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 GUIDA ALL'ACQUISTO DI UN MINIESCAVATORE USATO

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el magutt

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MessaggioTitolo: GUIDA ALL'ACQUISTO DI UN MINIESCAVATORE USATO   GUIDA ALL'ACQUISTO DI UN MINIESCAVATORE USATO Icon_minitimeLun Mar 18, 2024 9:57 am

GUIDA ALL'ACQUISTO DI UN MINIESCAVATORE USATO scratch

study
miniescavatore usato da 50 q nominale che pesa 4.270 kg, con la targhetta che non corrisponde al numero stampato sul telaio che hai trovato, cammina storto anche se un riduttore è nuovo; certo ha 5 benne in corredo, ma oltre che avere gli attacchi con i fori ovalizzati non sono nemmeno benne per quel modello, anche se gli si avvicinano come misure. Il motore del miniescavatore usato appena acquistato poi tende a scaldare appena lo sforzi e l’idraulica perde forza quando lavori più di un’ora.

In compenso il boss ha un tipico contratto scritto su carta intestata di una ditta inesistente e il venditore non risponde più al cellulare. Tutto nella norma, direi, se si agisce d’impulso o ci si innamora dell’affare della vita; ma un acquisto ragionato è un tantino più complicato e prevede raziocinio e conoscenze. John, esattamente quelle conoscenze che stai apprendendo ed elaborando con l’esperienza sul campo.

[Origini del miniescavatore]. Sembra incredibile la semplicità con cui si possa cambiare la storia. Nel 1968 fu chiesto, in una azienda giapponese parlando tra soci in affari, di progettare e realizzare un mezzo che sostituisse pala e piccone in cantiere. Dopo pochi mesi, è proprio il caso di dire taaac, anzi, Taaak ecco fatto!

[Akio Takeuchi], proprietario e fondatore della >>Takeuchi Manufacturing<< di Sakaki, in Giappone, comincia proprio nel 1968 a costruire miniescavatori (ma non solo!) ed oggi è ancora fra i leader mondiali di mercato. In primis fu il modello TB300 presentato proprio nel 1968 in risposta a quella richiesta interna di miglioramento lavori in cantiere e, subito a ruota (1971), nacque il primo miniescavatore idraulico girevole a 360 gradi e con brandeggio del braccio: il Takeuchi TB1000 da 2.000 kg circa.

Oggi sono veramente pochissimi i costruttori che ancora non hanno a catalogo miniescavatori e minipale. Molti, per convenienza industriale (o forse per sfiducia ad investire nel prodotto?) hanno fatto accordi per produrre i propri modelli da costruttori già presenti e generato quindi un mercato di cloni vari che a volte hanno suscitato non poca ilarità, sfottimenti a vari livelli e in generale una discreta crisi di identità del prodotto.

Oggi, con un mercato ampiamente consolidato ed i numeri in continua crescita tutto si sta razionalizzando e semplificando. Chi ne guadagna è la qualità del prodotto che finalmente cresce a vista d’occhio, strizzando l’occhiolino anche allo tsunami dell’elettrico e ovviamente alle ricerche di migliori condizioni ambientali per il nostro pianeta Terra.


I miniescavatori usati: le premesse
Oggi stiamo vivendo un periodo particolarmente iperattivo del mercato miniescavatori (e quindi anche di quelli usati), anche grazie alla ripresa dei lavori dopo la pandemia, ma soprattutto, a livello italiano, per un enorme afflusso di ordini dovuto agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie e anche a quelli su acquisto di macchine nuove.


Il miniescavatore Bobcat E10
L’acquisto di una macchina è oggi quindi particolarmente orientato verso il nuovo e qui incontriamo il primo ostacolo: le tempistiche di consegna. Le fabbriche sono ancora impegnate a rincorrere le problematiche dovute ai fermi di produzione causati dai vari lockdown, vissuti in quasi tutti i Paesi, con conseguente blocco di lavorazioni e fornitura approvvigionamenti materiali.

