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  Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE"

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MessaggioTitolo: Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE"     Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE" Icon_minitimeSab Ott 23, 2021 11:38 am

MURI A SECCO, MURETTI DI PIETRA Costruire muretti di pietra o ancor piu’ muri a secco e’ una tecnica antichissima comune a molte popolazioni in ogni parte della Terra.

Si tratta di disporre le pietre una sull’altra, assicurando ad esse la necessaria stabilità, senza ricorrere a leganti.

In pratica si inizia con lo scavare una fossa pari all’intera lunghezza del muro che si vuole realizzare, in modo da creare una specie di fondazione, che pero’ viene realizzata rigorosamente sempre a secco con la stesse pietre. La posa delle prime pietre deve essere fatta su uno strato di terreno che deve risultare il piu’ possibile compatto e solido. Infatti, come nelle costruzioni in cemento, la struttura e la solidita’ delle fondazioni determineranno la futura stabilita’ del muro.

Questa tipologia di muri era molto diffusa fino al secolo scorso e veniva utilizzata solitamente per delimitare i confini di una proprieta’ o di un podere, oltre che per la realizzazionie di muri di sostegno o di terrazzamento per terreni scoscesi.

La possibilita’ di reperire i materiali in loco e di conseguenza la relativa economicita’ di queste costruzioni ne favorirono lo sviluppo soprattutto nelle realta’ rurali e contadine. Oggi nel continuo richiamarsi all’antico, si ricorre alla costruzione di muri di sostegno in pietra, facendo arrivare le pietre gia’ opportunamente tagliate direttamente dalle cave con costi naturalmente molto piu’ elevati ma con buoni risultati estetici.

Con l’impiego della mazzetta, con la picchetta, qualche scalpello e martello si deve cercare di dare forma, piu’ possibile quadrata alle pietre da utilizzare. Si parte poi dal basso con quelle di maggiori dimensioni, collocando poi quelle meno grandi man mano che si sale. Il lavoro deve essere fatto con molta calma e continuando a ruotare le pietre per trovare il lato e la posizione ideale per ciascuna di esse.

Gli spazi che inevitabilmente rimangono tra una pietra e l’altra vengono poi chiusi con frammenti tagliati a seconda delle necessita’.

Un altro elemento importante, come per tutti i muri di contenimento, e’ la cura nel creare un adeguato sistema di drenaggio che eviti che la pressione dell’acqua possa creare effetti dirompenti che, col tempo, possono incrinare o addirittura far crollare il muro.

Notevole importanza ha, come detto, l’ancoraggio del muro che varia a seconda del tipo di terreno su cui sorge. Il piano di fondazione deve essere orizzontale o leggermente inclinato all’interno.La larghezza della fondazione dipende dall’altezza del muro e normalmente e’ pari a 1 a 3.

La qualita’ del risultato finale dipende in gran misura da due fattori: l’abilita’ del costruttore e la qualita’ e fattezza delle pietre.

Molti sono gli esempi in Italia dove la tecnica dei muri a secco e’ stata utilizzata. Si va dalla realizzazione dei Trulli di Alberobello in Puglia, ai rustici in Valle d’Aosta sino ai famosi muretti a secco della Liguria.

Va pero’ detto che la stessa tecnica costruttiva, con piccole varianti, veniva adottata nell’antica Cina come nelle costruzioni in Sud America e in molti altri luoghi del pianeta nell’arco dei secoli dove la tecnica e i trucchi del mestiere venivano tramandati di padre in figlio.



La realizzazione dei muri a secco è una vera e propria arte alla portata di pochi. Il muro a secco è un manufatto realizzato esclusivamente con pietre e terra, senza l’uso di calce o di altri leganti, ma semplicemente incastrando pietre di forme e dimensioni differenti.

I muri a secco hanno essenzialmente due scopi:

– funzione di sostegno,
– funzione divisoria, di delimitazione dei terreni.

Ci sono le diverse tipologie di muri di sostegno:

– muro in cemento armato
– muro a gravità (costruito con pietre e malta cementizia)
– muro a secco

Il muro in cemento armato funziona come una mensola: esso vince la spinta della terra, da un lato, con la resistenza della propria struttura (opposizione allo sforzo di taglio e, dall’altro lato, sfruttando il peso stesso della terra come elemento stabilizzante (opposizione agli sforzi di ribaltamento e di scorrimento).

Il muro a gravità contrasta la spinta della terra opponendosi a tutti gli sforzi che essa genera, esclusivamente con il proprio peso e con la resistenza propria della sua struttura. Esso funziona, in pratica, come un grosso monolite che la spinta della terra non riesce a rompere, nè a spostare, nè a ribaltare.

Il muro a secco, per la sua struttura stratificata non può che contrastare lo sforzo al taglio con l’attrito che ogni strato esercita sull’altro (per questo motivo, in fase di costruzione, occorre fare in modo che l’attrito sia massimo).

