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 marchio fiat

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MessaggioTitolo: marchio fiat    marchio fiat  Icon_minitimeLun Ago 14, 2017 6:49 pm


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Aziende d'Italia , Trattori produttori d'Italia , Fiat , E altri 7
Fiat
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Articolo principale: CNH Global
Il Gruppo Fiat ha posseduto CNH Global (che comprende Case CE , Case IH , Flexi-Coil , Kobelco , New Holland , New Holland Construction e Steyr ); E la costruzione Fiat-Hitachi .

Nel mese di settembre 2010, gli azionisti hanno approvato un piano per dividere le attività industriali Fiat dal gruppo. Il costruttore del camion Iveco , il macchinario agricolo e il produttore di trattori CNH Global NV e la parte industriale di Fiat Powertrain Technologies sono stati demarcati in una nuova entità, Fiat Industrial , all'inizio di 2011. Fiat Industrial ha un elenco separato sulla borsa di Milano inizio il 3 gennaio , 2011. [1]

CNH è il secondo più grande produttore di macchinari agricoli al mondo dopo Deere & Company . È anche il terzo produttore più grande di attrezzature per l'edilizia dopo Caterpillar Inc. e Komatsu . CNH ha rappresentato circa il 20% dei ricavi (presso il Gruppo Fiat). CNH è stata la società più preziosa all'interno di Fiat perché ha guidato la crescita ed è molto redditizio. Essa mostra anche grande promessa per la crescita nei mercati del terzo mondo come domanda di aumento della produzione agricola e di carburanti per costruzioni di domanda di macchinari moderni.

Per la storia dei primi trattori prodotti sotto il marchio Fiat vedi Fiat Tractors .

Iveco e Seddon Atkinson per i camion ,
Iveco e Irisbus per gli autobus
Camiva , Iveco e Magirus per veicoli antincendio
Ariete per veicoli militari


Fiat Tractor Company

La società di trattori Fiat è ora parte del gruppo gigante CNH Global che è la filiale agricola e costruttiva del Gruppo Fiat . Fiat ha iniziato a costruire trattori nel 1919. Crescono in parte acquistando concorrenti più piccoli.

Fondato 1919
Quartier generale , Italia
Prodotti Trattore di macchine agricole
Proprietari) Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino)
Fiat ha iniziato a costruire trattori nel 1919. Ma la compagnia madre " Fabbrica Italiana di Automobili Torino " FIAT è stata fondata nel 1899 per costruire autovetture e rapidamente diversificare, hanno iniziato lo sviluppo del trattore nel 1910, ma la prima guerra mondiale ha ritardato il lavoro. Chiamato Fiat 702 è stato lanciato nel 1919 con un motore a camion da 30 CV (22 kW) da 6.2 lt.I disegni avanzavano in quanto impiegavano la costruzione di unità, a differenza della maggior parte delle macchine in anticipo con telaio.Il trattore era una grande macchina e in Gran Bretagna costava 5- Volte il prezzo Fordson . [1]

Il Fiat 702 è stato sostituito dal più leggero modello Fiat 700 nel 1927, che è stato anche costruito in versione Cingolata, la Fiat 700C . Dopo la guerra, i trattori più piccoli sono stati richiesti e la Fiat LePiccola è stata introdotta, seguita dalla moderna Fiat 500 negli anni Sessanta (Non la vettura).

Dalla produzione del 1960 è cresciuta rapidamente con accordi di licenza per costruire macchine in contee come la Romania e la Turchia rispettivamente con Universal (UTB) e Turk Traktor . Negli anni '70 è stata introdotta tutta la gamma di macchine moderne con la serie 100. E nel 1990 hanno introdotto la serie 90 e diventato il più grande produttore in Europa dopo aver costruito 1/2 milioni di trattori.

La società ha successivamente venduto alcuni dei modelli americani Allis-Chalmers come Fiats nel Regno Unito e poi ha assunto l'attività di costruzione di Allis corporations UK per formare Fiat-Allis . Nel 1991, Fiat ha fuso la divisione trattore esistente con l' azienda agricola Ford New Holland Agricultural che ha acquistato Ford quando Ford ha deciso di cedere le attività non core come il mercato era sceso alla fine degli anni ottanta e un grande investimento era necessario per nuove linee e I regimi di emissioni del motore Teir II proposti . Dopo aver aggiunto successivamente il business di Case IH , hanno formato CNH Global per competere con il gruppo gigante AGCO (che era in parte la Allis Gleaner Corporation degli Stati Uniti). Fiat ha progettato i modelli dalla metà degli anni '90 e ha lanciato la serie 66.

Fiat ha anche costruito trattori venduti Oliver e White e acquistato trattori da Versatile per ribadire come Fiat .

Acquisizioni Modifica
Pavesi - 1920s
OM - 1932
Agrifull - 1977
Toselli - 1977
Hesston - 1977
Alfa Romeo
Someca
Fiat-Allis
Ford-New Holland - 1991
Laverda - 1975, macchine da raccolta
Braud - 1984, vendemmia
Case IH - 2000
Joint Ventures / Licenziatari Modifica
Agritec - Argentina
Austro-Fiat - Austria
Bozok - Turchia
DongFangHong , Lic Fiat , Luoyang Fiat , YTO - Cina
Fiat Concord - Argentina
Fiat New Holland , Ghazi - ( trattori Al-Ghazi ) - Pakistan
Fiat OM
Fiat Someca - Francia
Fiat-Agrifull
Fiat-Goldstar - ( GoldStar ) Corea del Sud
Fiat-Siam
Hart - Romania
Hesston - USA
ITMCO - Iran
LG , LG-Fiat , LG-New Holland - ( trattori LG ) - Corea del Sud
LS , LS-New Holland - ( LS Tractors ) - Corea del Sud
Motransa - Spagna
Pampa - Argentina
Sepa - Italia
Trattori a Shanghai - Cina
Negozio - Jugoslavia
Superson -
Tümosan - Turchia
Türk Traktör , TurkFiat - Turchia
Universale (UTB) - Romania

Fiat 702 serie - 1919-25 (2651 costruito) [2]
Fiat 702B
Fiat 703
Fiat 700 e il cingolato Fiat 700C - 1926-52 (9985 costruito)
Fiat 18 - 1940
Fiat LePiccola
Fiat 25C Crawler 1951-56 (11937 costruito)
Fiat 50C Crawler 19? -?
Fiat 55 e Fiat 55R Crawler - 1951-56 (3540 costruito)
Fiat 21 - 1958-62
Fiat 80R
Fiat 211R e 211RB
Fiat 411R e 411RB
Fiat 215
Fiat 315
Fiat 415
Fiat 221R
Fiat 421R
Fiat 231R
Fiat 431R
Fiat 441R
Fiat 250
Fiat 251R
Fiat 352 - 19? Cingolato compatto.
1960
Fiat 400
1970
Fiat 300
Fiat 350
Fiat 450
Fiat 480
Fiat 500 - 1970
Trattore cingolato Fiat 505C Montagna
Fiat 512R
Fiat 513R - 19? 55 cv 4 cilindri
Fiat 540
Fiat 550
Fiat 580
Fiat 600
Fiat 600E costruito in Argentina da Fiat Concord
Fiat 605
Fiat 615
Fiat 640 - 1973 -78 - 64 cilindri a 4 cilindri
Fiat 650S
Fiat 680
Fiat 750S
Fiat 780 e 780DT - 1975 78 CV
Fiat 780R costruito in Argentina da Fiat Concord
Fiat 805C - 1975 Crawler 80 hp modello agricolo basato sul modello industriale Fiat 80C
Fiat 850 e Fiat 850S
Fiat 880 e 880/5
Fiat 900
Fiat 980
Fiat 1000 e 1000S
Fiat 1100E costruito in Argentina da Fiat Concord
Fiat 1180
Fiat 1280
Fiat 1300 e 1300DT - 1975 130 CV
Fiat 1300S
Fiat 1380
Fiat 1580
Fiat 1880
Anni '80 e '90
Fiat 120C crawler
Fiat 35-66
Fiat 44-23
Fiat 44-28
Fiat 44-33
Fiat 44-35
Fiat 45-66
Fiat 55-66
Fiat 55-90
Fiat 60-66
Fiat 60-90
Fiat 60-94
Fiat 65-66
Fiat 65-90
Fiat 65-94
Fiat 70-66
Fiat 70-90
Fiat 72-94
Fiat 80-90
Fiat 82-94
Fiat 85-90
Fiat 88-94
Fiat 90-90
Fiat 100-90
Fiat 110-90
Fiat 115-90
Fiat 130-90
Fiat 140-90
Fiat 160-90
Fiat 180-90
Modelli moderni Modifica
Fiat 100.90DF 4-wd
Fiat 700 - 1997-2002 70 CV
Fiat F100
Fiat F110
Fiat F115
Fiat F120
Fiat F130
Fiat F140 - 1994-
Fiat M100
Fiat M115
Fiat M135
Fiat M160
Trattori di con
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MessaggioTitolo: Fiat Trattori   marchio fiat  Icon_minitimeLun Ago 14, 2017 6:54 pm

La Fiat Trattori, divenuta in seguito FiatAgri, fu una divisione e poi una società del gruppo Fiat specializzata nella costruzione di macchinari agricoli, in particolare trattori. Fiat iniziò la produzione in serie di trattori nel 1919, ma solo nel 1966 creò la divisione Fiat Trattori. Nel 1974 questa fu scorporata dando origine alla Fiat Trattori S.p.A. che rimaneva comunque interamente controllata dal gruppo Fiat. Nel 1984 la società cambiò nome in FiatAgri S.p.A. Nel 1988 il gruppo Fiat ristrutturò la propria organizzazione attuando la fusione di FiatAgri e Fiat-Allis (quest'ultima specializzata nelle macchine movimento terra) nella nuova società FiatGeotech S.p.A. Nel 1991 Fiat acquisì la Ford New Holland Inc. fondendola con FiatGeotech nella nuova N.H. Geotech con sede ad Amsterdam, poi ribattezzata New Holland N.V. due anni più tardi. Nel 1999 New Holland acquisì Case Corporation dando vita a CNH e terminando l'impiego del marchio Fiat sui mezzi agricoli.
La storia di Fiat Trattori inizia nel 1918 quando lancia il primo trattore, il Fiat 702 con 30 cavalli[1]. Al modello 702 fanno seguito le varianti 702A, B e BN e i successivi 703B e 703BN[2]. Con queste varianti, prodotte fino al 1925, Fiat Trattori raggiunge il traguardo delle 2.000 unità prodotte.