Questa situazione caotica ha ovviamente aumentato anche la richiesta di miniescavatori usati, generando un rialzo dei valori medi del prezzo di vendita e una scarsità incredibile di scelta. La realtà sarebbe ancora più complicata da spiegare, ma la visione generale semplificata è più o meno questa. Poche macchine disponibili con alto valore all’acquisto, ma non sempre le cui condizioni soddisfano i requisiti richiesti.


John, molti sul mercato si muovono, come ha fatto il tuo capo capoccione! Ma andiamo per ordine: quali premesse dobbiamo porci prima di iniziare la ricerca?
Sicuramente il peso operativo resta un fattore fondamentale sia per la tipologia di lavori da fare sia per avere una trasportabilità facilitata. Parliamo di un’escursione dei valori dagli 8 quintali ai 65 circa, oltre le macchine sono classificate come MIDI escavatori (70,80,90 quintali), al di sotto sono ottimi giocattoli o modellini radiocomandati a volte più rifiniti di quelli veri e con tutte le funzionalità, compreso la rottura dei tubicini idraulici ed allagamento del parquet del salotto!!

A questo punto John devo farti una proposta oscena: questi escavatori girano come le trottole tra i vari cantieri, quindi bisogna valutare anche l’effettiva trasportabilità relativa ai mezzi che abbiamo a disposizione.

Nella maggioranza dei paesi europei anziché rischiare la patente e la vita, caricando miniescavatori sui pianali dell’immancabile Iveco Daily ed ignorando regole basiche sia del Codice della Strada sia della sicurezza connessa a portata, altezza, e procedure di carico e scarico; il consiglio? Utilizzare un semplice, pratico, sicuro carrello rimorchio che può anche essere utile per altre mille cose.




Sono tanti i vantaggi: accesso basso da terra, pianale del camion libero per caricare altro materiale, migliori margini di trasporto, possibilmente sempre rispettando i termini di legge. Esistono produttori italiani molto esperti e pronti anche a tutte le personalizzazioni possibili restando ovviamente nella legalità.

John, prima di archiviare l’argomento come una perdita di tempo, confessa: ci avevi pensato? (no!); hai mai chiesto? (no!); ti sei mai informato? (no!) Sei un imprenditore, prima di giudicare valuta con dati certi e guarda le opportunità da un punto di vista differente!

Altro valore da non trascurare sono le distanze di lavoro massime necessarie: la profondità di scavo ovviamente, ma anche lo sbraccio massimo e non sottovalutiamo l’altezza di carico del camion: se non passa la benna carica di materiale ci toccheranno diversi funambolismi per risolvere il problema.
Questi problemi portano molte aziende a sopravvalutare le proprie esigenze, acquistando una macchina superiore alle necessità, giustificandosi con il vecchio adagio: "nel grande ci sta il piccolo". Non sono propriamente d’accordo, ma bisogna anche comprendere se effettivamente la spesa per 2 macchine sarebbe giustificata.
I miniescavatori usati: l'allestimento
Un eterno conflitto che non trova soluzione univoche (perché non ci sono!) è la scelta tra un miniescavatore girosagoma e uno tradizionale.

John, qui solo la conoscenza dell’uso che farai della macchina può risponderti! Entrambe scavano, coprono e caricano, per tacer degli accessori. Condividono spesso il motore (a parità di peso) ed anche il gruppo pompe idrauliche sia pur con tarature diverse.

Quindi il parametro che può indirizzarti è il luogo in cui li utilizzerai principalmente ed il tipo di lavoro! Se il tuo pane sono i lavori su sede stradale/marciapiedi, magari in emergenza o comunque i cantieri piccoli e con più persone in movimento non avere dubbi. Una sporgenza zero mette in sicurezza gli operatori ed anche le strutture.
Rinunci ad una manciata di centimetri di operatività, ma dormi sereno.

Se invece la maggioranza del tempo la passi fra urbanizzazioni, costruzione classica o in campagna (a parte i filari), beh, puoi tranquillamente pensare che con la giusta attenzione non ci saranno problemi di ingombro.