Quanto al ribaltamento ed allo scorrimento il muro a secco funziona, approssimativamente, come il muro a gravità.

La scelta della tipologia del manufatto da impiegare dipende dai seguenti fattori:

Caratteristiche del luogo:
Vi sono situazioni in cui il muro a secco non può essere impiegato per la funzione di sostegno. Il caso tipico sono le zone di compluvio, ossia di raccolta delle acque dei versanti, dove il forte dilavamento e la persistenza di fango impediscono la durata di un muro costruito con pietre e terra. Il muro a secco, come peraltro il muro a gravità, non è indicato in zone di movimento franoso profondo.

Il muro in cemento armato, dal punto di vista della resistenza, è senza dubbio il più efficace in qualsiasi condizione e, con opportune palificazioni di base, è l’unica tipologia di manufatto che regge in caso di frane profonde e alla spinta prolungata dell’acqua



Costi di costruzione:
Il muro in cemento armato è senz’altro il più costoso richiedendo, oltre il progetto e la direzione lavori di un ingegnere, scavi ingenti e una grande quantità di ferro e calcestruzzo.

Fra il muro a gravità ed il muro a secco, il più economico fra i due è forse il primo in quanto necessita di meno tempo per la realizzazione.

(Il muro a secco, indicativamente, ha un costo di costruzione variabile fra i 100 ed i 150 €/mq)

Per completezza si ricorda che esistono dei contributi regionali consistenti per il ripristino dei muri a secco.

Accessibilità del luogo e disponibilità dei materiali:
Se sul luogo non può arrivare almeno un autocarro e una piccola ruspa, sarà improbabile che si riesca a costruire un muro in cemento armato.

Nel caso, che il trasporto sia difficoltoso, occorrerà sfruttare appieno i materiali del luogo. Pertanto, se non si hanno a disposizione pietre abbastanza squadrate per la realizzazione del muro a secco, si potrà optare per il muro a gravità. Indicativamente, con 1 mc di sabbia di frantoio e 15 sacchi di cemento da 20 kg si riescono a realizzare 10/15 mq di muro.

Vincoli paessagistici ed estetica del paesaggio:
Il muro a secco non ha concorrenti in fatto di estetica: esso stesso è un elemento di arredo e tenderà a diventare sempre più bello man mano che si inverdisce. Il muro a gravità, se ben fatto, può essere una valida alternativa. Il muro in cemento armato è assolutamente orrendo, ma laddove non ci fosse alternativa, con ulteriori costi aggiuntivi, potrà essere rivestito in pietra.


Per la realizzazione, si parte spianando il terreno sul quale dovrà sorgere il muro.

Quindi servendoci di una corda da muratore come guida, si posa una prima pietra su di un estremo della linea da ricoprire ed una seconda pietra sull’estremo opposto.

Poi si mettono in fila le pietre cercando, data la loro eterogeneità, con l’aiuto dell’occhio, di allinearle come meglio possibile.

Appena posata la prima fila di pietre, dando loro una leggera pendenza verso l’interno, in maniera che il muro a retta risulti a scarpa, si inizia a rinfiancarle sul retro con materiale inerte (terra, ghiaia o ciò che abbiamo a disposizione e che vogliamo utilizzare per creare un piano)

Si alza la corda sui due estremi e si inizia una seconda fila, magari usando vecchi mattoni, mezzane o pietre piatte.

Completata pure questa si rincalza ugualmente di terra.

Il segreto del muro a retta e proprio questo: bisogna salire con il muro e contemporaneamente rincalzarlo sul retro con la terra, in maniera che non crolli, durante la costruzione, a causa della pendenza della scarpa che gli diamo.

Ciò renderà il tutto finito e compatto.




Esistevano vecchi "terrazzaioli" che hanno costruito muri che dureranno ancora centinaia di anni.

Chi avrà l’occasione di cimentarsi in una simile opera riscontrerà che non è difficile.

Talvolta questi muri a secco vengono anche stuccati dopo essere stati costruiti.

Lo fanno per dare una apparente maggiore solidità ed anche un aspetto migliore di estetica a quanto realizzato.

A parte il fatto, che ogni 2 mt circa, necessiterà lasciare alla base, delle pietre non murate, per lo scolo delle acque, chi si accingerà a compiere tali rifiniture, dovrà sempre ricordarsi, che ha realizzato un muro a secco stuccato, e non un vero muro di sostegno, in quanto mancano: le fondamenta e la parte più importante che è la malta di collegamento fra pietra e pietra.



Scavo e preparazione del cantiere
Si parte con la rimozione del muro crollato. La terra va accumulata, quando possibile, nella fascia sopra l’area da ricostruire, pronta per essere sparsa sulla cima del muro a fine lavoro .
Le pietre vanno divise in cumuli a seconda della grandezza e della forma (il cosiddetto catalogo delle pietre).

Quelle molto grandi per il piede o la fondazione, le grandi divise dalle medie, infine le piccole e le scaglie che serviranno soprattutto per chiudere gli interstizi della massicciata che si nasconde dietro la faccia del muro .