Nel 1929 la fabbrica vendeva trattori a un ritmo annuale di oltre 1.000 unità.

Nel 1932 viene lanciato il primo trattore a cingoli europeo, il Fiat 700 C. Nello stesso anno, la produzione dei trattori viene spostata da Torino a Modena, dove viene fondata l'OCI (Officine Costruzioni Industriali)[3]. Il primo trattore prodotto nel nuovo stabilimento è il 702C da 28CV anziché da 35CV, molto più leggero della versione precedente[4]. Questo trattore rimane in produzione fino al 1950 e viene prodotto in 4.000 unità[5].

Nello stabilimento di Modena, Fiat produce il trattore cingolato con il modello Fiat 700 C, caratterizzato dalla grande capacità di trazione grazie ai cingoli che, inoltre, migliorano la stabilità trasversale nei pendii e diminuiscono il compattamento del terreno, specie se bagnato[6].

Nel 1933 Fiat rileva le OM (acronimo di Società Anonima Officine Meccaniche) che producono sia automezzi industriali sia trattori.

Nel 1939 nello stabilimento di Modena viene prodotto il primo trattore in serie, il Fiat 40 Boghetto; grazie all'invenzione di Fortunato Boghetto, il motore di questo trattore può funzionare con diversi carburanti (petrolio, gasolio, alcol, benzina, metano e gasogeno)[7].

Nel 1944, lo stabilimento di Modena è impossibilitato a produrre a causa della mancanza di materie prime e dell'occupazione nazista e viene dunque riconvertito alla riparazione e revisione dei veicoli militari. In questa situazione, l'ingegner Edmondo Tascheri, capo dell'ufficio tecnico, comincia a progettare un nuovo trattore cingolato più moderno della ormai superata Serie 40 Borghetto, grazie anche ad alcune foto di una trattrice russa che alcuni operai avevano portato dal fronte sovietico. Coadiuvato dalla connivenza dei collaboratori, l'ufficio tecnico cominciò la costruzione di un prototipo di nascosto ai controllori tedeschi. Il trattore Fiat 50 cingolato venne infatti prodotto dopo la seconda guerra mondiale, a partire dal 1946, grazie anche al recupero delle macchine utensili che i nazisti avevano tentato di spedire in Germania senza successo perché fermati dai bombardamenti degli alleati[8].

Secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]
Nel secondo dopoguerra (1949) nello stabilimento OCI di Modena comincia la produzione del Fiat 600 e delFiat 601 cingolato[9], caratterizzati dall'uso delle leve al posto del volante[10]. Con questi trattori le vendite decollano, con una ritmo di produzione di 1.832 mezzi all'anno.

Agli inizi degli anni '50 la Fiat stringe legami commerciali con la francese SIMCA, che dapprima fabbricava auto Fiat e in seguito i trattori su progetti Fiat.


Trattore Fiat 25R
Nel 1951, viene lanciato il Fiat 25R, una delle pietre miliari della produzione Fiat. Questo trattore innovativo, di colore arancione (il primo di una lunga serie di trattori fino al 1983) lancia la Fiat nel settore agricolo europeo. Prodotto in numerosi modelli con alimentazione a gasolio, ruotato o cingolato, stretto e industriale, da frutteto e forestale, fu prodotto in quasi 45.000 esemplari[11].

L'anno seguente vengono presentati i trattori OM, i trattori ad alte potenze. Il più venduto è il modello OM 35-40, prodotto anche in versione cingolata.

Sempre nei primi anni '50 vengono lanciat i fiat 55l e 52c, caratterizzati dall'utilizzo del volante al posto delle due leve. Questi trattori sono ormai molto rari, perché poco prodotti e poco acquistati.

Nel 1956 viene lanciato il trattore cingolato Fiat 60c, che sostituisce i vecchi Fiat 50. Con questo trattore Fiat si consacra primo costruttore al mondo di trattori cingolati. Il 60c è senza dubbio il miglior trattore degli anni '50 e '60. Con un peso di quasi 60 quintali, era usato solamente nelle grandi aziende perché dotato di un motore robusto come non mai, resistente ad ogni tipo di sforzo.

Nel 1957 Fiat lancia il trattore più venduto degli anni '50, la trattrice FIAT 18 la piccola[12].

Nel 1959, viene lanciata l'evoluzione della Serie 18, la Serie 200, prodotta fino al 1965. Il modello 211 R è dotato di un motore diesel bicilindrico Fiat 615 di 1135 cm³ di cilindrata e sviluppa una potenza di 21 CV a 2200 giri. Il modello 211 Rb è dotato di un motore a benzina a 4 cilindri Fiat 103 di 1221 cm³ di cilindrata e sviluppa una potenza di 22 CV a 2300 giri. È un trattore adatto a piccoli appezzamenti di terreno, con cambio a 6 marce avanti e 2 retromarce, una velocità massima di 20 km/h e solo 900 kg di peso complessivo[13].

Nel 1957 la produzione dei trattori Fiat supera le 100.000 unità. L'anno seguente viene lanciato il trattore Fiat 411[13]; nel 1962 viene inaugurata la nuova serie Diamante[14], che consacra la casa italiana a livello europeo[15]. La serie "diamante" comprende i modelli 215, 315, 415, 615 e con marchio OM il modello 715. Questi modelli sono stati i primi trattori ad avere le marce sincronizzate, il blocco del differenziale e il dispositivo AMPLICUPLE, che si inseriva automaticamente tramite una leva sulla sinistra del posto guida. Era disponibile solo sui modelli 415, 615, 715'[14], che consacra la casa italiana a livello europeo[16].

Nei primi anni '60 commercializza col marchio OM i modelli OM 512, OM 513, OM 615 in diverse varianti, cui seguiranno con lo stesso marchio negli anni '70 i modelli OM 750 e OM 850.

Nel 1967 la serie "nastro d'oro" sarà un successo di tecnologia, prestazioni, consumi e affidabilità'[14], che consacra la casa italiana a livello europeo[1][17].

Nel 1968 nascono i modelli: 250, 450, 550, mentre con marchio OM arrivarono 650 e 850. Successivamente arrivarono anche 1000 e 1300 (Fiat); con questi modelli la Fiat si rivolge al mercato europeo e dopo quasi dieci anni diventerà leader in Europa con i modelli della SERIE 80.

Nei primi anni '70 la gamma si modifica e il modello 250 diventa il modello 300, nasce il 350 special e i modelli 480 e 500 sostituiscono il modello 450, per poi evolversi in 540 special. Sempre nel corso degli anni '70, quando era già nata la serie 80, l'850 diventò FIAT 850 super portandosi a 95 cv, il 1000 super raggiunse i 110 cv, il 1300 super arrivò a 150 cv[18].


Dagli anni '70 agli anni '90[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1975 Fiat Trattori acquista il 20% di Laverda SpA fondata da Pietro Laverda nel 1873, Società che si occupa sin dalla nascita di mietitrebbie. Sempre alla metà degli anni '70 viene lanciata la Fiat serie 80 con i modelli (a 3, 4, 5 e 6 cilindri): Fiat 580, Fiat 680, Fiat 780, Fiat 880, Fiat 880/5 (5 cil.), Fiat 980, Fiat 1080 (commercializzato solo in Spagna con la sigla "E", come "España"), Fiat 1180, Fiat 1280, Fiat 1380, Fiat 1580 e il top Fiat 1880. Questi trattori sono stati i primi al mondo ad avere una piattaforma sospesa su silent blocks e una cabina dal design incorporato col trattore, opera di Pininfarina[14]. In questi anni la Fiat Trattori superò quota 86.000 trattori prodotti nell'anno 1976[18] e ben 50.000 esemplari esportati rispetto ai 15.488 del 1955.

Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta, importa in Italia con il marchio Fiat Concord alcuni modelli a basso prezzo, prodotti in Argentina: 700E, 900E, 1100E e 1100E Dt. Sempre nel periodo e nell'ottica della medesima linea politico/commerciale costruisce nell'ex Jugoslavia e in Romania alcuni modelli a 2 Rm (300, 420, 480) che poi commercializzerà anche in Italia. Detti mezzi si distingueranno soprattutto per la scarsa affidabilità dovuta in gran parte nel pessimo assemblaggio delle parti meccaniche. Con l'espansione della meccanizzazione, alcune macchine agricole cominciarono ad essere utilizzate anche nell'edilizia. I modelli 70C, 80C, 90C e 100C, che servivano per l'aratura, con poche modifiche strutturali diventano le pale cingolate AD3, AD4, AD5, AD6, AD7, AD9, AD1O, AD12, AD14, AD18, AD20. Nel 1974, la Fiat si unì all'americana Allis-Chalmers dando vita alla Fiat-Allis per fabbricare una linea di cingolati prodotti in Brasile, Stati Uniti e Italia, terne a ruote (Stati Uniti e Inghilterra), scavatrici (Italia e Brasile), livellatrici e ruspe (Stati Uniti)[19].

