HIDROMEK HMK 635 WL definita da qualcuno la "principessa della cava"
chi sarà la regina? mistero..
La nuova HMK 635 WL è una pala gommata che, di fatto, entra nel “club delle nobili”. Cosa intendiamo dire con questo? Che HIDROMEK ha scelto di ampliare la propria gamma andando nella direzione di Liebherr e Case. Ossia spostare indietro il motore e collocare gli scambiatori di calore dietro la cabina. Una scelta tecnica ben precisa che comporta carichi operativi superiori rispetto a macchine convenzionali di pari categoria.
Valori in gioco che permettono alla HIDROMEK HMK 635 WL di essere un’interessante outsider nella classe delle macchine con benna standard da tre metri cubi e mezzo. Stiamo quindi parlando della “zona calda del mercato” che si estende fino alla classe immediatamente superiore. E dove oggi l’azienda della famiglia Bozkurt è presente con due modelli che hanno caratteristiche che le distinguono rispetto ai competitor. Se infatti la 640 WL adotta un braccio che riprende fortemente quanto si vedeva sulle Hanomag, la 635 WL colpisce proprio per la sua differente architettura del posteriore.
HIDROMEK
La pala gommata HMK 635 WL si presenta come interessante outsider con un’architettura che favorisce il carico di ribaltamento.
Una scelta radicale
L’intento è chiaro. “Attaccare” dal basso macchine superiori e, al contempo, staccare le dirette concorrenti con valori di carico superiori. Il tutto grazie al bilanciamento ottimizzato dato dalla posizione arretrata del motore. Da un punto di vista operativo si hanno inoltre altri vantaggi. Come quello di allontanare i radiatori, per quanto possibile in un cantiere o in una cava, dalla polvere. Oltre che quello di agevolare i controlli quotidiani e la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il nuovo layout studiato da HIDROMEK è stato infatti adottato non solo per la HMK 635 WL ma anche per l’altra pala gommata in arrivo e che abbiamo visto a Bauma. Stiamo parlando del nuovo modello HMK 630 WL che si caratterizza per la benna da tre metri cubi e allarga ulteriormente verso il basso la gamma del marchio turco.
Il carico massimo di ribaltamento. Questo sconosciuto.
Il carico massimo di ribaltamento è il valore con cui si valuta una pala gommata. E non dipende solo dal peso operativo. E’ infatti legato anche in gran parte al bilanciamento della macchina. Più il carico di ribaltamento è elevato, più la macchina ha un comportamento dinamico sicuro e produttivo. Se poi a parità di carico di ribaltamento, una pala ha un minore peso operativo, sarà in grado di lavorare con minori consumi e una maggiore produttività.
Ma vediamo, concretamente, alcuni numeri di confronto diretto con i concorrenti che rappresentano il benchmark e sono oggi il riferimento del mercato a livello di vendite. Oltre che considerati “premium brand”. Non sempre, però, con il supporto delle reali prestazioni.
MARCHIO MODELLO Peso operativo Carico rib. dritto Carico rib. max. ang. Forza di strappo
HIDROMEK 635 WL 20.600 kg 15.900 kg 14.000 kg 17.650 kgf
VOLVO L120H 20.713 kg 14.780 kg 13.140 kg 17.377 kgf
CATERPILLAR 962M 20.919 kg 14.362 kg 12.239 kg 17.335 kgf
LIEBHERR L556Xpower 19.600 kg 15.600 kg 13.750 kg
Se infatti le forze di strappo sono sostanzialmente allineate, i valori relativi al carico massimo di ribaltamento evidenziano differenze sostanziali. Con la turca che lascia indietro Volvo e Caterpillar di valori significativi. A seconda del parametro siamo infatti avanti di circa una tonnellata e mezza a macchina dritta per arrivare a quasi due alla massima angolazione.