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scava per la fondazione, almeno 30 cm sotto il livello del piano, finché non si trova un terreno compatto e sodo pronto a sostenere la nostra opera. Il terreno che reggerà il muro deve essere in pendenza opposta all’acclivio di cui dovrà reggere la spinta (reggipoggio) .


Preparazione delle fondamenta

A questo punto è necessario sistemare due tutori (uno da un lato e uno dall’altro) che ci guideranno nella ricostruzione con la giusta inclinazione. Su questi due tutori o calandre (termine dialettale della zona) verranno fissate le lenze che serviranno per il posizionamento delle pietre di facciata. Il Collettivo Milarepa di solito pone la prima fila di pietre leggermente all’esterno rispetto alla linea del muro. E’ il cosiddetto “piede” che a volte resta completamente sottoterra e che quindi non sarà visibile una volta che il muro è ultimato. E’ fondamentale fino ad un metro di altezza stare intorno al 10% di pendenza; su 2 metri si sale al 15% e sui 3 metri si arriva a circa al 20% .

Inizio della costruzione
Si inizia con le pietre delle fondamenta. Secondo la tecnica del collettivo Mila Repa, queste devono essere messe in senso longitudinale e devono essere più lunghe dello spessore del muro. Tutto ciò per creare un piede che fungerà da contrappeso contro la spinta della terra a cui si opporrà.

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Nella parte immediatamente sopra il piede si pone la prima fila di pietre, tra le più grandi che si hanno a disposizione. E’ basilare che queste siano messe con la parte più lunga perpendicolare al muro .
Possibilmente si cerca di smussarle di eventuali spunzoni nella parte sopra (usando mazzetta e punta piatta) in modo tale da lavorare in piano nei “corsi” superiori.


Una delle severe regole che ci hanno spiegato a questo corso sui muretti a secco è che per ogni pietra che si mette bisogna guardare, anche con l’utilizzo della bolla, se l’inclinazione è corretta.


Ogni pietra della base, come quelle di fondazione (cioè quelle immediatamente soprastanti alla base), o quelle successive, va bloccata con altre pietre affinché non si muova.

La prova del nove è camminarci sopra e se nulla traballa vuol dire che abbiamo fatto tutto correttamente. Dopo ciò si riempono tutti gli spazi con sassi piccoli e scagliette.

La terra, che è il principale nemico dei muri a secco, non deve entrare dentro la massicciata che ha infatti lo scopo di trattenerla in modo che non si inserisca tra le pietre. L’acqua invece dovrà poter filtrare attraverso le pietre. Finita la fondazione si inzia il primo giro o “corso” di pietre.

Si cerca di portare tutto a quel livello per lavorare più agevolmente. Con colpi di mazza si creano gli incastri tra i sassi. E quando queste non collimano bene, con punta e mazzetta si limano le pance e gli spessori soprattutto nella parte alta. Questo per cercare sempre di lavorare quasi in piano.


Regole basilari per la costruzione
Un’altra importante regola di questo corso sui muretti a secco è mettere sempre le pietre longitudinalmente, per avere maggiore resistenza alla spinta della terra. Quando le pietre non permettono di coprire tutta la lunghezza tra la faccia a vista e la terra dietro si fanno prolunghe con una o due pietre sempre messe in senso longitudinale



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Alcune di queste, se sono presenti, è bene che siano piazzate a modo di chiave, andando a toccare la terra nel retro del muro. Ogni due o tre sassi messi si riempie in maniera quasi maniacale la parte retrostante. Come si è detto la zona dietro, denominata “massicciata”, è il cuore del muro. Infatti avrà la funzione di drenare l’acqua, resistere alle spinte e tenere fuori dal muro la terra. Per questo motivo tutti i buchi, pure quelli piccoli, vengono chiusi e saturati da piccole pietre e scagliette.


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Man mano che si va avanti si mette a distanza più o meno regolare una “chiave”. Un’altra regola costruttiva da rispettare è sfalsare le pietre da sotto a sopra in modo tale con una pietra sopra da bloccarne due sotto. A volte si riesce pure a bloccarne pure tre (in casi particolari). Tutto ciò serve a creare maggiore compattezza e a creare un muro unico in cui le pietre si toccano tutte tra loro in più punti possibili.





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MessaggioTitolo: Re: Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE"     Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE" Icon_minitimeSab Ott 23, 2021 11:49 am

Le pietre vengono sistemate le une sopra le altre, lasciandole intatte. La differenza tra il muretto a secco di confine e quello contro terra. I permessi necessari per costruire

Costruire un muretto di contenimento, per esempio in un giardino scosceso, per renderlo più agevole, è la migliore soluzione migliore in termini di sicurezza. Esistono tante tecniche per poterlo fare. Se in passato, i muri di contenimento erano fatti principalmente di pietra, col passare del tempo il cemento ha preso il sopravvento. Ovviamente, per il muretto di cemento è necessario che ci si faccia assistere da esperti del settore. Se invece, ci si vuole cimentare in un’opera muraria “fai da te”, si può optare per il muretto “a secco”. Quest’ultimo, diventa anche un elemento decorativo per il giardino e gli conferisce un aspetto più naturale, se paragonato ad uno stesso elemento realizzato in cemento.

