Il Wabco 35 Haulpak

Il Wabco 35 Haulpak
La serie "35" di autocarri con cassone ribaltabile fuoristrada da 35 tonnellate è stata introdotta per la prima volta nel 1957 in combinazione con una gamma di altri dumper LeTourneau-Westinghouse , i modelli da 25, 27 e 30 (25 tonnellate, 27 tonnellate e 30 tonnellate rispettivamente).

Il modello 35 Haulpak aveva un aspetto diverso da qualsiasi altro camion fuoristrada sul mercato in quel momento.

Euclid , International-Harvester e Mack avevano detenuto una quota considerevole di questo mercato per un periodo considerevole e l'apparizione degli Haulpaks di Wabco fu uno spiacevole shock, soprattutto quando le vendite dei nuovi camion di Wabco decollarono.

L'Haulpak 35 era molto ben costruito, con un massiccio "collare di cavallo" a circa un terzo della distanza dal paraurti anteriore che aiutava a resistere alla torsione del telaio su terreni irregolari e fungeva anche da supporto per la parte posteriore del ponte superiore e della cabina .

Oggi, tutti i grandi camion fuoristrada hanno questa caratteristica di design.

Il telaio del camion non era dritto come i suoi concorrenti, ma attorcigliato per consentire al profondo cassone ribaltabile con fondo a V di sedersi in basso e ospitare anche i doppi cilindri di sollevamento montati all'esterno.

Tutti i modelli 35 Haulpak erano dotati di trasmissione powershift Allison, ma l'acquirente poteva specificare se desiderava un'alimentazione Cummins o Detroit Diesel per soddisfare le esigenze della propria flotta.

Un'altra novità riguardava i sistemi di sospensione anteriore e posteriore che erano oleopneumatici e completamente nuovi per il settore.

I tradizionali camion fuoristrada del periodo utilizzavano pacchi di molle a balestra per ammortizzare i carichi d'urto sul telaio e sul conducente.

Nel complesso, questi hanno svolto un lavoro ragionevole, ma richiedevano molta manutenzione, specialmente su strade di trasporto accidentato e tendevano ad appiattirsi e occasionalmente a perdere foglie nel tempo.

Wabco ha utilizzato bombole pressurizzate riempite di olio e azoto (conosciute da Wabco come "Hydrair") e ha ottenuto un brevetto sul design che ha fatto guadagnare loro un sacco di soldi nel corso degli anni mentre altri produttori di camion hanno seguito l'esempio!

La sospensione hydra-ride ha conferito al camion una marcia davvero fluida ed è stata certamente responsabile della durata eccezionalmente lunga del telaio della macchina.

Invece di utilizzare un cassone ribaltabile stretto e di media profondità, Wabco ha optato per un corpo basso e largo con una profonda "V" nella parte anteriore montata su un telaio a passo corto.

Ciò ha fornito un obiettivo basso per l'operatore della pala o del caricatore, ha mantenuto centrata la maggior parte del carico e ha anche conferito alla macchina un baricentro molto più basso rispetto ai suoi concorrenti.

Il passo corto significava anche che il camion era molto manovrabile, particolarmente utile in spazi ristretti.

Tutto sommato è stato un ottimo design e presto copiato da altri.

La produzione del modello 35 Haulpak comprendeva tre versioni principali: il modello 35 originale, il 35C e la variante finale, il 35D.

I cambiamenti esterni tra i modelli non sono grandi, il che rende l'identificazione un po' difficile.

Il modello originale 35, tuttavia, ha una diversa disposizione del gradino d'ingresso rispetto ai successivi 35C e 35D.

Molti modelli 35 sono ancora in uso quotidiano in tutto il mondo, a testimonianza della loro semplicità, robustezza e affidabilità.

Negli anni '80, Wabco attraversò momenti piuttosto difficili (così come molti altri produttori di attrezzature pesanti).

C'è stato un calo globale delle vendite di macchinari per l'estrazione e il movimento terra e Wabco stava lottando per riempire il proprio portafoglio ordini per qualsiasi attrezzatura, per non parlare dei camion fuoristrada.

È stata quindi presa la difficile decisione di offrire in vendita alcuni segmenti dei rami d'azienda dell'azienda.

Fu raggiunto un accordo con Dresser Industries , che rilevò la produzione e la distribuzione della gamma Wabco Haulpak nel 1984, commercializzandoli come camion Dresser-Haulpak (poiché il nome Haulpak era ancora molto apprezzato nel settore).

Questa situazione è rimasta in vigore fino a quando Dresser non ha discusso con Komatsu e ha ceduto a Komatsu sia le motolivellatrici di Dresser che la linea di autocarri Wabco Haulpak.

Sfortunatamente Komatsu non aveva bisogno di autocarri fuoristrada più piccoli da 35-50 tonnellate poiché disponeva già di una propria gamma di successo.

Ciò che voleva, tuttavia, era penetrare nel grande mercato dei camion da miniera e affrontare Caterpillar, che fino ad allora aveva il mercato praticamente tutto per sé.

I più grandi camion Wabco/DresserHaulpak (che arrivavano fino a 320 tonnellate di capacità), soddisfacevano bene quel bisogno e presto fu raggiunto un accordo.

Ciò non ha lasciato spazio per i camion Haulpak più piccoli e così il modello 35 è scomparso silenziosamente una volta per tutte intorno al 1996.