La presenza di zavorre aggiuntive, ovviamente sporgenti rispetto alla larghezza cingoli, è funzionale a un miglior bilanciamento generale e garantisce maggior capacità di sollevamento. In molti casi le ritengo indispensabili per avere una macchina utilizzabile.



Per quanto riguarda le benne o le attrezzature, direi che basta un minimo di attenzione per l’allestimento originale se vogliamo montare accessori impegnativ,i come un trinciastocchi o trinciaerba o una pinza; in caso di errata valutazione si rischia una bassissima operatività o addirittura una di avere un miniescavatore inutilizzabile con quegli accessori.

Meglio un accessorio leggermente più piccolo, ma che lavora al 100% piuttosto che un attrezzatura che si avvicina al limite tecnico che poi non riuscite ad utilizzare correttamente. La combinazione flusso idraulico/utilizzo braccio o cingoli non datela per scontata. I litri utili a disposizione sono pochi e a volte con gli escavatori usati qualche piccola disfunzione o problema potrebbe impedirvi lo sfruttamento totale della forza idraulica disponibile. Dovete affiancarvi a una buona officina che possa aiutarvi a misurare il problema e trovare una soluzione certa e duratura, partendo dal concetto che esistono dei dati tecnici (non quelli commerciali delle brochure) che dicono chiaramente il limite oltre cui si ha la certezza di comprare un problema e non una soluzione.




Un fattore di nicchia che secondo me non incide particolarmente, ma penso sia giusto citarlo sono i cingoli. Di base tutti i modelli montano cingoli in gomma.

Quale è il fattore che ci può indirizzare verso la cingolatura in metallo?
Direi fondamentalmente il terreno di spostamento. Se il mezzo si muove esclusivamente o quasi su macerie, rocce, rifiuti metallici o comunque materiale molto tagliente si può considerare l’acquisto.



Teniamo presente però che un cingolo in metallo complica un po’ la vita nel carico/scarico su rampe in alluminio, se vi spostate su asfalto o marciapiede, se non volete compromettere eccessivamente tutte le superfici su cui vi muovete.

Il cingolo in gomma credo in termini di rapporto durata/prezzo sia conveniente veramente su sostanzialmente tutte le lavorazioni.

Lascerei altri metodi (esistono anche dei pattini tradizionali con gomma vulcanizzata molto validi, ma anche piuttosto costosi nel momento della sostituzione) a casistiche particolare di cui tu, John, sarai sicuramente informato e potrai decidere serenamente.

Un particolare non insignificante a livello legislativo e soprattutto di sicurezza è la presenza delle valvole di blocco sui cilindri di sollevamento e del penetratore/stick.

Senza di esse il sollevamento sopra 200 Kg non è consentito e il montaggio a posteriori prevede comunque una procedura burocratica tipicamente e veramente intricata, oltreche costosa perché qualora non sia il costruttore ad averlo montato ed omologato, chiunque ci metta le mani diventa responsabile a livello civile e penale.
Quindi il consiglio è: vi serve (anche) per sollevare? Compratelo con kit originale e verificate che sia scritto sulla documentazione! Se sono presenti ganci saldati posticci su benna, articolazione, braccio, lama, fateli togliere immediatamente, verificando cosa riportato sul manuale di uso e manutenzione.

All’interno viene chiaramente indicata la procedura per il sollevamento, se previsto. Qualunque altra invenzione può solo garantirvi una cascata di guai in caso di controlli.

Uno sistema semplic che vi “avvisa” della presenza della probabile omologazione potrebbe essere la presenza in cabina della tabella,che sia adesiva sul vetro o tipo libricino comunque a vista e portata di mano, delle portate in funzione di posizionamento torretta e sbraccio.

Necessariamente deve esserci anche il tasto di abilitazione alla cicalina del sovraccarico e controllare se operativa (la taratura è un'altra cosa), anzi, se il sistema funziona, è semplicissimo: sollevate il braccio principale fino a fine corsa e poi continuate insistendo con il joystick. In meno di un secondo la cicalina deve attivarsi, altrimenti non è operativa.