COME COSTRUIRE UN MURO A SECCO
Il muro in questione si chiama “a secco” proprio perché non viene adoperato nessun tipo di legante per tenere unite le pietre, come ad esempio la malta. Nel muretto “a secco”, le pietre vengono sistemate le une sopra le altre, lasciandole intatte, non prima però di aver spianato bene il terreno. Si comincia prendendo una corda da muratore come guida e su un estremo di questa si poggia la prima pietra; poi, si ricopre con una seconda pietra l’altro capo della guida; dopodiché, tutte le pietre vengono messe in fila, cercando di allinearle. Quando la prima fila è sistemata, bisogna dare loro una leggera pendenza verso l’interno e poi le si rinfianca sul retro, utilizzando della ghiaia oppure della terra. Infine, la corda viene alzata e si inizia a creare una seconda fila.

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MURO A SECCO: COME SI COSTRUISCE
Rispetto ad un muretto di cemento, quello “a secco” necessita di maggior pazienza e precisione. Ogni pietra deve esse collocata in maniera ottimale per evitare che l’opera possa subire crolli strutturali se urtata. Ovviamente, quando ci si appresta a costruire un muro a secco, bisogna sempre tener conto della funzione cui deve assolvere. Le pietre da adoperare devono essere squadrate, eventualmente adoperando uno scalpello. La caratteristica principale di un muretto “a secco” è l’equilibrio tra altezza e larghezza. Se il muro è alto, anche la larghezza dovrà aumentare, affinché sia stabile. Il muretto “a secco” è un’opera povera, ora soppiantata da quelle che prevedono l’utilizzo di nuove tecnologie. Però, in alcune circostanze, è ancora una soluzione necessaria. Quando ci si trovi dinanzi a terreni sassosi o a pendii, cosa comune in tante regioni d’Italia, il muro “a secco” diventa una vera e propria esigenza, nel caso in cui alcune aree debbano essere dotate di gradoni per essere destinate a vigneti o tramutate in orti.

Per il muretto “a secco”, come già detto, si usano le pietre, grandi e piccole, alternandole tra loro. Ma si possono adoperare anche pietre ricavate da una vecchia demolizione di un edificio, mischiate a scaglie di vario genere. Insomma, il muretto “a secco” è un buon modo per riciclare il materiale a disposizione, sempre che sia adatto a questo tipo di opera muraria.

LEGGI ANCHE: Giardino, come fare in modo che sia bello, fiorito, colorato ed ecosostenibile

TIPI DI MURO A SECCO
Di muretti a secco ne riconosciamo di due tipi:

Il muretto “a secco” di confine, che come dice il nome stesso, crea un confine tra due aree. Questo muretto è trapezoidale e tale forma gli conferisce una maggiore stabilità. Lo si realizza effettuando uno scavo di circa 20 cm per la lunghezza e la larghezza, per poi collocare i sassi grandi nello scavo, affinché che l’opera sia stabile. Tale muretto, dunque, è più largo sulla base e si restringe in cima. Per evitare che l’acqua crei delle infiltrazioni nel muretto, bisogna posizionarvi sopra delle pietre tipo “copertina” che inoltre lo rendono anche molto più saldo.
Il muretto “a secco” contro terra, invece, assolve la funzione di contenimento del terreno. Esso può contenere un aiuola, un albero o segnare il dislivello in giardino. In tale tipologia di muretto “a secco”, il lato contro terra è perpendicolare mentre quello esterno è inclinato verso la pendenza dell’area, così da poter sostenere la spinta naturale del terreno. Anche l’acqua può esercitare una spinta notevole ed è per questo che in tale tipo di muro si lasciano dei fori a metà altezza, che fanno uscire l’acqua, evitando che questa si accumuli nel terreno, il quale poi eserciterebbe una spinta maggiore sull’opera muraria.
I VANTAGGI DELL’EDILIZIA A SECCO
Le costruzioni a secco vantano antiche origini ed è stata la prima metodologia di costruzione usata dagli esseri umani. Costruire “a secco” vuol dire edificare stratificando materiali, senza che vi sia necessità di colanti idraulici o sigillanti, che devono asciugarsi e dunque comportano un notevole allungamento delle tempistiche. Oggi, questo tipo di edilizia impiega materiali che vengono legati tra loro con delle viti oppure ad incastro, dunque con un tipo di giunzione del tutto meccanica. Si parla, perciò, anche di bioedilizia, perché uno dei vantaggi più lampanti di questo tipo di tecnica della costruzione, è proprio la possibilità di smontarne e riciclarne le parti, cosa che capita quando un edifico, così costruito debba, per esempio, essere demolito, per una qualsivoglia ragione. Si riducono, pertanto, gli sprechi di materie prime, si limita lo spreco di acqua e l’immissione nell’ambiente di polveri inquinanti. L’edilizia “a secco” rappresenta una vera sfida per l’edilizia del futuro, sia per la costruzione “ex novo” sia per la ristrutturazione. È assai diffusa nel nord dell’Europa ma ancora troppo poco adoperata in Italia. Un immobile da costruire tutto “a secco”, prevede una struttura portante in acciaio o in legno, che viene montata meccanicamente e successivamente tamponata con cartongesso o fibrocemento. Le pareti possono essere anch’esse in cartongesso oppure in paglia pressata. Velocità ed eco sostenibilità, sono dunque i primi vantaggi di questo tipo di edilizia, così come pure l’abbattimento dei costi e dei tempi di realizzazione effettivi dell’edificio stesso.

