Il cavallo alato Pegaso, rappresentato nel marchio, trasportava all’Olimpo le folgori di Zeus, il camion spagnolo trasportò le merci in tutta Europa
Acquisito dall’IVECO nel 1990 il brand spagnolo portò con se una ricca eredità fatta di innovazione, passione e forza, oltre per l’eccellenza produttiva. Nei suoi stabilimenti di Madrid e Valladolid ancora oggi vengono prodotti i veicoli IVECO.
L’opificio industriale di Madrid è stato il primo di CNH Industrial a raggiungere il livello Gold del programma World Class Manufacturing (WCM) nel 2017. Nel 2008, ha conseguito lo storico traguardo di produzione della milionesima unità. Oggi è sede di linee di produzione e di un centro di R&S dedicato ai veicoli pesanti IVECO.
Lo stabilimento di Valladolid dal 1990 è diventato la sede della linea di produzione del Daily. Nel corso degli anni, la fabbrica ha raggiunto una reputazione internazionale per l’eccellenza, ed oggi è pioniere dell’Industria 4.0 e certificata con il livello Gold del WCM. Produce il veicolo commerciale leggero Daily nella sua versione cabinata, così come nella versione Hi-Matic, con cambio automatico a 8 rapporti di IVECO. Inoltre produce e vernicia cabine in lamiera che fornisce allo stabilimento IVECO di Madrid.
“È un anniversario importante per la storia di IVECO che ci dà l’opportunità di ricordare e celebrare l’impressionante eredità in termini di innovazione, risultati rivoluzionari e spirito pionieristico legati al leggendario brand Pegaso – ha commentato Luca Sra, Chief Operating Officer IVECO Truck Business Unit – Il suo approccio lungimirante e visionario alla progettazione dei veicoli e la sua passione per l’eccellenza continuano a vivere nelle nostre persone e nei nostri veicoli che viaggiano sulle strade di tutto il mondo”.
Cenni storici
La Pegaso, che nel corso della sua esistenza ha prodotto camion, autobus, trattori agricoli e veicoli militari e, per un certo periodo, anche auto sportive, faceva parte del gruppo ENASA (Empresa Nacional de Autocamiones, S.A.), società partecipata dallo Stato, che nacque nel 1946 dalle ceneri della Hispano-Suiza, scomparsa agli inizi della Guerra Civile spagnola (1936–1939).
In pochi anni il brand Pegaso divenne uno dei più importanti d’Europa e non solo: i camion spagnoli venivano venduti con successo pure in America Latina e in altre parti del mondo.
Gli anni ’40, gli inizi
Al principio dagli ex stabilimenti Hispano-Suiza di Barcellona uscirono dei camion, precedentemente prodotti dallo storico marchio spagnolo con la sigla G66, leggermente modificati e ribattezzati Pegaso I. La seconda serie, denominata Z-203, disponeva di un nuovo motore a benzina e fu prodotta in poche centinaia di unità prima della versione Diesel, il Pegaso Z-202, soprannominato Mofletes (guance paffute), a causa dei tipici rigonfiamenti ai lati della cabina. Il Mofletes, lanciato verso la fine del 1949, segnò il vero e proprio inizio del successo commerciale della Casa spagnola. Prodotto in versione trattore, autocarro o autobus, il Pegaso Z-202, ben presto divenne El Camion Español per eccellenza.
Gli anni ’50, il grande successo commerciale
Nel 1952 il brand progettò e produsse il suo primo prototipo di camion elettrico, il Pegaso II. Il veicolo poteva essere ricaricato in sole cinque ore e aveva un’autonomia di 75 km. Le caratteristiche presentate negli opuscoli promozionali sul prototipo avrebbero potuto essere scritte oggi: mettevano in risalto la sua eccellente accelerazione, il basso consumo energetico, la silenziosità del mezzo. Se pur mai entrato in produzione, il prototipo elettrico Pegaso II è stato in seguito la base per lo sviluppo dei famosi filobus
Nel 1954 venne presentato quello che rimase per anni l’icona dei trasporti su strada spagnoli: il Pegaso Z-207, detto anche Barajas (dal nome dello stabilimento di produzione nei pressi di Madrid). Questo camion era caratterizzato, per l’epoca, da linee avveniristiche e da una meccanica all’avanguardia. Il motore, progettato da Ricart, un 6 cilindri a V di 120°, di 7,5 litri a iniezione diretta, in grado di esprimere 120 CV a 2.000 giri/min, era abbinato a una sofisticata trasmissione meccanica a 12 rapporti. Del Z-207 furono realizzate diverse versioni: trattore, autocarro e bus.
Anni ‘60 e ’70, il “Miracolo Spagnolo”
Durante il periodo del boom economico spagnolo, migliaia di camion e autobus Pegaso attraversavano strade e città della Spagna, spingendosi anche oltre confine, in un via-vai di scambi commerciali con il resto d’Europa. In quegli anni l’ammiraglia per eccellenza dei TIR iberici era il Pegaso 2011, detto Cabezon, a causa della grande cabina, equipaggiato con potenti motori Diesel che arrivavano fino a 352 CV di potenza.
Nel 1968 il gruppo ENASA inglobava anche la SAVA, società spagnola produttrice di veicoli commerciali, con sede a Valladolid, che utilizzava componenti della britannica BMC. Nel 1972 la Casa del Cavallo Alato lanciava una nuova gamma di autocarri pesanti, caratterizzati da un ampia cabina dal design moderno e squadrato di quegli anni: le serie 2080 e 2181, con potenze che andavano dai 250 ai 310 CV.
All’inizio degli anni ’80, cercando di combattere la crisi del settore, l’ENASA iniziò a cercare dei partner industriali. Nel 1983 si presentò l’opportunità di rilevare la società britannica Seddon Atkinson dal fallimento della joint venture con l’americana International Harvester.
Pegaso suscitò grande interesse al Salone di Barcellona del 1989 presentando il primo concept truck dell’industria europea. Il SOLO 500 anticipava molte delle tecnologie di cui godiamo oggi, come il GPS, le telecamere posteriori, il radar a distanza ravvicinata e altri sistemi di assistenza alla guida.
Nel 1987, da una collaborazione con DAF Trucks, nacque la cabina Cabtec, utilizzata dal DAF 95, dal Pegaso Troner e dal Seddon Atkinson Strato. Il Troner, ultimo modello di camion sviluppato dall’ENASA col marchio Pegaso, prima che l’intero gruppo venisse inglobato nell’IVECO, era equipaggiato con potenti motori da 12 litri con potenze che andavano dai 360 ai 400 CV, abbinati a cambi manuali ZF a 16 rapporti.
L’ultimo Pegaso Troner uscì dalle linee produttive degli stabilimenti Barajas (Madrid) il 12 luglio 1993 segnando la fine ufficiale del brand spagnolo.