Giusto come nota a piè di pagina, RG LeTourneau non ha avuto nulla a che fare con il design della gamma "Haulpak" di Wabco (come erano conosciuti), quell'onore che apparteneva a Ralph Kress che in seguito ha lavorato per KW-Dart e Caterpillar, avendo una mano in lo sviluppo del suo cassone posteriore modello 769A prima di costituire la propria azienda.

L'eredità Haulpak vive ancora nella gamma di camion da miniera di Komatsu, tutte le unità più grandi che devono la loro esistenza a Wabco (e Ralph Kress).



Brevi specifiche Wabco 35C (come utilizzato in Nuova Zelanda)
Motore: GM Detroit Diesel 12V-71N, V-12 valutato a 425 cavalli al volano a 2100 giri/min

Trasmissione: Allison CLBT750, full powershift a 5 marce con retarder integrato

Velocità massima: 36,5 mph

Freni: ad aria su ceppi idraulici a cuneo

Sospensioni: cilindri olio/azoto Wabco Hydrair su tutti gli assi

Sterzo: completamente idraulico

Giro di giro: 49'

Std.Pneumatici: 18.00×33, 28 tele, E3 su tutti gli assi

Capacità corporea: 34 iarde cubiche (a 1:1)

Body Hoist: 2 x 3 stadi, a doppia azione

Lunghezza: 25' 4”

Larghezza: 12' 5"

Altezza: 13' 1"

Peso operativo: 29 tonnellate (vuoto), 64 tonnellate (caricato)



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Chi tratta un somaro come se fosse un mulo (che chiaramente ha più valore nella nostra tradizione) si becca il primo calcio”.

Questa frase mi ronza nel cervello da un bel po’ e chissà a quanti di noi è capitato di sopravalutare qualcuno, di farlo sentire importante, aiutarlo come si poteva e poi ricevere in cambio solo cattiverie.

Il somaro in preda ad un delirio di onnipotenza scalcia a mai finire ed il primo calcio colpisce proprio te, poi ti accorgi che ha scalciato con intenzione. A che serve a questo punto ripensare a quello che si è fatto per lui?

Il fieno più profumato, carichi portati sulle nostre spalle per risparmiare lui, tutto inutile. Ha colpito forte e con cattiveria. A te rimane solo leccarti le ferite e darti dello scemo. Poi si pensa di reagire e di fare un bel tamburo con la pelle di quel somaro e si diventa cattivi e vendicativi.

E così si apre una faida infinita. Si lega il somaro con una bella corda, ma il somaro ha amici che riescono a slegarlo e così torna a scalciare, mentre tu nel contempo mediti un’altra vendetta. Ma non finirà mai.

La metafora della quale parliamo quante volte è successa in politica? Tantissime volte. E tantissime volte hanno avuto sembianze sparute, piccoli uomini vicini a veri potenti che si sentivano potenti anch’essi. Parliamo di gente meschina abituata al tradimento e qui a Melilli, purtroppo, ne risiedono in tanti.

La vicenda politica che ha caratterizzato gli ultimi avvenimenti succeduti all’interno del palazzo di vetro più somigliante ad un pastificio con relativo padrone, in questo periodo ne ha smascherato tanti, iniziando proprio dal padrone del pastificio, alias Cannata, per finire con lo sceccu della metafora, Peppe Carta. Aveva meno di 20 anni quando cominciò a frequentare la politica aggrappandosi alle vesti dell’on. Iano Sbona, il quale pensando di crescere un futuro leader politico gli affidò consulte giovanili, gestione di campi sportivi fino a farlo nominare novello assessore nella prima giunta Sorbello. Sbona non aveva capito che il giovane voleva essere sistemato alla ISAB e siccome di tempo, secondo Carta, ne era passato troppo, questi tradendo Sbona si avvicinò a Sorbello, venendo accontentato.

La ISAB tutto di un tratto si accorse delle grandi specializzazioni e competenze del Carta, ed improvvisamente lo assunse. Nel breve, questo novello politico, in virtù di 2 tradimenti, collezionò visibilità politica, soldi e sistemazione.

Minchia quanta bravura, minchia quanta competenza. Per noi, minchia due volte, quanta ingratitudine del ragazzo, nel frattempo cresciuto e abituato al salto del fosso. Oggi si rifiuta di stare nel gruppo che lo ha fatto diventare mulo, abbandonandosi ai più loschi traccheggi pur di rimanere in piedi e con mani in pasta.

Una volta si strofina con uno, una volta con un altro. Insomma, il rampollo vuole alzare continuamente il prezzo, allontanandosi una volta da Sorbello ed un’altra volta avvicinandolo, ed un’altra volta ancora avvicinandosi al sindaco Rizza di Priolo e un’altra volta al sindaco Cannata.

Il consiglio che ci permettiamo di dare a chi lo ha fatto diventare mulo è: “Lascialo ragliare e scalciare. Tieniti alla lontana il più possibile finché stanco non si accorgerà di un muro di cemento che ha di fronte, ed a furia di scalciare si romperà gli zoccoli, restando stremato a terra trasformerà il suo raglio in un rantolo. La gente passando non avrà compassione e lo additerà deridendolo per la sua stoltezza. Resterà solo e pazzo credendosi ancora un mulo incompreso”.














CU DI ‘N SCECCU NI FA UN MULU U PRIMU CAUCIU E’ DO SO’!

CU DI ‘N SCECCU NI FA UN MULU U PRIMU CAUCIU E’ DO SO’