IL SISTEMA A SECCO
Il sistema “a secco” è infatti molto più rapido, rispetto a quello tradizionale, il quale prevede che, una volta messi i pilastri e le travi, si debba attendere che il calcestruzzo raggiunga la solidità prevista prima di dare il via ai lavori di tamponamento esterno. Col sistema “a secco”, composto di elementi prefabbricati che vengono rigidamente controllati dal punto di vista qualitativo, si risparmia moltissimo tempo. Inoltre, tali strutture sono di gran lunga più leggere e riducono il peso che grava sulla struttura dell’edifico in questione.

Il muro di sostegno è un’opera muraria che, come si evince dal nome stesso, deve “sostenere” e anche arginare cumuli di terra naturali oppure assicurare la stabilità di accumuli artificiali che siano inclinati in maniera superiore ad un’inclinazione naturale; altresì deve contenere grossi volumi di acqua in serbatoi, piscine oppure bacini. Questo tipo di muro non deve mai scorrere sul piano d’appoggio, non deve ruotare intorno al suo punto più esterno per non rischiare di ribaltarsi; il terreno su cui poggia, deve resistere alle sollecitazioni di compressione e infine, tutto l’insieme, costituto da muro e terreno, non deve soccombere alla compressione delle sollecitazioni le quali potrebbero farlo scivolare a valle. Ovviamente, la destinazione d’uso incide grandemente sulla tipologia di muro di sostengo che si costruisce. Un muro di sostegno di una diga dovrà, necessariamente essere diverso da un muro di terrazzamento. Le pietre utilizzate, sono quelle reperibili nel luogo in cui ci si trova. Tufo, pietra lavica, granito, dovranno anche essere lavorate in modo da ottenere degli elementi modulari che facilitano la posa in opera. Il muro di contenimento deve appunto “contenere”, cioè deve sostenere il terreno, per esempio quando è franoso. Il muro di contenimento, ad esempio, sostiene terrapieni, evitando che franino a valle, assicurando l’integrità del terreno. Il muro di sostegno non è considerato una pertinenza, cioè un’opera priva di autonoma destinazione, ma è una vera e propria nuova costruzione, che apporta una trasformazione dell’area sulla quale incide. Dunque, per tale ragione, necessita di un permesso di costruire rilasciato dal Comune di residenza (Cass., sez. III, 21 novembre 2018, n. 55366).
Il muro di recinzione, secondo la definizione che ne offre la Corte di Cassazione, è quell’opera muraria le cui facce emergono dal suolo e che è isolata da qualunque altra costruzione; esso, inoltre, funge da demarcazione e da separazione tra due proprietà; la sua altezza non deve superare i tre metri. Il muro di cinta, differisce, quindi, sensibilmente da quello di sostegno e tale differenza si evince anche dalla normativa che ne autorizza la messa in opera. Il muro di recinzione, possiede, a differenza di quello di contenimento, la caratteristica della pertinenza e dunque non necessita del permesso di costruire in quanto ha la mera finalità di recintare una proprietà. È sufficiente presentare una CILA (Comunicazione inizio lavori asseverata) da inviare all’ufficio tecnico del Comune, anche telematicamente.



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MessaggioTitolo: Re: Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE"     Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE" Icon_minitimeSab Ott 23, 2021 11:54 am

Il muro a secco può essere realizzato sostanzialmente in due tipologie:

muro costruito con pietre grezze del posto selezionate di varia forma e dimensione,
muro costruito con pietre semilavorate o lavorate di dimensioni notevoli anche di provenienza diversa dal luogo di costruzione.
La costruzione del muro comporta, di solito, un approntamento della base su cui verrà costruito, anche mediante scavo di una traccia, cercando di raggiungere lo strato più solido e compatto perché da esso dipende la solidità del muro stesso.