A metà degli anni 90, Fiat si unisce con HITACHI diventando produttore di macchina movimento terra con il nome Fiat-Hitachi. Fiatallis continuò a vendere con il proprio marchio in America Latina.

Dal 1979 al 1983 Fiat si lancia nella produzione di trattori di grandi potenze affiancandosi all'americana Versatile, nascono così i Fiat-Versatile Serie 44: 44-23, 44-28, 44-33, 44-35 da 230, 280, 330 e 350CV venduti con marchio Fiat in Europa e Versatile in America, Messico e Australia[20].

Nel 1977 la produzione Fiat superò quota 1.200.000 trattori dalle sue origini, soprattutto con il 640dt e il 780 dt [21].

Nel 1981 Fiat rileva Laverda SpA e comincia la produzione di mietitrebbie per Fiat Trattori[22].

Nel 1982 Fiat lancia la nuova Serie 66 con modelli da 45 a 80CV, definiti i "giornalieri" perché potevano svolgere qualsiasi lavoro quotidiano delle piccole e medie imprese. Questa serie venne venduta anche con marchio Hesston negli Stati Uniti e successivamente anche come Ford e come New Holland fino al 2003[23].

Nel 1977 Fiat rileva la società Hesston, leader nel settore della fienagione in America[10][21], la Braud, leader nella produzione di vendemmiatrici, e l'italiana Agrifull, specialista nei trattori di piccole dimensioni. Fiat Trattori diventa così FiatAgri[10] e cambia la livrea, da arancione a rosso bordeaux, che caratterizzerà tutti i nuovi trattori[24]. Con l'acquisto di Hesston e Braud, FiatAgri inizia a produrre anche macchinari per la fienagione (presse, trinciacaricatrici) e mezzi vendemmiatrici. I marchi Hesston e Braud rimangono sulle fiancate dei loro mezzi agricoli.

Da FIATGEOTECH a NHGEOTECH

Fiat Trattori scomparirà per dar vita nel gennaio 1988[25] alla Holding FIATGEOTECH con sede in Modena che avrà nel suo paniere il gruppo FIATAGRI e Fiatallis[10].

Nel 1984 Fiatagri lancia la storica SERIE-90, che sostituisce la serie 80 con numerosi modelli suddivisi in due categorie: medio-bassa (55-90, 60-90, 65-90, 70-90, 80-90, 85-90 Turbo) e alta (90-90, 100-90, 110-90, 115-90, 130-90 Turbo, 140-90 Turbo, 160-90 Turbo, 180-90 Turbo) motorizzati con i nuovi propulsori Iveco aifo Serie 8000[26]. La serie 90 venne venduta anche come Agrifull e Ford, poi anche come New Holland fino al 2003 nel mercato europeo. Sempre nel 1984, Fiatagri ingloba la francese Braud[27].

Dal 1985 viene prodotta anche la serie 90 definita ponte con i modelli 90-90,100-90 e 110-90[28]. Questi trattori verranno realizzati fino al 1996 circa sostituiti dalla nuova serie L di New Holland.

Nel 1986 FiatAgri sposta parte della produzione dei trattori da Modena a Jesi[29]. Nello stesso anno viene lanciato il trattore cingolato Fiatagri 180-55, che vantava un rivoluzionario sistema di trasmissione idrostatica.

Nel 1990/91 venne lanciata la prima serie Winner composta da 4 modelli: F100, F110, F120 e F130 Turbo. Nel 1993 uscì la seconda serie, formata da F100, F115 e i due modelli Turbo F130 e F140. Questa serie rimase in produzione fino al 1996[30].

Nel 1992 i trattori cingolati della serie 75 vedono un nuovo sistema di sterzata chiamato "Stering-o-matic" che usava la cloche al posto delle due leve per azionare le frizioni di sterzo e pochi anni dopo la loro evoluzione con la serie cingolata 85 che vede lo sviluppo del sistema "S.o.M." con l'introduzione del "Full Drive" che integra anche il comando dei freni di sterzo tutto nella cloche di guida[31].


Trattore Fiatagri G210
Successivamente alla serie Winner furono lanciati i modelli "G" destinati a grandi estensioni di terreno e grandi applicazioni lavorative e la Serie M, con i modelli M100, 115, 135 e 160[32]. La serie "G" apparteneva alle linee di produzione della Versatile, un'azienda Nord Americana che già collaborava con la FIAT per macchine di grandi dimensioni con il marchio HESSTON[33]. La serie G fu presentata alla "Fiera del Levante di Bari" nel 1993, con un design simile a quello di Ford e con il logo Fiat Agri blu anziché rosso; pochi mesi dopo FiatAgri s.p.a. rileva la Ford Tractor che pochi anni prima aveva acquisito, a sua volta, una azienda specializzata nelle mietitrebbie e macchine per la fienagione, la New Holland Inc.[34] La holding, nel 1993 cambiò nome da FIATGEOTCH a NHGEOTECH[10], ma le macchine venivano vendute con i relativi marchi e le relative livree: FiatAgri, Ford, New Holland, Hesston, Braud, Laverda ecc.[35] Il mod. G 210 commercializzato in Italia fu ben lungi dalle aspettative di affidabilità nella parte riguardante il telaio. Anzi nel settore del contoterzismo (attività principale a cui era destinata la macchina), ed in particolare in Emilia -Romagna, il marchio FIAT subì un tracollo commerciale che favorì l'insorgere di altri brand concorrenti. Nel 1999 la serie New Holland L viene sostituita dalla serie TL e la Fiat Serie 66 viene sostituita dalla nuova New Holland Serie TD. Spariscono il marchio Fiatagri e Ford e tutti i marchi minori, divenendo semplicemente New Holland. L'eredità dei tre marchi rimane comunque presente: Fiatagri si ritrova nel simbolo della foglia, Ford nella livrea blu e New Holland nel nome

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MessaggioTitolo: Re: marchio fiat    marchio fiat  Icon_minitimeLun Ago 14, 2017 7:25 pm


Fiat Fiat SpA (noto anche come Gruppo FIAT) è un gruppo automobilistico, finanziario e industriale con sede a Torino, Italia settentrionale.
Fiat è stato fondato L'11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio è stato firmato il charter aziendale della Società Anonima Fabbrica Italiana Automobili Torino. Fra i membri del Consiglio di Amministrazione Giovanni Agnelli si è distinto nel gruppo degli investitori e ha vinto il riconoscimento per la sua determinazione e la sua visione strategica. Nel 1902 è diventato amministratore delegato della società.
Il nome è un acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino. Il nipote di Giovanni, Gianni Agnelli è stato presidente Fiat dal 1966 fino alla sua morte il 24 gennaio 2003. Tuttavia, dal 1996, ha servito solo come presidente "onorario". Dopo la sua rimozione come leader, Paolo Fresco è stato amministratore delegato e Paolo Cantarella in qualità di presidente. Umberto Agnelli ha poi assunto il ruolo di presidente dal 2002 al 2004.
Dopo la morte di Umberto Agnelli il 28 maggio 2004, Luca Cordero di Montezemolo è stato nominato presidente, ma l'erede Agnelli John Elkann è diventato vicepresidente all'età di 28 anni e altri membri della famiglia sono in tavola. A questo punto, l'amministratore delegato Giuseppe Morchio ha offerto immediatamente le sue dimissioni. Sergio Marchionne è stato nominato per sostituirlo il 1 ° giugno 2004.
La prima fabbrica è stata aperta nel 1900 a Corso Dante. 150 impiegati sono stati impiegati e hanno prodotto 24 auto, tra le quali le 3/12 HP, non ancora dotate di marcia indietro. Il logo Fiat, ovale su sfondo azzurro e disegnato da Biscaretti, è stato adottato nel 1904.
Giovanni Agnelli ha guidato la società fino alla sua morte nel 1945, mentre un altro uomo, Vittorio Valletta, ha gestito le attività quotidiane della società. Nel 1903, Fiat ha prodotto il suo primo camion. Nel 1908, la prima Fiat fu esportata negli Stati Uniti. Nello stesso anno è stato prodotto il primo motore Fiat. Anche intorno allo stesso tempo, i taxi di Fiat sono diventati un po 'popolari in Europa. Entro il 1910, Fiat era la più grande azienda automobilistica in Italia, una posizione che ha mantenuto da allora.
Fiat Auto SpA Corso Morconi 10, Torino, Italia
Fondata nel 1899 da Giovanni Agnelli di Bricharesio
Filiali: Ferrari SpA Maserati SpA
Fiat Group Automobiles SpA: Abarth & CSpA Alfa Romeo Automobiles SpA Fiat Automobiles SpA Lancia Automobiles SpA Agricoltura e costruzione Attrezzature: CNH Global NV
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MessaggioTitolo: fiat trattori   marchio fiat  Icon_minitimeMer Ago 30, 2017 6:19 pm

La Fiat, nata per costruire automobili, inizia ad occuparsi di trattori nel 1918: il 21 di agosto di quell’anno infatti, nella campagna di Nichelino, nei dintorni di Torino, alla presenza del sottosegretario all’agricoltura onorevole Valenzani e di Giovanni Agnelli, si svolge una dimostrazione di aratura con il trattore modello “25 HP”, in seguito chiamato 702. Questo modello, con le sue varianti 702A, 702B, 702BN e 703, 703B e 703BN, è un mezzo meccanicamente moderno costituito da un motore derivato da quello del camion 18 BLR, a 4 cilindri di 6.235 cm3 sviluppante all’inizio 25 cavalli a 800 giri, sino a raggiungere i 38 cavalli nella versione 703BN.