Le scelte tecniche della HIDROMEK HMK 635 WL
Layout a parte, anche se caratterizza fortemente la potenzialità operativa della 635 WL, il costruttore ha portato avanti scelte specifiche che la mettono in linea con la più grande 640 WL. La motorizzazione è quindi MTU. Nello specifico con il motore MTU 6R1000 da 7.700 cc e 282 cv (210 kW) @ 1.800 giri/min. Si tratta di un propulsore Stage V di fornitura Mercedes Benz. Questo in base agli specifici accordi fra Rolls Royce Power Systems (attuale proprietaria al 100% di MTU) e di Daimler AG dopo lo scioglimento della joint-venture durata fino al 2014 e che vedeva le due realtà operare al 50% in MTU (acronimo di Motoren und Turbinen Union).
Cuore Mercedes Benz
Usando le sigle Mercedes stiamo dunque parlando dell’OM936. Parliamo, appunto, di un propulsore Stage V che ha come caratteristiche peculiare un elevato sviluppo di coppia pari a 1.200 Nm con andamento piatto fra 1.200 e 1.600 giri/min. Ideale, quindi, per l’impiego con una pala gommata. L’iniezione è diretta Common Rail con turbo e intercooler.
L’abbattimento degli ossidi di azoto e del particolato avviene con EGR ad alta pressione e con un modulo integrato dove trovano posto SCR e DPF. Decisamente interessante la possibilità, di serie, di funzionare anche con biocarburanti Bio Diesel B7. Così come la funzione per operare in modo ottimizzato e automatico ad altitudini superiori a 2.500 m slm.
Tramissione ZF
Tutto il powertrain è ZF. Nello specifico è stata fatta una scelta che va nella direzione della massima capacità di spinta e del contenimento dei consumi nelle operazioni di Load & Carry. Non ha quindi optato per una soluzione a variazione continua CVT bensì per un Powershift con cinque marce avanti e tre retromarce. La presenza del controllo elettronico e convertitore di coppia con Lock-Up automatico va però nella direzione di un comportamento lineare e progressivo. Quindi una scelta sicuramente conservatrice ma giustificata sia dalle consuetudini dei principali mercati di riferimento del costruttore turco. Sia dal ricercare una soluzione affidabile, collaudata ma funzionale.
La velocità massima in marcia avanti è di 40 km/h che si riduce a 26 in retromarcia. Gli assali sono di concezione Heavy Duty e permettono di avere una oscillazione di 26° totali. L’operatore può bloccare i differenziali al 100% su comando.
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La trasmissione è ZF con un Powershift a 5 rapporti dotato di Torque Converter e Lock-Up automatico
Load Sensing Flow Sharing a centro chiuso
HIDROMEK ha confermato, anche sulla HMK 635 WL, un impianto a centro chiuso Load Sensing Flow Sharing. Il flusso complessivo è di 283 l/min per una pressione di lavoro di 300 bar. Si tratta di una scelta molto diffusa sul mercato delle pale gommate che permette di avere contemporaneità dei movimenti e fluidità di azionamento.
Il distributore è elettroidraulico e l’azionamento avviene tramite leve finger-tip di serie (il joystick monoleva è in opzione). I cicli idraulici di benna e braccio operano con la rigenerazione dei flussi in modo da abbassare i consumi ed elevare l’efficienza operativa. In opzione è possibile avere gli impianti ausiliari che operano sempre con logica Load Sensing.
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L’impianto Load Sensing Flow Sharing a centro chiuso permette un utilizzo fluido e dinamico della pala.
Posto guida e manutenzione. Ergonomia by HIDROMEK
Da un punto di vista puramente ergonomico oggi l’azienda di Ankara si colloca ai vertici del mercato globale con macchine dove forma e contenuto vanno strettamente a braccetto. Merito di un accurato studio di design che permette di fornire soluzioni comode, razionali, piacevoli alla vista e che mirano al massimo comfort per l’operatore.
Il posto guida si caratterizza per il sedile con consolle integrata che include i comandi principali e le leve finger-tip. Il pannello di controllo touch-screen laterale consente di regolare i parametri di funzionamento della macchina tramite il sistema di controllo Opera progettato da HIDROMEK.
il karma è il riflesso di cio che fai