Lavori di costruzione su pietra a secco. Illustrazione del Museo di Etnologia di Valencia
Pietre grezze
Nel muro con pietre grezze si pongono le stesse in modo da farne coincidere il più possibile i contorni, se possibile correggendone il profilo, e inserendo pietre più piccole per riempire i vuoti tra l'una e l'altra. Dalla precisione di tale composizione, un vero e proprio mosaico o puzzle, dipenderà la durata e la solidità del muro stesso. Questo tipo di muro a secco caratterizza il paesaggio Ibleo, nel territorio etneo, sui terrazzamenti collinari di coltivazione, e domina nel paesaggio agrario della Puglia, sempre per le delimitazioni delle proprietà.

La stessa tecnica viene usata in Irlanda, soprattutto nel nord del paese, per separare i terreni o, ai bordi delle strade, per evitare che le grosse greggi di ovini al pascolo possano accedere alle vie di comunicazione creando pericoli per il traffico stradale.

Pietre semilavorate
Il secondo tipo di muro è invece caratteristico di costruzioni più impegnative e lo si riscontra per lo più nelle zone ricche di resti archeologici in quanto veniva usato per le piattaforme di base delle grandi costruzioni e per le mura difensive. Sulla funzione dei muretti a secco nelle terre agricole come sistema arcaico di "irrigazione", grazie alla condensazione del vapore acqueo presente in atmosfera, si è cimentato il geologo Camillo Reina (1928-1975)[2] il quale dimostra che la capacità del cumulo di pietre di arrestare il processo inverso di evaporazione che si verifica nel terreno aperto può determinare un continuo

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il muro ha secco ha diverse funzioni, le pietre vengono riciclate dopo lo spietro del terreno le stesse vengono riutilizzate come muro di cinta o come muro di contenimento.



Quando ci si trova davanti ad un muro crollato, per prima cosa si deve capire perchè l'evento si è prodotto.
Non è mai una casualità e l'occhio esperto la sa individuare.
Chiunque si accinge a rifare, deve prima fare lo studio del perchè, onde non ripetere l'errore, che c'è sempre, il fato non centra.
Si comincia quindi a rimuovere le pietre cadute fino ad arrivare al punto in cui il crollo si è determinato.
In genere le cause sono una delle seguenti:
- Fondazione non adeguata, vuoi per inconsistenza del terreno, vuoi per cattiva valutazione, ecc.
In questo caso su alcuni punti della base si formano dei cedimenti, in questa evenienza, tutto l'equilibrio statico soprastante si perde, si forma una prima pancia e poi il non lieto evento. Caso più frequente e di più facile soluzione.
Io in questo caso tolgo tutte le pietre che stanno inclinate verso il basso esterno, quindi se il muro non supera il metro e mezzo, lo possiamo riprendere totalmente a secco.
Se però dobbiamo andare più alti o essere certi della durata della riparazione, facciamo in modo non visibile nella parte posteriore un piccolo cordolo di cemento non più spesso di 15cm, se lungo più di 3mt annegato 1 o 2 tondini da 6 o 8.
Sopra a questo strato almeno 50cm a secco poi possiamo ripetere il cordolo, quindi nuovamente a secco.
Wink
E' evidente che con questo procedimento lo scolo dell'acqua non è minimamente compromesso, resta solo il mal di pancia dei puristi, che chiacchierano ma non fanno.
- Altra causa, una pietra che si è degradata, disfatta, questo crea lo stesso problema citato sopra, identica soluzione.
- Altra causa, una pietra particolarmente viscida, pietre verdi, quarzo, ecc, le ciddette "anguille", queste non vanno mai messe sul frontale, sotterrarle dietro, lontane dalla fila di fronte.
- Altro caso, un'albero o l'edera è cresciuta nel muro o base, Mad rimuovere e rifare.
- Nel malaugurato caso invece che tutto il muro sia scivolato a valle, siamo al caso che rifare è un azzardo che prima o poi ci ricadra addosso.