I primi modelli sono predisposti per l’avviamento a benzina e il funzionamento a petrolio. In un secondo tempo, la Fiat brevetta uno “speciale apparecchio per il funzionamento a nafta (gasoil) che può essere applicato sulle trattrici già in circolazione con la sostituzione del carburatore, del collettore e del tubo di scarico eseguito”.

Fiat 40 Boghetto

Fiat 40 Boghetto

Inizio produzione Anno 1939

Per la serie 702, le marce sono 3 (velocità da 3 a 6,6 chilometri l’ora) più retromarcia e il peso è di 2835 chili. I modelli con sigla 703 variano dai precedenti per “due riduttori epicicloidali racchiusi nei mozzi delle ruote motrici e comandati dagli alberi differenziali della trattrice…Essi possono essere esclusi dalla trattrice per mezzo di due innesti fissi, che vengono forniti assieme alla trattrice e che si possono mettere a posto in pochi minuti. La trattrice in questo modo possiede la velocità del Tipo 702B che sono sufficienti per poter eseguire tutti quei lavori in cui non si richiedono gli sforzi enormi d’aratura in terreni duri e a grandi profondità”. In effetti lo sforzo di trazione passa da 2000 a 3000 chilogrammi e il peso sfiora i 3400.

La famiglia 702-703 resta in produzione sino a oltre il 1925 per complessivi 2097 esemplari.

Come aveva già fatto a suo tempo Henry Ford, la Fiat si rende conto che non si possono costruire trattori e automobili nello stesso stabilimento e, come conseguenza, trasferisce la produzione a Modena, al centro della regione dove sono più vive le spinte verso un rinnovamento dell’agricoltura. Alla OCI (Officine Costruzioni Meccaniche) di Modena, di proprietà Fiat, viene realizzato il trattore della seconda generazione. Progettato a Torino, il Fiat modello 700 viene commercializzato nel 1928 e resta in produzione, nelle varie versioni sino al 1950 per complessivi circa 7 mila esemplari.



Dagli stabilimenti OCI esce nel 1932 il primo cingolato agricolo europeo costruito in serie. Sulla base di questo modello, nel 1939 vede la luce un trattore con motore policarburante, nel senso che può bruciare di tutto, dalla benzina, al petrolio, alla nafta sino all’olio di palma e di ricino. Si tratta di un motore che l’inventore professor Fortunato Boghetto definisce a “carica stratificata”. Il segreto è racchiuso nella particolare camera di combustione di forma cilindrica allungata, con una imboccatura biconica simile a una Venturi, disposta eccentricamente con una certa inclinazione rispetto all’asse del cilindro. In alto è sistemato un iniettore tarato a 90 – 95 bar e lateralmente una candela di accensione. Il principio viene accantonato durante il conflitto, poi abbandonato nel dopoguerra per il dilagare del diesel veloce.

Finita la Seconda guerra mondiale, il gruppo torinese realizza i trattori della rinascita. Il modello 600 a petrolio (a ruote e a cingoli), e il modello 50 a cingoli con motore diesel a iniezione diretta, rappresentano il trampolino che permette all’azienda torinese di entrare nel settore con tutto il suo peso finanziario e industriale.


marchio fiat  Nel 1952 la fabbrica dei trattori OM che appartiene alla Fiat dall’anteguerra, viene integrata con la produzione OCI: nascono le famiglie che faranno registrare “tirature favolose” come la 25, la 18 (“la Piccola”), la 11 (411, 211, 311), e che lanciano l’azienda a livello mondiale grazie all’esportazione, alla concessione di licenze di costruzione e alla produzione per altri marchi. Dopo i trattori, le macchine per la raccolta : l’azienda torinese acquista all’inizio degli anni ’80 alcuni nobili costruttori del settore come Laverda, Hesston, Braud, Claeys.  Nel 1991 la Fiat acquista la Ford-New Holland e diventa il più grande costruttore mondiale di trattori. Il 17 agosto del 1999 la nuova azienda che si chiama New Holland, acquista la Case-International Harvester, diventando così la più grande impresa mondiale di trattori e macchine agricole

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MessaggioTitolo: Re: marchio fiat    marchio fiat  Icon_minitimeDom Set 24, 2017 11:35 am

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MessaggioTitolo: autocarri fiat veicoli industriali   marchio fiat  Icon_minitimeLun Ago 12, 2019 12:01 pm

La storia
La Fabbrica Italiana Automobili Torino è stata costituita l'11 luglio 1899 a Torino con oggetto sociale di fabbricare e commercializzare ogni tipo di veicolo a motore. Per capire bene la situazione dell'epoca, occorre precisare che i costruttori non vendevano prodotti finiti, da mettere direttamente su strada come oggigiorno, ma vendevano solo telai che dovevano essere carrozzati presso uno specialista.

Dal 1903 al 1918
Il primo "autocarro" telaio fabbricato dalla F.I.A.T. risale al 1903, ed è il Fiat 24HP. Munito di un motore biblocco 4 cilindri (due gruppi di 2) di 6370 cc da 24 HP, accensione con magnete bassa tensione, era dotato di un gran faro ad acetilene. Con una tara di 20 qli per un peso totale di 40 qli; una lunghezza di 5,25 m, questo veicolo aveva due particolarità:

il cambio 4 marce e retromarcia, era fissato al centro della struttura, sotto il telaio, collegato al motore con un albero di trasmissione,
il motore era posto a sbalzo sull'asse anteriore, sotto il posto di guida.
Questa configurazione rivoluzionaria lasciava prevedere le produzioni contemporanee, con un secolo in anticipo.

I carrozzieri dell'epoca hanno realizzato su questa struttura e su ordine dei clienti delle versioni di vario tipo, autocarro ed autobus. Essendo la qualità di fabbricazione molto elevata, il successo fu immediato. Nel 1908 dalla fabbrica torinese usciranno un centinaio di veicoli, nel 1914 1500 unità e con il primo conflitto mondiale imminente la domanda andava crescendo per arrivare a più di 17.000 pezzi nel 1917.

La F.I.A.T. era già uno dei più importanti produttori di veicoli industriali e militari dell'epoca. Nel 1907, non intende lasciare passare l'opportunità di fabbricare autobus a due piani e, partecipando alle gare d'appalto di grandi società di trasporto pubblico, presenta 2 modelli, un tipo leggero con una capacità di 16 viaggiatori seduti, il Fiat 18/24 HP, ed un modello di gran lusso per 36 passeggeri seduti, il Fiat 24/48 HP. Questi veicoli potevano raggiungere la velocità incredibile per i tempi di 39 km/h

Un Fiat 15 terNel 1908, la Fiat continua a disporre nuovi motori per automezzi pesanti, il 35/45 HP, 6 cilindri in due blocchi di 3. I veicoli di quest'epoca disponevano di trasmissioni a catena. Ma la Fiat aveva già trovato un'applicazione industriale all'invenzione del matematico milanese Gerolamo Cardano (1501-1576), che ha descritto il giunto articolato intitolato a suo nome in un trattato di fisica intitolato "subtilitate rerum". In linguaggio Fiat questo tipo di giunto è chiamato giunto omocinetico. L'azienda lo utilizzava già nelle automobili e dal 1910 lo impiegò anche sui camion, cosa che porterà ad un abbandono prematuro delle catene.

Nel 1909, la Fiat studia, su ordinazione dell'esercito del Re d'Italia, un nuovo autocarro polifunzionale, trasporto di truppe e di materiale, e presenta il famoso Fiat 15 che vide per la prima volta la pompa a benzina su questo tipo di veicolo in sostituzione di un'alimentazione per gravità. Questo tipo 15 conoscerà un successo enorme e sarà declinato in versione 15 bis, chiamato tipo Libia, e 15 ter dotato di un motore più potente. Gli faranno seguito il Fiat 18BL, Immagine robusto camion di 6t, con un motore di 38/40 HP moderno a 4 cilindri monoblocco, ma ancora dotato di catene sotto carter e di gomme piene, giudicate più sicure dallo Stato Maggiore dell'Esercito. Il Fiat 18BL sarà fabbricato in 20.000 esemplari, cifra enorme per l'epoca, e sarà in dotazione presso molti eserciti durante la grande guerra del 1914/18.

Nel 1911, la Fiat lancia un nuovo veicolo molto innovativo, il Fiat F2. Autocarro leggero di 1,78 t di peso per una portata di 1,0 t, possiede un ponte posteriore senza catene, un nuovo motore monoblocco 4 cilindri di 15/20 HP, un'accensione con magnete ad alta tensione e ruote con pneumatici. Questo modello rivoluzionario fu commercializzato per una decina d'anni in molti paesi.

Nel 1915, Gianni Agnelli, fondatore della Fiat, crea la S.I.T.A. - Società Italiana di Trasporti Automobili - la prima impresa al mondo nel suo tipo, che garantisce il trasporto delle persone e delle merci.

