l'accordo di collaborazione raggiunto con la Breda (EFIM) siglato nel 1990.


 BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì Bartoletti-rimorchi-3

Si producevano:«Rimorchi, semirimorchi, autobus, furgoni, cisterne, cassoni, autoambulanze, veicoli speciali per l’esercito. Prodotti molto validi». sunny

study «Avevamo dei brevetti importanti, come quello del rimorchio a tre assi

BARTOLETTI RIMORCHI S.R.L.
Indirizzo: VIA ZAMPESCHI 119 - 47122 - FORLI' (FO) queen


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MessaggioTitolo: Re: BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì    BARTOLETTI rimorchi allestimenti FORLì Icon_minitimeSab Lug 08, 2023 9:26 am

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nessuna buona azione resta impunita jocolor

non si può sempre ballare sui tavoli pirat
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