Altro parametro di allestimento non fondamentale ma da valutare è la scelta tra tettuccio e cabina. La cabina è la preferita dagli operatori specie se completa di aria condizionata ed ovviamente riscaldamento.


Miniescavatore usato con tettuccio
Una esigenza comprensibile, ma teniamo bene a mente che l’aria condizionata può sottrarre dai 3 fino ai 5 Cv di potenza motore. Con mezzi piccoli e piccole potenze potremmo notare la differenza, oltre ad avere diverse altre parti da controllare/manutenere/riparare/mantenere efficienti.

Su miniescavatori piuttosto piccole, diciamo indicativamente fino ai 25 q, che raramente vengono utilizzate continuamente per le 8 h ore canoniche, sarebbe opportuno un ragionamento serio sulla reale necessità del condizionamento.

A livello visibilità e sicurezza, comunicazione con gli altri, praticità in luoghi estremamente ristretti, necessità di smontaggio, il tettuccio resta una soluzione ottimale.


Se però lavoriamo su un molo, nel senso di luoghi piuttosto ventosi, l’operatore potrebbe non essere del tutto d’accordo. Stesso discorso se di deve lavorare in presenza di polveri sottili o più in generale in ambienti con forte inquinamento.
Il miniescavatore usato: condizioni generali
Eccoci al nostro walkaround! Quindici minuti, anche dieci dato che la macchina è piccola, che valgono moltissimo. Un’attenta osservazione di tutte le caratteristiche della macchina, annotando tutte le possibili anomalie visibili e rendendosi conto del reale allestimento macchina.


Quando si aprono i cofani, sbirciando gli anfratti spesso ci si imbatte in sorprese interessanti, ma soprattutto si apre la mente ad un primo giudizio generale molto importante perché si confronta direttamente con le nostre aspettative.

Ovvio che verificare se il miniescavatore usato è stato riverniciato, ricondizionato oppure solo pulito o “leccato” per apparire bene è un impegno differente. Un piccolo controllo, da fare sempre, è la corrispondenza tra l’etichetta identificativa ed il numero stampato sul telaio, vero John?

In effetti trovarlo non è banale per alcuni modelli, ma coinvolgendo professionisti nelle officine o nei concessionari del marchio di interesse si possono avere informazioni sul posizionamento che, a meno di stuccatori folli, ci porta a una importante verifica.




La lama di rinterro è presente assolutamente su tutti i miniescavatori, la sua funzione la svolge egregiamente basta non sognare di essere su un dozer: non è esattamente una lama apripista.

Controllare che la carpenteria risulti in ordine, che il singolo o i doppi cilindri non abbiano perdite e che non sussista un calo evidente se messa in forza, magari alzando leggermente la macchina.
Se il carro è a larghezza variabile sulla lama o anche separatamente devono essere presenti gli allargatori che garantiscono il corretto lavoro in fasi di utilizzo.
Il miniescavatore usato: il motore endotermico
Chissà se nel prossimo futuro parleremo di rotori raffreddati a liquido o motori brushless invece che di gasolio. Molti marchi già da qualche anno sperimentano, ed in qualche caso vendono, macchinari totalmente elettronici, vedremo il futuro cosa ci riserverà. Intanto che aspettiamo la scossa del mercato o il mercato della scossa cerchiamo di acquistare miniescavatori usati efficienti, mossi dal ciclo diesel!!!



Yanmar, Kubota e Perkins. Per quanto rinominati, adattati, personalizzati o prodotti con specifiche caratteristiche, la massima parte del mercato europeo, ma anche mondiale, dei miniescavatori, utilizza i motori diesel prodotti da questi marchi. Come per ogni brand esistono estimatori e denigratori, in realtà è più importante l’applicazione del prodotto stesso in termini di funzionalità e successo.