Dal 1918 al 1945
Nel 1918, F.I.A.T. semplifica la sua denominazione, che prima doveva essere scritta in lettere maiuscole con un punto tra ogni lettera, con la semplice denominazione Fiat S.p.A.




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Autocarro Fiat 505 del 1924Nel 1925, Immagine la Fiat sviluppa la prima spazzatrice su autocarro, la Fiat 603. È nel 1929 che la Fiat decide di separare la fabbricazione e la commercializzazione degli autocarri da quella delle automobili commerciali e camionette - i veicoli derivati che corrispondono agli LCV odierni col marchio Fiat Professional - creando il consorzio Fiat Veicoli Industriali che raggruppa le produzioni di Fiat, S.P.A. (Società Piemontese Automobili) e Ceirano; questo consorzio diventerà in seguito una divisione V.I. del gruppo Fiat S.p.A..

Nello stesso tempo, la Fiat crea una vera rete commerciale e d'assistenza. La Fiat dispone allora di una gamma completa di prodotti per rispondere a tutte le richieste dei mercati mondiali, che vanno dalla Fiat 509 con 300 kg di portata al grande SPA 31 con i suoi 3000 kg passando dal Fiat 605 del 1926 con il famoso motore benzina 6 cilindri di 3446 cm3.

L'autocarro Fiat 621

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Fiat 621 Immagine polacco con allestimento antincendioNel 1929, appare un nuovo autocarro di portata media di 2,5 t - il Fiat 621. Quest'autocarro conoscerà un successo mai uguagliato. Infatti, sarà fabbricato non soltanto in Italia, ma anche in Polonia e Russia in quasi 50.000 esemplari in varie versioni fra cui una elettrica ed a gasogeno, dotato di un motore Fiat benzina 6 cilindri di 2516 cm3 e 44 cv con valvole laterali. Il Fiat 621 sarà il primo autocarro venduto con una cabina chiusa. Poco dopo appare il Fiat 621P, il primo autocarro a 3 assi con una portata di 3500 kg. Molte altre versioni seguirono fino al 1939. Sarà il primo autocarro ad essere regolarmente importato in Francia.

Caratteristiche tecniche del Fiat 621 del 1929 :

Motore Fiat 122A 6 cilindri diesel di 2516 cm3 - 44 CV - velocità max: 56 km/h
PTC: 4.8 t - peso a vuoto: 2,96 t - autonomia: 400 km su strada, 340 km in fuoristrada.

Dal 1906, la Fiat studiava la motorizzazione diesel, in collaborazione con l'ingegnere tedesco Rudolf Diesel. Per quanto ci fossero stati utilizzi di questo motore sia in campo navale che aeronautico che ferroviario bisognerà aspettare il 1931 per vedere il primo autocarro con un motore diesel, il Fiat 632N (N che vuole dire Nafta, questo segno rimarrà su tutti gli autocarri Fiat della serie 600, fino al 1975). Camion molto bello (che ispirerà d'altronde Marius Berliet) con un motore diesel 4 cilindri ad iniezione diretta di 5570 cm3 a valvole in testa da 60 cv a soli 1800 giri/mn. Il primo camion pesante, un vero gigante della strada, sarà, nel 1931, il Fiat 634N, dotato di un motore 6 cilindri di 8355 cm3 e 80 cv a 1700 g/min. Questo autocarro diventerà uno standard sulle strade dei paesi europei poiché è il primo ad offrire:

ruote tipo artiglieria,
una distribuzione elettrica a 24 volt
un lettino per l'autista per i lunghi percorsi.
Solo 7 anni più tardi Louis Renault offrirà la stessa comodità sul suo nuovo autocarro 3 assi, l’AFKD.

L'autocarro leggero Fiat 618C
Il Fiat 618C è in realtà la versione coloniale dell'autocarro civile 618 del 1934. Fu prodotto a partire dal 1935 per le forze armate italiane in previsione della campagna dell'Africa Orientale. 1358 esemplari del Fiat 618C furono utilizzate sul solo fronte nord, e molti altri in Somalia. Un problema di surriscaldamento del motore portò la Fiat ad effettuare alcune modifiche. In occasione degli esercizi effettuati nel maggio 1938 in Libia, il 618C fu giudicato poco adeguato per un'utilizzazione coloniale, a causa dei rapporti di trasmissione lunghi e di una velocità eccessiva. L'autocarro tuttavia fu implicato nella guerra civile di Spagna con più di 1700 esemplari. La sua produzione cessò nel 1937 e fu sostituito dal CL39. Rimane un solo esemplare del 618C, conservato al Museo Storico della Motorizzazione Militare Italiana.


Nel 1937, l'Italia impone nuove norme che fissano le caratteristiche dimensionali di ogni categoria specifica per i veicoli di trasporto. Per i veicoli industriali, esisteranno 3 categorie, il tonnellaggio leggero, medio ed i pesanti.

Per la Fiat, la prima categoria è molto fornita, tra i veicoli derivati dalle macchine ed i piccoli autocarri : 614 - 618 - 508 - 500 Topolino Belvedere - 508C (che sarà costruita in Francia come Simca 1100). La seconda categoria viene coperta con i nuovi Fiat 621, ma, per i pesanti, il sistema della cabina a musone diventa sfavorevole.

L'autocarro pesante Fiat 626
Autocarro Fiat a cabina avanzataNel 1939 la Fiat presenta un nuovo concetto per i suoi autocarri, la cabina avanzata riprendendo l'idea del primo Fiat 24HP del 1903. Quest'innovazione mondiale farà storia ed al giorno d'oggi ci si stupisce quasi di incrociare ancora alcuni rari autocarri a musone, come gli autocarri americani. Questi nuovi automezzi pesanti saranno i padroni della strada, il medio Fiat 626N ed il pesante Fiat 666N. I Fiat 626 e 626N

Fiat 621 Immagine polacco con allestimento antincendioNel 1929, appare un nuovo autocarro di portata media di 2,5 t - il Fiat 621. Quest'autocarro conoscerà un successo mai uguagliato. Infatti, sarà fabbricato non soltanto in Italia, ma anche in Polonia e Russia in quasi 50.000 esemplari in varie versioni fra cui una elettrica ed a gasogeno, dotato di un motore Fiat benzina 6 cilindri di 2516 cm3 e 44 cv con valvole laterali. Il Fiat 621 sarà il primo autocarro venduto con una cabina chiusa. Poco dopo appare il Fiat 621P, il primo autocarro a 3 assi con una portata di 3500 kg. Molte altre versioni seguirono fino al 1939. Sarà il primo autocarro ad essere regolarmente importato in Francia.

Caratteristiche tecniche del Fiat 621 del 1929 :

Motore Fiat 122A 6 cilindri diesel di 2516 cm3 - 44 CV - velocità max: 56 km/h
PTC: 4.8 t - peso a vuoto: 2,96 t - autonomia: 400 km su strada, 340 km in fuoristrada.

Dal 1906, la Fiat studiava la motorizzazione diesel, in collaborazione con l'ingegnere tedesco Rudolf Diesel. Per quanto ci fossero stati utilizzi di questo motore sia in campo navale che aeronautico che ferroviario bisognerà aspettare il 1931 per vedere il primo autocarro con un motore diesel, il Fiat 632N (N che vuole dire Nafta, questo segno rimarrà su tutti gli autocarri Fiat della serie 600, fino al 1975). Camion molto bello (che ispirerà d'altronde Marius Berliet) con un motore diesel 4 cilindri ad iniezione diretta di 5570 cm3 a valvole in testa da 60 cv a soli 1800 giri/mn. Il primo camion pesante, un vero gigante della strada, sarà, nel 1931, il Fiat 634N, dotato di un motore 6 cilindri di 8355 cm3 e 80 cv a 1700 g/min. Questo autocarro diventerà uno standard sulle strade dei paesi europei poiché è il primo ad offrire:

ruote tipo artiglieria,
una distribuzione elettrica a 24 volt
un lettino per l'autista per i lunghi percorsi.
Solo 7 anni più tardi Louis Renault offrirà la stessa comodità sul suo nuovo autocarro 3 assi, l’AFKD.

L'autocarro leggero Fiat 618C
Il Fiat 618C è in realtà la versione coloniale dell'autocarro civile 618 del 1934. Fu prodotto a partire dal 1935 per le forze armate italiane in previsione della campagna dell'Africa Orientale. 1358 esemplari del Fiat 618C furono utilizzate sul solo fronte nord, e molti altri in Somalia. Un problema di surriscaldamento del motore portò la Fiat ad effettuare alcune modifiche. In occasione degli esercizi effettuati nel maggio 1938 in Libia, il 618C fu giudicato poco adeguato per un'utilizzazione coloniale, a causa dei rapporti di trasmissione lunghi e di una velocità eccessiva. L'autocarro tuttavia fu implicato nella guerra civile di Spagna con più di 1700 esemplari. La sua produzione cessò nel 1937 e fu sostituito dal CL39. Rimane un solo esemplare del 618C, conservato al Museo Storico della Motorizzazione Militare Italiana.


Nel 1937, l'Italia impone nuove norme che fissano le caratteristiche dimensionali di ogni categoria specifica per i veicoli di trasporto. Per i veicoli industriali, esisteranno 3 categorie, il tonnellaggio leggero, medio ed i pesanti.

