Nel 1959, la Lancia presenta, Esadelta, fratello minore del rinnovato Esatau B, ne ricalca le linee stilistiche, e monta una comoda e spaziosa cabina. Progettato da un pool di ingegneri, coordinati da Giovanbattista Falchetto, padre di molte altre “creature” prodotte dalla casa torinese, l’Esadelta la cui sigla tecnica è 401, venne pensato per contrastare il monopolio della OM nel segmento dei camion medi sul mercato italiano, e progettato tenendo conto delle restrittive normative imposte dal codice della strada elvetico, in particolare grazie allo stretto telaio, la carreggiata limitata a 2300 mm., cosi da diventare negli anni successivi il prodotto italiano piu venduto in svizzera.
La cabina riprendeva i volumi di quella disegnata da Loewe per l’Esatau B, il disegno semplificato e modificato nella parte inferiore produceva un accennato musetto al centro del quale spiccava la calandra, la cui griglia a filo della cornice riproponeva il disegno conformato dello scudetto Lancia, con al centro il piccolo scudetto Lancia in lega di bronzo. Sotto la cabina venne inizialmente montato il motore 864, poi rinominato 401, da 8245 cc., sei cilindri in linea, quattro valvole per cilindro, completamente in lega leggera, un capolavoro di ingegneria meccanica che già aveva motorizzato l’Esatau 108 ( 108 mm il diametro delle canne dei cilindri), che erogava 115 Hp a 1850 giri. Il cambio, anch’esso un progetto Lancia, a sole quattro marce, poiché la selezione dell mezze marce avveniva nel differenziale, attraverso lo scambio dei rapporti mediante un sistema elettromeccanico attivabile con un pulsante posto in cima al pomello della leva del cambio. Il sistema del riduttore e l’intero ponte posteriore, veniva acquistato dalla casa inglese Eaton.
elle prime versioni l’Esadelta, veniva proposto carro in due passi e trattore, ma la gamma fu gradualmente integrata , e quando nel 1963, venne presentato l’Esadelta B, erano inoltre disponibili di serie una versione 6×2 con asse centrale, una versione 6×2 con asse posteriore, una versione 8×2, con assi aggiunti montati direttamente nello stabilimento di Bolzano durante l’assemblaggio dell’autocarro, ma provenienti dalla Battaglino di Verona, se il cliente ordinava la versione con sospensioni a balestre semiellittiche, oppure della Fresia di Cairo(SV) se il cliente ordinava la versione con sospensioni pneumatiche.
Erano inoltre disponibili, una versione 4×2, passo 3540 mm., con cabina doppia allestita da Borsani, ed una versione 6×2, con mezza cabina, destinata ad essere impiegata come carro per gru semoventi. Oltre agli allestimenti proposti a listino dalla Lancia, vennero prodotti uno svariato numero di passi con l’aggiunta di terzi e quarti assi, da carrozzieri quali Battaglino, Fresia, Girelli, Perlini, ed altri ancora, e vennero realizzate cabine fuori serie, dalla Orlandi di Brescia, e dalla Bertona e Creola di Borgomanero(NO).
Il protagonista del nostro servizio, un Esadelta B del 1964, 6×2 con terzo asse centrale a sospensioni pneumatiche quindi di origine Fresia, faceva parte di un lotto di 12 veicoli identici commissionati dalla Esso, allestiti con cisterna Saiv, azienda del gruppo Viberti per il trasporto di prodotti petroliferi. Consegnato nel 1964, al concessionario Esso di Pregnanza Milanese, l’utilizzo in condizioni poco gravose, adibito al trasporto di un combustibile per riscaldamento poco commerciato, ha fatto si che rimanesse in esercizio fino alla metà degli anni novanta, quando il mancato collaudo della cisterna, ormai non piu sicura per trasportare carburanti ne decretò il pensionamento.
Di li a poco venne acquistato dall’attuale proprietario, già proprietario di alcune automobili d’epoca, che stava cercando senza badare al modello, proprio un autocarro Lancia. Senza esserne consapevole, Luigi Faretto titolare della Carrozzeria Bustese, nonché attuale proprietario dell’Esadelta, ha acquistato un veicolo particolarmente raro. L’autocarro è stato completamente, smontato e ricondizionato in ogni sua parte, grazie anche alla mole di attrezzature e ricambi di cui disponeva il sig. Faretto. Riportato a condizioni pari al nuovo, il Lancia ci è stato messo a disposizione, per effettuare una prova su strada, che abbiamo effettuato sulle provinciali del milanese.
Abbiamo subito fatto amicizia con l’Esadelta che si è dimostrato molto maneggevole, lo abbiamo provato carico, riempiendo la cisterna di acqua che durante il restauro è stata bonificata. Il piccolo motore da 8 litri anche se con l’ultimo aggiornamento è tarato per una potenza di 132 Hp non offre grosse prestazioni, e l’uso del cambio deve essere frequente. L’innesto delle ridotte si ottiene azionando il sistema elettromeccanico interno al ponte posteriore il quale cambia brutalmente rapporto spostando una sorta di broccia ad innesti frontali, provocando strattonamenti che mettono in crisi l’intera catena cinematica quindi dove la strada lo consente meglio cambiare la marcia intera sfruttando la generosa coppia del piccolo motore Lancia.
Dolce ed efficace è la frenata, il circuito pneumatico di servizio funziona con servocomando pneumatico la cui pressione è stabile tra 8 e 10 kg/cmq , questo ci invoglia a tenere un andatura piuttosto disinvolta. Lo sterzo è preciso, tutti i perni sono stati revisionati e l’idroguida ZF lo rende molto dolce, abbiamo moto di testarlo a fondo affrontando la giungla di rotatorie realizzate ultimamente sulle nostre strade. Guidando l’Esadelta in curva, ci si rende conto di quanto sia efficace il sistema di sospensioni pneumatiche ideato dalla Fresia successivamente sviluppato dalla Lancia, sistema basato su un dispositivo che fa traslare l’asse in curva, e riequilibra il carico aumentando la pressione di esercizio sul soffietto della sospensione che sta in quel momento sul lato interno della curva.