Tutti quanti sono assolutamente affidabili, parchi nei consumi, facili nella manutenzione, riparabili da una moltitudine di meccanici non necessariamente brandizzati o autorizzati. Solo gli ultimissimi modelli, dedicati a scelte ecologiche e quindi farciti di tecnologia e gestiti completamente da centraline, sono soggetti a tarature e riparazioni che a oggi sono in grado di eseguire principalmente le officine autorizzate del marchio in questione.

Una volta controllate le perdite, escluse eventuali modifiche di comodo, principalmente pompa di travaso o comunemente chiamata “a C”, sistema di aspirazione e di scarico (le più soggette a riparazioni volanti in cantiere con chilometri di fil di ferro, fascette e rivetti poi mai ripristinate in sede), non ci resta che avviare il motore e verificare avviamento ( a caldo e a freddo!) , verificare rumorosità anomale, o la presenza di fumosità continue di vari colori (nero=gasolio, azzurro=olio, grigio chiaro=verificare iniezione/testa/raffreddamento).



Con il motore caldo si può sempre controllare quanto rifiuto esca dal tappo di riempimento olio motore.

In teoria dovrebbe essere molto poco o niente, se invece persiste una pulsante fuoriuscita di gas vuol dire che il motore è arrivato a un livello di usura piuttosto alto e incombe una riparazione onerosa, con conseguente vermo macchina prolungato.

Un'altra pessima abitudine consiste nel bypassare il prefiltro del gasolio che invece è molto importante per evitare che l’acqua (ricordo che nel gasolio una piccola parte di acqua dovuta ai lavaggi cisterne ed altro purtroppo esiste quasi sempre) possa arrivare a rovinare la pompa di iniezione o gli iniettori.

Controllate la linea gasolio, partendo proprio dalla pompa iniezione e risalite fino al serbatoio o più vicino possibile. Ripristinare una cosa del genere è semplice e poco costoso, in compenso aiuta decisamente la vita del motore.
Il miniescavatore usato: l'impianto idraulico

Pompa del gasolio
Per quanto semplificato e rimpicciolito gli elementi costitutivi dell'impianto idraulico sono i soliti dei fratelli maggiori.

Le pompe (normalmente 2, massimo 3) sono attaccate al motore direttamente dal volano a mezzo di un giunto elastico; un distributore principale da cui partono tutti i comandi agli attuatori idraulici; un impianto di pilotaggio per comandare i movimenti dai joystick o dai pedali; il serbatoio ed i filtri; i cilindri sul braccio e sulla lama, quelli per modificare il carro variabile se presente ed i motori idraulici per rotazione e traslazione.

Nulla di nuovo ne di troppo difficile da verificare.


Occhietto di iivello dell'olio e trasparenza


Partendo dal serbatoio, l’immancabile occhietto di livello può indicarci la trasparenza (anche l’asta di livello su vecchi modelli può servire allo stesso scopo) che deve essere assoluta. Olii opachi, emulsionati, marroni, neri sono evidenti sintomi di problematiche anche importanti. Sicuramente di scarsa manutenzione.

Lo stato delle tubazioni vi indicherà più o meno fra quanto innaffierete di olio idraulico la zona di lavoro.

È innegabile che i tubi prima o poi possano cedere, per usura interna, curve troppo strette, mancanza di fissaggi, continuo strusciare tra loro o contro parti fisse o mille altre cause.


Controllate se esistono già bolle sulla copertura esterna o se si stia consumando la guaina metallica interna, quello è sicuramente il momento giusto di programmare la sostituzione.
Meno costi, meno danni, meno fermo macchina.

Le pompe potete pure guardarle per bene ma sappiate che purtroppo non rispondono alle domande. Se sono rumorose al massimo vi stanno urlando che hanno un problema. Se è visibile una piccola perdita, riparatela. Un o’ring da sostituire evita che aria o sporco possano incidere sul funzionamento dell’impianto.



l distributore deve essere ben fissato e possibilmente pulito e con i tubi montati, fissati e visibilmente in ordine. I joystick asciutti sotto, con i pulsanti attivi e magari senza eccessivo gioco.