Per la Fiat, la prima categoria è molto fornita, tra i veicoli derivati dalle macchine ed i piccoli autocarri : 614 - 618 - 508 - 500 Topolino Belvedere - 508C (che sarà costruita in Francia come Simca 1100). La seconda categoria viene coperta con i nuovi Fiat 621, ma, per i pesanti, il sistema della cabina a musone diventa sfavorevole.

L'autocarro pesante Fiat 626
Autocarro Fiat a cabina avanzataNel 1939 la Fiat presenta un nuovo concetto per i suoi autocarri, la cabina avanzata riprendendo l'idea del primo Fiat 24HP del 1903. Quest'innovazione mondiale farà storia ed al giorno d'oggi ci si stupisce quasi di incrociare ancora alcuni rari autocarri a musone, come gli autocarri americani. Questi nuovi automezzi pesanti saranno i padroni della strada, il medio Fiat 626N ed il pesante Fiat 666N. I Fiat 626 e 626N
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furono gli autocarri più diffusi tra quelli a cabina unificata, costruiti dal 1939 e ancora in produzione nel dopoguerra.

Una versione militare con motore a benzina, il Fiat 626BLM, fu sviluppata, e dimostrò qualità eccellenti, in particolare grazie alla grande flessibilità del suo motore a carburatore. La versione ambulanza del 626N fu particolarmente diffusa nell'ambito delle unità sanitarie dell'esercito del Re d'Italia.

Caratteristiche tecniche : Motore Fiat 326 - 6 cilindri diesel di 5750 cm3 - 70 CV a 2200 g/mn - velocità max: 63 km/h PTC: 7.6 t - peso a vuoto: 3,16 t.

Questo veicolo fu anche utilizzato da altri eserciti: la Francia ne aveva ordinati 1650 prima della guerra, ma solo 700 furono consegnati. Durante l'occupazione tedesca, un impulso fu dato allo sviluppo del 626 a gasogeno. Una serie, battezzata Fiat 626 BM con carrozzeria Einheit fu costruita specialmente per la Wehrmacht: 3323 esemplari furono consegnati ai tedeschi nel 1944, e 23 nel gennaio 1945.

L'autocarro pesante Fiat 666


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Fiat 666 e 666N Immagine appaiono nel 1940. Erano la versione pesante del Fiat 626N. La versione a benzina, 666BM, non entrò mai in produzione. La versione del Fiat 666 a 4 ruote motrici, 665NM, utilizzava numerosi componenti comuni con i 666, per evidenti ragioni di costi e facilità nel reperire i ricambi. Nel 1944, durante l'occupazione tedesca, 79 Fiat 666N e 2 Fiat 665N furono consegnati alla Wehrmacht.

Caratteristiche tecniche: Motore Fiat 366 - 6 cilindri diesel di 9365 cm3 - 105 CV al 2000 tr/mn - velocità max: 50 km/h PTAR: 22,2 t - peso a vuoto: 6,0 t - autonomia: 390 km su strada, 350 km in qualsiasi terreno.

I Fiat 626N e 666N ebbero un successo commerciale enorme. Non è sbagliato affermare, come hanno detto gli specialisti dell'epoca, che erano senza concorrenza. Declinati in tutte le versioni possibili, 4x2, 4x4, 6x2, 6x4, telai per autobus, questi modelli imporranno il servofreno pneumatico a tutti i loro futuri concorrenti; dotati di motori robusti, affidabili e parchi, i famosi 6 cilindri di 5750 cm3 e 9365 cm3.

La seconda guerra mondiale scoppia nel 1939 e la Fiat V.I., come tutti i produttori dei paesi in guerra, militarizza le sue produzioni. È la filiale SPA che fabbrica tutta la gamma pesante e le produzioni militari. Il veicolo più tipico di questo periodo è senza alcun dubbio il Fiat 727, vero half-track d'infanteria dalla linea impressionante con le sue ruote anteriori enormi ed il suo assale posteriore cingolato. Durante il 1942, la Fiat commercializzerà il primo veicolo elettrico, l'autocarro leggero Fiat 621E che avrà anche una versione a gasogeno. La Fiat offrirà una versione anche a gas naturale, il Fiat 634G.

Durante i primi anni del secondo conflitto mondiale, la produzione nelle fabbriche Fiat e S.P.A. è cresciuta molto. Ma il 21 novembre 1942, la fabbrica Fiat SPA è bombardata e quasi distrutta. Nel 1943, tocca a Mirafiori ad essere quasi distrutta. Alla Fiat restavano le sole fabbriche situate nella città di Torino, come il Lingotto che tutto sommato sarà poco danneggiato in occasione del bombardamento di marzo 1944. Nel giugno 1944, i bombardamenti toccano di nuovo la fabbrica di Mirafiori, che era stata appena ricostruita. Bisognerà aspettare il 1950 perché Vittorio Valletta, diventato Presidente ed Amministratore Delegato del gruppo Fiat S.p.A., dichiari che "la Fiat è ricostruita".

Dal 1945 al 1974

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Camion Fiat 642N Immagine degli anni 60 Malgrado la grave crisi finanziaria e morale che seguì la fine della guerra, la Fiat aveva conservato attivi i suoi uffici studi ed aveva messo a punto un piano di rilancio con nuovi modelli di automobili, autocarri, trattori agricoli, macchine di lavori pubblici, treni, aerei ed autobus. In realtà più che mai lo slogan "terra mare cielo" si confermava.

A partire dal 1948, i nuovi modelli medi e pesanti con cabina avanzata detta unificata nascono :

i medi Fiat 639N e 640N dotati di un motore Fiat 364 - 6 cilindri di 6032 cm3 e 72 cv a 2200 g/mn, Immagine
i pesanti Fiat 670N e 680N, dotati del motore Fiat 368 - 6 cilindri di 10.170 cm3 a 1800 g/mn.
Il nuovo piccolo Fiat 615N conserva una cabina semi-arretrata. Nel 1952 l'Italia adotta un nuovo codice della strada ed impone nuove prescrizioni. È così che appare un nuovo modello che sarà l'autocarro più apprezzato del mondo, il Fiat 682N, chiamato il re dell'Africa. Inizialmente presentato in versione autocarro di 14t, come lo vuole il nuovo codice stradale italiano, inaugura una nuova cabina avanzata Fiat con i "baffi". Il Fiat 682N sarà in seguito nel 1953 declinato anche in versione 6x2 e trattore. Questi autocarri pesanti hanno un motore Fiat 203 dalle caratteristiche record, 6 cilindri in linea di 10.676 cm3 e 140 cv a 900 g/min. Questo motore sarà il primo di una grande serie, alcuni esemplari della quale vengono montati ancora nel 2006 in alcuni autocarri Fiat fabbricati in Brasile ed in Australia e una versione a cilindri orizzontali dello stesso denominata 203s è stata montata con successo su 80 automotrici diesel delle Ferrovie dello Stato (ALn 668 1400), il famoso motore Fiat 8210 di 13798 cm3 che può sviluppare fino a 400 cv a 1000 g/min. Il Fiat 682N conoscerà 4 serie, N, N2 a N4 e sarà presente sul catalogo per 32 anni.

In questo panorama generale non bisogna dimenticare i modelli a 4 assi che sono i famosissimi Fiat 690N e 691N. Pochi autisti di quell'epoca sanno che all'estero i mezzi pesanti non superavano i 320 q.li di PTT, e disponevano di motori poco potenti, raramente più di 140 cv.

A quell'epoca rari erano gli autocarri che, come i Fiat, OM o Lancia, scalavano i valichi per transitare in Italia.

Nella stessa serie, la Fiat presentò il primo vero camion da cantiere, il Fiat 693.

La serie 600 degli anni sessanta si guadagnerà, da parte dei suoi utenti, la fama di essere indistruttibile. Non è raro vederne ancora sulle strade italiane ma soprattutto in Africa ed in Asia, in condizioni spesso disperate, ma sempre in servizio per utilizzi sovente impegnativi.

Il seguito della storia si chiama Iveco.

IVECO

IVECO è un costruttore europeo di veicoli industriali, autobus, e motori diesel, con sede a Torino. È una società controllata del Gruppo Fiat.
Il nome è un acronimo di INDUSTRIAL VEHICLES CORPORATION (Corporazione per la produzione di Veicoli Industriali) e nasce nel 1975 dalla fusione delle seguenti aziende:
· Fiat Veicoli Industriali S.p.A. (che comprendeva Fiat, OM e Lancia Veicoli Speciali Italia
· Unic Francia
· Magirus Deutz AG Germania
Oggigiorno la società è un protagonista significavo nella produzione dei veicoli commerciali a medio carico e nel mercato dei motori, ed è ai primi posti mondiali per vendite di Veicoli leggeri e da trasporto da 3,5 tonnellate.
Ha impianti produttivi in Europa, Cina, India, Russia, Turchia, Australia, Argentina, Brasile e Sudafrica ed è presente in oltre 100 paesi. Produce veicoli industriali sia stradali che da cava e cantiere, veicoli antincendio, per la difesa e per il trasporto pubblico nonché motori diesel per veicoli industriali, generatori di potenza, utilizzi marini e ferroviari. La produzione mondiale si aggira sui 150.000 veicoli commerciali e 400.000 motori diesel ogni anno con un fatturato superiore agli 11 miliardi di euro.