: "Muratore dalle pietre piatte" o comunque di forma quadrata o rettangolare. Tanto facile.
Con questo tipo di pietre, fatta una buona fondazione, se si vuole dare vita eterna al muro anche se alto, si fa alla base della fondazione interrata, una base in cemento di 15cm con due tondini da 8, poi anche a secco basta che ogni pietra appoggi bene usando il minimo scaglie. Storia finita.
Nel caso invece di pietre di non buona qualita, friabili e in via di degrado, fai cosa vuoi, sempre sarà vita breve.
Nel caso mio, pietre granitiche con prevalente forma tondeggiante, con al meglio una sola sommaria faccia decente, poi un gran mucchio di pietre piccole.
Laughing
In questo caso siamo nel paradiso del muratore.
Visto che ci siamo spiego prima come veniva fatto un muro nuovo.
Per prima si cercavano tutti gli appoggi naturali, grossi massi, spuntoni o fianchi rocciosi di montagna, se questi si potevano collegare tra di loro e l'esposizione della terrazza risultava adeguata (est/ovest) la fondazione collegava gli elementi e mettendo le pietre migliori davanti, quelle peggiori dietro e le piccole al centro si alzava il muro con uno spessore di circa 60/80cm a seconda dell'altezza che si doveva raggiungere.
Avendo io constato che quando l'appoggio di fondazione era sulla roccia o comunque su terreno consistente, i crolli erano praticamente nulli, ho concluso che una fondazione in cemento, di 15cm interrata con due tondini, rendeva tutta la base omogenea, senza possibilità di movimenti che avrebbero compromesso tutti gli appoggi, che, nel caso di pietre irregolari, se si muove qualcosa, si perdono tutti. Esatto contrario delle pietre piatte, che finito un appoggio adottano l'altro.
Ora questa è la mia casistica, quindi io non faccio un cordolo vero e proprio, ma ogni 50/80cm di altezza al posto delle pietre piccole di riempimento metto il cemento ed eventualmente il tondino.
Così facendo, il cemento usato è pochissimo, lo scolo dell'acqua come se il muro fosse a secco, ma queste linee orizzontali di rinforzo fanno si che il muro non verrà visto crollare ne dai viventi ne dai loro nipoti.
Insomma il cosiddetto cordolino è la risposta a tutti gli errori che possiamo aver fatto, appoggio maldestro, pietra friabile, "trota o anguilla", ecc.
Come vedi credo adotto il metodo che tu segnali.
I miei "concorrenti", mettono il cemento tra tutte le pietre, cosa che io non condivido, sia per lo spreco di materiale, che per lo scarso drenaggio.
A muro finito se sono stato attento, sulle facciate non si vede il cemento.
Lo si vede alla sommità, perchè io termino con un lievissimo strato di cemento, che non deborda ma rende il piano calpestabile e facile a tenere pulito da edera e rovi. Non uso diserbanti.
Per muri di altezza fino a 1.5mt anche a secco non si rischia un granche, quindi anche totalmente a secco e se cade pace lo si rifà, esattamente come da secoli facevano i nostri avi.
Durante la costruzione, ogni volta che capita la possibilità di una nicchia, la lascio anzi la rendo confortevole per ospitare nidi di capinere, pettirossi, ecc.
Il primo muro che rifeci in autunno totalmente a secco, crollò a primavera con le prime piogge abbondanti.
Non ero novellino, altri con pietre piatte son ancora in piedi da decenni.
Da ormai 11 anni ho fatto molti muri, sempre con lo stesso metodo, uno il più significativo, di circa 40mt per 2.9/3mt di altezza, con annesse caverne per ricovero attrezzi, più altri di varie forme e dimensioni.
Uso, le mani, piede di porco, compressore per forare e spaccare con i cunei i massi più grandi, e quando serve l'escavatorino per sia scavare che posizionare i massi.
Finora non sono ancora stato deliziato dalla sconfortante visione di una cascata di pietre un po' incementate.
Mi era stato recapitato l'opuscolo delle Cinque Terre, l'avevo letto, alcune parti le avevo condivise, altre mi hanno lasciato scettico.
Non vorrei che le alluvioni di Vernazza e Monterosso, abbiano avuto peggiore esito proprio grazie a quell'opuscolo.
Buon lavoro, e se la fatica sembra molta, pensiamo a chi senza guanti, con la pancia vuota, in passato ci ha regalato queste magnifiche terrazze, che la nostra ignavia lascia ora incolte a al degrado.
Non dimentichiamo che i muri in pietra, non sono stati fatti per addolcire la vista al perdigiorno di turno, ma per ricavarne sostentamento.

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MessaggioTitolo: Re: Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE"     Muri A Secco, Muretti Di Pietra" ARMACIERE" Icon_minitimeSab Ott 23, 2021 11:59 am

I muretti a secco sono dei muretti in pietra realizzati sovrapponendo rocce di varie dimensioni senza tuttavia utilizzare materiali leganti come malta o cemento. Tutto si basa sull'abilità di trovare il perfetto incastro e l'equilibrio ottimale. Si tratta di un semplice muro di pietra che però è una delle più antiche manifestazioni architettoniche dell'uomo.

Risalenti addirittura all'età del ferro e utilizzati fin dai tempi dei patrizi romani per delimitare il loro territorio, i muretti a secco oggi sono vittime di due fenomeni: l'incuria generale che li abbandona senza alcun tipo di manutenzione o aggiustamenti periodici; e l'agricoltura sempre più meccanizzata che pretende sempre più ampi terreni liberi da ostacoli e non tollera quindi la presenza di un muretto in pietra

Esistono due tipi di muretti a secco:

di confine: serve a delimitare una porzione di territorio
controterra: svolge una funzione di contenimento ed è solitamente posto dove c'è un forte dislivello del terreno per prevenire slavine o frane. Poniamo caso ci sia una alluvione. L'acqua non viene bloccata interamente dal muro di pietra ma defluisce lentamente attraverso le piccole fessure tra le pietre.
Un muro a secco, non è scontato sottolinearlo, è anche un piccolo scrigno di biodiversità sia faunistica che floreale. Alcuni tipi di muschi e licheni, piante infestanti, piccoli rettili o insetti...tutti trovano in questi muri di pietra, il loro habitat ideale. Ma non finisce qui perchè i muri a secco svolgono perfettamente un'azione tagliafuoco in caso di incendi e sono ideali per il mantenimento dei microclimi: il vento stressa i rami delle piante e asciuga velocemente il suolo rallentando così il germogliare dei semi. Tutto questo può essere evitato con il riparo delle pareti rocciose.