Cilindro rifatto
Nel collegamento con la parte idraulica esiste sempre una piastra o dei leverismi regolabili proprio per gestire la corsa a vuoto oppure per regolare l’escursione.

I cilindri dovrebbero essere asciutti e la loro asta cromata lucida e senza segni, graffi, martellature o colpi evidenti. Lasciando il braccio e lo stick orizzontale ad altezza occhi non dovrebbe essere visibile un calo evidente, altrimenti è segno almeno di guarnizioni interne di tenuta molto usurate. Nulla di preoccupante anche come costi da affrontare, ma sicuramente l’efficienza di quella macchina ne risentirà pesantemente.


Perf quanto riguarda i motori idraulici di traslazione possiamo solo assicurarci che, oltre a far spostare liberamente il mezzo ed accettare la seconda velocità (se è presente, verificare!) è importante che la macchina su terreno piano cammini dritto avanti e indietro senza tendere a girare sempre nello stesso verso.


Riduttore finale
Se su alcune tipologie di macchine un po’ anzianotte potrebbe bastare una regolazione delle leve, nella maggioranza forse uno dei motori idraulici ha raggiunto un livello di usura importante e necessitano (entrambi i motori, mai uno solo) di una revisionata o di valutarne la sostituzione.

Sul motore idraulico della rotazione torretta è possibile verificare, oltre alle eventuali perdite, se su un terreno inclinato la torretta fa fatica a girare in “salita” magari con la benna piena!

Un parametro che ormai John ha acquisito per tutti gli impianti, ma che vale molto su tutte le macchine totalmente idrauliche è che tutte le funzionalità rimangano sostanzialmente invariate da freddo a caldo. Se d’estate può essere abbastanza facile e veloce scaldare un impianto, d’inverno dobbiamo essere pazienti e spendere il giusto tempo fino a che l’olio non risulta ben caldo.

I movimenti contemporanei, almeno 3 e soprattutto operazioni che si avvicinino il più possibile al limite idraulico (tipo il sollevamento macchina con il braccio a terra) potrebbero illuminarci su le effettive condizioni di usura del comparto idraulico.
Il miniescavatore usato: il telaio e il braccio di scavo

Attacco telaio/brandeggio
Se nel fratellone grande dei miniescavatori un fattore molto importante da controllare è la ralla di rotazione, nei mini è sufficiente verificare che un giro completo in entrambi i sensi venga compiuto senza problemi o inceppamenti e ovviamente che non ci sia gioco eccessivo tra il telaio del carro e la torretta.

Un problema che incontrerete in un buon 90% delle macchine che visiterete è il gioco del brandeggio braccio/telaio. Una grossa fusione funge da articolazione e deve sopportare tutti gli sforzi e le torsioni sia del braccio durante il lavoro che della macchina quando si usa in maniera non proprio convenzionale il braccio per strappare spingere o altro.
In pratica su 2 perni o un perno unico, incernierato normalmente con bronzine, si scaricano continuamente sforzi (pensate all’utilizzo del martellone idraulico) che, se non supportati da adeguata lubrificazione e soprattutto dal grasso giusto, portano a una precoce usura che, se non recuperata subito (mai visto), obbliga a dover lavorare il pezzo attraverso barenatura o altre lavorazioni per riportarlo al corretto livello di giochi radiali. La barenatura è un procedimento di ripristino che prevede la saldatura radiale del foro da ridimensionare e la successiva lavorazione meccanica in stile tornitura fino alla misura corretta.

Il grande pregio è la possibilità di eseguirla sul posto in quanto l’attrezzatura necessaria è trasportabile e si può adattare a tutti o quasi le misure e le diverse posizioni, quindi per il lato telaio il vantaggio è enorme.