Storia



Nascita
La società è controllata da FIAT Group e la sua fondazione avvenne nel 1975, fortemente voluta e gestita da Bruno Beccaria (1915-2001). Di formazione ingegnere meccanico e dirigente in Fiat, Beccaria riuscì a fondere le cinque società operanti in realtà lontane tra loro, in Italia, Francia e Germania; Fiat Veicoli Industriali (basata a Torino), OM (Brescia), Lancia Veicoli Speciali (Bolzano), Unic (Trappers) e Magirus (Ulm). Da allora vi sono state numerose importanti evoluzioni.

Primi anni
Nei primi anni la società si è focalizzata sulla razionalizzazione, l'integrazione e l'ottimizzazione degli impianti produttivi che, fino ad allora, avevano lavorato in autonomia centralizzando le diverse funzioni di comando. Dal punto di vista commerciale, dopo la commercializzazione sotto il nuovo marchio di alcuni veicoli già prodotti in precedenza dai singoli partecipanti alla fusione (ad esempio Fiat Zeta e Fiat 619 ritargati Iveco Zeta e Iveco 619), il primo modello autonomo presentato fu il DAILY nel 1978.
Nel 1981 venne anche presentata la prima sovralimentazione ai propulsori diesel equipaggianti i veicoli da trasporto da cui iniziò la presentazione delle gamme incorporanti il nome Turbo: oltre al TurboDaily i Turbostar (1984)


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e Turbotech, Immagine destinati al trasporto pesante e che riscossero un grande favore in Europa rappresentando un buon successo imprenditoriale per il gruppo.



Crisi

Nei primi anni novanta il gruppo Iveco, a causa della gamma invecchiata e della competizione, entra in crisi e inizia la riorganizzazione. Per rispondere in maniera più efficace alla crescente segmentazione del mercato si divide in divisioni specializzate per prodotto.
In quegli anni continua l'espansione internazionale mediante l'acquisizione, nel 1992, della Ital (International Trucks Australia Limited) che ha ancora un mercato importante nel Sud Est Asiatico e nell'Oceania e fonda in Brasile, nel 1997 l'Iveco Mercosul, una operazione necessaria per acquisire una base operativa e di commercializzazione in tutto il Sud America.
Dal punto di vista commerciale nel 1991 sono presentati l'Eurocargo (peso medio che sostituisce lo Zeta) e gli Iveco

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Eurostar Immagine ed Eurotech Immagine (trasporto pesante).



Ripresa
La diversificazione finanziaria, intesa come servizio alle vendite, porta alla costituzione, nel1997, di Transolver.
Sotto il punto di vista commerciale un riconoscimento importante arriva nel 1998, quando l'EuroCargo, Immagine commercializzato in più di 90 paesi (compresi Regno Unito, Spagna, Bulgaria e Slovenia), viene premiato come "Best Imported Truck" in Germania e raggiunge la leadership di mercato in Italia per la sua classe.
Nel 2000 è toccato, con il Daily, ai veicoli leggeri vincere il premio "International Van of the Year" e festeggiare così il milionesimo veicolo prodotto; la nuova versione del Daily è stato premiato come "Van of the Year" 2005.
Il più recente veicolo pesante è lo STRALIS, Immagine un'evoluzione dell'Eurostar che ottiene ottimi risultati di vendite e che è stato premiato come "Tuck of the year" 2003.

Iveco oggi
Oggi Iveco ha 49 fabbriche, 15 centri di ricerca sviluppo, 840 concessionari, 31,000 dipendenti ed è presente in 19 paesi. Il 40% dei motori realizzati equipaggiano veicoli Iveco, il 60% viene venduto con il marchio OEM Fiat Powertrain Technologies ed equipaggia veicoli di altre case oppure ha impieghi industriali, marini, agricoli e viene utilizzato per la generazione di elettricità.

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MessaggioTitolo: Re: marchio fiat    marchio fiat  Icon_minitimeLun Ott 14, 2019 7:15 pm

I CAMION FIAT

La FIAT è la più importante casa italiana produttrice di automobili, ma lo è stata anche di camion.
La Fabbrica Italiana Automobili Torino, fondata nel 1899, già nel 1903 affianca alla produzione di autovetture il primo autocarro, il modello “24HP”. Negli anni seguenti si fa sempre più rapida l’evoluzione del trasporto merci che vede la progressiva sostituzione della trazione animale, carro e cavalli, con i rivoluzionari veicoli a motore. Nel corso dei decenni la FIAT assume il ruolo di protagonista nella diffusione dell’autotrasporto, modalità che arriverà a competere e poi a soppiantare quasi del tutto anche la concorrenza del treno, meno flessibile e capillare del camion.
Con il mercato dell’autocarro in forte espansione, aumentano di anno in anno i volumi di produzione della casa torinese che diventa ben presto leader del mercato italiano, anche attraverso il controllo societario o l’acquisizione di altre marche concorrenti: è il caso ad esempio della SPA di Torino nel 1917, della Ceirano di Torino nel 1929, della OM di Brescia nel 1933, dell’Autobianchi di Milano nel 1967 e della Lancia di Torino nel 1969.
Con la nascita della Comunità Economica Europea nel 1964, per la FIAT si apre l’opportunità di espandere il proprio mercato anche al di fuori dei confini nazionali. La casa di Torino è all’epoca comunque già presente in alcuni paesi come la Francia, dove nel 1960 assorbe la Unic, fondata nel 1906 e produttrice di vetture e camion. Sul finire degli anni sessanta il Gruppo veicoli industriali della FIAT inizia le trattative di collaborazione invece con la società tedesca KHD, proprietaria dello storico marchio Magirus-Deutz, operativo fin dal 1864 con la produzione di veicoli antincendio e diventato famoso soprattutto per le autoscale per i pompieri.

DALLA FIAT ALL’IVECO

Al sensazionale sviluppo economico degli anni ’50 e ’60, segue una fase di crisi per tutte le aziende europee, anche quelle produttrici di veicoli: le cause sono molteplici ed in particolare si possono citare l’aumento del costo del lavoro, l’impennata dell’inflazione e la crisi energetica, con il conseguente aumento dei costi di produzione. Agli inizi degli anni ’70 gli economisti prevedono, che nel settore dei veicoli industriali, alla crisi avrebbero potuto sopravvivere solo le Case specializzate nella produzione di veicoli di nicchia per usi specifici, con volumi di vendita inferiori a 7/8.000 unità all’anno, oppure le grandi Case strutturate, con enormi produzioni in serie, di almeno 80.000 unità annue: la FIAT, con vendite assestate sui 50/60.000 veicoli all’anno ricade invece nella fascia considerata a rischio…
Ecco quindi farsi avanti alla FIAT il progetto di capitanare un grosso gruppo di produttori europei. Progetto che si concretizza nel 1975 con la nascita dell’IVECO, acronimo di Industrial Vehicles Corporation, che vede riuniti le marche italiane FIAT, OM, Lancia, la francese Unic e la tedesca Magirus-Deutz. L’operazione, oltre a dar vita al più forte gruppo di costruttori di camion in Europa, con una produzione annua nel 1976 di 95.000 veicoli e che nel 1978 raggiunge le 109.000 unità, è anche entrata nella storia dell’economia in quanto ha rappresentato il primo matrimonio internazionale tra Case produttrici di veicoli commerciali ed ha confermato il successo in campo diplomatico della recentemente costituita CEE.
Il marchio FIAT, così come quelli delle altre quattro case ora associate, non scompare immediatamente dai veicoli prodotti a partire dal 1975, ma viene affiancato dal logo IVECO, inizialmente costituito da una “I” obliqua, collocata sulla parte destra inferiore della mascherina. Nel corso dei successivi anni il nuovo marchio guadagna una sempre maggiore rilevanza, con posizione e dimensione via via sempre maggiori rispetto ai loghi delle singole case, che vengono relegati in posizioni secondarie fino ad essere soppiantati completamente a partire dai primi anni ottanta. Questo per ovvi motivi di marketing, in quanto sarebbe stato quanto meno azzardato proporre fin da subito veicoli marchiati “IVECO” cancellando improvvisamente i marchi storici a cui si erano fidelizzati parecchi clienti e che costituivano la garanzia di prodotti con una lunga tradizione alle spalle.
Negli anni ottanta quindi il marchio FIAT scompare per sempre dalle calandre dei camion, rimanendo in vista solo sui veicoli commerciali, come accade tuttora per le gamme “Ducato” e “Fiorino” per esempio, prodotti al 100% FIAT veicoli commerciali.
Le gamme di veicoli offerti dalle cinque case nel 1975, riguardanti tutte le categorie di utilizzo (autocarri leggeri, medi, pesanti, lungo raggio, cava-cantiere, ecc.), ricche di modelli e versioni differenti, ma spesso anche sovrapposte tra una marca e l’altra, sono oggetto di una complessa e delicata operazione di razionalizzazione e sostituzione da parte della neonata multinazionale; accade quindi che vengano commercializzate serie di veicoli perfettamente identici, ma “griffate” con i marchi FIAT, OM, Unic o Magirus-Deutz a seconda del mercato nel quale vengono proposti: Italia, Francia o Germania.