Che sia del primo o del secondo tipo, un muretto a secco è il perfetto bilanciamento tra uomo e natura, un esempio emblematico di come l'architettura possa abbracciare perfettamente il paesaggio naturale. È sufficiente pensare alla bellezza grezza e antica delle campagne pugliesi o alle campagne e le lunghe strade irlandesi per farsi un'idea più chiara e suggestiva

Come si costruisce un muretto in pietra: un lavoro di “incastri”
Il muretto a secco è un’opera che richiede pazienza e un lavoro certosino, per riuscire a incastrare la pietra giusta nel posto più adeguato possibile. La solidità del muro è infatti legata all’incastro perfetto: le pietre, andando a combaciare, creano la stabilità strutturale per cui i muretti a secco sono così famosi da secoli.

Ecco alcuni consigli degli esperti per la realizzazione di muretti a secco.

Un muretto a secco alto non più di 60 centimetri è un lavoro che, con un po’ di impegno, può essere alla portata di tutti. Muri a secco più alti richiedono però l’intervento di una mano esperta e personale qualificato che sappia mettere al primo posto la stabilità della struttura, rendendola sicura a lungo.
La natura non è sempre così generosa da offrire i sassi perfetti per un muretto a secco. Ci vorrebbe davvero tanta fortuna per realizzare un muretto a secco con i sassi che si trovano in giro per la propria tenuta, senza prima un piccolo lavoro di limatura che possa renderli perfettamente compatibili tra loro!
Più il muretto è alto più dev’essere profondo, in questo modo sarà infatti più stabile. Gli esperti affermano che un muretto a secco alto 50 centimetri dovrebbe essere profondo almeno 30, meglio ancora se fosse profondo esattamente quanto è alto
Come si costruisce un muretto in pietra: un lavoro di “incastri”

un lavoro certosino, per riuscire a incastrare la pietra giusta nel posto più adeguato possibile. La solidità del muro è infatti legata all’incastro perfetto: le pietre, andando a combaciare, creano la stabilità strutturale per cui i muretti a secco sono così famosi da secoli.

Un muretto a secco alto non più di 60 centimetri è un lavoro che, con un po’ di impegno, può essere alla portata di tutti. Muri a secco più alti richiedono però l’intervento di una mano esperta e personale qualificato che sappia mettere al primo posto la stabilità della struttura, rendendola sicura a lungo.
La natura non è sempre così generosa da offrire i sassi perfetti per un muretto a secco. Ci vorrebbe davvero tanta fortuna per realizzare un muretto a secco con i sassi che si trovano in giro per la propria tenuta, senza prima un piccolo lavoro di limatura che possa renderli perfettamente compatibili tra loro!
Più il muretto è alto più dev’essere profondo, in questo modo sarà infatti più stabile. Gli esperti affermano che un muretto a secco alto 50 centimetri dovrebbe essere profondo almeno 30, meglio ancora se fosse profondo esattamente quanto è alto


Esistono due tipi di muretti a secco:

muri di recinzione a secco: fungono da divisorio e creano una barriera tra uno spazio e l’altro. Hanno solitamente una forma a trapezio isoscele che aiuta la struttura ad essere più stabile.
muri di contenimento a secco o “contro terra”: svolgono la funzione di contenere un terreno sopraelevato, infatti vengono solitamente installati per trattenere il terreno in prossimità di un dislivello accentuato.
Come fare un muretto a secco
Il primo passo per realizzare un muretto a secco è la fondazione, ovvero un piccolo scavo nel terreno a una profondità di circa 20 centimetri, anche di più qualora il muro dovesse essere piuttosto alto. Nella buca realizzata vanno inserite le pietre più grandi e stabili. La base, che dev’essere più larga della sommità, dev’essere realizzata attraverso l’ausilio di dime, create con pezzi di legno che aiutano a dare la forma al muretto. Per alzare il muro occorre partire dalle estremità, scegliendo grandi blocchi perimetrali alternati a blocchi posati trasversalmente per sfalsare i giunti verticali.

La costruzione deve poi procedere a strati, fino al raggiungimento dell’altezza definitiva, mentre le pietre devono essere disposte in maniera da legare le fughe, evitando l’utilizzo di terriccio o materiale cementizio. Realizzare un muro a secco non è alla portata di tutti, soprattutto fa parte di una lunghissima tradizione che deve essere rispettata e mai improvvisata. Ecco perché importante rivolgersi a una ditta specializzata
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