Il costo è sempre variabile in quanto dipende dal supporto, dalle misure e dal tempo necessario al ripristino, ma comunque enormemente inferiore e spesso inevitabile rispetto alla sostituzione delle parti. Il resto del braccio è soggetto alle stesse condizioni, perni e bronzine con giochi da verificare. Un particolare che controllerei sono i sistemi di fermo dei perni principali



Spesso si trovano distrutti, modificati o riparati al volo perché hanno acquisito gioco o hanno ingranato con le bronzine per mancata lubrificazione, rompendo i fermi con conseguente necessità di ripararli per operare in sicurezza.

Se si sfila un perno durante il lavoro i rischi per persone e cose sono realmente molto alti così come i costi di ripristino.

John oramai ha imparato anche a cercare intorno alle saldature più importanti in modo da identificare piccole criccature o riparazioni già effettuate. Secondo i modelli si potrebbe disegnare una mappa anticipando dove si troveranno i problemi.


Fortunatamente negli ultimi anni, intorno a una decina direi, la maggioranza dei produttori ha sviluppato i bracci con criteri simili alle macchine di peso superiore, rinforzando internamente ed esternamente gli scatolati e dimensionando il tutto per mantenere alto il livello di affidabilità, migliorando contemporaneamente, la stabilità ottimizzando le zavorre per non perdere in capacità di sollevamento o di sbraccio (un braccio leggero garantiva velocità e capacità di sollevamento, ma, esperienza alla mano, bassa resistenza nel tempo alle sollecitazioni).

Per il resto del telaio John, hai principalmente due controlli da fare:
se il modello oggetto di verifica monta il carro variabile, come già spiegato precedentemente, bisogna verificare l’integrità dei due semitelai che scorrono uno dentro l’alto posizionandoli completamente allargati e scrutandoli attentamente tutto intorno.
La lama, struttura semplice ma sollecitata, non deve avere giochi anomali negli snodi e bisogna verificare l’integrità del semitelaio che la regge e dei supporti fissi. Attenzione che qualche modello potrebbe montare una lama orientabile e quindi avere più parti, semplici e visibili, da verificare.
I miniescavatori usati: la benna e le attrezzature
Qui siamo al tanto al chilo. Le benne in particolar modo, ma in generale le attrezzature dei miniescavatori usati (e non solo) sono soggette a una valutazione importante in acquisto da nuove o per completare il pacchetto, che diventa irrisoria quando rivendi privatamente, prossima al nulla se scambi con altri mezzi.

Ovviamente i prezzi sono mediamente non importanti rispetto alla macchina, ma è anche vero che ormai il pacchetto medio richiesto sono 4 benne (piccola per lavoretti o risparmiare ghiaia di chiusura, media da scavo, grande da carico materiale residuo, larga e liscia da pulizia fossi con fori per fuoriuscita liquidi), attacco rapido ( ottimo creatore di giochi tra benna e braccio), martellino idraulico ed oggi anche trivella, battipalo, pinza selezionatrice o piccole cesoie per non parlare del trincia, inarrestabile bevitore di risorse idrauliche della macchina.


Ricapitolando
Il miniescavatore ormai è onnipresente in tutti i siti dove per qualche ragione si deve spostare della terra. Persino nelle grandi miniere dove le macchine operatrici sono dalle 100 tonnellate in su, troviamo questi giocattolini che ripuliscono i cerchi, le benne o i carri dei fratelli più grandi liberandoli dal peso inutile.

Effettivamente è proprio la grande utilità e l’enorme flessibilità di utilizzo che lo rende strumento indispensabile: permette una programmazione più puntuale delle lavorazioni, promettendo più pulizia, più velocità e più sicurezza rispetto ad altri metodi.

Proprio la diffusione in numeri importanti, la varietà di modelli e opzioni possibili, l’infinità di accessori presenti sul mercato, hanno permesso a tutti di apprezzare quanto sia utile e quindi decidere in acquisti spesso multipli, moltiplicando esponenzialmente la forza lavoro nei cantieri.

John, archivia il super acquisto del capo, oltre che aggiustarlo lo si può sempre rivendere se non risulta rubato, procedi con la metodologia corretta e ritorna dal boss con una proposta corretta, bilanciata, verificata e flower









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