LA SERIE FIAT “170/190”

La fase di razionalizzazione dei prodotti vede i primi frutti già nel 1975, con la nascita della serie pesante “170/190”, destinata agli impieghi gravosi ed al trasporto a lungo raggio nazionale e internazionale, che va a sostituire le esistenti gamme FIAT “619” e OM “190”. Si può affermare che il “170” rappresenti contemporaneamente l’ultimo grande camion FIAT ed il primo autocarro pesante IVECO.
La nuova serie “integrata” attinge componenti tra quelli già in produzione dalle singole storiche case, introducendo però anche alcune novità di rilievo, sia dal punto di vista estetico che tecnico.
Il “170” è proposto nella versione autocarro a due assi, con tre passi diversi tra cui scegliere, oppure come trattore per semirimorchi, sempre a due assi, con un’unica lunghezza di interasse disponibile.
La cabina è quella del precedente FIAT 619, denominata “H”, ma ora equipaggiata con il tetto leggermente rialzato, in grado così di rispettare la normativa tedesca che impone uno spazio minimo in verticale di 55 cm tra le due cuccette e tra la cuccetta superiore ed il soffitto della cabina, il tutto per garantire un maggior comfort nei veicoli di linea con due autisti a bordo. La cabina è quindi spaziosa e dotata di una zona di riposo con due lettini a castello, posizionati alle spalle dei sedili: presentata nel 1970 rimane in produzione, seppur con modifiche estetiche e interni rinnovati, fino al 1992 quando viene presentata la nuova gamma “Eurotech”; questo a dimostrazione del fatto che nel settore dei veicoli industriali, a differenza di quello delle autovetture, la completa sostituzione dei modelli ha tempi molto lunghi, arrivando anche a superare i 20/25 anni. Esteriormente la cabina si presenta con il frontale caratterizzato da un’ampia mascherina nera di forma rettangolare, con angoli smussati e percorsa centralmente da due sottili righe di colore grigio chiaro, al centro delle quali campeggia il nuovissimo logo “I” di IVECO, mentre la targhetta FIAT è posizionata tra la mascherina e la base del parabrezza.
Per la prima volta su un camion FIAT la cabina è ribaltabile, essendo incernierata anteriormente al telaio in due punti; il ribaltamento avviene verso l’avanti, tramite una pompa idraulica manuale e risulta possibile fermare la cabina in una posizione qualunque compresa tra 0 e 60 gradi. Questo consente di accedere agevolmente al motore per gli interventi di manutenzione e riparazione, che fino ad allora avvenivano, non senza difficoltà, dall’interno della cabina, sollevando il cofano tra i due sedili. Una volta ribaltata completamente la cabina, è possibile addirittura rimuovere l’intero gruppo motore – cambio con una certa semplicità.
Proprio il motore costituisce la più importante novità tecnica, in quanto la serie “170” viene equipaggiata con un’inedita unità a 8 cilindri a V, con cilindrata di circa 17 litri ed aspirazione naturale. La prima versione del motore sviluppa una potenza di 330 CV, ma poco dopo, nell’autunno del 1976, viene già sostituita dalla taratura a 352 CV, necessaria per soddisfare la nuova norma del Codice della strada italiano che impone ai veicoli pesanti una potenza di almeno 8 CV per ogni tonnellata di peso complessivo; essendo pari a 44 tonnellate il peso massimo ammesso per la combinazione autocarro più rimorchio o trattore stradale più semirimorchio, il conto è presto fatto: 8 x 44 = 352!
La disposizione a V degli 8 cilindri conferisce una certa compattezza al motore, che risulta meno ingombrante, soprattutto in altezza, dell’alternativa a 6 cilindri in linea; il minore ingombro ha consentito di ridurre le dimensioni del cofano motore, aumentando lo spazio in cabina ed in particolare agevolando il passaggio lato destro – lato sinistro, oltre che permettere di installare, come opzione, un terzo sedile in posizione centrale.
L’8 cilindri è il primo motore FIAT concepito secondo il criterio della modularità, come avviene già per alcune marche concorrenti: con gli stessi componenti (es. cilindri, pistoni, ecc.) possono essere realizzati motori a 6, 8, 10 e 12 cilindri, contenendo così i costi di produzione, semplificando l’assistenza e facilitando la reperibilità dei pezzi di ricambio.
La generosa cilindrata ha permesso ampi margini per gli aumenti di potenza nel corso degli anni, ricorrendo per esempio alla sovralimentazione (il motore con taratura di 476 CV doterà nel 1989 il 190.48 Turbostar), ma soprattutto consente di erogare la coppia e la potenza ad un minor numero di giri, garanzia di una lunga durata dei componenti, in quanto meno sollecitati, facilita il contenimento dei consumi di carburante e assicura una guida più elastica potendo ricorrere meno frequentemente all’uso del cambio.
Per quanto riguarda quest’ultimo, il listino permette di scegliere tra due opzioni: il Fuller a 13 marce oppure lo ZF a 8 marce sincronizzate.
Il medesimo veicolo viene venduto con una denominazione diversa a seconda del mercato in cui viene proposto: FIAT “190”, Unic “190” oppure OM “190” in Francia , mentre in Italia e negli altri paesi europei porta la sigla “170”; in ogni caso la nomenclatura ufficiale del modello prevede le prime tre cifre che indicano il peso massimo in quintali ammesso per il veicolo a due assi (170, anche se in Italia nel 1975 il limite da Codice della strada è ancora di 140 q.li, poi aumentato a 180 nel 1977), le sigle “NC” per la versione autocarro o “NT” per la versione trattore per semirimorchi ed infine due cifre riferite alla potenza del motore, divisa per 10 e arrotondata (esempio: 170NC35).
Questa nomenclatura dei modelli, introdotta proprio con la serie “170”, consente a colpo d’occhio di riconoscere le due caratteristiche più importanti di un veicolo, cioè il peso del mezzo isolato e la potenza del motore.
La serie successiva alla “170” con cabina “H” è presentata nel 1978 ed è costituita dalla cosiddetta “T-range”, caratterizzata dal restyling della cabina che prevede un nuovo frontale con mascherina a listelli orizzontali, gruppi ottici di posizione “ad orecchia” e soprattutto una maggiore dimensione del parabrezza in senso verticale, il cui bordo superiore supera abbondantemente la linea del gocciolatoio laterale.
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MessaggioTitolo: Re: marchio fiat    marchio fiat  Icon_minitimeLun Dic 16, 2019 12:05 pm

FIAT 110 PC , OM, UNIC 130, 150, IVECO 115,135, 145 ECC BREVE CENNO DELLA GAMMA MEDIA FIAT IVECO OM


l fatto che il mondo del cava cantiere debba tanto per non dire tutto al Fiat 300 Pc e successivamente al Iveco 330 nelle sue varie versioni e’ cosa risaputa, altrimenti non si spiegherebbe la sua diffusione cosi’ su’ vasta scala. Ma in altri settori come: edilizia, boscaioli, agricoltura ecc chi e’ stato il camion a cui tanto si deve?…chi e’ stato il RE della gamma media di veicoli industriali?…la mia opinione che ovviamente puo’ essere anche contrastata…e’ una il Fiat 110PC o OM per quei pochissimi che non lo conoscessero, si tratta di un piccolo grande camion trazione 4×2, assi posteriori gemellati, cerchi trilex, sospensioni a balestre rinforzate, cabina piccola tipo fiat 300 PC , successivamente con il restilyng si vedranno la cabina con mascherina tipo veneziana detta cabina di tipo “T” ereditata dalla cabina 190.

Siamo nel 1982 quando si iniziano a vedere i primi Fiat 110.14 PC la prima sigla indica la portato totale di 110 q.li , la seconda indica la potenza del motore che e’ un 6 cilindri aspirato da 140 cv.
La prima serie monta cabina tipo HCS si tratta della cabina tipo il 300 Pc come gia’ detto, cabina unica anche per la serie UNIC e presentata nel 1973, si possono trovare questi camion sia come Fiat, OM, che Unic. La gamma era cosi’ composta:

Fiat a 6cilindri in linea aspirato tipo 8060.02 da 5184 cc 122 cv a 3200 g/m e 318 nm a 1800 g/m (100 ,110)

OM a 6 cilindri in linea aspirato tipo CP3/ 4 da 7412 cc 145 cv a 2600 g/m e 478 nm a 1600 g/m (130)Unic a 6 cilindri in linea aspirato tipo 8220.02 da 9572 cc 201 cv a 2600 g/m 640 nm a 1400 g/m (130.20,150.20,159.20)


Nel 1982 il 110.14 fu dotato del 6 cilindri in linea aspirato tipo 8060.04 da 5499 cc 135 cv a 3200 g/m e 363 nm a 1800 g/m ,l
L interno cabina resto’ immutato, un 3 posti a sedere .
Successivamente al Fiat 110 PC seguiranno il Fiat 130 PC con maggiore portata e poi il 150 ecc
Il Fiat 150 aveva cerchi interi, maggiore portata e piccoli accorgimenti .
L erede del Fiat 110 sara’ il 115 a cui seguiranno il 135 e il 145 oltre alla portata, le cabine moderne con maniglia bassa tipo Turbostar , la disponibilita’ della cabina letto, interni migliorati, alcuni optional molto utili come cambio con mezze marce, cabina meglio insonorizzata, differenziale autobloccante, cerchi interi, la differenza sostanziale sta’ nel motore ora dotato di un Turbo.

Del Fiat 110 si puo’ dire di tutto, magari per qualcuno sara’ ottimo e magari altri avranno una diversa opinione, pero’ e’ innegabile che se un camion sia cosi’ diffuso, ancora oggi se ne vedono parecchi esemplari girare , magari colmi di legna ecc un motivo ci sara’. Se dopo tanti anni ancora instancabilmente lavorano magari significhera’ che si tratta di un mezzo affidabile, uno dei punti di forza sicuramente saranno le ruote di grande diametro capaci di muoversi agilmente in percorsi sconnessi, il telaio robusto, il motore riuscito
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